Ferrogallico ?
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Ho visto che alcuni inchiostri sono definiti ferrogallici, ma nel wiki ho trovato ben poco, che caratteristiche hanno ? Sono utilizzabili nelle penne stilografiche o sono solo per intinzione ?
Grazie a quanti vorranno darmi lumi.
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Sono fatti per essere usati con penne stilografiche, sono indelebili, esposti all'aria tendono a scurirsi e quindi a diventare indelebili. Sono usabii tranquillamente dentro le stilografiche per gli usi comuni, se dimenticati dentro la stessa possono (ma ormai e' abbastanza raro visto come sono fatti) corrodere i pennini d'acciaio perche' acidi. Richiedono una pulizia un po' piu' approfondita (ma nemmeno tanto) rispetto agli altri, sopratutto se non te ne sei dimenticato per mesi dentro una penna.
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Ferrogallico ?
Ti sei mai chiesto di cosa fosse composto l'inchiostro iperresistente dei manoscritti medioevali, che è ancora perfetto a distanza di secoli, e addirittura può essere recuperato con laser e raggi X quando una pergamena viene abrasa o bruciata?
Il segreto di questa resistenza è appunto l'inchiostro ferrogallico, così chiamato perché è prodotto a partire da limatura di ferro e una grande quantità di tannini estratti dalle noci di galla che si formano sulle querce. A contatto con l'aria questo inchiostro ha una reazione chimica di ossidazione, che lo rende praticamente indelebile e resistente ad acqua, sole, persino combustione.
Il problema è che è aggressivo con il materiale ferroso, quindi può corrodere i pennini in acciaio. È preferibile usarlo su pennini in oro.
Il segreto di questa resistenza è appunto l'inchiostro ferrogallico, così chiamato perché è prodotto a partire da limatura di ferro e una grande quantità di tannini estratti dalle noci di galla che si formano sulle querce. A contatto con l'aria questo inchiostro ha una reazione chimica di ossidazione, che lo rende praticamente indelebile e resistente ad acqua, sole, persino combustione.
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Grazie per le spiegazioni, è un tipo di inchiostro molto interessante.
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Dimmi la verità caricheresti la tua adorata Hastil con dell'inchiostro ferrogallico?Rodelinda ha scritto: ↑martedì 15 maggio 2018, 14:59 Ti sei mai chiesto di cosa fosse composto l'inchiostro iperresistente dei manoscritti medioevali, che è ancora perfetto a distanza di secoli, e addirittura può essere recuperato con laser e raggi X quando una pergamena viene abrasa o bruciata?
Il segreto di questa resistenza è appunto l'inchiostro ferrogallico, così chiamato perché è prodotto a partire da limatura di ferro e una grande quantità di tannini estratti dalle noci di galla che si formano sulle querce. A contatto con l'aria questo inchiostro ha una reazione chimica di ossidazione, che lo rende praticamente indelebile e resistente ad acqua, sole, persino combustione.
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Dipende... Se è uno di provata affidabilità, tipo il R&R sali sì (l'ho caricata anche con l'inchiostro borgogna profumato alla rosa, per dire, e non si è danneggiata). Il fatto però è che i ferrogallici perfettamente neri o perfettamente blu non esistono, quindi io non riesco a immaginare una occasione in cui potrebbe servirmi un inchiostro assolutamente indelebile che non sia blu o nero. Più che altro, della combo Hastil-ferrogallico non mi preoccupa tanto il pennino che è d'oro 18 kt, ma la plastica dell'impugnatura che tutti sappiamo essere il punto debole di questa penna.maxpop 55 ha scritto: ↑martedì 15 maggio 2018, 21:15Dimmi la verità caricheresti la tua adorata Hastil con dell'inchiostro ferrogallico?Rodelinda ha scritto: ↑martedì 15 maggio 2018, 14:59 Ti sei mai chiesto di cosa fosse composto l'inchiostro iperresistente dei manoscritti medioevali, che è ancora perfetto a distanza di secoli, e addirittura può essere recuperato con laser e raggi X quando una pergamena viene abrasa o bruciata?
Il segreto di questa resistenza è appunto l'inchiostro ferrogallico, così chiamato perché è prodotto a partire da limatura di ferro e una grande quantità di tannini estratti dalle noci di galla che si formano sulle querce. A contatto con l'aria questo inchiostro ha una reazione chimica di ossidazione, che lo rende praticamente indelebile e resistente ad acqua, sole, persino combustione.
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C'è una distanza abissale fra ferrogallici antichi - ad esempio quelli dei trattati cinquecenteschi, da cui anche alcuni di noi hanno estrapolato ricette per produrli in casa - da usare ovviamente solo con pennini da intinzione, e i ferrogallici stilografici moderni, formulati proprio per essere utilizzati con le nostre beneamate penne. Questi ultimi, se si ha un minimo di cura in più nell'utilizzo, non arrecano danno alcuno a nessun tipo di pennino.
In mezzo ci sono stati, storicamente, i primi ferrogallici prodotti a livello industriale ad inizio del secolo scorso, che erano corrosivi e che tuttavia erano ancora inchiostri per pennini da intinzione, prodotti all'epoca in sottile lamina di metallo e placcati in oro per ovviare l'eccessiva aggressività di quei prodotti. Fino a qualche decennio fa anche alcuni inchiostri stilografici risultavano particolarmente aggressivi sui metalli, ma ormai le formulazioni sono tutte cambiate e, come dicevo, basta usare un po' di buon senso e anche con i ferrogallici moderni si può scrivere senza patemi.
Personalmente ho riscontrato qualche problema in più con gli inchisotri pigmentati, con microparticelle in sospensione, piuttosto che con i ferrogallici stilografici.
In mezzo ci sono stati, storicamente, i primi ferrogallici prodotti a livello industriale ad inizio del secolo scorso, che erano corrosivi e che tuttavia erano ancora inchiostri per pennini da intinzione, prodotti all'epoca in sottile lamina di metallo e placcati in oro per ovviare l'eccessiva aggressività di quei prodotti. Fino a qualche decennio fa anche alcuni inchiostri stilografici risultavano particolarmente aggressivi sui metalli, ma ormai le formulazioni sono tutte cambiate e, come dicevo, basta usare un po' di buon senso e anche con i ferrogallici moderni si può scrivere senza patemi.
Personalmente ho riscontrato qualche problema in più con gli inchisotri pigmentati, con microparticelle in sospensione, piuttosto che con i ferrogallici stilografici.
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Ho letto e sentito che si consiglia di usare il ferrogallico con pennini in oro o almeno di fare molta attenzione ai pennini in acciaio.
Ho usato il Salix con pennino Lamy Z50 per due mesi, e il pennino ha dei residui che non sono venuti via con il semplice bagno di acqua e sapone. Colpa mia, avrei dovuto lavarlo una volta a settimana.
Ho usato il Salix con pennino Lamy Z50 per due mesi, e il pennino ha dei residui che non sono venuti via con il semplice bagno di acqua e sapone. Colpa mia, avrei dovuto lavarlo una volta a settimana.
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Eppero'... io ho una Wing Sung 3008 (quindi col pennino molto simile al Lamy Z50) caricato da un paio di mesi con il KWZ IG Turquoise, e usata saltuariamente (tipo una volta a settimana) e non ha macchie di sorta sul pennino ... quando decidero' di cambiare inchiostro nella penna vedro' se questo vale pure per il fusto trasparente (e' una demonstrator)ClaBluReale ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 11:00 Ho letto e sentito che si consiglia di usare il ferrogallico con pennini in oro o almeno di fare molta attenzione ai pennini in acciaio.
Ho usato il Salix con pennino Lamy Z50 per due mesi, e il pennino ha dei residui che non sono venuti via con il semplice bagno di acqua e sapone. Colpa mia, avrei dovuto lavarlo una volta a settimana.
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Il segreto penso sia usare le penne, non lasciarle inchiostrate per giorni e giorni senza scriverci. In condizioni del genere molti inchiostri possono dare problemi, non solo i ferrogallici, anzi come accennavo i problemi si possono avere a causa dei depositi di particelle in sospensione sia sul pennino sia sull'alimentatore.
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Personalmente uso il Salix da diversi anni e non ho mai riscontrato problemi.
Peraltro tenere una penna inutilizzata e carica per molto tempo è una pratica piuttosto sconsigliabile a presacindere dagli inchiostri.
Ci sono poi inchiostri non ferrogallici che per rimouverli dalle penne dopo un periodo di inutilizzo è dura, come ad esempio il diamine kelly green - bellissimo per inciso - ed il diamine blue black (non ricordo il nome esatto).
Peraltro tenere una penna inutilizzata e carica per molto tempo è una pratica piuttosto sconsigliabile a presacindere dagli inchiostri.
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La penna in questo è proprio la Wing Sung 3008.HoodedNib ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 11:14 Eppero'... io ho una Wing Sung 3008 (quindi col pennino molto simile al Lamy Z50) caricato da un paio di mesi con il KWZ IG Turquoise, e usata saltuariamente (tipo una volta a settimana) e non ha macchie di sorta sul pennino ... quando decidero' di cambiare inchiostro nella penna vedro' se questo vale pure per il fusto trasparente (e' una demonstrator)
Il pennino stock delle 3008 mi faceva pena, quindi ho messo il Lamy Z50. E dire che la penna mi sono premurata di usarla tutti i giorni, anche solo per scriverci la spesa.
Per me, niente più penne a pistone la cui impugnatura o pennino non si possono svitare. Niente più impugnatura e fusto pezzo unico con alimentatore che si incastra solo in un verso e non si può togliere svitando. Non ho proprio più pazienza per certe cose.
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Strano, col Kelly Green non ho avuto problemi. Ce l'ho da un anno, ho quasi sempre una penna inchiostrata con Kelly. E' praticamente acqua verde, si lava via con niente.Orlandoemme ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 12:03 Ci sono poi inchiostri non ferrogallici che per rimouverli dalle penne dopo un periodo di inutilizzo è dura, come ad esempio il diamine kelly green - bellissimo per inciso - ed il diamine blue black (non ricordo il nome esatto).
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Beh se riesci a sganciare il pennino e la sezione dal loro alloggiamento di una 3008 non credo tu abbia grosse difficolta' a pulire il tutto (a meno di casi gravi). Il problema, semmai, e' che non tutte le Wing Sung 3008 vogliono saperne di smontarsi del tutto. E in teoria dovrebbero essere smontabili del tutto a mo di TWSBI (che copiano palesemente)ClaBluReale ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 17:01La penna in questo è proprio la Wing Sung 3008.HoodedNib ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 11:14 Eppero'... io ho una Wing Sung 3008 (quindi col pennino molto simile al Lamy Z50) caricato da un paio di mesi con il KWZ IG Turquoise, e usata saltuariamente (tipo una volta a settimana) e non ha macchie di sorta sul pennino ... quando decidero' di cambiare inchiostro nella penna vedro' se questo vale pure per il fusto trasparente (e' una demonstrator)
Il pennino stock delle 3008 mi faceva pena, quindi ho messo il Lamy Z50. E dire che la penna mi sono premurata di usarla tutti i giorni, anche solo per scriverci la spesa.
Per me, niente più penne a pistone la cui impugnatura o pennino non si possono svitare. Niente più impugnatura e fusto pezzo unico con alimentatore che si incastra solo in un verso e non si può togliere svitando. Non ho proprio più pazienza per certe cose.
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Non sai che calvario per staccare questo alimentatore senza far danni all'impugnatura! Bagno caldo e poi freddo, lasciato asciugare completamente, altro bagno freddo. Guarda. Mai più.HoodedNib ha scritto: ↑mercoledì 16 maggio 2018, 18:07 Beh se riesci a sganciare il pennino e la sezione dal loro alloggiamento di una 3008 non credo tu abbia grosse difficolta' a pulire il tutto (a meno di casi gravi). Il problema, semmai, e' che non tutte le Wing Sung 3008 vogliono saperne di smontarsi del tutto. E in teoria dovrebbero essere smontabili del tutto a mo di TWSBI (che copiano palesemente)
E come hai detto tu per fortuna che questo alimentatore è venuto via. Ho 4 WS 3008, e due riesco a smontarle, ma le altre due non ne vogliono proprio sapere.
E per via di quella bolla d'aria nella plastica dell'alimentatore, l'inchiostro si raccoglie all'interno e non c'è verso di lavarlo via. In sintesi ho speso €2,50 a penna per non usare il pennino di fabbrica e contaminare una bottiglia d'inchiostro quando mi sono accorta del problema dell'alimentatore.
Io queste penne qualche mese fa le consigliavo, ora proprio no.