Recensione: Montblanc Virginia Woolf W.E. 2006
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- La mia penna preferita: mmhh, non so..vediamo..forse..
- Misura preferita del pennino: Medio
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Recensione: Montblanc Virginia Woolf W.E. 2006
La scelta della mia ultima W.E. di Montblanc è stata ardua. La stilo in questione non mi aveva colpiva immediatamente, guardandola solo in foto. Quando un amico me l’ha fatta avere tra le mani, allora si che è scattato il feeling.
Tutto ciò mi ha fatto virare dal mio iniziale intento e convinto ad acquistarla il mese scorso.
Confezione 9,0/10
Bella, confezione completa e sigillata. La scatola è a forma di libro (come tutte le WE) molto ben fatta e curata, libricino illustrativo celebrativo annesso. Il materiale della stessa è visibilmente migliore delle precedenti edizioni, come anche la fattura.
Estetica 8,5/10
Una writer’s edition è sempre qualcosa di particolare, ho acquisito l’esperienza necessaria per poterlo affermare con buona pace di tutti: la stilo, devo dire, sulle prime non sembra neanche una penna, ma un accessorio lussouso si, ma indefinito. Alla prima impressione è facile affermare che non piace. E’ necessario a mio avviso, soffermarsi su di essa, maneggiarla, cercare di capire le scelte fatte dalla casa nel determinarne il design.
Dedicata all’autrice inglese, la stilografica si sofferma sul romanzo più famoso: “Le onde” del 1931. La Woolf è impreziosita dalle incisioni guillochè che coprono il corpo in resina nera, sottolineandone il corpo leggermente bombato, forma poi ripresa dalla Honorè de Balzac. Il dettaglio più importante che rievoca lo stile dell’autrice è la clip, mai vista su una w.e. e credo su nessuna Montblanc prima ad ora: il fermaglio dorato lucido ha una forma particolare, con alla punta una incisione di un dorato “matto”. Nello stesso troviamo inoltre uno splendido rubino (simil, ndr) con il quale Montblanc vuole rendere omaggio allo stile singolare e avanguardistico della scrittrice e della sua opera principale. Il fusto ha alle estremità da un lato una sola e semplicissima veretta dorata e dall’altro un fondello interamente dorato. L’abbinamento nero e oro devo dire è molto bello e ben riuscito.
Il cappuccio, a vite, è anch’esso lavorato guillochè ed ha una leggera forma conica tronca, con l’estremità superiore di diametro leggermente più piccolo della parte inferiore. L’apertura è morbidissima, sento quasi la pressione fuoriuscire, donando un feeling particolare all’apertura. In cima la classica stella bianca Montblanc a sei punte, in colore bianco.
Il pennino, nel mio caso un M, dotato di foro di sfiato circolare, è in oro rodiato 18 K/750, Oltre alla scritta Montblanc è inciso "4810" e l’anno di produzione “2006”. Il tema della raffinata incisione, di sorprendente precisione viste le dimensioni del pennino stesso, sono due olmi, della sua tenuta del Sussex, all’ombra dei quali le ceneri dell’autrice furono disperse nel 1941.
Forse è un troppo “affollato”, ma solo a pensare alla maestria della sua costruzione, si capisce di avere in mano un piccolo gioiello.
Dimensioni 8,5/10
All’apertura della scatola, la stilo appare di dimensioni medie, intermedie rispetto ad altre w.e., abbastanza simile ad una 146 che è il mio termine di paragone abituale e che appare la base di costruzione di ogni W.E.
La stilo è evidentemente da utilizzare soprattutto senza cappuccio (io non uso mai la stilo "capped") per cui a mio avviso buona nelle dimensioni, sfruttabile nell’uso giornaliero e gratificante per la sua eleganza.
Prime impressioni d’uso 9,5/10
Dopo aver atteso per diversi motivi l’arrivo del Diamine Oxblood, via alla prima prova: è la mia prima writer’s edition con un inchiostro rosso. Il meccanismo di carica dell’inchiostro è morbido e preciso. Nessun giro a vuoto del pistone.
La stilo, devo dire come tutte le mie w.e. non ha la minima esitazione e parte spedita per il suo primo foglio. Il Diamine è bellissimo e sposa il rubino sulla clip in maniera perfetta. Il dilemma se lavarle o meno alla prima inchiostratura, con le w.e. non si pone, segno di mancanza di residui di lavorazione alcuno.
Il pennino M è molto scorrevole e in questo caso anche morbido. Risulta abbastanza confortevole per via del flusso abbondante.
Voto complessivo 9,0/10
La Woolf è una bella penna e te ne accorgi solo avendola in mano. Il continuo gingillarti con essa ti convince che hai qualcosa di particolare tra le dita, qualcosa che ti attira. Dona un notevole piacere a guardarla sulla scrivania incappucciata e ti trasmette le sensazioni che evidentemente la casa ha voluto trasmettere con la sua realizzazione.
Trasmette anche a chi ti vede scrivere un mix di lusso e rispetto.
Vi posto solo alcune foto “di servizio” (fatte anche male, non me ne vogliate) cioè utili alla comprensione di questa recensione.
Un cordiale saluto a tutti.
Tutto ciò mi ha fatto virare dal mio iniziale intento e convinto ad acquistarla il mese scorso.
Confezione 9,0/10
Bella, confezione completa e sigillata. La scatola è a forma di libro (come tutte le WE) molto ben fatta e curata, libricino illustrativo celebrativo annesso. Il materiale della stessa è visibilmente migliore delle precedenti edizioni, come anche la fattura.
Estetica 8,5/10
Una writer’s edition è sempre qualcosa di particolare, ho acquisito l’esperienza necessaria per poterlo affermare con buona pace di tutti: la stilo, devo dire, sulle prime non sembra neanche una penna, ma un accessorio lussouso si, ma indefinito. Alla prima impressione è facile affermare che non piace. E’ necessario a mio avviso, soffermarsi su di essa, maneggiarla, cercare di capire le scelte fatte dalla casa nel determinarne il design.
Dedicata all’autrice inglese, la stilografica si sofferma sul romanzo più famoso: “Le onde” del 1931. La Woolf è impreziosita dalle incisioni guillochè che coprono il corpo in resina nera, sottolineandone il corpo leggermente bombato, forma poi ripresa dalla Honorè de Balzac. Il dettaglio più importante che rievoca lo stile dell’autrice è la clip, mai vista su una w.e. e credo su nessuna Montblanc prima ad ora: il fermaglio dorato lucido ha una forma particolare, con alla punta una incisione di un dorato “matto”. Nello stesso troviamo inoltre uno splendido rubino (simil, ndr) con il quale Montblanc vuole rendere omaggio allo stile singolare e avanguardistico della scrittrice e della sua opera principale. Il fusto ha alle estremità da un lato una sola e semplicissima veretta dorata e dall’altro un fondello interamente dorato. L’abbinamento nero e oro devo dire è molto bello e ben riuscito.
Il cappuccio, a vite, è anch’esso lavorato guillochè ed ha una leggera forma conica tronca, con l’estremità superiore di diametro leggermente più piccolo della parte inferiore. L’apertura è morbidissima, sento quasi la pressione fuoriuscire, donando un feeling particolare all’apertura. In cima la classica stella bianca Montblanc a sei punte, in colore bianco.
Il pennino, nel mio caso un M, dotato di foro di sfiato circolare, è in oro rodiato 18 K/750, Oltre alla scritta Montblanc è inciso "4810" e l’anno di produzione “2006”. Il tema della raffinata incisione, di sorprendente precisione viste le dimensioni del pennino stesso, sono due olmi, della sua tenuta del Sussex, all’ombra dei quali le ceneri dell’autrice furono disperse nel 1941.
Forse è un troppo “affollato”, ma solo a pensare alla maestria della sua costruzione, si capisce di avere in mano un piccolo gioiello.
Dimensioni 8,5/10
All’apertura della scatola, la stilo appare di dimensioni medie, intermedie rispetto ad altre w.e., abbastanza simile ad una 146 che è il mio termine di paragone abituale e che appare la base di costruzione di ogni W.E.
La stilo è evidentemente da utilizzare soprattutto senza cappuccio (io non uso mai la stilo "capped") per cui a mio avviso buona nelle dimensioni, sfruttabile nell’uso giornaliero e gratificante per la sua eleganza.
Prime impressioni d’uso 9,5/10
Dopo aver atteso per diversi motivi l’arrivo del Diamine Oxblood, via alla prima prova: è la mia prima writer’s edition con un inchiostro rosso. Il meccanismo di carica dell’inchiostro è morbido e preciso. Nessun giro a vuoto del pistone.
La stilo, devo dire come tutte le mie w.e. non ha la minima esitazione e parte spedita per il suo primo foglio. Il Diamine è bellissimo e sposa il rubino sulla clip in maniera perfetta. Il dilemma se lavarle o meno alla prima inchiostratura, con le w.e. non si pone, segno di mancanza di residui di lavorazione alcuno.
Il pennino M è molto scorrevole e in questo caso anche morbido. Risulta abbastanza confortevole per via del flusso abbondante.
Voto complessivo 9,0/10
La Woolf è una bella penna e te ne accorgi solo avendola in mano. Il continuo gingillarti con essa ti convince che hai qualcosa di particolare tra le dita, qualcosa che ti attira. Dona un notevole piacere a guardarla sulla scrivania incappucciata e ti trasmette le sensazioni che evidentemente la casa ha voluto trasmettere con la sua realizzazione.
Trasmette anche a chi ti vede scrivere un mix di lusso e rispetto.
Vi posto solo alcune foto “di servizio” (fatte anche male, non me ne vogliate) cioè utili alla comprensione di questa recensione.
Un cordiale saluto a tutti.
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Per scrivere rapidamente, bisogna avere pensato molto.
Charles Baudelaire.
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Recensione: Montblanc Virginia Woolf W.E. 2006
Ciao gianpi 73.
Complimenti per la stilografica che è bellissima e per la recensione che è ottima.
Puoi mettere una foto con la scrittura?
Sono curioso di vedere il binomio penna/inchiostro e il tratto.
Se hai tempo e voglia;te ne sarei grato.
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Sono curioso di vedere il binomio penna/inchiostro e il tratto.
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Massimiliano
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Nessun problema Massimiliano, se non quello di averla già rimessa in cassetta.Resvis71 ha scritto:Ciao gianpi 73.
Complimenti per la stilografica che è bellissima e per la recensione che è ottima.
Puoi mettere una foto con la scrittura?
Sono curioso di vedere il binomio penna/inchiostro e il tratto.
Se hai tempo e voglia;te ne sarei grato.
Appena torno in banca la prendo e ti faccio vedere il tratto. L'oxblood è spettacolare con l'"M" Montblanc!
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Charles Baudelaire.
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in banca ..???? quindi non la usi ? non ti trastulli ogni tanto con i tuoi giocattolini...... 

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Ogni tanto le faccio ruotare, ma è meglio che stanno al caldo... Capisc a'me!ar361 ha scritto:in banca ..???? quindi non la usi ? non ti trastulli ogni tanto con i tuoi giocattolini......
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beh , lo posso capire per oggetti di valore moltoooo superiore ma per le penne no , e' bell farle girare questo si' , ma e' anche bello tenerle tutte vicine in un bel contenitore , non necessariamente a vista ....
per i visitatori ma per l'utilizzatore si'''' ....poi certo ognuno si regola come meglio crede pero' poi non e' piu' un gioco , un passatempo diventa quasi un mero collezionare ,non trovi ?? 


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- Snorkel
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cmq coplimenti per la la Mb , e' una di quelle che mi dice qualcosa.....insieme alla A.Cristhie ed alla Hemingway......ma queste due sono per me troppo lontane e forse anche avendo la disponibilita' non so' se le prenderei ....
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A questa Montblanc stupenda, anche per valore affettivo che mi lega agli scritti di V.W., sto facendo la tira su citazione commerciale non consentita da alcune settimane, la osservo mentre non arriva mai al prezzo di riserva, ed è un vero gioiello. Ma voi vi fidereste di questi siti di aste? Va bene che vengono valutate da degli esperti, ma sempre su base fotografica, non certo tenendo l’oggetto in mano. Per esempio questa nella foto di questo tread mi pare differire da quell’altra in quanto ad angolazione della stellina posta sul cappuccio. Comunque beato chi ce l’ha, questa per me resta una delle penne più belle mai realizzate da Montblanc. 

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Veramente molto bella.
Complimenti!
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Bella recensione e bella stilo
Ognuno fa come vuole però la vita e breve, usala non lasciarla in banca
Complimenti per la stilo
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Bella recensione che mi era sfuggita.
La penna mi è sempre sembrata un pò femminile (colpa del "rubino" rosso?) ed inizialmente l'avevo un pò snobbata forse per il materiale che non mi ha mai dato l'idea di essere particolarmente pregiato ma ultimamente la sto rivalutando: la forma è molto piacevole ed ovviamente scrive molto bene. Non la tengo sulla scrivania inchiostrata... per quello ruoto altre penne.
La penna mi è sempre sembrata un pò femminile (colpa del "rubino" rosso?) ed inizialmente l'avevo un pò snobbata forse per il materiale che non mi ha mai dato l'idea di essere particolarmente pregiato ma ultimamente la sto rivalutando: la forma è molto piacevole ed ovviamente scrive molto bene. Non la tengo sulla scrivania inchiostrata... per quello ruoto altre penne.
Luca Cecchi
"Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità" - Alexis Carrel
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Recensione: Montblanc Virginia Woolf W.E. 2006
è vero che la recensione è del 2013, tuttavia una recensione è una recensione, la penna resta lei, quindi la recensione resta valida anche adesso (chi ha ripreso la recensione non può essere accusato di necro-posting
).
La forma della penna una volta aperta sembra molto comoda da impugnare, il guilloché è un po' pronunciato ma immagino non fastidioso, mi chiedevo però riguardo il peso e il bilanciamento - con quel terminale in metallo - la recensione non lo dice. I fortunati possessori hanno commenti in merito?

La forma della penna una volta aperta sembra molto comoda da impugnare, il guilloché è un po' pronunciato ma immagino non fastidioso, mi chiedevo però riguardo il peso e il bilanciamento - con quel terminale in metallo - la recensione non lo dice. I fortunati possessori hanno commenti in merito?
- Soulfulcrane
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Fiuuu menomale!

In un negozio io ho avuto la fortuna di soppesarla, non mi è parsa particolarmente pesante o sbilanciata, ce da dire però che anche se donna, mi piacciono le penne di una certa sostanza, non calzo la penna con il cappuccio (c’è da esser precisi anche su questo
La forma della penna una volta aperta sembra molto comoda da impugnare, il guilloché è un po' pronunciato ma immagino non fastidioso, mi chiedevo però riguardo il peso e il bilanciamento - con quel terminale in metallo - la recensione non lo dice. I fortunati possessori hanno commenti in merito?

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Io non tengo mai i cappucci calzati e quindi scrivo con penne leggere nella parte posteriore e devo ammettere che nella Woolf si sente il peso del fondello più che in altre penne. Forse il fatto che tutto il meccanismo di caricamento è in ottone equilibria meglio la penna: un pò sbilanciata ma non tale da infastidire la scrittura.
Luca Cecchi
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