Qui va in scena la OMAS Grand Paragon in celluloide Wild, che ho battezzato Siderea. Il nome é come un gioco di parole che inizia con una famosa penna in celluloide Wild che OMAS creó in onore a Galileo Galilei (mia figlia Carlotta ne ha una che tratta come un tesoro) e passa attraverso il titolo di un'opera che lo rese famoso nei circoli astronomici del suo tempo e nella quale illustrò con disegni propri che cosa si può vedere nel cielo con l'ausilio di un cannocchiale, il Sidereus Nuncius.
Non so quanto OMAS abbia scelto la celluloide Wild per la sua "somiglianza" con le striature celesti della via lattea e di altre costellazioni in formazione, ma fatto sta che io - probabilmente influenzato da questa associazione "galileiana" – ci vedo la polvere di una materia del cosmo che si addensa qua e lá per iniziare il disegno di quelli che un giorno saranno mondi e dove vi saranno occhi - forse - per vederli...
La fotografia é fatta con tre flash. Uno, munito di un bank da 80 x 80 cm sulla sinistra, appena in alto, inclinato di 45 gradi verso il soggetto, come luce principale, ma decisamente sottoesposto. Un flash con uno snoot illumina la penna, sempre dalla sinistra, più verso il fronte ma a una certa distanza, in modo che la luce sia concentrata ma allo stesso tempo un poco diffuminata. Un secondo flash portatile, anch'esso dotato di snoot e azionato manualmente durante l'esposizione di 2 secondi, illumina da piú vicino la zona del foglio dove é la scritta con il nome della penna: Siderea.
Una seconda esposizione del flash principale esposto con una potenza maggiore di un diaframma e con un pannello bianco sulla destra per riflettere un poco di luce, mi é servito per catturare maggiori dettagli nella penna e nel cappuccio. Questi sono stati aggiunti in Photoshop alla esposizione di base su una seconda cappa, e trasparentizzati al gusto...