Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
WAHL-EVERSHARP “DECO BAND” LAZULITIC BLUE COMBINATION SET IN BOX – Chicago, 1929
- Musicus
- Collaboratore
- Messaggi: 3014
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
WAHL-EVERSHARP “DECO BAND” LAZULITIC BLUE COMBINATION SET IN BOX – Chicago, 1929
Prologo
«Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti del Forum si leva verso di noi!»
[cit. coi “baffoni” ]
E dunque, “Deco Band” Lazulitic Blue sia!
Tamara de Lempicka (1898–1980) – Ritratto di Madame M., 1932
L’esemplare che vi ho testé mostrato, pur perfetto sotto il profilo estetico della conservazione, non è certo una rarità, nemmeno su FountainPen.it: se ne troverà un altro nella splendida raccolta di Roberto Vetrugno, che comprende i colori principali (viewtopic.php?t=1983), e un altro ancora fotografato da Fabrizio (viewtopic.php?t=20619).
Non avrei aperto un argomento ad hoc per recensire una penna che comunque avevo già mostrato diverse volte (anche per presentare delle pubblicità)… Inoltre, questo modello (che i collezionisti hanno battezzato “Deco Band” in assenza di una denominazione commerciale specifica del Produttore) è stato commentato ovunque, da decenni, ad abundantiam: il nostro formidabile Wiki già riporta una completa introduzione alla linea, incardinata nella presentazione della Marca, ad opera di Simone Piccardi (https://www.fountainpen.it/Gold_Seal_Personal_Point), e sul Forum diverse “Deco Band” in altre colorazioni sono state documentate (ancora di recente Francesco ha commentato approfonditamente due esemplari notevoli : viewtopic.php?t=28960 e viewtopic.php?t=29114), mentre in rete si possono reperire le trattazioni dei massimi esperti internazionali, oltre ad interessanti discussioni tra appassionati sui maggiori forum americani…
Tutto ciò premesso, l’occasione mi è sembrata assolutamente propizia per mostrarvi, insieme ad una stilografica ammirata e desiderata, anche la matita meccanica coordinata (decisamente “poco comune”), entrambe custodite nella scatolina più bella ed originale tra quelle dedicate al set completo (questa sì davvero “rara”), nei pochissimi anni di produzione del modello. Ci ho messo quasi un lustro a completare questo SET, pezzo dopo pezzo. Nell’ordine: stilografica, matita, scatolina.
Il set WAHL-EVERSHARP PERSONAL POINT “DECO BAND” COMBINATION SET nel colore LAZULITIC BLUE [Fountain pen No. 8611C ⎯ Pencil No. 4211C] IN BOX, in celluloide tornita dal pieno, con estremità in celluloide nera, parti metalliche a vista laminate oro; la stilografica con cappuccio a vite, pennino Wahl-Eversharp in oro 14 carati, caricamento a levetta; la matita meccanica con funzione “propel” impiega mine da 1.1 mm. Produzione U.S.A., anno 1928-1929.
Le misure
Stilografica
Penna chiusa: 13,4 cm
Cappuccio: 6,6 cm
Fusto: 12,7 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
Con cappuccio calzato: 17,4 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
Diametro cappuccio: 15,1 mm
Diametro fusto (alla levetta): 13,8 mm
Diametro medio impugnatura: 11,8 mm
Peso (carica): 24 g
Cappuccio: 9 g
Fusto: 15 gr
Matita meccanica
Lunghezza: 13,6 cm
Diametro della sezione cilindrica: 10,7 mm
Peso: 21 g
Box
L: 17,2 cm / l: 7 cm / H: 4 cm
Peso (vuota): 89 g
Continua…
«Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti del Forum si leva verso di noi!»
[cit. coi “baffoni” ]
E dunque, “Deco Band” Lazulitic Blue sia!
Tamara de Lempicka (1898–1980) – Ritratto di Madame M., 1932
L’esemplare che vi ho testé mostrato, pur perfetto sotto il profilo estetico della conservazione, non è certo una rarità, nemmeno su FountainPen.it: se ne troverà un altro nella splendida raccolta di Roberto Vetrugno, che comprende i colori principali (viewtopic.php?t=1983), e un altro ancora fotografato da Fabrizio (viewtopic.php?t=20619).
Non avrei aperto un argomento ad hoc per recensire una penna che comunque avevo già mostrato diverse volte (anche per presentare delle pubblicità)… Inoltre, questo modello (che i collezionisti hanno battezzato “Deco Band” in assenza di una denominazione commerciale specifica del Produttore) è stato commentato ovunque, da decenni, ad abundantiam: il nostro formidabile Wiki già riporta una completa introduzione alla linea, incardinata nella presentazione della Marca, ad opera di Simone Piccardi (https://www.fountainpen.it/Gold_Seal_Personal_Point), e sul Forum diverse “Deco Band” in altre colorazioni sono state documentate (ancora di recente Francesco ha commentato approfonditamente due esemplari notevoli : viewtopic.php?t=28960 e viewtopic.php?t=29114), mentre in rete si possono reperire le trattazioni dei massimi esperti internazionali, oltre ad interessanti discussioni tra appassionati sui maggiori forum americani…
Tutto ciò premesso, l’occasione mi è sembrata assolutamente propizia per mostrarvi, insieme ad una stilografica ammirata e desiderata, anche la matita meccanica coordinata (decisamente “poco comune”), entrambe custodite nella scatolina più bella ed originale tra quelle dedicate al set completo (questa sì davvero “rara”), nei pochissimi anni di produzione del modello. Ci ho messo quasi un lustro a completare questo SET, pezzo dopo pezzo. Nell’ordine: stilografica, matita, scatolina.
Il set WAHL-EVERSHARP PERSONAL POINT “DECO BAND” COMBINATION SET nel colore LAZULITIC BLUE [Fountain pen No. 8611C ⎯ Pencil No. 4211C] IN BOX, in celluloide tornita dal pieno, con estremità in celluloide nera, parti metalliche a vista laminate oro; la stilografica con cappuccio a vite, pennino Wahl-Eversharp in oro 14 carati, caricamento a levetta; la matita meccanica con funzione “propel” impiega mine da 1.1 mm. Produzione U.S.A., anno 1928-1929.
Le misure
Stilografica
Penna chiusa: 13,4 cm
Cappuccio: 6,6 cm
Fusto: 12,7 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
Con cappuccio calzato: 17,4 cm (con pennino sporgente di 2,4 cm)
Diametro cappuccio: 15,1 mm
Diametro fusto (alla levetta): 13,8 mm
Diametro medio impugnatura: 11,8 mm
Peso (carica): 24 g
Cappuccio: 9 g
Fusto: 15 gr
Matita meccanica
Lunghezza: 13,6 cm
Diametro della sezione cilindrica: 10,7 mm
Peso: 21 g
Box
L: 17,2 cm / l: 7 cm / H: 4 cm
Peso (vuota): 89 g
Continua…
Ultima modifica di Musicus il lunedì 27 febbraio 2023, 22:07, modificato 5 volte in totale.
- Musicus
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- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
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- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
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WAHL-EVERSHARP “DECO BAND” LAZULITIC BLUE COMBINATION SET IN BOX – Chicago, 1929
Modello (cronologia)
Approfittando del mio abbonamento al sito di quotidiani storici nordamericani, posso presentare brevemente il risultato di alcune verifiche sulla cronologia della “Deco Band” (che vanno così ad aggiungersi alle riviste aziendali “Eversales”, destinate ai rivenditori, e ai Cataloghi generali, messi generosamente a disposizione online dai Pen Collectors of America - PCA).
La primissima notizia del modello che ho potuto rinvenire è del settembre 1928, su un quotidiano della città universitaria di Champaign-Urbana, nelle vicinanze del “quartier generale” della Wahl Co. a Chicago, in una probabile vendita/test promozionale, dove la nuova “Gold Seal Pen” si trova al fianco della Parker De Luxe e della Sheaffer Lifetime, tutte nella allora molto desiderabile colorazione Black&Pearl. The_Daily_Illini_Thu__Sep_13__1928 (Urbana, Illinois)
Il lancio “erga omnes” sui quotidiani, invece, a me risulta essere avvenuto, in contemporanea col Canada, tra il 16 e il 17 ottobre 1928: Daily_News_Wed__Oct_17__1928
così a New York, con una pubblicità che comparirà praticamente identica anche su riviste a diffusione nazionale (come quella da me conferita al Wiki tempo fa: https://www.fountainpen.it/File:1928-11 ... ealPen.jpg).
Ritengo interessante allegare in questa sede anche una Ad più dettagliata, pubblicata la settimana seguente. The_Pittsburgh_Press_Tue__Oct_23__1928
Un punto importante da sottolineare è che tutte queste prime “Deco Band” erano certamente prive del sistema di pennini intercambiabili (dal venditore, ma anche dagli acquirenti che ne possedessero più d’uno), il celebre “Personal-Point” [https://www.fountainpen.it/Personal_Point] la cui pubblicizzazione sulla stampa quotidiana avvenne solo a partire dalla fine della primavera 1929: i pochissimi prodromi/test di vendita si videro (3 su 4 Ads risultano a cura dello stesso rivenditore in Indiana) tra il marzo e l’aprile del 1929. The_State_Tue__Apr_9__1929
Ma fu soltanto verso la metà di maggio che si ebbe il lancio in grande stile a livello nazionale, con il claim «A New Idea In Pens!», Detroit_Free_Press_Thu__May_9__1929
E questa linea temporale è confermata anche dalla prima pubblicità del sistema Personal Point su rivista nazionale presente da tempo sul nostro formidabile Wiki: 1929-05-Wahl-DecoBand-PersonalPoint-p1
Per la ricerca della locuzione “Personal-Point” non vi è stato, invece, alcun riscontro per il 1928.
Concludendo, ciò significa che le “Deco Band” devono essere tutte “Gold Seal” ma non sono tutte anche “Personal-Point”.
@Simone:
Dopo le opportune verifiche che vorrai fare sugli eventuali errori in cui io possa essere incorso, sembra che si potrebbe aggiornare il Wiki riguardo a:
- il lancio del modello soprannominato dai collezionisti “Deco Band” (prima presentato come “Gold Seal Pen” e poi ribattezzato “Personal Point Pen”) avvenne contestualmente al lancio del sigillo di garanzia a vita “Gold Seal” nell’ottobre 1928, e le penne montavano ancora gruppi-scrittura “tradizionali”;
- il sistema di pennini intercambiabili “Personal Point” fu lanciato soltanto 7 mesi più tardi, nella primavera del 1929 (aprile/maggio);
- perciò, come dimostrato anche da diversi esemplari, le primissime “Deco Band” non erano anche “Personal Point”;
- inoltre, come risulta dal catalogo del 1929 (PCA) il colore Brazilian Green (così chiamato sulle Equipoised) era stato dapprima chiamato Bronze-Green: la oversize “Deco Band” aveva una veretta sottile a rombi (anche nella taglia inferiore, Vest Pocket o Ring Top, con pennino #4) ed era in vendita nel catalogo del 1929 (PCA) accanto alle altre Deco Band Personal Point, ma allo stesso prezzo della più costosa di esse (la Black&Pearl) a $1 in più delle altre. 1929 - Wahl-Eversharp catalog, pag.8-9 (PCA)
Datazione
È ora per me possibile datare con ragionevole precisione gli elementi che compongono il mio set: la stilografica, che dispone del sistema di pennino intercambiabile “Personal Point”, così come la scatolina, “dedicata” espressamente a tale sistema, sono evidentemente (almeno) del 1929; la matita meccanica, che riporta sulla clip solo il marchio “EVERSHARP”, è invece riconducibile alla primissima produzione dell’autunno 1928, come risulta inequivocabilmente dalla Ad seguente. (dal Wiki)
A parte l’esempio appena mostrato, però, la pubblicità apparve sempre univoca nel rappresentare sia penna che matita delle nuove “Deco Band” con il doppio nome “WAHL EVERSHARP” sul fermaglio, unico punto (a parte il pennino della stilografica) deputato a dichiarare il nome del Produttore su entrambi gli strumenti.
Eversales, Oct. 1928 (PCA) - Detail
Tuttavia, nel mondo reale si trovano (oltre a matite come la mia) specularmente anche molte stilografiche “Deco Band” con la “vecchia clip” con stampigliatura “WAHL PEN”, che era invece impressa sulla linea precedente denominata “Wahl-Eversharp Pens” (che fantasia! ).
Dunque, almeno all’inizio della produzione nel 1928 (presumibilmente per non sprecare l’opportunità di utilizzare costose clip già bell’e fatte) la Casa mise in vendita sia penne che matite che riportavano sui fermagli i due nomi “disgiunti”, ossia con stampigliatura solo “WAHL PEN” per la stilografica e solo “EVERSHARP” per la matita.
Ma la diversità di iscrizione non era disgiunta da una leggera ma significativa differenza anche nel design stesso della clip.
La lunghezza del fermaglio nella mia stilografica è di 3,5 cm mentre nella matita è di 3 cm: nei cataloghi e nelle pubblicità la lunghezza della clip della matita rispetto a quella della penna è…molto variabile, e la larghezza non apprezzabile correttamente: in ogni caso, direi che vi fu una tendenza a restringere ed allungare tutta la sezione triangolare discendente nel passaggio dal vecchio al nuovo fermaglio col doppio nome. Ma è senza dubbio la “rotellina” (roller clip) che mostra una differenza (piccola eppure) sostanziale: infatti, la “rotellina” della clip sulla matita meccanica (ereditata dalla linea deluxe precedente) è ancora (massicciamente) “cilindrica”, per divenire invece perfettamente “sferica”, oltre che di dimensioni minori, sulla stilografica (e si riducono in proporzione anche le dimensioni della “mezzaluna” che contiene la rotellina stessa), in un processo di snellimento che rese nel giro di pochi mesi il design più filante su tutte le clip marchiate WAHL EVERSHARP.
Continua…
Approfittando del mio abbonamento al sito di quotidiani storici nordamericani, posso presentare brevemente il risultato di alcune verifiche sulla cronologia della “Deco Band” (che vanno così ad aggiungersi alle riviste aziendali “Eversales”, destinate ai rivenditori, e ai Cataloghi generali, messi generosamente a disposizione online dai Pen Collectors of America - PCA).
La primissima notizia del modello che ho potuto rinvenire è del settembre 1928, su un quotidiano della città universitaria di Champaign-Urbana, nelle vicinanze del “quartier generale” della Wahl Co. a Chicago, in una probabile vendita/test promozionale, dove la nuova “Gold Seal Pen” si trova al fianco della Parker De Luxe e della Sheaffer Lifetime, tutte nella allora molto desiderabile colorazione Black&Pearl. The_Daily_Illini_Thu__Sep_13__1928 (Urbana, Illinois)
Il lancio “erga omnes” sui quotidiani, invece, a me risulta essere avvenuto, in contemporanea col Canada, tra il 16 e il 17 ottobre 1928: Daily_News_Wed__Oct_17__1928
così a New York, con una pubblicità che comparirà praticamente identica anche su riviste a diffusione nazionale (come quella da me conferita al Wiki tempo fa: https://www.fountainpen.it/File:1928-11 ... ealPen.jpg).
Ritengo interessante allegare in questa sede anche una Ad più dettagliata, pubblicata la settimana seguente. The_Pittsburgh_Press_Tue__Oct_23__1928
Un punto importante da sottolineare è che tutte queste prime “Deco Band” erano certamente prive del sistema di pennini intercambiabili (dal venditore, ma anche dagli acquirenti che ne possedessero più d’uno), il celebre “Personal-Point” [https://www.fountainpen.it/Personal_Point] la cui pubblicizzazione sulla stampa quotidiana avvenne solo a partire dalla fine della primavera 1929: i pochissimi prodromi/test di vendita si videro (3 su 4 Ads risultano a cura dello stesso rivenditore in Indiana) tra il marzo e l’aprile del 1929. The_State_Tue__Apr_9__1929
Ma fu soltanto verso la metà di maggio che si ebbe il lancio in grande stile a livello nazionale, con il claim «A New Idea In Pens!», Detroit_Free_Press_Thu__May_9__1929
E questa linea temporale è confermata anche dalla prima pubblicità del sistema Personal Point su rivista nazionale presente da tempo sul nostro formidabile Wiki: 1929-05-Wahl-DecoBand-PersonalPoint-p1
Per la ricerca della locuzione “Personal-Point” non vi è stato, invece, alcun riscontro per il 1928.
Concludendo, ciò significa che le “Deco Band” devono essere tutte “Gold Seal” ma non sono tutte anche “Personal-Point”.
@Simone:
Dopo le opportune verifiche che vorrai fare sugli eventuali errori in cui io possa essere incorso, sembra che si potrebbe aggiornare il Wiki riguardo a:
- il lancio del modello soprannominato dai collezionisti “Deco Band” (prima presentato come “Gold Seal Pen” e poi ribattezzato “Personal Point Pen”) avvenne contestualmente al lancio del sigillo di garanzia a vita “Gold Seal” nell’ottobre 1928, e le penne montavano ancora gruppi-scrittura “tradizionali”;
- il sistema di pennini intercambiabili “Personal Point” fu lanciato soltanto 7 mesi più tardi, nella primavera del 1929 (aprile/maggio);
- perciò, come dimostrato anche da diversi esemplari, le primissime “Deco Band” non erano anche “Personal Point”;
- inoltre, come risulta dal catalogo del 1929 (PCA) il colore Brazilian Green (così chiamato sulle Equipoised) era stato dapprima chiamato Bronze-Green: la oversize “Deco Band” aveva una veretta sottile a rombi (anche nella taglia inferiore, Vest Pocket o Ring Top, con pennino #4) ed era in vendita nel catalogo del 1929 (PCA) accanto alle altre Deco Band Personal Point, ma allo stesso prezzo della più costosa di esse (la Black&Pearl) a $1 in più delle altre. 1929 - Wahl-Eversharp catalog, pag.8-9 (PCA)
Datazione
È ora per me possibile datare con ragionevole precisione gli elementi che compongono il mio set: la stilografica, che dispone del sistema di pennino intercambiabile “Personal Point”, così come la scatolina, “dedicata” espressamente a tale sistema, sono evidentemente (almeno) del 1929; la matita meccanica, che riporta sulla clip solo il marchio “EVERSHARP”, è invece riconducibile alla primissima produzione dell’autunno 1928, come risulta inequivocabilmente dalla Ad seguente. (dal Wiki)
A parte l’esempio appena mostrato, però, la pubblicità apparve sempre univoca nel rappresentare sia penna che matita delle nuove “Deco Band” con il doppio nome “WAHL EVERSHARP” sul fermaglio, unico punto (a parte il pennino della stilografica) deputato a dichiarare il nome del Produttore su entrambi gli strumenti.
Eversales, Oct. 1928 (PCA) - Detail
Tuttavia, nel mondo reale si trovano (oltre a matite come la mia) specularmente anche molte stilografiche “Deco Band” con la “vecchia clip” con stampigliatura “WAHL PEN”, che era invece impressa sulla linea precedente denominata “Wahl-Eversharp Pens” (che fantasia! ).
Dunque, almeno all’inizio della produzione nel 1928 (presumibilmente per non sprecare l’opportunità di utilizzare costose clip già bell’e fatte) la Casa mise in vendita sia penne che matite che riportavano sui fermagli i due nomi “disgiunti”, ossia con stampigliatura solo “WAHL PEN” per la stilografica e solo “EVERSHARP” per la matita.
Ma la diversità di iscrizione non era disgiunta da una leggera ma significativa differenza anche nel design stesso della clip.
La lunghezza del fermaglio nella mia stilografica è di 3,5 cm mentre nella matita è di 3 cm: nei cataloghi e nelle pubblicità la lunghezza della clip della matita rispetto a quella della penna è…molto variabile, e la larghezza non apprezzabile correttamente: in ogni caso, direi che vi fu una tendenza a restringere ed allungare tutta la sezione triangolare discendente nel passaggio dal vecchio al nuovo fermaglio col doppio nome. Ma è senza dubbio la “rotellina” (roller clip) che mostra una differenza (piccola eppure) sostanziale: infatti, la “rotellina” della clip sulla matita meccanica (ereditata dalla linea deluxe precedente) è ancora (massicciamente) “cilindrica”, per divenire invece perfettamente “sferica”, oltre che di dimensioni minori, sulla stilografica (e si riducono in proporzione anche le dimensioni della “mezzaluna” che contiene la rotellina stessa), in un processo di snellimento che rese nel giro di pochi mesi il design più filante su tutte le clip marchiate WAHL EVERSHARP.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il lunedì 27 febbraio 2023, 22:01, modificato 1 volta in totale.
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WAHL-EVERSHARP “DECO BAND” LAZULITIC BLUE COMBINATION SET IN BOX – Chicago, 1929
Set in Box
Grazie al Catalogo generale del 1929 (pag.9), quando si è presentata l’occasione ho potuto riconoscere con certezza una delle scatoline storicamente corrette per custodire il set, che la Casa definiva come «attractive gift box» (attraente scatola da regalo).
La scatolina vera e propria poggia su un triplice basamento di listelli sottili, che formano una sorta di piedistallo, ed è costruita in cartone rinforzato, con cerniera per il coperchio in tessuto elastico nero (a scomparsa). La decorazione sia all’esterno che all’interno, è realizzata mediante découpage: le porzioni colorate mostrano i ritagli da una composizione più ampia, caratterizzata da intersezioni/sovrapposizioni di figure geometriche piane colorate (ma) trasparenti, che possono ricordare, tra le molte altre possibili suggestioni, le soluzioni espressive d’avanguardia di alcuni dipinti futuristi.
Da chiusa (questo potrebbe essere un problema se ne doveste trovare una ) la scatolina non mostra un davanti e un dietro, poiché la banda obliqua sul coperchio è leggibile allo stesso modo in entrambi i versi… Fuor di celia, la caratteristica davvero insolita dell’interno (foderato di vellutino nero) è rappresentata da un massiccio cuscino scanalato che ha la funzione di “sollevare la testa” sia della penna che della matita, consentendo la contemplazione più favorevole dei due strumenti così leggermente ma significativamente inclinati, e ciò era certamente l’ideale per valorizzare il set in un negozio all’epoca, ma anche per conservarlo a vista in una teca oggi. Inoltre, tale posizionamento rende certamente più agevole la prensione di entrambi gli strumenti.
Rispetto all’immagine proposta nel Catalogo nella mia scatolina il cuscino è montato al contrario: in ogni caso, tuttavia, in quella posizione “dimostrativa” il coperchio non si potrebbe nemmeno chiudere…
Una chicca assoluta è il “cartellino” (anch’esso in cartone) con il prezzo: 11$ che, come l’iscrizione sotto la scatolina, riporta solo il nome della Compagnia. * [Prego astenersi furbacchioni che volessero offrirmi tale cifra per acquistare il set completo. ]
La celluloide
Dopo il dominio incontrastato dell’ebanite nera (poi anche di quella rossa, ma piuttosto nella loro combinazione “mottled”), durato poco meno di mezzo secolo, con l’avvento del nuovo materiale “celluloide” finalmente si resero progressivamente disponibili (tutti) gli altri colori, e a metà degli anni Venti il blu seguì immediatamente il verde nella produzione di stilografiche.
La celluloide (Pyralin) blu che la Wahl- Eversharp chiese al proprio fornitore per la coppia oversize di lusso oggi in presentazione (dopo averlo impiegato su molte delle penne della gamma immediatamente precedente ma con il nome commerciale di “Royal Blue” Pyroxalin) è tutt’altro che un colore uniforme/solido (ossia una tinta unita), rivelandosi all’osservatore attento piuttosto come un mélange costituito da un blu prevalente di fondo con alcune chiazze più scure (di blu notte, quasi nero) e altre più chiare (di azzurro). La dominante parrebbe proprio una specificazione di quel blu “oltremare” o ultramarino classico, storicamente ottenuto dalla pietra semipreziosa del lapislazzuli, estratta fin dall’antichità in Oriente (Afghanistan, e che perciò realmente proveniva da oltre il mare): il colore fu quindi correttamente denominato dalla Casa americana lazulitic blue.
Questo colore blu, screziato esclusivamente ton sur ton, esalta le forme della penna (non dissimulandole sotto l’effetto camouflage di placche di colori giustapposti come nel Black&Pearl), ottimizzando il contrasto tra le scintillanti parti dorate e la celluloide, più scura, mentre le estremità stondate in celluloide nera (“black tipped”) restano sempre pienamente percepibili, elegantemente annunciate dagli anellini dorati loro dedicati.
Continua…
Grazie al Catalogo generale del 1929 (pag.9), quando si è presentata l’occasione ho potuto riconoscere con certezza una delle scatoline storicamente corrette per custodire il set, che la Casa definiva come «attractive gift box» (attraente scatola da regalo).
La scatolina vera e propria poggia su un triplice basamento di listelli sottili, che formano una sorta di piedistallo, ed è costruita in cartone rinforzato, con cerniera per il coperchio in tessuto elastico nero (a scomparsa). La decorazione sia all’esterno che all’interno, è realizzata mediante découpage: le porzioni colorate mostrano i ritagli da una composizione più ampia, caratterizzata da intersezioni/sovrapposizioni di figure geometriche piane colorate (ma) trasparenti, che possono ricordare, tra le molte altre possibili suggestioni, le soluzioni espressive d’avanguardia di alcuni dipinti futuristi.
Da chiusa (questo potrebbe essere un problema se ne doveste trovare una ) la scatolina non mostra un davanti e un dietro, poiché la banda obliqua sul coperchio è leggibile allo stesso modo in entrambi i versi… Fuor di celia, la caratteristica davvero insolita dell’interno (foderato di vellutino nero) è rappresentata da un massiccio cuscino scanalato che ha la funzione di “sollevare la testa” sia della penna che della matita, consentendo la contemplazione più favorevole dei due strumenti così leggermente ma significativamente inclinati, e ciò era certamente l’ideale per valorizzare il set in un negozio all’epoca, ma anche per conservarlo a vista in una teca oggi. Inoltre, tale posizionamento rende certamente più agevole la prensione di entrambi gli strumenti.
Rispetto all’immagine proposta nel Catalogo nella mia scatolina il cuscino è montato al contrario: in ogni caso, tuttavia, in quella posizione “dimostrativa” il coperchio non si potrebbe nemmeno chiudere…
Una chicca assoluta è il “cartellino” (anch’esso in cartone) con il prezzo: 11$ che, come l’iscrizione sotto la scatolina, riporta solo il nome della Compagnia. * [Prego astenersi furbacchioni che volessero offrirmi tale cifra per acquistare il set completo. ]
La celluloide
Dopo il dominio incontrastato dell’ebanite nera (poi anche di quella rossa, ma piuttosto nella loro combinazione “mottled”), durato poco meno di mezzo secolo, con l’avvento del nuovo materiale “celluloide” finalmente si resero progressivamente disponibili (tutti) gli altri colori, e a metà degli anni Venti il blu seguì immediatamente il verde nella produzione di stilografiche.
La celluloide (Pyralin) blu che la Wahl- Eversharp chiese al proprio fornitore per la coppia oversize di lusso oggi in presentazione (dopo averlo impiegato su molte delle penne della gamma immediatamente precedente ma con il nome commerciale di “Royal Blue” Pyroxalin) è tutt’altro che un colore uniforme/solido (ossia una tinta unita), rivelandosi all’osservatore attento piuttosto come un mélange costituito da un blu prevalente di fondo con alcune chiazze più scure (di blu notte, quasi nero) e altre più chiare (di azzurro). La dominante parrebbe proprio una specificazione di quel blu “oltremare” o ultramarino classico, storicamente ottenuto dalla pietra semipreziosa del lapislazzuli, estratta fin dall’antichità in Oriente (Afghanistan, e che perciò realmente proveniva da oltre il mare): il colore fu quindi correttamente denominato dalla Casa americana lazulitic blue.
Questo colore blu, screziato esclusivamente ton sur ton, esalta le forme della penna (non dissimulandole sotto l’effetto camouflage di placche di colori giustapposti come nel Black&Pearl), ottimizzando il contrasto tra le scintillanti parti dorate e la celluloide, più scura, mentre le estremità stondate in celluloide nera (“black tipped”) restano sempre pienamente percepibili, elegantemente annunciate dagli anellini dorati loro dedicati.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il lunedì 27 febbraio 2023, 22:01, modificato 1 volta in totale.
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La matita meccanica
La matita è un piccolo capolavoro di eleganza e di ergonomia.
Il suo peso importante (che, grazie allo scheletro di metallo, quasi eguaglia quello della stilografica!), la banda grecata e gli anellini della stessa altezza ci dicono che i due strumenti costituiscono una coppia inscindibile. Inspiegabilmente, tuttavia, la matita è priva del sigillo di garanzia Gold Seal, che la Casa si affretterà però ad apporre sulle matite ammiraglie successive (Equipoised e Doric). Non sorprenda la constatazione che la matita è persino più lunga della penna chiusa (di 2 mm). Il vero confronto dimensionale tra i due strumenti deve però avvenire solo con la stilografica in assetto da scrittura, ossia col cappuccio calzato, mentre la matita un simulacro di cappuccio (col suo bel fermaglio) ce l’ha comunque sempre già calzato; la clip sta in alto, mentre in basso, dove lo strumento si rastrema, al posto del pennino d’oro c’è il “nose cone”, il cono dorato da cui fuoriesce la mina…
A) L’esterno
Elegantissima, grazie alla sua cospicua lunghezza, risulta la svasatura che gradualmente trasforma il cilindro perfetto che caratterizza gran parte dello strumento in una filante punta conica in metallo, da cui promana in fine la mina acuminata (io uso un affilamatite Kum Onit 233 da pochi spiccioli, e devo stare attento a non pungermi ).
La progettazione della metalleria (il guilloché della banda/veretta, la ruzzolina con parte centrale cilindrica del fermaglio e gli anellini a filo della celluloide) è di altissima qualità estetica, direi quasi scenografica, per la sapienza delle proporzioni, non disgiunta da una solidità costruttiva che non teme l’uso quotidiano.
Il fermaglio è sagomato lateralmente come una saetta per accogliere l’orgogliosa rivendicazione di un
MADE IN
U.S.A. sull’alzata della clip.
B) L’interno
Può senz’altro giovare alla comprensione della struttura e del funzionamento dello strumento la presentazione della matita offerta nel Catalogo del 1929. Il cono terminale da cui fuoriesce la mina - #10 nello schema, denominato dalla Casa Rifled-tip, ma da altri produttori chiamato “nose-cone” (come l’ogiva nei proiettili) - è l’unico elemento in materiale ferroso (a parte il piccolo cono all’altezza del #9). Questa è una parte soggetta ad usura particolare, e non se ne trovano molti in perfette condizioni (questo mio sostanzialmente lo è), tanto da farmi ritenere che non fosse “gold filled” bensì soltanto (comunque ben) “placcato”: da qui il mio consiglio di pulire il cono con molta cautela (niente abrasivi e nemmeno strofinamenti energici!). A conferma di ciò si può osservare (ad esempio nella rivista aziendale “Eversales” del 1927) come sulle matite delle linee precedenti, già realizzate in celluloide, il “nose cone” non sia rappresentato in giallo, bensì in bianco: quindi, tradizionalmente non era laminato (e nemmeno placcato) oro.
Se non avete intenzione di usare la matita, potete fermarvi qui.
Siccome è più facile far danni irreparabili se non si sa come aprire uno strumento piuttosto che nel riassemblarlo dopo averlo smontato correttamente, di seguito fornirò alcune semplici indicazioni per effettuare un’ispezione e rimettere in condizioni la matita (non danneggiata) in condizioni di scrivere.
Ruotando la testina in senso orario si estrae la mina (ma solo ove sia presente, Watson! ).
Ruotandola in senso antiorario, invece, si fa rientrare lo “spingitore di mine” (ogni riferimento a Guzzanti/Vulvia è puramente voluto ) e sentirete che si può, contestualmente alla rotazione, anche estrarre dolcemente l’anima centrale sino a scoprire completamente la feritoia triangolare che dà accesso al serbatoio di stoccaggio delle mine di scorta. Se procedeste nello svitare in senso antiorario e nel tirare, vi rimarrebbe in mano tutto l’ambaradàn (sì, proprio quello della caotica battaglia coloniale in Etiopia ). Già che avete fatto il danno (suvvia, scherzo!! ), di seguito aggiungo un dettaglio della parte terminale del meccanismo.
Continua…
La matita è un piccolo capolavoro di eleganza e di ergonomia.
Il suo peso importante (che, grazie allo scheletro di metallo, quasi eguaglia quello della stilografica!), la banda grecata e gli anellini della stessa altezza ci dicono che i due strumenti costituiscono una coppia inscindibile. Inspiegabilmente, tuttavia, la matita è priva del sigillo di garanzia Gold Seal, che la Casa si affretterà però ad apporre sulle matite ammiraglie successive (Equipoised e Doric). Non sorprenda la constatazione che la matita è persino più lunga della penna chiusa (di 2 mm). Il vero confronto dimensionale tra i due strumenti deve però avvenire solo con la stilografica in assetto da scrittura, ossia col cappuccio calzato, mentre la matita un simulacro di cappuccio (col suo bel fermaglio) ce l’ha comunque sempre già calzato; la clip sta in alto, mentre in basso, dove lo strumento si rastrema, al posto del pennino d’oro c’è il “nose cone”, il cono dorato da cui fuoriesce la mina…
A) L’esterno
Elegantissima, grazie alla sua cospicua lunghezza, risulta la svasatura che gradualmente trasforma il cilindro perfetto che caratterizza gran parte dello strumento in una filante punta conica in metallo, da cui promana in fine la mina acuminata (io uso un affilamatite Kum Onit 233 da pochi spiccioli, e devo stare attento a non pungermi ).
La progettazione della metalleria (il guilloché della banda/veretta, la ruzzolina con parte centrale cilindrica del fermaglio e gli anellini a filo della celluloide) è di altissima qualità estetica, direi quasi scenografica, per la sapienza delle proporzioni, non disgiunta da una solidità costruttiva che non teme l’uso quotidiano.
Il fermaglio è sagomato lateralmente come una saetta per accogliere l’orgogliosa rivendicazione di un
MADE IN
U.S.A. sull’alzata della clip.
B) L’interno
Può senz’altro giovare alla comprensione della struttura e del funzionamento dello strumento la presentazione della matita offerta nel Catalogo del 1929. Il cono terminale da cui fuoriesce la mina - #10 nello schema, denominato dalla Casa Rifled-tip, ma da altri produttori chiamato “nose-cone” (come l’ogiva nei proiettili) - è l’unico elemento in materiale ferroso (a parte il piccolo cono all’altezza del #9). Questa è una parte soggetta ad usura particolare, e non se ne trovano molti in perfette condizioni (questo mio sostanzialmente lo è), tanto da farmi ritenere che non fosse “gold filled” bensì soltanto (comunque ben) “placcato”: da qui il mio consiglio di pulire il cono con molta cautela (niente abrasivi e nemmeno strofinamenti energici!). A conferma di ciò si può osservare (ad esempio nella rivista aziendale “Eversales” del 1927) come sulle matite delle linee precedenti, già realizzate in celluloide, il “nose cone” non sia rappresentato in giallo, bensì in bianco: quindi, tradizionalmente non era laminato (e nemmeno placcato) oro.
Se non avete intenzione di usare la matita, potete fermarvi qui.
Siccome è più facile far danni irreparabili se non si sa come aprire uno strumento piuttosto che nel riassemblarlo dopo averlo smontato correttamente, di seguito fornirò alcune semplici indicazioni per effettuare un’ispezione e rimettere in condizioni la matita (non danneggiata) in condizioni di scrivere.
Ruotando la testina in senso orario si estrae la mina (ma solo ove sia presente, Watson! ).
Ruotandola in senso antiorario, invece, si fa rientrare lo “spingitore di mine” (ogni riferimento a Guzzanti/Vulvia è puramente voluto ) e sentirete che si può, contestualmente alla rotazione, anche estrarre dolcemente l’anima centrale sino a scoprire completamente la feritoia triangolare che dà accesso al serbatoio di stoccaggio delle mine di scorta. Se procedeste nello svitare in senso antiorario e nel tirare, vi rimarrebbe in mano tutto l’ambaradàn (sì, proprio quello della caotica battaglia coloniale in Etiopia ). Già che avete fatto il danno (suvvia, scherzo!! ), di seguito aggiungo un dettaglio della parte terminale del meccanismo.
Continua…
Ultima modifica di Musicus il lunedì 27 febbraio 2023, 22:02, modificato 1 volta in totale.
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WAHL-EVERSHARP “DECO BAND” LAZULITIC BLUE COMBINATION SET IN BOX – Chicago, 1929
Torniamo al punto in cui si era liberato soltanto l’accesso al serbatoio delle mine. E qui lo avrete già scoperto da voi: mentre giravate e tiravate, le mine ivi stoccate cascavano fuori dal pertugio triangolare, per… pura cattiveria! Perciò, il mio suggerimento è di lavorare (si fa per dire, eh!) sempre sulla scrivania, se non vorrete strisciare sul pavimento per recuperarle (c.d. “sminamento”).
Se ci fosse ancora della gomma per cancellare, la vedreste spuntare dal metallo. Se vi soddisfa così com’è, finitela qui e rimontate.
Se però non ci fosse abbastanza gomma, oppure voleste sostituirla con una gomma meno “cotta” (per cancellare davvero, e non per imbrattare i fogli di rosso mattone!), dovrete svitare il cilindro metallico sul quale era infilata la testina.
La gomma è contenuta in un cestellino di tolla, che è alloggiato all’interno del cilindro metallico, dal quale scivolerà fuori (da sotto, ovviamente). Cambiare la gomma può essere terribilmente difficile e altrettanto costoso (cercando il corretto ricambio originale dell’epoca, in USA), oppure semplicissimo: potete divaricare leggermente con una lama i cotiledoni (le foglie, le alette) del cestellino, inserire una gomma nuova tagliata/levigata/adattata a misura tra quelle che si trovano in cartoleria (sulle matite meccaniche da pochi spiccioli, ad esempio), richiudere le alette.
Mai buttare il cestellino vecchio, quindi!
Rimontate il tutto.
Prima di reinserire la parte col serbatoio a vista nel fusto, inserite attraverso la punta conica dorata della matita una nuova mina; spingetela/accompagnatela verso l’interno, anche appoggiandola sul foglio nell’ultimo tratto utile; quindi riavvitate in senso orario finché non vedrete che la mina verrà spinta nuovamente in fuori.
Quello che il papiro (quasi un peana) informativo della Casa che ho allegato precedentemente non dice, tuttavia, è che il meccanismo di una penna così straordinariamente bella e costosa (prodotto di punta di un Marchio che aveva fatto delle matite il primo volano del proprio grande successo) ancora nel 1929 non disponeva sulle sue top di gamma del meccanismo “propel/repel”, con cui la mina avrebbe potuto essere estratta ma poi anche retratta con la semplice rotazione della testina… Tale indispensabile miglioria verrà resa disponibile solo sulle matite ammiraglie successive, le Equipoised Gold Seal (almeno dalla 3° serie) e le Doric.
La stilografica
Non è il caso che io qui mi dilunghi sul design di quella che viene ritenuta l’apoteosi del flat-top, “il” monumento alle potenzialità espressive del cilindro, l’ultima della sua specie perché degno coronamento di un’intera epoca stilistica… Penna non spropositatamente lunga, ma decisamente larga e massiccia, una “pen for man” ante litteram fatta (mirabile dictu!) soprattutto per scrivere, ben prima che per meramente apparire.
Tutto è maturo, come la “greca” dopo quasi un decennio di motivi “grecian border” apparsi sulle penne del Marchio… Tutto è al giusto posto: le proporzioni delle forme e i lampi di luce del decoro creano un ritmo che è divenuto canone nella storia della stilografica.
E la garanzia a vita risplende, a mostrare la ben riposta fiducia della Casa nelle capacità di sfidare il tempo di un lavoro eseguito a regola d’arte! Dopo tanta bellezza, che questa mia stilografica possa anche scrivere ancora oggi, dopo quasi un secolo, parrebbe persino offensivo…
Per quanto riguarda il gruppo scrittura, come ho già detto si tratta di un sistema Personal Point con blocco-pennino intercambiabile (mediante semplice svitamento).
La mia "Deco Band" monta un pennino SIGNATURE (ovvero semiflessibile, a mezza via tra il MANIFOLD rigido ed il FLEXIBLE); sull’alimentatore a pettine in ebanite è riportato il tipo di punta <F> sotto cui compare una misteriosa “stellina” (a 6 punte, ovvero asterisco, non è ben chiaro), che si trova replicata anche sulla celluloide del fusto vicino al fondello. Il simbolo - di cui confesso candidamente di ignorare il significato - è presente anche su una mia Eversharp Equipoised 2a serie con pennino Flexible, con punta M (quindi non dovrebbe essere tipico/esclusivo del solo modello Deco Band, né del grado di flessibilità Signature, e neppure del pennino F): se qualcuno sa, parli, o taccia per sempre!
Con questo pennino Signature (=firma) ho realmente firmato documenti per me importanti in questi ultimi anni, e la penna con cappuccio calzato mi è stata fedele (e, per quel che vale, invidiata) compagna in tutta la sua sfolgorante bellezza…
Epilogo
Con un set come questo, scrivere è sempre un po’ come volare:
ovviamente nel blu, dipinto di blu…
Grazie per l’attenzione!
Giorgio
A questo punto (con la matita adagiata sulla scrivania) afferrate saldamente tra pollice ed indice la parte metallica del serbatoio e tirate/sfilate la testina di celluloide, che è inserita a pressione/frizione sul metallo sottostante.Se ci fosse ancora della gomma per cancellare, la vedreste spuntare dal metallo. Se vi soddisfa così com’è, finitela qui e rimontate.
Se però non ci fosse abbastanza gomma, oppure voleste sostituirla con una gomma meno “cotta” (per cancellare davvero, e non per imbrattare i fogli di rosso mattone!), dovrete svitare il cilindro metallico sul quale era infilata la testina.
La gomma è contenuta in un cestellino di tolla, che è alloggiato all’interno del cilindro metallico, dal quale scivolerà fuori (da sotto, ovviamente). Cambiare la gomma può essere terribilmente difficile e altrettanto costoso (cercando il corretto ricambio originale dell’epoca, in USA), oppure semplicissimo: potete divaricare leggermente con una lama i cotiledoni (le foglie, le alette) del cestellino, inserire una gomma nuova tagliata/levigata/adattata a misura tra quelle che si trovano in cartoleria (sulle matite meccaniche da pochi spiccioli, ad esempio), richiudere le alette.
Mai buttare il cestellino vecchio, quindi!
Rimontate il tutto.
Prima di reinserire la parte col serbatoio a vista nel fusto, inserite attraverso la punta conica dorata della matita una nuova mina; spingetela/accompagnatela verso l’interno, anche appoggiandola sul foglio nell’ultimo tratto utile; quindi riavvitate in senso orario finché non vedrete che la mina verrà spinta nuovamente in fuori.
Quello che il papiro (quasi un peana) informativo della Casa che ho allegato precedentemente non dice, tuttavia, è che il meccanismo di una penna così straordinariamente bella e costosa (prodotto di punta di un Marchio che aveva fatto delle matite il primo volano del proprio grande successo) ancora nel 1929 non disponeva sulle sue top di gamma del meccanismo “propel/repel”, con cui la mina avrebbe potuto essere estratta ma poi anche retratta con la semplice rotazione della testina… Tale indispensabile miglioria verrà resa disponibile solo sulle matite ammiraglie successive, le Equipoised Gold Seal (almeno dalla 3° serie) e le Doric.
La stilografica
Non è il caso che io qui mi dilunghi sul design di quella che viene ritenuta l’apoteosi del flat-top, “il” monumento alle potenzialità espressive del cilindro, l’ultima della sua specie perché degno coronamento di un’intera epoca stilistica… Penna non spropositatamente lunga, ma decisamente larga e massiccia, una “pen for man” ante litteram fatta (mirabile dictu!) soprattutto per scrivere, ben prima che per meramente apparire.
Tutto è maturo, come la “greca” dopo quasi un decennio di motivi “grecian border” apparsi sulle penne del Marchio… Tutto è al giusto posto: le proporzioni delle forme e i lampi di luce del decoro creano un ritmo che è divenuto canone nella storia della stilografica.
E la garanzia a vita risplende, a mostrare la ben riposta fiducia della Casa nelle capacità di sfidare il tempo di un lavoro eseguito a regola d’arte! Dopo tanta bellezza, che questa mia stilografica possa anche scrivere ancora oggi, dopo quasi un secolo, parrebbe persino offensivo…
Per quanto riguarda il gruppo scrittura, come ho già detto si tratta di un sistema Personal Point con blocco-pennino intercambiabile (mediante semplice svitamento).
La mia "Deco Band" monta un pennino SIGNATURE (ovvero semiflessibile, a mezza via tra il MANIFOLD rigido ed il FLEXIBLE); sull’alimentatore a pettine in ebanite è riportato il tipo di punta <F> sotto cui compare una misteriosa “stellina” (a 6 punte, ovvero asterisco, non è ben chiaro), che si trova replicata anche sulla celluloide del fusto vicino al fondello. Il simbolo - di cui confesso candidamente di ignorare il significato - è presente anche su una mia Eversharp Equipoised 2a serie con pennino Flexible, con punta M (quindi non dovrebbe essere tipico/esclusivo del solo modello Deco Band, né del grado di flessibilità Signature, e neppure del pennino F): se qualcuno sa, parli, o taccia per sempre!
Con questo pennino Signature (=firma) ho realmente firmato documenti per me importanti in questi ultimi anni, e la penna con cappuccio calzato mi è stata fedele (e, per quel che vale, invidiata) compagna in tutta la sua sfolgorante bellezza…
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Grazie per l’attenzione!
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Grazie per averci mostrato questo capolavoro sotto una luce sempre nuova!
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Cosa si può dire avendo davanti agli occhi una stilografica, matita e scatoletta (con tanto di etichetta del prezzo) in queste splendide condizioni ?
Intrecci le dita, ci poggi sopra il mento e bofonchi un "Sob..."
Tanto di cappello Giorgio, complimenti .
P.S. Comunque , voi insensibili , continuate pure a girare il coltello nella piaga ...
Intrecci le dita, ci poggi sopra il mento e bofonchi un "Sob..."
Tanto di cappello Giorgio, complimenti .
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Ciao, Renzo, ben ritrovato!Mightyspank ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 22:44 Grazie per averci mostrato questo capolavoro sotto una luce sempre nuova!
Ti ringrazio molto per il commento: era ciò che volevo fare, ma con una penna così...
Oppure
ti metti l'anima in pace
e metti in conto un lustro di attesa...
Grazie, Mirko!
Giorgio
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complimenti per la recensione e per gli oggetti meravigliosi.
- francoiacc
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Caro Giorgio, nel ringraziarti per aver mostrato il mio oggetto del desiderio ti faccio presente che sei stato particolarmente cattivo... ora mi aspettano notti insonni fin quando riuscirò quantomeno a trovare la stilografica Lazulitic Blue in condizioni più che decorose (peraltro 50 anni non ce li ho!).
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Ti ringrazio, Maurizio: molto gentile!
Caro Francesco, un lustro sono solo 5 anni (altrimenti avrei acquistato la stilografica in prima elementare ): e che sarà mai nel collezionismo...francoiacc ha scritto: ↑martedì 28 febbraio 2023, 9:13 Caro Giorgio, nel ringraziarti per aver mostrato il mio oggetto del desiderio ti faccio presente che sei stato particolarmente cattivo... ora mi aspettano notti insonni fin quando riuscirò quantomeno a trovare la stilografica Lazulitic Blue in condizioni più che decorose (peraltro 50 anni non ce li ho!)...
Ti ringrazio per il commento!
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Giusto!! Ho bisogno di ferieMusicus ha scritto: ↑martedì 28 febbraio 2023, 10:14Caro Francesco, un lustro sono solo 5 anni (altrimenti avrei acquistato la stilografica in prima elementare ): e che sarà mai nel collezionismo...francoiacc ha scritto: ↑martedì 28 febbraio 2023, 9:13 Caro Giorgio, nel ringraziarti per aver mostrato il mio oggetto del desiderio ti faccio presente che sei stato particolarmente cattivo... ora mi aspettano notti insonni fin quando riuscirò quantomeno a trovare la stilografica Lazulitic Blue in condizioni più che decorose (peraltro 50 anni non ce li ho!)...
Ti ringrazio per il commento!
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Un viaggetto a Chicago, magari?
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mi inchino di fronte a cotanta bellezza, e ringrazio per la condivisione