Penne vintage e penne moderne

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alfredop
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Penne vintage e penne moderne

Messaggio da alfredop »

Argomento che già so potrà scatenare qualche polemica. Vorrei cercare però di evitare per quanto possibile argomenti che siano di tipo soggettivo o eccessivamente generali (es. tutte le penne moderne fanno pena), e invece concentrarmi su un discorso che coinvolga le principali marche storiche, questo però escludendo marche che di storico hanno oramai solo il nome (a mio modo di vedere in questa categoria rientrano ad esempio Parker, Waterman, Kaweco, ed altre, non perché oggi questi marchi non producano buone penne, ma perché secondo me il filo con la loro storia è stato in qualche punto spezzato).

Altro punto che vorrei eliminare dal discorso sono i pennini. E' certo che rispetto al passato la scelta nei tipi di pennino disponibili si è molta ridotta, rimane però difficile da stabilire se questo è dovuto ad una involuzione tecnica (poco probabile secondo me), o piuttosto ad una semplice mancanza di richiesta da parte del mercato (e comunque su questo aspetto con un certo ritorno in auge della stilografica si sta piano piano tornando indietro, si vedano i tentativi più o meno riusciti di produrre pennini flessibili da parte di alcune aziende).


Con queste premesse vado a fare alcuni esempi:

1) Pelikan: secondo me le penne moderne sono migliori di quelle passate, anzi forse Pelikan è la ditta che è riuscita a far evolvere meglio le sue penne da un punto di vista tecnico. I materiali ed il pistone di una M200 odierna sono migliori di quelli usati sulle vecchie 100, 100N, 400, etc che possono facilmente trovarsi sul mercato dell'usato. Inoltre al di la dei materiali e di dettagli secondari Pelikan non si è neanche molto sbizzarita, per cui se vi piace la 100N, oggi entrate in un negozio vi comprate una M101 e siete comunque contenti.

2) Montblanc: qui un confronto è più difficile, perché le Montblanc vintage sono in celluloide (ed ancora prima in ebanite) ed hanno un sistema di caricamento a pistone estremamente sofisticato. Sul primo aspetto si può dire che è vero che le moderne plastiche possono essere migliori da un punto di vista meccanico e di longevità (nessuna cristallizzazione), ma d'altra parte la celluloide ha ancora dei vantaggi alla vista ed al tatto. Sul pistone Montblanc ha proceduto ad una semplificazione che ha un vantaggio dal punto di vista della costruzione (riduzione del numero di parti) e uno svantaggio che si misura in una riduzione della capacità del serbatoio. Sommando tutti gli aspetti, secondo me in questo caso si giunge alla parità. Una 146 moderna o una vintage degli anni 50 sono due ottime penne, entrambe svolgeranno il loro compito più che egregiamente.
Una ultima nota su Montblanc, ho letto in passato di molte critiche riguardanti l'estrema fragilità delle penne prodotte in un certo periodo (anni '80 o '90, non ricordo), da quel che ho capito questa fragilità era conseguenza di un cambiamento nel processo di produzione che è stato poi corretto, per cui le penne prodotte attualmente non soffrono più del problema, nel mio ragionamento non ho quindi portato in conto questo fatto.

3) Omas: Omas non esiste più, ma possiamo comunque confrontare la vecchia e la nuova produzione. Qui al contrario di quanto accaduto per le due tedesche di sopra, il vintage vince nettamente. Da un punto di vista dei materiali, Omas ha continuato a tenere in vita una produzione di penne in celluloide per le quali ha mantenuto intatta la sua fama, ha però affiancato a questa linea delle penne in resina vegetale che in molti casi sono state soggette a delle deformazioni (soprattutto del tappo), altro problema riscontrato su queste penne (e non su quelle passate) è nella placcatura di clip ed anelli che sembra non resistere bene al tempo. Inoltre anche Omas ha semplificato il suo sistema a pistone, però in questo caso la sostituzione ha portato ad un sistema molto fragile basato su un dentino che se si rompe richiede la sostituzione dell'intero corpo penna. Nella mia casistica al confronto di zero rotture di pistoni su Montblanc e Pelikan moderne, si riscontrano diversi problemi a pistoni di penne Omas, dovuti o al cedimento del pennino o al restringimento della guarnizione (inutile dire che le guarnizioni Pelikan e Montblanc odierne sono molto migliori di quelle Omas).

4) Aurora: Anche Aurora si è difesa molto bene le moderne 88 e Optima hanno un disegno costruttivo semplificato rispetto al passato ma che a me risulta essere abbastanza affidabile. Come nel caso di Omas e di Montblanc ad un certo punto si è avuto qualche problema con i materiali (la cosiddetta Auroloide), che però è stato risolto (tra l'altro riconoscendo il problema a molti clienti). Insomma tra una 88 odierna ed una 88 degli anni '60, io sceglierei quella odierna (preferendo però la Optima o la Talentum, la forma della 88 mi sembra in realtà poco azzeccata, ma qui si entra nella soggettività che voglio evitare). Quindi per Aurora meglio il moderno!

Concludo qui le mie analisi (ripromettendomi di aggiungere qualche altra marca storica che mi dovesse venire in mente) e passo a voi la parola.

Alfredo
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Messaggio da Ottorino »

Aggiungo Waterman.
Attuali non saprei ma Edson, LeMan e Carene per me sono ottime e innovative e non ci trovo differenza coi modelli antichi/d'epoca per quanto riguarda le forme e la scrittura.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da MaPe »

alfredop ha scritto: mercoledì 13 marzo 2019, 16:59

1) Pelikan: secondo me le penne moderne sono migliori di quelle passate, anzi forse Pelikan è la ditta che è riuscita a far evolvere meglio le sue penne da un punto di vista tecnico. I materiali ed il pistone di una M200 odierna sono migliori di quelli usati sulle vecchie 100, 100N, 400, etc che possono facilmente trovarsi sul mercato dell'usato. Inoltre al di la dei materiali e di dettagli secondari Pelikan non si è neanche molto sbizzarita, per cui se vi piace la 100N, oggi entrate in un negozio vi comprate una M101 e siete comunque contenti.

Vogliamo parlare della M1005 Stresemann? :lol:

La resina preziosa di Montblanc è stata un buco nell'acqua come la resina vegetale di Omas, la prima ancora un po' si rompe solo a guardarla la seconda si deforma con la sola forza del pensiero. Concordo che forse tra i marchi storici ancora in produzione, almeno nel vecchio continente, Pelikan sia l'azienda che più si è contraddistinta in una evoluzione positiva della sua produzione. Certo il fascino di una 100, 100N, 400, 400N, 400NN, 140 in celluloide ha il suo perchè, però il pistone di una M200, M400 o di una M1000 sono dei piccoli gioielli. Principalmente ho un solo rimpianto, se così si può dire, della vecchia produzione Pelikan ovvero la sua varietà di gradazione dei pennini.

Sono rimasto un po' sorpreso che non hai citato Pilot, ed io aggiungerei anche Sailor e Platinum.
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alfredop
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Messaggio da alfredop »

MaPe ha scritto: mercoledì 13 marzo 2019, 18:40
Sono rimasto un po' sorpreso che non hai citato Pilot, ed io aggiungerei anche Sailor e Platinum.
Di giapponesi vintage ho solo una Pilot a leva laterale pre-WWII, troppo poco per fare un confronto moderno/vintage.

Alfredo
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Messaggio da Aineias »

Bella e utile disamina Alfredo: grazie!
Seguirò con attenzione l'evolversi (spero) di questo thread. :thumbup:
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Messaggio da Iridium »

Seguo con estremo interesse.

saluti
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Messaggio da AinNithael »

Molto interessante (e per me istruttivo) grazie!
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Messaggio da diegok54 »

Non ho esperienza sufficiente per intervenire sull’argomento, ma l’interesse è tale da avermi fatto sottoscrivere il 3d :clap:
Diego
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Messaggio da Colombre »

diegok54 ha scritto: mercoledì 13 marzo 2019, 22:50 Non ho esperienza sufficiente per intervenire sull’argomento, ma l’interesse è tale da avermi fatto sottoscrivere il 3d :clap:
Idem ;)
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Messaggio da jebstuart »

Sottoscrivo le considerazioni di Alfredo.
Aggiungerei il piccolo valore aggiunto del vintage rappresentato da ciò che quella particolare penna ci riporta alla mente, per il periodo storico che rappresenta o per le possibili vicende di cui è stata muta testimone.
Mauro
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Messaggio da ricart »

Salve, posseggo penne vintage e moderne e quando uso le prime ho sempre un po' d'ansia, nel senso che temo un cedimento improvviso della meccanica e/o della struttura. Faccio il caso delle Pelikan M100, preferisco usare le repliche moderne al posto di quelle d'epoca (ho anche queste) perchè le trovo più affidabili con i materiali migliorati. Certo usare penne vintage ha il suo fascino, per la storia dell'oggetto, per i ricordi se ereditata, per il fatto stesso che è un oggetto vecchio, non discuto questo, però di fronte alla sicurezza, in tutti i sensi, non ho esitazioni, a parità di modello preferisco quelle attuali.Rimanendo in casa Pelikan quello che mi piace meno nella produzione odierna è l'eccessivo uso di anellini e/o verette, ho nostalgia della semplicità estetica di anni fa. (gusti personali).

Mandi
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Messaggio da alfredop »

Nella mia disanima ho dimenticato un dettaglio importante, ovvero il conduttore :crazy:. Aggiorno quindi le mie considerazioni portando in conto questo aspetto fondamentale.

1) Pelikan: Pelikan ha sempre usato conduttori molto sofisticati. Quelli vintage sono in ebanite con alette longitudinali, mentre quelli moderni sono in plastica con alette trasversali. Anche qui Pelikan ha fatto un ottimo lavoro di evoluzione, il passaggio dall'ebanite alla plastica (che si lavora molto più facilmente) è stato fatto aumentando molto il numero di alette, per cui questo passaggio non ha inciso sulla bontà del conduttore. Le penne Pelikan rimangono penne con flusso abbondante che vanno calmierate (per chi vuole) con inchiostri dry.

2) Montblanc: anche Montblanc ha adeguato via via la geometria dei suoi conduttori, il passaggio alla plastica è relativamente recente ed anche in questo caso questo passaggio è coinciso con una completa riprogettazione. Malgrado da un punto di vista estetico anche io preferisca le Montblanc con alimentatore in ebanite, quelle con alimentatore in plastica non mi sembra scrivano peggio.

3) Omas: Qui l'evoluzione degli alimentatori non c'è stata erano e sono rimasti in ebanite, costante anche la geometria. Visto che i conduttori Omas erano comunque già buoni, questo fatto può ritenersi positivo.

4) Aurora: su questo aspetto forse la migliore, la geometria dei conduttori è andata evolvendo e sulle penne di punta è rimasta l'ebanite. Meglio di cosi non si poteva fare, ed in effetti le penne Aurora hanno forse il miglior equilibrio tra abbondanza e stitichezza del flusso, cosa che le rende compatibili con una ampia gamma di inchiostri.

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Messaggio da Ottorino »

alfredop ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 9:35 Malgrado da un punto di vista estetico anche io preferisca le Montblanc con alimentatore in ebanite, quelle con alimentatore in plastica non mi sembra scrivano peggio.
Confermo. Ho avuto modo di dover ridisegnare al CAD 3D un conduttore MB. Tanta roba !!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da alfredop »

Ottorino ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 11:37
alfredop ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 9:35 Malgrado da un punto di vista estetico anche io preferisca le Montblanc con alimentatore in ebanite, quelle con alimentatore in plastica non mi sembra scrivano peggio.
Confermo. Ho avuto modo di dover ridisegnare al CAD 3D un conduttore MB. Tanta roba !!
Ottorino ci troviamo d'accordo su tutto, ma dove sono i sostenitori del "è meglio vintage"?

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Messaggio da Stormwolfie »

alfredop ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 13:10
Ottorino ha scritto: giovedì 14 marzo 2019, 11:37

Confermo. Ho avuto modo di dover ridisegnare al CAD 3D un conduttore MB. Tanta roba !!
Ottorino ci troviamo d'accordo su tutto, ma dove sono i sostenitori del "è meglio vintage"?

Alfredo
Riguardo ai pennini flex vintage ed ai loro alimentatori mi sembra non ci possano essere sostenitori del "moderno".
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Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
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