Colgo invece l'occasione di una apprezzativa discussione in corso su un altro forum a proposito delle varie incarnazioni della Montegrappa Extra e delle altre penne di quel lignaggio: le Classica, Historia, Miya, 1930, Otto... Nel vedere le fotografie e i commenti su alcune celluloidi che trovo bellissime, mi é venuta voglia di illustrare alcune di quelle che possiedo, commentandone le caratteristiche così come le vedo io.
Quelle che vi presento non sono tutte le celluloidi usate da Montegrappa per la sua linea Classica-Extra, forse neppure la maggior parte. A memoria, e solo nelle edizioni ordinarie, mancano la Gialla, la Blu Notte, Verde Marmorizzato, Bianco e Nero, Malachite, Zebra, Farfalla, Lapis. Poi ci sono le penne "fatte su misura" per qualche negozio, che certo hanno usato altre celluloidi ancora...
Chissà che altri lettori del forum non vogliano apportare fotografie delle loro Extra (e compagnia), facendo di questo argomento una specie di "catalogo" generale delle variazioni di colore che esistono e sono esistite in questa bellissima dinastia di penne.
Intanto, io comincio con le mie. Qui le ho ordinate, secondo la mia percezione, dalla più sfacciatamente appariscente alla più discretamente sobria. Certo, ci sono un paio di penne che non appartengono alla dinastia Classica-Extra, ma ho voluto mostrare comunque il loro colore. Di una, la Blu Mediterrraneo, Montegrappa ha oggi in catalogo anche una Extra 1930. Per poter presentare le caratteristiche di queste celluloidi cosí uniche, ho dovuto fotografarle sia su uno sfondo scuro sia su uno più chiaro.
La celluloide più sgargiante tra quelle delle mie penne è la Turchese. La mia Miya Turquoise ha un effetto così cangiante che a mia moglie non piace, perché trova questa penna un po' troppo sgargiante. Ma a me piace moltissimo: è così vivida, luminosa, stravagante e immodesta, che è per me l'immagine stessa dell’allegria. Nessun'altra celluloide può rivaleggiare con la vivacità della Turchese.
Sul lato opposto dello spettro è la celluloide Carbone, la più sobria di tutte. Un bell'esempio delle celluloidi tono-su-tono di Montegrappa, Carbone è scura, austera, fredda, quasi priva di emozioni. Rispetto ad essa, la celluloide Bianco e Nero usata più recentemente da Montegrappa (introdotta con la Extra 1930 nel 2010, se ricordo bene) sembra un giovane sfacciato accanto a un signore posato ed elegante con un abito a tre pezzi ...
Tra gli estremi ci sono, nell'ordine: Rossa, un colore di cui mi piace la delicatezza delle striature ton-sur-ton. La mia Extra (questa non è una 1930) è una penna rossa brillante, ma non dal lato di una fiammeggiante Ferrari, quanto piuttosto da quello di una squisita Alfa Romeo vintage. Segue la Azzurro Mediterraneo, un colore vivido che è quasi sgargiante come il rosso: un blu acquoso, fatto di onde e spuma, in attesa che Afrodite emerga dalle sue profondità. Poi la Grigio Perla, forse la celluloide di Montegrappa con più profondità e dalle variegature più intricate (e anche una delle più rare, poiché credo che sia stata usata solo per la Emblema, che era disponibile sia in Grigio Antracite o Carbone sia in Grigio Perla), solamente di poco più vivida di Linee Brillanti (o Shiny Lines). Quest'ultima è finora l'unica celluloide Arco nell'arsenale di Montegrappa e la trovo alla pari delle celebrate Arco usate in passato da OMAS. Segue Tartaruga, allegra e raffinata, vistosa, orgogliosa e consapevole della propria bellezza Art Nouveau: una festa di sfumature, di tutti i materiali sintetici che conosco questo é quello che assomiglia di più a un guscio di tartaruga ... E infine Bambù Nero, la celluloide per il vero gentiluomo, elegante e sottile, sobria ma fresca e piena di linfe, tenue e accattivante allo stesso tempo, quieta e selvaggia, con il contrasto controllato del verde e del nero e quelle strisce di pura luce che sembrano scaturire dall'interno della penna... Oh, beh, dopo tutto faccio il botanico…