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Mantenimento gomma caricamento a pistone

Tecniche e consigli per l'uso, la manutenzione e la riparazione delle penne stilografiche.
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

MrkLch ha scritto: venerdì 12 aprile 2024, 20:48 No, Simone, la tesi tu l'hai sostenuta sin dall'inizio di questa lunga e defatigante conversazione:
Si, fin dall'inizio ti ho chiesto su quali basi sostenevi una cosa, e non, "ad esempio", un'altra. Non ho mai preteso che l'altra fosse quella giusta.

Posso tranquillamente riconoscere di non esser stato sufficientemente chiaro, ma non cercare di mettermi in bocca cose che non ho detto o affibbiarmi la responsabilità di quel che han detto altri.

In ogni caso tu continui a dare per scontato che il deterioramento delle guarnizioni sia dovuto solo all'ossidazione, e che riempire la penna d'acqua risolva il problema eliminandola o riducendola. Tralasciando il fatto che ci sono molti altri fattori (anche quel pezzo che citavi ne riporta almeno altri due), riempire la penna d'acqua non vedo come possa esser una soluzione, visto che l'acqua evapora e produce condensa, che l'umidità favorisce l'ossidazione, e che poi l'aria nella penna c'entra comunque.

Io continuo invece a sostenere, dato che tutti i produttori di guarnizioni in gomma o altri elastomeri dicono di conservarle in luogo fresco e asciutto, che il modo corretto di conservarle sia appunto seguire dette indicazioni e non inventarsene altre.

Simone
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Messaggio da Ottorino »

https://www.researchgate.net/profile/Wi ... hu1984.pdf

Solo se la cosa vi appassiona e siete interessati alle reazioni redox e all'ossigeno disciolto
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Messaggio da Esme »

MrkLch ha scritto: venerdì 12 aprile 2024, 20:48 In seguito sono intervenuti molto gentilmente altri 'collaboratori' segnatamente Esme e Mir70 a consolidare questa tua tesi
C'è da rilevare che questo passaggio suona un po' passivamente aggressivo.
Probabilmente però è un problema legato alla comunicazione scritta, ma capisco la reazione di Mir perché lì per lì è stata anche la mia. Del resto nella discussione io non ho riscontrato delle tesi, ma ipotesi, e mi sa anche che quanto ho provato ad esporre sia un po' diverso da quanto esposto da Piccardi.
Però mi auguro si possa passare oltre, no?

Il problema dell'invecchiamento dei polimeri, e più segnatamente degli elastomeri, non è semplice.
Le cause di invecchiamento sono veramente molte, e non si riducono alla sola azione dell'ossigeno (o meglio dell'ozono).
E cambiano notevolmente anche al cambiare del polimero in esame.
Io ne citavo una, l'eccessiva reticolazione, che non sempre è dovuta all'ossidazione e che per alcuni elastomeri è evitata con l'uso, che rompe i legami irrigidenti ripristinando i gradi di libertà delle catene molecolari.

Ma forse vale la pena di citare l'idrolisi.
Ci sono elastomeri altamente resistenti all'idrolisi, altri invece ne sono scarsamente resistenti.
A sapere di quale elastomero stiamo parlando, si potrebbe valutare meglio se questo fenomeno di invecchiamento lo riguarda. Ma non è un dato che si conosca sempre, quindi alla fine si fa un po' una scommessa.

Del resto vorrei fare un ragionamento su un'altra cosa.
Con le guarnizioni in sughero si dice "le tengo bagnate così non si restringono".
Però a lasciare lì la penna l'acqua evapora. E magari sono una che non è che fa controlli periodici programmati di tutte le penne a riposo...
Come procedo allora? Quando la trovo asciutta la riempo di nuovo?
Ma così sottopongo a cicli di stress il sughero, accelerandone la disgregazione.
Quindi?

Quindi le variabili in gioco sono veramente tante.
Se c'è una tesi che mi sento di consolidare, come dici tu, è che le guarnizioni tendono ad invecchiare, alcune di più alcune di meno, e porci rimedio non è semplice.
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Messaggio da Koten90 »

Propongo altra soluzione: Noodler’s produce inchiostri specifici per le penne a pistone che contengono un lubrificante (non meglio specificato).
Questo permette di applicare lubrificante alle guarnizioni senza smontare la penna, semplicemente caricando l’inchiostro e lavando la penna (solo con acqua) prima di riporla.

Nella fattispecie, le due linee di prodotto sono EEL e POLAR in tutte le varianti di colore proposte.
Credo che i lubrificanti utilizzati siano leggermente diversi perché, provando a miscelare EEL Gruene Cactus e Polar Black per ottenere un verde nero, i due inchiostri tendono a separarsi sulla carta come in una cromatografia (scritta verde-nero con alone verde puro intorno, come se il verde venisse assorbito di più dalla carta riuscendo ad arrivare un decimo o due piu in là; tutto ciò senza avere l’aspetto di uno spiumaggio: mantiene contorni ben definiti).
Utilizzai tutti i 10ml della miscela comunque per un mesetto senza riscontrare problemi di alcun genere (in particolare, vista questa incompatibilità, mi aspettavo di trovare la boccetta con i due inchiostri completamente separati tipo acqua/olio o precipitati, ma niente) e passai solo successivamente a rifare il verde-nero usando X-feather o Eel Black al posto del Polar. In entrambi i casi la miscibilità è totale e non manifesta il problema di cui sopra.
Anche miscelare un Polar con un altro Noodler’s non Eel produce una miscela senza problemi, per questo sono arrivato a incolpare i lubrificanti. Un altro imputabile è l’additivo antigelo dei Polar (si chiamano così perché non congelano anche a temperature molto basse), sempre che questa proprietà non si ottenga semplicemente con un lubrificante diverso che svolga doppia azione
Alessio Pariani

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Messaggio da Mir70 »

MrkLch ha scritto: venerdì 12 aprile 2024, 23:07
Va bene, ho male interpretato il tuo scritto e chiedo scusa per la piccata risposta.

Una vecchia penna a pistone ancora efficiente non è garanzia assoluta del perfetto stato della guarnizione; l’efficenza potrebbe essere semplicemente dovuta ad un impercettibile restringimento del fusto, fenomeno non inusuale per un materiale quale la celluloide, che rende maggiore l’adesione della guarnizione alle pareti interni della penna.
Questo esempio per dire le variabili in gioco sono molte e soprattutto alcune non conosciute.

Secondo me una soluzione al problema efficace nel cento per cento dei casi non c’è, per tutti i motivi che si sono detti nei diversi interventi.
Per dire, enti museali stanno ancora valutando metodi per una conservazione ottimale di oggetti d’epoca in celluloide , ma non vi è ancora nulla di definitivo e di scientificamente sicuro.
E’ quindi normale che ognuno di noi adotti le soluzioni che ritiene più opportune, giuste o sbagliare che siano in qualunque misura (come è normale che altri approvano o non approvano) .

Delle considerazioni più generali però le vorrei fare.
Con il passare degli anni gli oggetti invecchiano e non c’è nulla che si possa fare per porre rimedio all’ impermanenza .
E’ la consapevolezza di questa condizione che, a mio avviso, crea una sorta di legame sentimentale (passami il termine) ancora maggiore con l’oggetto che apprezziamo.
Ciò che personalmente faccio è quello di utilizzare gli oggetti che più mi piacciono/apprezzo ogni volta che ne ho la possibilità, concentrando tutti gli sforzi ed il tempo più sul loro reale utilizzo che sul loro stato e conservazione. Un giorno non funzioneranno più, pazienza.
Mirko
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