Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Penna da rappresentanza
- francoiacc
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Penna da rappresentanza
Due giorni di riunione in Germania ed una in Belgio, ecco le mie penne di rappresentanza, credo siano due bei made in Italy senza troppo eccesso:
Delta The Vintage
Visconti Michelangelo Questa volta la dolcevita è rimasta a casa
Questa invece è la squadra completa che mi sono portato dietro, ma solo le due sopra menzionate mi accompagneranno ai vari meetings. Ovviamente il mio cellulare ha una concezione tutta sua su come orientare le foto
Delta The Vintage
Visconti Michelangelo Questa volta la dolcevita è rimasta a casa
Questa invece è la squadra completa che mi sono portato dietro, ma solo le due sopra menzionate mi accompagneranno ai vari meetings. Ovviamente il mio cellulare ha una concezione tutta sua su come orientare le foto
- zoniale
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(Anche in risposta ad astrolux)
Dunque in questo caso si richiede a tale penna di rappresentare la seriosa ed elegante opulenza del portatore.
Ma se invece il portatore fosse un punkabbestia? Mi figuro che la penna di rappresentanza dovrebbe essere una BIC masticata.
Quindi per poter consigliare a Tricke una "penna di rappresentanza" si dovrebbe sapere che tipo di persona sia. Un impiegato del catasto che vuole apparire come un principe della corona britannica? Un nababbo che voglia passare per minatore del Sulcis? ...
Michele
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
- SirVaco
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Penna da rappresentanza
E perché mai? Più elegante e "di rappresentanza" di così cosa ci può essere !
...però devo dire che sarebbe veramente divertente in una riunione!
"Lo dirà il tempo cosa siamo, saremo quel che meritiamo...ma se c'è un sogno per sognare, ci sarà un ballo da ballare"
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Penna da rappresentanza
Comunque la penna di rappresentanza, che piaccia o meno resta sempre la Montblanc, è immediatamente riconoscibile dai profani, poi si può discutere su di tutto e di più, può non fregartene meno di niente di apparire, ma se scatta il diavoletto ecco spuntare la Montblanc.
A me il diavoletto è spuntato un paio di anni fa, ma sono stata provocata.
Deciderete voi dopo aver letto se me la potevo risparmiare o meno.
Per lavoro avevo spesso incarichi di revisore dei conti e regolarmente mi portavo un paio di stilografiche, che fossero una Delta o una Pelikan o una Aurora, erano quelle cariche al momento senza alcun pensiero al "farmi notare".
Avevo un incarico in un Ente pubblico piuttosto importante cui era presente come membro del collegio revisori un commercialista molto famoso e spocchioso, con cui tra l'altro avevo già avuto un paio di "discussioni" circa la regolarità dell' operato contabile dell'Ente.
Un giorno all'atto di firmare i verbali tiro fuori la mia Delta Dolce Vita e firmo, lui estrae dal taschino la sua biro Montblanc e dice: "queste sono penne", nessun commento da parte mia e sorrisini imbarazzati delle altre persone presenti.
Incontro successivo: al momento della firma, il commercialista tira fuori la sua biro Montblanc, firma e mi passa i documenti, con calma prendo l'astuccio delle stilo dalla borsa, lo apro, guardo e magia spunta una Montblanc 149, (se non fosse bastato l'altra era una Montblanc JFK in blu sfilata parzialmente dall'astuccio - tutte e due rubacchiate a mio marito e caricate per l'occasione con il Montblanc permanent) firmo e con fare indifferente lo guardo senza aprire bocca.
Mi guarda e mi dice " Mi sa che l'avevo sottovalutata ". Siamo scoppiati tutti a ridere, io per prima e da quel momento in avanti il suo atteggiamento è cambiato.
Certo, avrei potuto arrabbiarmi di brutto perché il mio valore non è dato dalla stilografica che esibisco, ma dalla mie capacità, ma a volte con la spocchia bisogna usare metodi spocchiosi.
Un po' mi vergognavo nell'aver preparato questo "attentato" ma vista la sua faccia ho "goduto molto" e un po' mi vergogno a raccontarvela questa storiella, ma quando si parla di penne di rappresentanza …...
A me il diavoletto è spuntato un paio di anni fa, ma sono stata provocata.
Deciderete voi dopo aver letto se me la potevo risparmiare o meno.
Per lavoro avevo spesso incarichi di revisore dei conti e regolarmente mi portavo un paio di stilografiche, che fossero una Delta o una Pelikan o una Aurora, erano quelle cariche al momento senza alcun pensiero al "farmi notare".
Avevo un incarico in un Ente pubblico piuttosto importante cui era presente come membro del collegio revisori un commercialista molto famoso e spocchioso, con cui tra l'altro avevo già avuto un paio di "discussioni" circa la regolarità dell' operato contabile dell'Ente.
Un giorno all'atto di firmare i verbali tiro fuori la mia Delta Dolce Vita e firmo, lui estrae dal taschino la sua biro Montblanc e dice: "queste sono penne", nessun commento da parte mia e sorrisini imbarazzati delle altre persone presenti.
Incontro successivo: al momento della firma, il commercialista tira fuori la sua biro Montblanc, firma e mi passa i documenti, con calma prendo l'astuccio delle stilo dalla borsa, lo apro, guardo e magia spunta una Montblanc 149, (se non fosse bastato l'altra era una Montblanc JFK in blu sfilata parzialmente dall'astuccio - tutte e due rubacchiate a mio marito e caricate per l'occasione con il Montblanc permanent) firmo e con fare indifferente lo guardo senza aprire bocca.
Mi guarda e mi dice " Mi sa che l'avevo sottovalutata ". Siamo scoppiati tutti a ridere, io per prima e da quel momento in avanti il suo atteggiamento è cambiato.
Certo, avrei potuto arrabbiarmi di brutto perché il mio valore non è dato dalla stilografica che esibisco, ma dalla mie capacità, ma a volte con la spocchia bisogna usare metodi spocchiosi.
Un po' mi vergognavo nell'aver preparato questo "attentato" ma vista la sua faccia ho "goduto molto" e un po' mi vergogno a raccontarvela questa storiella, ma quando si parla di penne di rappresentanza …...
carpe diem tempus fugit
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A me ha fatto sorridere questa storiella e lo dico da utilizzatore quotidiano di 149 ehmarilua ha scritto: ↑lunedì 25 giugno 2018, 17:31 Comunque la penna di rappresentanza, che piaccia o meno resta sempre la Montblanc, è immediatamente riconoscibile dai profani, poi si può discutere su di tutto e di più, può non fregartene meno di niente di apparire, ma se scatta il diavoletto ecco spuntare la Montblanc.
A me il diavoletto è spuntato un paio di anni fa, ma sono stata provocata.
Deciderete voi dopo aver letto se me la potevo risparmiare o meno.
Per lavoro avevo spesso incarichi di revisore dei conti e regolarmente mi portavo un paio di stilografiche, che fossero una Delta o una Pelikan o una Aurora, erano quelle cariche al momento senza alcun pensiero al "farmi notare".
Avevo un incarico in un Ente pubblico piuttosto importante cui era presente come membro del collegio revisori un commercialista molto famoso e spocchioso, con cui tra l'altro avevo già avuto un paio di "discussioni" circa la regolarità dell' operato contabile dell'Ente.
Un giorno all'atto di firmare i verbali tiro fuori la mia Delta Dolce Vita e firmo, lui estrae dal taschino la sua biro Montblanc e dice: "queste sono penne", nessun commento da parte mia e sorrisini imbarazzati delle altre persone presenti.
Incontro successivo: al momento della firma, il commercialista tira fuori la sua biro Montblanc, firma e mi passa i documenti, con calma prendo l'astuccio delle stilo dalla borsa, lo apro, guardo e magia spunta una Montblanc 149, (se non fosse bastato l'altra era una Montblanc JFK in blu sfilata parzialmente dall'astuccio - tutte e due rubacchiate a mio marito e caricate per l'occasione con il Montblanc permanent) firmo e con fare indifferente lo guardo senza aprire bocca.
Mi guarda e mi dice " Mi sa che l'avevo sottovalutata ". Siamo scoppiati tutti a ridere, io per prima e da quel momento in avanti il suo atteggiamento è cambiato.
Certo, avrei potuto arrabbiarmi di brutto perché il mio valore non è dato dalla stilografica che esibisco, ma dalla mie capacità, ma a volte con la spocchia bisogna usare metodi spocchiosi.
Un po' mi vergognavo nell'aver preparato questo "attentato" ma vista la sua faccia ho "goduto molto" e un po' mi vergogno a raccontarvela questa storiella, ma quando si parla di penne di rappresentanza …...
Riccardo
Penna da rappresentanza
Il commercialista non è solo uno spocchioso ma anche un gran maleducato.
A me è accaduto una cosa diametralmente opposta.
Invitato come relatore a un convegno, mi trovo sul palco tra un sottosegretario di un determinato ministero e un consigliere nazionale di un ordine professionale.
Normalmente quando vado ai convegni mi faccio accompagnare o da mia moglie o da mia figlia.
Si siedono tra gli ascoltatori, sentono i commenti, guardano le facce e mi mandano segnali convenzionali ("continua così, lascia perdere, passa ad altro, chiarisci etc").
Sono tra gli ultimi a parlare e, perciò, devo prendere appunti.
Prendo la mia Jinhao 886, ma non scrive (ecco perchè nel mio precedente post alla sobria eleganza ho aggiunto la funzionalità); passo alla matita.
Prima di iniziare a parlare, mia figlia mi segnala: "taglia" e poi "stanchi".
Il tema del mio intervento è molto tecnico: organizzazione di uffici pubblici di un determinato settore.
Parlo per meno di dieci minuti e mi pongo in garbato contrasto con la maggioranza dei relatori.
Finendo, con un sorriso, dico che mi scuso: ho avuto poco tempo per preparare l'intervento, se ne avessi avuto di più sarei stato ancora più breve.
Applausi non di maniera .
Forse quello che conta non è solo con cosa si scriva ma anche quello che si scrive e lo stile con il quale si scrive.
A me è accaduto una cosa diametralmente opposta.
Invitato come relatore a un convegno, mi trovo sul palco tra un sottosegretario di un determinato ministero e un consigliere nazionale di un ordine professionale.
Normalmente quando vado ai convegni mi faccio accompagnare o da mia moglie o da mia figlia.
Si siedono tra gli ascoltatori, sentono i commenti, guardano le facce e mi mandano segnali convenzionali ("continua così, lascia perdere, passa ad altro, chiarisci etc").
Sono tra gli ultimi a parlare e, perciò, devo prendere appunti.
Prendo la mia Jinhao 886, ma non scrive (ecco perchè nel mio precedente post alla sobria eleganza ho aggiunto la funzionalità); passo alla matita.
Prima di iniziare a parlare, mia figlia mi segnala: "taglia" e poi "stanchi".
Il tema del mio intervento è molto tecnico: organizzazione di uffici pubblici di un determinato settore.
Parlo per meno di dieci minuti e mi pongo in garbato contrasto con la maggioranza dei relatori.
Finendo, con un sorriso, dico che mi scuso: ho avuto poco tempo per preparare l'intervento, se ne avessi avuto di più sarei stato ancora più breve.
Applausi non di maniera .
Forse quello che conta non è solo con cosa si scriva ma anche quello che si scrive e lo stile con il quale si scrive.
Ultima modifica di Polemarco il lunedì 25 giugno 2018, 20:02, modificato 1 volta in totale.
- analogico
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Mah ...che dire?
a parte ogni altra considerazione che ciascuno può fare per conto suo, sullo "sfoggiare" determinati oggetti a fini di affermazione di non so bene cosa, io ci vedo una contraddizione grande come una casa.
Insomma, si vuol sfoggiare la stilografica, per dare una certa immagine di se e dei propri gusti, , per non sentirsi omologati , per palesare un segno personale distintivo che appunto ci distingua dalla massa e poi la si sceglie di una determinata marca solo perchè è la sola riconosciuta come prestigiosa dalla massa.
Conoscevo un tale che comprava Rolex a fini di investimento, ma indossava orologi di ben altre marche.
Un giorno gli feci i complimenti per una maestoso Jaeger-LeCoultre vintage che aveva al polso e lui mi disse soddisfatto, il bello di queste marche è che 99,9 persone su cento pensano che siano orologi da mercatino.
a parte ogni altra considerazione che ciascuno può fare per conto suo, sullo "sfoggiare" determinati oggetti a fini di affermazione di non so bene cosa, io ci vedo una contraddizione grande come una casa.
Insomma, si vuol sfoggiare la stilografica, per dare una certa immagine di se e dei propri gusti, , per non sentirsi omologati , per palesare un segno personale distintivo che appunto ci distingua dalla massa e poi la si sceglie di una determinata marca solo perchè è la sola riconosciuta come prestigiosa dalla massa.
Conoscevo un tale che comprava Rolex a fini di investimento, ma indossava orologi di ben altre marche.
Un giorno gli feci i complimenti per una maestoso Jaeger-LeCoultre vintage che aveva al polso e lui mi disse soddisfatto, il bello di queste marche è che 99,9 persone su cento pensano che siano orologi da mercatino.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Sono d'accordo sulla contraddizione insita nel volersi distinguere e poi sfoggiare quello che subito viene riconosciuto. Io ho sempre usato stilo sconosciute e per tali intendo tutto quello che è non Montblanc, unica marca conosciuta da chi di penne non sa niente, generando curiosità e a volte domande ma per l'uso di uno strumento considerato desueto.analogico ha scritto: ↑lunedì 25 giugno 2018, 19:59 Mah ...che dire?
a parte ogni altra considerazione che ciascuno può fare per conto suo, sullo "sfoggiare" determinati oggetti a fini di affermazione di non so bene cosa, io ci vedo una contraddizione grande come una casa.
Insomma, si vuol sfoggiare la stilografica, per dare una certa immagine di se e dei propri gusti, , per non sentirsi omologati , per palesare un segno personale distintivo che appunto ci distingua dalla massa e poi la si sceglie di una determinata marca solo perchè è la sola riconosciuta come prestigiosa dalla massa.
Conoscevo un tale che comprava Rolex a fini di investimento, ma indossava orologi di ben altre marche.
Un giorno gli feci i complimenti per una maestoso Jaeger-LeCoultre vintage che aveva al polso e lui mi disse soddisfatto, il bello di queste marche è che 99,9 persone su cento pensano che siano orologi da mercatino.
In quell'occasione mi è scattato il trip e siccome non mi pareva il caso di innescare discussioni che sarebbero state e spiacevoli e fuori luogo, ho scelto di aspettare anzi provocare il passaggio del cadavere sul fiume. La figuraccia l'ha fatta lui e per ben due volte.
carpe diem tempus fugit
Penna da rappresentanza
Allora ragazzi ecco cosa intendo per penna di rappresentanza
Una stilografica di un certo prestigio e fattura,
Che scriva scivolando sulla carta come la mia Delta serena B,
Che si adatti alla mia manona,
Che non abbia un tappo pesantissimo come la mia Faber Castell e motion,
Che abbia cartucce standard,
Che sai reperibile da venditori professionali anche online.
Una stilografica di un certo prestigio e fattura,
Che scriva scivolando sulla carta come la mia Delta serena B,
Che si adatti alla mia manona,
Che non abbia un tappo pesantissimo come la mia Faber Castell e motion,
Che abbia cartucce standard,
Che sai reperibile da venditori professionali anche online.
Penna da rappresentanza
Le Montblanc biro... che cafonata! Penna da rappresentenza: per rappresentare chi o cosa? Le Montblanc? Solo per dimostrare di essere ricchi? A me non piacciono, e proprio per questo motivo: sono così inutilmente e banalmente costose che, ad usarle, mi sentirei un cafone... opinione soggettiva sulle penne, senza offesa per chi ama le Montblanc, ovviamente.
- zoniale
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Calma! Calma!
Non ci infervoriamo.
Si sta parlando di penne da rappresentante. Quelle per compilare gli ordini in triplice copia su carta chimica. Li vuoi compilare con un Waterman superflex?
Michele
- ASTROLUX
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- La mia penna preferita: La prossima
- Il mio inchiostro preferito: Il prossimo
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Penna da rappresentanza
Mi sembra che l'opener abbia chiarito bene la sua richiesta, in termini molto precisi anche. Il dileggio gratuito mi sembra sia oltre che fuori luogo anche fuori dai canoni della buona educazione.
D'altronde se la penna servisse solo ed esclusivamente per scrivere...allora tra biro e stilo cinesi si potrebbe ottemperare alla bisogna con pochi spiccioli, ottenedo anche buoni risultati.
MA NON E' COSI' !!!
La penna di qualità (ricercata e preziosa) è sempre stata un oggetto da regalare nelle grandi occasioni, per sottolineare e ricordare importanti ricorrenze. Quindi consideriamola come è realmente: un monile che può avere si un utilizzo pratico, ma anche una considerevole valenza estetica.
Una Montblanc è cara, per questo è cafona ? Non costa più di una Aurora ,Pelikan, Montegrappa ed altri di di equivalente fattura. Solo che Montblanc come Rolex si è saputa ritagliare uno spazio nell'immaginario collettivo, che gli permette di vendere meglio e più degli altri, anche nella fascia di prodotti meno ricercati tecnicamente e per clienti meno "sgamati".
Detto questo indico solo quale tra le (poche ) penne da me conosciute meglio potrebbe adattarsi alla esigenza dell'opener:
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
Lao Tsu
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Finalmente rientriamo in tema!
Grazie Astrolux, dalle recensioni lette online ho desunto che la duofold avesse cartucce proprietarie. Ti risulta?
Grazie Astrolux, dalle recensioni lette online ho desunto che la duofold avesse cartucce proprietarie. Ti risulta?
- ASTROLUX
- Siringa Rovesciata
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- Iscritto il: sabato 21 aprile 2018, 12:18
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Inizialmente mi sono appassionato alle Parker, la mia prima stilo "seria" è stata la Sonnet, le cartucce mi sembravano standard..lunghe ma standard.
Guarda in amazzonia.
Per pura curiosità, perchè preferisci la carica a cartuccia in alternativa a quella a conveter o a pistone ?
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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