Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Il marchio OMAS ha fatto qualche nuova penna
- alfredop
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Il marchio OMAS ha fatto qualche nuova penna
La scritta sulla scatola “handcrafted in Italy since 1925” lascerebbe intendere che sono ancora prodotte in Italia (Santini è una possibilità concreta), quindi credo che Jinhao non centri (credo che comunque sarebbero ben capaci).
Riguardo all’altra Omas sono sicuramente furbi e forse legalmente non sono neanche in torto (le penne sono prodotte in Italia, ma credo che la sede di Pen Family sia in USA, dove bisognerebbe controllare chi detiene effettivamente il marchio).
Comunque io questa fame di Omas di nuova produzione non ce l’ho, recentemente ne ho prese 3 originali bolognesi, sul mercato dell’usato si trovano ancora facilmente con l’eccezione dei modelli in celluloide arco.
Riguardo Scribo non ho maturato un giudizio, al momento i modelli che hanno tirato fuori esteticamente non mi piacciono, il pennino che ho provato al penshow di Napoli sulla penna di un altro forumista, non mi dispiaceva ma scriveva troppo largo per me (come accade per il 99% dei pennini che provo).
Alfredo
Riguardo all’altra Omas sono sicuramente furbi e forse legalmente non sono neanche in torto (le penne sono prodotte in Italia, ma credo che la sede di Pen Family sia in USA, dove bisognerebbe controllare chi detiene effettivamente il marchio).
Comunque io questa fame di Omas di nuova produzione non ce l’ho, recentemente ne ho prese 3 originali bolognesi, sul mercato dell’usato si trovano ancora facilmente con l’eccezione dei modelli in celluloide arco.
Riguardo Scribo non ho maturato un giudizio, al momento i modelli che hanno tirato fuori esteticamente non mi piacciono, il pennino che ho provato al penshow di Napoli sulla penna di un altro forumista, non mi dispiaceva ma scriveva troppo largo per me (come accade per il 99% dei pennini che provo).
Alfredo
Ultima modifica di alfredop il martedì 12 marzo 2024, 22:38, modificato 2 volte in totale.
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
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scusate un secondo ancora l'OT su Scribo, ma è per richiamo, in quanto considerata l'erede naturale di Omas...
A me pare che di gente che abbia provato la Scribo con il pennino flex ce ne sia poca, qui sul forum, ci sono una recensione negativa e una positiva (e un commento negativo di edis che il pennino Scribo flex l'ha sradicato dalla penna prima ancora di mostrarcela...
viewtopic.php?t=28689&start=30 a vikingo la penna era molto piaciuta
viewtopic.php?t=28689 a linusmax era molto piaciuta la penna, ma il pennino flex decisamente no, infatti l'ha cambiato
Il pennino rigido però linusmax lo giudicava perfetto e la penna anche
Mica per nulla tutti i pennini di Omas a partire probabilmente da tutte le serie marcate con la O di Omas maiuscola, quindi anche le Paragon e le Milord della serie prodotta dopo la "Arte Italiana", sono stati tutti fatti da Bock (su specifiche Omas).
A me pare che di gente che abbia provato la Scribo con il pennino flex ce ne sia poca, qui sul forum, ci sono una recensione negativa e una positiva (e un commento negativo di edis che il pennino Scribo flex l'ha sradicato dalla penna prima ancora di mostrarcela...
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viewtopic.php?t=28689 a linusmax era molto piaciuta la penna, ma il pennino flex decisamente no, infatti l'ha cambiato
Il pennino rigido però linusmax lo giudicava perfetto e la penna anche
non capisco tanto questo commento, intanto il pennino della Omas di cui si parla non è Jowo, semmai quasi sicuramente è Bock, ma Bock, quelli in oro soprattutto, non sono "soliti" e sono dei gran signori pennini...Roland ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2024, 19:34 Ma scusate un attimo, gli artigiani omas coloro che lavoravano dal vero presso la omas non hanno formato la scribo con tutti i macchinari storici della casa?
I pennini delle scribo hanno più DNA omas di chiunque altro.
Certo il modello paragon è sempre un gran classico che venga realizzato in celluloide o resina. Però se il pennino è il solito Jowo/Bock
Mica per nulla tutti i pennini di Omas a partire probabilmente da tutte le serie marcate con la O di Omas maiuscola, quindi anche le Paragon e le Milord della serie prodotta dopo la "Arte Italiana", sono stati tutti fatti da Bock (su specifiche Omas).
Ultima modifica di sansenri il martedì 12 marzo 2024, 23:17, modificato 1 volta in totale.
Il marchio OMAS ha fatto qualche nuova penna
Enrico, ma tu hai proprio tutto!! Ha ha ha !!sansenri ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2024, 21:59 Infatti la domanda è quella, essendo però "questa" Omas "di Ancora", io sospetto che a produrre sia Santini (avrebbe senso, e un pochino l'aspetto delle penne me la ricorda).
Il pennino usato è il "portici" già utilizzato da Omas sulla Bologna (e l'altra penna di dimensioni maggiori che credo si chiamasse proprio Portici).
Manco a farlo apposta, io un "portici" orfano
P1200203.JPG
l'avevo proprio montato su una Jinhao!
P1200202-3 Jinhao Centennial Koi.jpg
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no, proprio tutto no...
Ho avuto un "periodo Omas" iniziato più tardi di quello che avrei voluto in effetti perché da lì a non molto Omas ha chiuso.
Mi è capitato in quel periodo di procurarmi qualche pennino Omas sfuso, sia perché Omas, e quindi sicuramente a termine, sia perché il giochino di trapiantare pennini l'avevo già iniziato da tempo
Ho avuto un "periodo Omas" iniziato più tardi di quello che avrei voluto in effetti perché da lì a non molto Omas ha chiuso.
Mi è capitato in quel periodo di procurarmi qualche pennino Omas sfuso, sia perché Omas, e quindi sicuramente a termine, sia perché il giochino di trapiantare pennini l'avevo già iniziato da tempo
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Armando Simoni si sta rivoltando nella tomba, con tutto 'sto casino!
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Il marchio OMAS ha fatto qualche nuova penna
Se uno volesse una OMAS adesso ne ha di scelta...
1) Una OMAS col pedigree, dalla fondazione alla morte di Simoni nel 1958
2) Una OMAS quasi col pedigree, dal 1959 al 2000 quando facevano anche tante cose più "andanti" ma almeno i pennini se li facevano loro (perlomeno alcuni....)
3) Una OMAS Francese o Cinese dal 2000 al 2016, col pennino sicuramente Bock, le resine vegetali, lo stantuffo delicatino e alcuni materiali meravigliosi che amavano accumulare in sterminati immensi magazzini.
4) Una Scribo, con alcuni ex dipendenti, nessuna fabbrica propria che io sappia ma perlomeno sede a Bologna e pennini fatti da Bock con le vecchie specifiche OMAS (anche se adesso sul sito non lo scrivono più)
5) Una OMAS "OMASOFFICIAL", fatta a Napoli per una ditta americana, qualche volta con vecchi materiali dello sterminato magazzino e altre volte no
6) Una OMAS filone Ancora, forse fatta da Santini, di cui perlomeno sappiamo che il marchio è autentico (o almeno lo era al momento dell'acquisto dal fallimento)
Io personalmente, oltre ad avere le 1) le 2) e le 3) ed avere una certa curiosità per le 4) - specie se costassero il 30% in meno e non avessero lo scalone sulla sezione - attendo con ansia che si presenti la release 7) della povera vecchia OMAS: Le repliche rifatte in scala 1:1 con i vecchi modelli storici, recuperando lo stantuffo tuffante e i pennini originali pre-2000 rifatti grazie a vecchi macchinari magicamente ritrovati.
Considerata la fervida immaginazione del mondo pennifero quando si parla di OMAS...non ho dubbi che prima o poi arriverà
Nel frattempo, ci sono millemila altre penne NON-OMAS, tra nuove e vintage, che ad avere i soldi, mi piacerebbe prendere
1) Una OMAS col pedigree, dalla fondazione alla morte di Simoni nel 1958
2) Una OMAS quasi col pedigree, dal 1959 al 2000 quando facevano anche tante cose più "andanti" ma almeno i pennini se li facevano loro (perlomeno alcuni....)
3) Una OMAS Francese o Cinese dal 2000 al 2016, col pennino sicuramente Bock, le resine vegetali, lo stantuffo delicatino e alcuni materiali meravigliosi che amavano accumulare in sterminati immensi magazzini.
4) Una Scribo, con alcuni ex dipendenti, nessuna fabbrica propria che io sappia ma perlomeno sede a Bologna e pennini fatti da Bock con le vecchie specifiche OMAS (anche se adesso sul sito non lo scrivono più)
5) Una OMAS "OMASOFFICIAL", fatta a Napoli per una ditta americana, qualche volta con vecchi materiali dello sterminato magazzino e altre volte no
6) Una OMAS filone Ancora, forse fatta da Santini, di cui perlomeno sappiamo che il marchio è autentico (o almeno lo era al momento dell'acquisto dal fallimento)
Io personalmente, oltre ad avere le 1) le 2) e le 3) ed avere una certa curiosità per le 4) - specie se costassero il 30% in meno e non avessero lo scalone sulla sezione - attendo con ansia che si presenti la release 7) della povera vecchia OMAS: Le repliche rifatte in scala 1:1 con i vecchi modelli storici, recuperando lo stantuffo tuffante e i pennini originali pre-2000 rifatti grazie a vecchi macchinari magicamente ritrovati.
Considerata la fervida immaginazione del mondo pennifero quando si parla di OMAS...non ho dubbi che prima o poi arriverà
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Venceremos.
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Non sono un' esperta, anche perché ce ne vuole, ma credo che Omas sia questa, insomma quella che è poi diventata leggenda. Quello che è venuto dopo non è forse vissuto all'ombra di quello che aveva fatto Armando Simoni, senza mai riuscire a replicare qualcosa di altrettanto unico?
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Beh è indubbio che le antiche siano le più leggendarie e affascinanti.edis ha scritto: ↑mercoledì 13 marzo 2024, 9:18 Non sono un' esperta, anche perché ce ne vuole, ma credo che Omas sia questa, insomma quella che è poi diventata leggenda. Quello che è venuto dopo non è forse vissuto all'ombra di quello che aveva fatto Armando Simoni, senza mai riuscire a replicare qualcosa di altrettanto unico?
Però - per evitare di farci la fama dei barbagianni conservatori passatisti e retrogradi - anche le penne seguenti dopo la morte di Simoni sono spesso molto belle SE paragonate a quelle coeve.
Le OMAS Extra del 1992 e anche molte seguenti, paragonate a quel che si trovava nei negozi in quegli anni sono stupende.
Il "problema" è che se paragoniamo le "nuove OMAS" che stanno adesso spuntando come funghi con quello che offre il mercato nel 2024....il paragone è a mio parere crudelmente impietoso
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Ma omas ha fallito perché faceva "schifo" o omas attuale è solo sopravvalutato ora che non c'è più?
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Ecco per fortuna ho premesso di non essere esperta! No. Avevo considerato il paragone col mercato degli anni 90, ad esempio. Giusta osservazione. Mi trovi d'accordo sul fatto che oggi, con quello che offre il mercato, non c'è motivo di comprare una (pseudo) Omasmaylota ha scritto: ↑mercoledì 13 marzo 2024, 10:54
Però - per evitare di farci la fama dei barbagianni conservatori passatisti e retrogradi - anche le penne seguenti dopo la morte di Simoni sono spesso molto belle SE paragonate a quelle coeve.
Le OMAS Extra del 1992 e anche molte seguenti, paragonate a quel che si trovava nei negozi in quegli anni sono stupende.
Il "problema" è che se paragoniamo le "nuove OMAS" che stanno adesso spuntando come funghi con quello che offre il mercato nel 2024....il paragone è a mio parere crudelmente impietoso
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Alla prima, se intendi Omas 1 e 2, risponderei un convinto "no", alla seconda un altrettanto convinto "sì".
Jacopini ha spiegato molto bene il paradosso Omas Arco: al tempo una livrea non molto apprezzata, quindi con un volume di produzione inferiore alle altre tipologie.
La sua relativa penuria ne ha fatto poi lievitare le valutazioni da parte dei collezionisti, oltre al fatto che la celluloide Arco ora riscontra invece notevoli consensi.
edit: rispodevo a Risotto ovviamente
Jacopini ha spiegato molto bene il paradosso Omas Arco: al tempo una livrea non molto apprezzata, quindi con un volume di produzione inferiore alle altre tipologie.
La sua relativa penuria ne ha fatto poi lievitare le valutazioni da parte dei collezionisti, oltre al fatto che la celluloide Arco ora riscontra invece notevoli consensi.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Difficile dirlo, ma senz'altro quando le produceva Simoni, ed anche per vari anni dopo, la ditta era in buona salute. Ma quando arrivi ad avere tre volte direttori commerciali rispetto agli operai, penne prodotte con un tasso di problemi estremamente elevato (mi è capitato di vederne una con l'alimentatore liscio, si eran dimenticati di farci i canali...) per controllo di qualità assente, anni in cui il servizio clienti è inesistente, beh ci sta che alla fine fallisci nonostante il nome "prestigioso", specie se i nuovi proprietari hanno interesse solo a sfruttare quello.RisottoPensa ha scritto: ↑mercoledì 13 marzo 2024, 10:58 Ma omas ha fallito perché faceva "schifo" o omas attuale è solo sopravvalutato ora che non c'è più?
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Ah capisco
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Però non mi pare che Omas sia stata dichiarata fallita. Semplicemente, credo che i proprietari dell'epoca - cinesi - abbiano chiuso i battenti (che non è per far la punta agli spilli, ma cambia parecchio in termini di utilizzo del marchio eccetera).
Ritengo che Omas, anche dopo la morte di Simoni (1958) sia riuscita ancora a fare ottime penne. Secondo me, fino alla metà degli anni Novanta. Il vero e deciso declino mi sembra iniziato nella seconda metà di quel decennio, che portò alla vendita dell'azienda a uno dei due grandi gruppi del lusso francese e successivamente alla Cina.
Sul perché la famiglia Simoni-Malaguti abbia ceduto si possono fare solo ipotesi campate un po' in aria.
Certo è che Omas era un'aziendina piccolissima, collocata alla provincia della provincia dell'impero, con una diversificazione produttiva pari a zero (in un mondo che vedeva il declino inarrestabile della stilo), con probabili problemi di ricambio generazionale.
Insomma, tenerla in piedi, nonostante le buone penne, forse non era così facile.
Ritengo che Omas, anche dopo la morte di Simoni (1958) sia riuscita ancora a fare ottime penne. Secondo me, fino alla metà degli anni Novanta. Il vero e deciso declino mi sembra iniziato nella seconda metà di quel decennio, che portò alla vendita dell'azienda a uno dei due grandi gruppi del lusso francese e successivamente alla Cina.
Sul perché la famiglia Simoni-Malaguti abbia ceduto si possono fare solo ipotesi campate un po' in aria.
Certo è che Omas era un'aziendina piccolissima, collocata alla provincia della provincia dell'impero, con una diversificazione produttiva pari a zero (in un mondo che vedeva il declino inarrestabile della stilo), con probabili problemi di ricambio generazionale.
Insomma, tenerla in piedi, nonostante le buone penne, forse non era così facile.
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è sempre molto difficile, per chi sta fuori da una azienda, capire quali siano i motivi che portano ad una vendita o a una chiusura.
Quando una azienda è di famiglia, a volte banalmente il motivo di una cessione può essere il non interesse o competenza dei discendenti a proseguire nel business, per cui si preferisce cedere, o a qualcuno capace, o a chi offre più soldi.
Una volta nelle mani dei cinesi, è ancor più difficile dire perché questi ultimi abbiano deciso di non cedere l'azienda ai dipendenti che volevano rilevarla
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/1 ... a/2217325/
Quando una impresa passa nelle mani di investitori, non è più la logica di impresa che guida le scelte, ma la logica del massimo profitto.
Se il profitto non può essere massimizzato operando, si vende, e si investe in qualcosa di più profittevole (e chi ci va di mezzo sono i dipendenti...).
E' possibile che l'offerta dei dipendenti fosse poco interessante, pare che i cinesi avessero altre offerte per il marchio
Quando una azienda è di famiglia, a volte banalmente il motivo di una cessione può essere il non interesse o competenza dei discendenti a proseguire nel business, per cui si preferisce cedere, o a qualcuno capace, o a chi offre più soldi.
Una volta nelle mani dei cinesi, è ancor più difficile dire perché questi ultimi abbiano deciso di non cedere l'azienda ai dipendenti che volevano rilevarla
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Quando una impresa passa nelle mani di investitori, non è più la logica di impresa che guida le scelte, ma la logica del massimo profitto.
Se il profitto non può essere massimizzato operando, si vende, e si investe in qualcosa di più profittevole (e chi ci va di mezzo sono i dipendenti...).
E' possibile che l'offerta dei dipendenti fosse poco interessante, pare che i cinesi avessero altre offerte per il marchio