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da fufluns » martedì 11 aprile 2017, 19:00
Cari amici di penna:
grazie, come sempre, per i gentili complimenti.
Carta e penna sono, come ben dice Ciro, un approccio "alla vecchia maniera", ma nel mio caso carta e penna sono sempre a portata di mano, mentre il computer... e la tastierina elettronica del telefono davvero non é entrata nel mio modo d'essere e la trovo per lo più irritante!
Anche il latino della descrizione é destinato a diventare "vecchia maniera". Sino alla fine di dicembre del 2010, una descrizione (o almeno una descrizione comparativa corta, nota come "diagnosi") era obbligatoria, secondo il Codice di Nomenclatura Botanica, perché una nuova specie di pianta, o alga, fungo o pianta fossile, fosse validamente pubblicata per la scienza. Cosí era dai tempi di Linneo e, sebbene l'obbligo de latino debba essere sembrato un po' irritante a un botanico cinese (con una tradizione botanica e di gergo botanico millenaria), almeno il latino aveva il vantaggio che, essendo una lingua morta, era un idioma di nessuno, senza preferenze. Beh, forse chi usa quotidianamente una lingua romanza é avvantaggiato usando il latino rispetto a chi parli idiomi con radici differenti, ma ció non toglie che il latino era – per la botanica – una lingua neutra.
Dal primo gennaio 2011, il Codice ha stabilito che il latino non é più obbligatorio. Può usarsi, o essere sostituito da una descrizione o una diagnosi in inglese. Come immaginerete, per il latino é finita...
Io lo uso, e miei colleghi all'Orto Botanico Lankester della Universitá di Costa Rica – che lo hanno imparato – lo usano, ma suppongo che siamo tra gli ultimi a sostenere il baluardo della vecchia lingua franca della botanica. L'inglese, non v'é dubbio, é l'idioma più parlato nell'ambito delle scienze, ma ció non toglie che, essendo una lingua viva, é la lingua di qualcuno invece che di qualcun altro. Capisco la mossa, ma non la apprezzo.
Sono un dinosauro...