Denominazione dei colori...
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Nel denominare i colori degli inchiostri, seguite un qualche schema? Se sì, precisamente, quale?
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- Crescent Filler
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direi che essendo giorno di festa, in Italia, la domanda serve a passare il tempo. Per me i colori sono e restano sempre quelli base: blu, nero, marrone e forse rosso?
Tutto il resto sono pare mentali di chi non ha nulla da fare tutto il giorno. I nomi che vengono dati ai colori dai produttori poi, tavanate galattiche!!!! Ma quando maiiii.
Vado a portare a spasso il cane che mi piace di più
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Marco
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Beh... Per prima cosa, se la mettiamo sui colori "base" (blu, nero, marrone e forse rosso?), personalmente quantomeno aggiungerei il verde (e toglierei il marrone)rrfreak63 ha scritto: ↑lunedì 2 giugno 2025, 18:59 direi che essendo giorno di festa, in Italia, la domanda serve a passare il tempo. Per me i colori sono e restano sempre quelli base: blu, nero, marrone e forse rosso?
Tutto il resto sono pare mentali di chi non ha nulla da fare tutto il giorno. I nomi che vengono dati ai colori dai produttori poi, tavanate galattiche!!!! Ma quando maiiii.
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In secondo luogo, un riferimento comune per la denominazion dei colori degli inchiostri (chi ha parlato dei nomi che vengono dati dai produttori?) credo sia utile anche solo per capirsi (qui sul forum, in primis) quando si cerca di "spiegare" la tonalità di un inchiostro perché magari a video non corrisponde bene alla realtà, o perché si vuol capire la differenza con un inchiostro simile.
Insomma, non direi che è un passatempo ozioso fine a sè stesso... Detto ciò, ognuno la pensi come gli pare...
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Denominazione dei colori...
Come tutti gli uomini, quando si parla di colori, il mio riferimento è la palette base di Windows (16 colori).
Ogni tanto la signora tira fuori nomi di colori come ecrù, pesca, ottanio, ... suscitando le mie perplessità.
Ogni tanto mi vengono in mente i colori dei pastelli Giotto delle elementari, come Blu Oltremare, Rosso Carminio, Verde Smeraldo...
Sugli inchiostri, io tendo a chiamarli con il nome del produttore, anche se mi rendo conto che ormai la moda è dare nomi assurdi a tonalità comuni per differenziarsi dalla concorrenza.
Ogni tanto la signora tira fuori nomi di colori come ecrù, pesca, ottanio, ... suscitando le mie perplessità.
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Sugli inchiostri, io tendo a chiamarli con il nome del produttore, anche se mi rendo conto che ormai la moda è dare nomi assurdi a tonalità comuni per differenziarsi dalla concorrenza.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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hai aggiunto il colore che mi era sfuggito, mentre portavo a spasso il cane al parco, il verde! 
I colori sono difficili da spiegare agli altri. Quello che per me è un blu a te può sembrare nero e viceversa. Ergo evito di parlare di colori e leggerne. Mi faccio le matte risate poi con i nomi dei colori giapponesi, della serie 'no asa gao'? no party'.

I colori sono difficili da spiegare agli altri. Quello che per me è un blu a te può sembrare nero e viceversa. Ergo evito di parlare di colori e leggerne. Mi faccio le matte risate poi con i nomi dei colori giapponesi, della serie 'no asa gao'? no party'.

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Verissimo, spiegare i colori è oltremodo difficile. Per questo credo possa essere utile avere un qualche riferimento comune, il più possibile "oggettivo".rrfreak63 ha scritto: ↑lunedì 2 giugno 2025, 19:30 I colori sono difficili da spiegare agli altri. Quello che per me è un blu a te può sembrare nero e viceversa. Ergo evito di parlare di colori e leggerne. Mi faccio le matte risate poi con i nomi dei colori giapponesi, della serie 'no asa gao'? no party'.![]()
I nomi che i produttori danno agli inchiostri sono spesso "divertenti"... Ma del resto il marketing ha le sue regole

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Cercando un modo "semplice" per richiamare i colori (un numero limitato di colori di reiferimento) che però all'occorrenza si possa utilizzare anche in modo "oggettivo", mi baso sui colori HTML4.01 base (+arancio) a cui ho aggiunto (di mio) qualche altra tonalità tra quelle più frequenti nella descrizione dei colori degli inchiostri:

E' ovviamente un riferimento molto personale (che modifico/aggiorno all'occorrenza) ma a me (che col ricordare nomi non vado d'accordo) è utile.
E ha una certa oggettività: quale che sia il nome attribuito ci sono i codici colore...
Beh i nomi dei pastelli Giotto non è male come riferimento!Phormula ha scritto: ↑lunedì 2 giugno 2025, 19:25 Ogni tanto la signora tira fuori nomi di colori come ecrù, pesca, ottanio, ... suscitando le mie perplessità.
Ogni tanto mi vengono in mente i colori dei pastelli Giotto delle elementari, come Blu Oltremare, Rosso Carminio, Verde Smeraldo...
Sugli inchiostri, io tendo a chiamarli con il nome del produttore, anche se mi rendo conto che ormai la moda è dare nomi assurdi a tonalità comuni per differenziarsi dalla concorrenza.

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Non vediamo i colori allo stesso modo, il nostro cervello elabora i colori in base a quello che vedono i nostri occhi.
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Io e te può essere di no.
Ma un blu è blu per quasi tutti, magari con gradazioni leggermente diverse, e (quasi) tutti chiamano blu le lunghezze d'onda intorno a 470nm e le frequenze intorno a 640THz dello spettro visibile.
E per il sensore di un lettore ottico, il mio come quello di un daltonico o un ipovedente, i valori RGB 0,0,255 quelli sono, a prescindere da come denominiamo quel colore.
Quindi, verissimo che non percepiamo i colori allo stesso modo, ma più o meno sì, e diamo loro un nome.
Così come non percepiamo il grado termico allo stesso modo: per me il caffè del bar a 55°C è bollente, per un altro è poco più che tiepido... Ma entrambi diremmo che è caldo, non che è ghiacciato... E per il mio termometro, come per quelli di altri, quel caffè è a 55°C, sia che lo chiamo caldo o tiepido.
Insomma, per quanto entro approssimazioni e alterazioni percettive, avere delle "definizioni" comuni serve (attento! è rosso, non atraversare!, attento! non toccare la pentola, è bollente!). E quando occorre essere "precisi" (al netto della percezione sensoriale) possiamo sempre passare dai nomi agli strumenti di misurazione.
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Mi riferivo alle gradazioni e sfumature, ovviamente i colori li vediamo tutti allo stesso modo, comuque dare un nome ad una percezione di sfumatura o grazione che dir si voglia è un esercizio che mi fa venire alla mente il sesso degli angeli...
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Concordo con te.
Se hai visto la tabella che ho proposto, avrai notato che ci sono 20 colori (HTML 4.01 ha oltre 650 colori/tonalità, X11 ne elenca oltre 750) scelti in base ai colori "base" e a denominazioni spesso usate per gli inchiostri: un semplice riferimento indicativo per le tantissime gradazioni e sfumature percepibili.
Questo è attualmente il mio riferimento; chiedevo semplicemente quale sia l'approccio usato da altri
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Denominazione dei colori...
i nomi dei colori sono stati dati dall'uomo in tempi molto antichi ( in modi diversi in base alla propria cultura) semplicemente osservando il mondo che ci circonda. L'azzurro del cielo, il blu del mare, il verde dei prati e delle foreste, il giallo dei campi di grano e del sole, il rosso del fuoco e del proprio sangue, il blu-nero (indaco) della sera, il viola di determinati fiori... La denominazione dei colori base si è gradualmente uniformata, perché li si può chiamare con nomi diversi, ma quei colori in natura continuano ad esistere.
Molti secoli dopo che il nome dei colori era già stato dato, un tal Newton (nel 1665) pensò bene di far passare la luce attraverso un prisma, riuscendo a scinderla nei colori dell'arcobaleno, o spettro, individuando in modo più chiaramente percepibile rosso, arancio, giallo, verde, blu, indago, viola.
(nelle scuole inglesi - dove mi è stato insegnato quel che segue
- si usa uno strumento mnemonico per ricordare l'ordine dei colori dell'arcobaleno: in inglese Red, Orange, Yellow, Green, Blue, Indigo, Violet. La frase è "Richard of York Gave Battle In Vain" e utilizza la prima lettera di ogni parola per rappresentare il colore, in ordine.
La frase è attribuita alla battaglia di Wakefield del 1460, in cui Riccardo, duca di York, condusse un attacco senza successo contro una forza più numerosa di Lancaster.")
Le sfumature di colore più sottili, solitamente derivano comunque dalla osservazione della natura, il lilla è il colore dei fiori di lillà, il turchese è il colore delle pietre preziose di tal nome, I'indaco prende il nome dal colorante indaco derivato dalla pianta Indigofera tinctoria, ma pensiamo anche all'origine di colori come il cognac, il syrah, etc.
Ovviamente sono talmente tante le varianti possibili in natura che i nomi dei colori non hanno regole ferree, ma di sicuro nessuno (che non sia daltonico) chiama arancione un viola, rosso un blu, etc...
Riuscire a dare un nome preciso ad un colore non è un esercizio fine a se stesso, in moltissime attività umane definire un colore, nella sua sfumatura anche appena percettibilmente diversa da un altro, è fondamentale. Non per nulla sono stati inventati sistemi di palette di colore come i Pantone (che proprio per la loro capacità di definire sfumature piccolissime di colore, hanno avuto enorme successo in ambito commerciale).
Molti secoli dopo che il nome dei colori era già stato dato, un tal Newton (nel 1665) pensò bene di far passare la luce attraverso un prisma, riuscendo a scinderla nei colori dell'arcobaleno, o spettro, individuando in modo più chiaramente percepibile rosso, arancio, giallo, verde, blu, indago, viola.
(nelle scuole inglesi - dove mi è stato insegnato quel che segue

La frase è attribuita alla battaglia di Wakefield del 1460, in cui Riccardo, duca di York, condusse un attacco senza successo contro una forza più numerosa di Lancaster.")
Le sfumature di colore più sottili, solitamente derivano comunque dalla osservazione della natura, il lilla è il colore dei fiori di lillà, il turchese è il colore delle pietre preziose di tal nome, I'indaco prende il nome dal colorante indaco derivato dalla pianta Indigofera tinctoria, ma pensiamo anche all'origine di colori come il cognac, il syrah, etc.
Ovviamente sono talmente tante le varianti possibili in natura che i nomi dei colori non hanno regole ferree, ma di sicuro nessuno (che non sia daltonico) chiama arancione un viola, rosso un blu, etc...
Riuscire a dare un nome preciso ad un colore non è un esercizio fine a se stesso, in moltissime attività umane definire un colore, nella sua sfumatura anche appena percettibilmente diversa da un altro, è fondamentale. Non per nulla sono stati inventati sistemi di palette di colore come i Pantone (che proprio per la loro capacità di definire sfumature piccolissime di colore, hanno avuto enorme successo in ambito commerciale).
Ultima modifica di sansenri il lunedì 2 giugno 2025, 22:46, modificato 2 volte in totale.
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Dalla rete.
Non tutti vediamo i colori nello stesso modo. La percezione del colore è soggettiva e dipende da fattori come la nostra genetica, l'esperienza e le condizioni ambientali. La lunghezza d'onda della luce determina il colore che vediamo, ma la sua interpretazione nel cervello è influenzata da questi fattori individuali.
Elaborazione:
Lunghezza d'onda e colori:
La luce che percepiamo come colori appartiene a un intervallo di lunghezze d'onda chiamato spettro visibile (circa 400-700 nanometri). Ogni lunghezza d'onda corrisponde a un colore specifico, come il rosso (lunghezza d'onda maggiore) e il viola (lunghezza d'onda minore).
Reazione dei coni:
I nostri occhi hanno cellule sensoriali chiamate coni che sono sensibili a diverse lunghezze d'onda. Tre tipi di coni (S, M e L) sono sensibili rispettivamente al blu, al verde e al rosso. Il cervello interpreta la combinazione di segnali da questi coni come un colore specifico.
Percezione soggettiva:
Nonostante la base scientifica della visione dei colori, la percezione è soggettiva. Ad esempio, alcune persone possono avere difficoltà a distinguere tra alcuni colori (daltonismo), mentre altre potrebbero avere una maggiore capacità di distinguere sfumature di colore.
Influenzabilità:
La percezione del colore può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la luce ambiente, il colore degli oggetti circostanti e anche l'umore.
Differenze individuali:
Esistono anche differenze genetiche nella sensibilità dei coni, che possono portare a percezioni del colore leggermente diverse tra individui.
Impatto evolutivo:
L'occhio umano è evolutivamente più sensibile al verde, che è il colore più comune in natura, e questo può influenzare la nostra percezione di altri colori.
Non tutti vediamo i colori nello stesso modo. La percezione del colore è soggettiva e dipende da fattori come la nostra genetica, l'esperienza e le condizioni ambientali. La lunghezza d'onda della luce determina il colore che vediamo, ma la sua interpretazione nel cervello è influenzata da questi fattori individuali.
Elaborazione:
Lunghezza d'onda e colori:
La luce che percepiamo come colori appartiene a un intervallo di lunghezze d'onda chiamato spettro visibile (circa 400-700 nanometri). Ogni lunghezza d'onda corrisponde a un colore specifico, come il rosso (lunghezza d'onda maggiore) e il viola (lunghezza d'onda minore).
Reazione dei coni:
I nostri occhi hanno cellule sensoriali chiamate coni che sono sensibili a diverse lunghezze d'onda. Tre tipi di coni (S, M e L) sono sensibili rispettivamente al blu, al verde e al rosso. Il cervello interpreta la combinazione di segnali da questi coni come un colore specifico.
Percezione soggettiva:
Nonostante la base scientifica della visione dei colori, la percezione è soggettiva. Ad esempio, alcune persone possono avere difficoltà a distinguere tra alcuni colori (daltonismo), mentre altre potrebbero avere una maggiore capacità di distinguere sfumature di colore.
Influenzabilità:
La percezione del colore può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la luce ambiente, il colore degli oggetti circostanti e anche l'umore.
Differenze individuali:
Esistono anche differenze genetiche nella sensibilità dei coni, che possono portare a percezioni del colore leggermente diverse tra individui.
Impatto evolutivo:
L'occhio umano è evolutivamente più sensibile al verde, che è il colore più comune in natura, e questo può influenzare la nostra percezione di altri colori.
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tutto questo è vero, ma il nome dei colori è una convenzione, per i colori base fortemente radicata, perché deriva dalla cultura umana, e risale alla notte dei tempi (leggevo che gli esquimesi hanno undici modi di dire bianco...)Linos ha scritto: ↑lunedì 2 giugno 2025, 22:38 Dalla rete.
Non tutti vediamo i colori nello stesso modo. La percezione del colore è soggettiva e dipende da fattori come la nostra genetica, l'esperienza e le condizioni ambientali. La lunghezza d'onda della luce determina il colore che vediamo, ma la sua interpretazione nel cervello è influenzata da questi fattori individuali.
Elaborazione:
Lunghezza d'onda e colori:
La luce che percepiamo come colori appartiene a un intervallo di lunghezze d'onda chiamato spettro visibile (circa 400-700 nanometri). Ogni lunghezza d'onda corrisponde a un colore specifico, come il rosso (lunghezza d'onda maggiore) e il viola (lunghezza d'onda minore).
Reazione dei coni:
I nostri occhi hanno cellule sensoriali chiamate coni che sono sensibili a diverse lunghezze d'onda. Tre tipi di coni (S, M e L) sono sensibili rispettivamente al blu, al verde e al rosso. Il cervello interpreta la combinazione di segnali da questi coni come un colore specifico.
Percezione soggettiva:
Nonostante la base scientifica della visione dei colori, la percezione è soggettiva. Ad esempio, alcune persone possono avere difficoltà a distinguere tra alcuni colori (daltonismo), mentre altre potrebbero avere una maggiore capacità di distinguere sfumature di colore.
Influenzabilità:
La percezione del colore può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la luce ambiente, il colore degli oggetti circostanti e anche l'umore.
Differenze individuali:
Esistono anche differenze genetiche nella sensibilità dei coni, che possono portare a percezioni del colore leggermente diverse tra individui.
Impatto evolutivo:
L'occhio umano è evolutivamente più sensibile al verde, che è il colore più comune in natura, e questo può influenzare la nostra percezione di altri colori.
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sansenri ha scritto: ↑lunedì 2 giugno 2025, 22:43Sul nome dei colori non ci piove, sulle sfumature è una battaglia persa.
Un mese fa cercavo in un conosciuto negozio di Torino un inchiostro color verde rame, un colore che vedevo sovente nell'orto di mio nonno (sono passati 70 anni) da una miriade di cataloghi di vari marchi e con l'aiuto della titolare (espertissima) non siamo riusciti a venirne a capo, ho dovuto accontentarmi di un Pelikan turchese, non eravamo d'accordo ed infatti non mi emoziona ancora...