Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
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- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
Le fatiche di Ercole
« Mehercle!» [“Per Ercole!”, n.d.t.] ho esclamato tra me e me quando ho potuto osservare con attenzione, nella semioscurità di una botteguccia milanese, quella che da subito mi era apparsa come qualcosa di molto diverso dall’ennesima rientrante Waterman laminata - «questa pare proprio la mitica “clava” di Ercole!!». Al solo impugnarla, o meglio, al brandirla, in un baleno ha preso vita dinnanzi a me la statuaria figura dell’Eroe, impegnato a sfidare e sconfiggere gli orribili mostri che l’oracolo di Delfi l’aveva condannato ad affrontare per espiare lo sterminio della propria famiglia ed ottenere l’immortalità…
Ercole e l’Idra di Lerna. La creatura mostruosa (per tradizione familiare, oserei dire, essendo sorella di Cerbero e della Sfinge) viveva in una mefitica palude: essa era velenosa al punto che non solo il suo respiro ed il suo sangue ma persino le sue orme procuravano una morte atroce… [Antonio del Pollaiolo, “Ercole e l’Idra”, ca.1475. Galleria degli Uffizi, Firenze]
In realtà [ma non lo dite a nessuno ] sembra che la nona ed ultimissima testa dell’Idra (quella centrale, immortale) fosse da Ercole trafitta con un giavellotto, perché mulinare la clava e menare mazzate era faticoso anche per lui… Ercole e la liberazione di Prometeo. Giove aveva incatenato il titano Prometeo, reo di aver rubato il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, ad una roccia su un’alta vetta del Caucaso: il supplizio di Prometeo era acuito da un’aquila che gli divorava il fegato che poi di notte ricresceva. Ercole, che si stava riposando tra una fatica e l’altra facendo, come molti di noi quest’estate, una bella escursione in montagna , fu mosso a pietà dalla situazione: così uccise l’aquila con una freccia e liberò Prometeo. Nella foto seguente un frammento della roccia alla quale Prometeo era incatenato e la freccia fatale scagliata da Ercole… Roccia e freccia originali garantite…
Ercole e Anteo. Poiché la forza di Anteo discendeva dal contatto con sua madre Gea (la Terra), Ercole dovette prima deporre la sua mitica clava per poter sollevare dal suolo con ambo le braccia il crudele gigante, privandolo così del suo immenso potere, per poi stritolarlo senza pietà… [Antonio del Pollaiolo, “Ercole e Anteo”, ca.1470. Galleria degli Uffizi, Firenze]
Com’è come non è, lo vedete dall’immagine, l’eroe si era distratto un attimo… Tutto il mondo è paese: non lasciare oggetti di valore incustoditi!!
Beh, adesso la sua mitica clava ce l’ho io…
E per oggi qui mi fermo.
La penna
WATERMAN’S IDEAL SAFETY [12S], rientrante in ebanite nera, laminata in oro 18K.R., caricamento safety, pennino originale Waterman in oro 14 Kt., produzione U.S.A. e Italia, anno 1913. Le Misure
Chiusa: cm. 11,8 Cappuccio: cm. 3,4 Fusto: cm. 12,3 (con pennino estratto di cm. 1,8) Con cappuccio calzato: cm. 15,5 (con pennino estratto di cm. 1,8), misura falsata dal nottolino di caricamento troppo largo.
Diametro massimo (al cappuccio): mm. 13,0
Diametro sezione laminata del fusto: mm. 11,9
Diametro medio all'impugnatura: mm. 10,1
Peso (a vuoto): gr. 16
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 12
Capacità: ml. 1,8 Continua…
« Mehercle!» [“Per Ercole!”, n.d.t.] ho esclamato tra me e me quando ho potuto osservare con attenzione, nella semioscurità di una botteguccia milanese, quella che da subito mi era apparsa come qualcosa di molto diverso dall’ennesima rientrante Waterman laminata - «questa pare proprio la mitica “clava” di Ercole!!». Al solo impugnarla, o meglio, al brandirla, in un baleno ha preso vita dinnanzi a me la statuaria figura dell’Eroe, impegnato a sfidare e sconfiggere gli orribili mostri che l’oracolo di Delfi l’aveva condannato ad affrontare per espiare lo sterminio della propria famiglia ed ottenere l’immortalità…
Ercole e l’Idra di Lerna. La creatura mostruosa (per tradizione familiare, oserei dire, essendo sorella di Cerbero e della Sfinge) viveva in una mefitica palude: essa era velenosa al punto che non solo il suo respiro ed il suo sangue ma persino le sue orme procuravano una morte atroce… [Antonio del Pollaiolo, “Ercole e l’Idra”, ca.1475. Galleria degli Uffizi, Firenze]
In realtà [ma non lo dite a nessuno ] sembra che la nona ed ultimissima testa dell’Idra (quella centrale, immortale) fosse da Ercole trafitta con un giavellotto, perché mulinare la clava e menare mazzate era faticoso anche per lui… Ercole e la liberazione di Prometeo. Giove aveva incatenato il titano Prometeo, reo di aver rubato il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, ad una roccia su un’alta vetta del Caucaso: il supplizio di Prometeo era acuito da un’aquila che gli divorava il fegato che poi di notte ricresceva. Ercole, che si stava riposando tra una fatica e l’altra facendo, come molti di noi quest’estate, una bella escursione in montagna , fu mosso a pietà dalla situazione: così uccise l’aquila con una freccia e liberò Prometeo. Nella foto seguente un frammento della roccia alla quale Prometeo era incatenato e la freccia fatale scagliata da Ercole… Roccia e freccia originali garantite…
Ercole e Anteo. Poiché la forza di Anteo discendeva dal contatto con sua madre Gea (la Terra), Ercole dovette prima deporre la sua mitica clava per poter sollevare dal suolo con ambo le braccia il crudele gigante, privandolo così del suo immenso potere, per poi stritolarlo senza pietà… [Antonio del Pollaiolo, “Ercole e Anteo”, ca.1470. Galleria degli Uffizi, Firenze]
Com’è come non è, lo vedete dall’immagine, l’eroe si era distratto un attimo… Tutto il mondo è paese: non lasciare oggetti di valore incustoditi!!
Beh, adesso la sua mitica clava ce l’ho io…
E per oggi qui mi fermo.
La penna
WATERMAN’S IDEAL SAFETY [12S], rientrante in ebanite nera, laminata in oro 18K.R., caricamento safety, pennino originale Waterman in oro 14 Kt., produzione U.S.A. e Italia, anno 1913. Le Misure
Chiusa: cm. 11,8 Cappuccio: cm. 3,4 Fusto: cm. 12,3 (con pennino estratto di cm. 1,8) Con cappuccio calzato: cm. 15,5 (con pennino estratto di cm. 1,8), misura falsata dal nottolino di caricamento troppo largo.
Diametro massimo (al cappuccio): mm. 13,0
Diametro sezione laminata del fusto: mm. 11,9
Diametro medio all'impugnatura: mm. 10,1
Peso (a vuoto): gr. 16
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 12
Capacità: ml. 1,8 Continua…
Ultima modifica di Musicus il domenica 18 settembre 2016, 14:19, modificato 5 volte in totale.
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Marca e modello
Per la storia del Marchio rimando al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Waterman
Per il modello, si veda il capitolo dedicato:
https://www.fountainpen.it/Waterman_4x
ed anche la mia recensione di una 12S (non laminata):
viewtopic.php?t=10415
Sul sistema di caricamento di sicurezza si consulti:
https://www.fountainpen.it/Safety
Un’ipotesi di datazione
Pur avendo perduto il nottolino di caricamento della Casa (sostituito da uno generico, privo di incisioni, dalla lunghezza inferiore e dal diametro maggiore rispetto all’originale), la penna è indubbiamente una “12S” (ossia 12 “Safety”, rientrante). Non ho ritenuto opportuno, quindi, allegare foto della penna con cappuccio calzato, che seguiranno quando avrò sostituito (o rifilato al tornio) il nottolino.
All'incirca dall'introduzione della 12S avvenuta nel 1907/8 fino al 1912 il nottolino di cui abbiamo parlato era “filettato”, e su di esso si avvitava il cappuccio per manovrare l’estrazione ed il rientro del pennino; e, tuttavia, con tale filettatura il pezzo si rivelò molto delicato e prono a rotture (accidentali o in fase di manutenzione).
Nello stesso periodo, inoltre, il meccanismo interno non elicoidale (per problemi di brevetto fino al 1911) faceva fuoriuscire il pennino “in rotazione”: dopo tale data il pennino uscirà perfettamente diritto, come nella penna in presentazione. Il primo limite temporale è dunque stabilito: 1912.
Per ciò che riguarda l’incisione della Marca sul rivestimento,
WATERMAN’S IDEAL 18 K.R. realizzata dal laminatore (verosimilmente) italiano, vediamo l’evoluzione del Trademark in Italia, ricostruita consultando l’archivio del nostro Wiki:
- il Marchio (Trademark) “WATERMAN’S IDEAL FOUNTAIN PEN N.Y.” fu depositato il 5 novembre 1907 (e registrato il 30 gennaio 1908); - un ulteriore Marchio “WATERMAN’S” venne depositato 16 gennaio 1913 (e registrato il 23 maggio 1913);
- il marchio con il Globo (Ideal), il mappamondo [@Simone, il Marchio è attualmente salvato “sottosopra” nel Wiki] fu depositato il 17 marzo 1915 (e registrato l’8 giugno 1915). Dopo tale data (quindi dalla metà del 1915) le laminature dovrebbero avere anche il Globo e, viceversa, le penne laminate in Italia prima di quella data, dovrebbero non averlo.
Quindi la finestra temporale dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) andare dal 1912 alla metà del 1915.
La laminatura
La penna presenta una peculiarità che potrebbe farla rientrare nel novero dei primi rivestimenti a marchio Waterman’s eseguiti in Italia.
La laminatura, in oro 18K.R., lascia scoperta la sommità del cappuccio (testina) e la parte del fusto in ebanite posta immediatamente al di sotto del cappuccio avvitato. Dalle mie ricerche risulterebbe che Waterman, almeno in Italia, adottò questa tipologia di rivestimento, che definirei “parziale”, solo in alcune delle primissime lavorazioni commissionate/autorizzate, e poi sostanzialmente la abbandonò.
La splendida decorazione a “corteccia d’albero”, del tutto inusuale, così come l’artistica “irregolarità” del disegno farebbero pensare ad una lavorazione (o almeno ad una estesa, non comune “rifinitura”) eseguita a mano da un maestro incisore.
La riproduzione artistica di una nodosa corteccia d’albero sull’oro della laminatura, ben si accosta in questa reinterpretazione stilografica della “clava erculea” alla denominazione stessa che l’Italiano ha dato del materiale originale della stilografica, quella “black hard rubber” (B.H.R. gomma dura vulcanizzata nera) da noi ribattezzata “ebanite”, in onore del suo colore profondo tipico dell’omonimo legno esotico...
Conclusioni
Non mi resta che mostrare il classico pennino Waterman Ideal New York #2 ed il suo superlativo alimentatore a cucchiaio (in ebanite anch’esso) impegnati in fase di scrittura…
E’ il primo pennino della mia pattuglia di Waterman perennemente in uso (ogni altro Marchio surclassato!) che abbia un tratto più abbondante di F: la scorrevolezza ultraterrena (visto il riferimento mitologico non poteva essere altrimenti) e la libidinosa flessibilità fanno della penna l’“ideale” per le firme, oltre che per un buon quarto d’ora di conversazione…
Come di consueto, ormai, desidero congedarmi con un’ultima foto che oggi dedicherò all’amico Luigi, che in un suo recente post ha ottimamente recensito una Parker JackKnife (“coltello a serramanico”), ambientandola perfidamente nel cortile di una scuola elementare al momento della merenda…
La mia “Clava di Ercole” si trova (meno provocatoriamente) in ottima compagnia sull’incisione “Battaglia di uomini nudi”: anch’essa opera di Antonio del Pollaiolo, circa 1470, esemplare del Museum of Art di Cleveland. Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
Per la storia del Marchio rimando al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Waterman
Per il modello, si veda il capitolo dedicato:
https://www.fountainpen.it/Waterman_4x
ed anche la mia recensione di una 12S (non laminata):
viewtopic.php?t=10415
Sul sistema di caricamento di sicurezza si consulti:
https://www.fountainpen.it/Safety
Un’ipotesi di datazione
Pur avendo perduto il nottolino di caricamento della Casa (sostituito da uno generico, privo di incisioni, dalla lunghezza inferiore e dal diametro maggiore rispetto all’originale), la penna è indubbiamente una “12S” (ossia 12 “Safety”, rientrante). Non ho ritenuto opportuno, quindi, allegare foto della penna con cappuccio calzato, che seguiranno quando avrò sostituito (o rifilato al tornio) il nottolino.
All'incirca dall'introduzione della 12S avvenuta nel 1907/8 fino al 1912 il nottolino di cui abbiamo parlato era “filettato”, e su di esso si avvitava il cappuccio per manovrare l’estrazione ed il rientro del pennino; e, tuttavia, con tale filettatura il pezzo si rivelò molto delicato e prono a rotture (accidentali o in fase di manutenzione).
Nello stesso periodo, inoltre, il meccanismo interno non elicoidale (per problemi di brevetto fino al 1911) faceva fuoriuscire il pennino “in rotazione”: dopo tale data il pennino uscirà perfettamente diritto, come nella penna in presentazione. Il primo limite temporale è dunque stabilito: 1912.
Per ciò che riguarda l’incisione della Marca sul rivestimento,
WATERMAN’S IDEAL 18 K.R. realizzata dal laminatore (verosimilmente) italiano, vediamo l’evoluzione del Trademark in Italia, ricostruita consultando l’archivio del nostro Wiki:
- il Marchio (Trademark) “WATERMAN’S IDEAL FOUNTAIN PEN N.Y.” fu depositato il 5 novembre 1907 (e registrato il 30 gennaio 1908); - un ulteriore Marchio “WATERMAN’S” venne depositato 16 gennaio 1913 (e registrato il 23 maggio 1913);
- il marchio con il Globo (Ideal), il mappamondo [@Simone, il Marchio è attualmente salvato “sottosopra” nel Wiki] fu depositato il 17 marzo 1915 (e registrato l’8 giugno 1915). Dopo tale data (quindi dalla metà del 1915) le laminature dovrebbero avere anche il Globo e, viceversa, le penne laminate in Italia prima di quella data, dovrebbero non averlo.
Quindi la finestra temporale dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) andare dal 1912 alla metà del 1915.
La laminatura
La penna presenta una peculiarità che potrebbe farla rientrare nel novero dei primi rivestimenti a marchio Waterman’s eseguiti in Italia.
La laminatura, in oro 18K.R., lascia scoperta la sommità del cappuccio (testina) e la parte del fusto in ebanite posta immediatamente al di sotto del cappuccio avvitato. Dalle mie ricerche risulterebbe che Waterman, almeno in Italia, adottò questa tipologia di rivestimento, che definirei “parziale”, solo in alcune delle primissime lavorazioni commissionate/autorizzate, e poi sostanzialmente la abbandonò.
La splendida decorazione a “corteccia d’albero”, del tutto inusuale, così come l’artistica “irregolarità” del disegno farebbero pensare ad una lavorazione (o almeno ad una estesa, non comune “rifinitura”) eseguita a mano da un maestro incisore.
La riproduzione artistica di una nodosa corteccia d’albero sull’oro della laminatura, ben si accosta in questa reinterpretazione stilografica della “clava erculea” alla denominazione stessa che l’Italiano ha dato del materiale originale della stilografica, quella “black hard rubber” (B.H.R. gomma dura vulcanizzata nera) da noi ribattezzata “ebanite”, in onore del suo colore profondo tipico dell’omonimo legno esotico...
Conclusioni
Non mi resta che mostrare il classico pennino Waterman Ideal New York #2 ed il suo superlativo alimentatore a cucchiaio (in ebanite anch’esso) impegnati in fase di scrittura…
E’ il primo pennino della mia pattuglia di Waterman perennemente in uso (ogni altro Marchio surclassato!) che abbia un tratto più abbondante di F: la scorrevolezza ultraterrena (visto il riferimento mitologico non poteva essere altrimenti) e la libidinosa flessibilità fanno della penna l’“ideale” per le firme, oltre che per un buon quarto d’ora di conversazione…
Come di consueto, ormai, desidero congedarmi con un’ultima foto che oggi dedicherò all’amico Luigi, che in un suo recente post ha ottimamente recensito una Parker JackKnife (“coltello a serramanico”), ambientandola perfidamente nel cortile di una scuola elementare al momento della merenda…
La mia “Clava di Ercole” si trova (meno provocatoriamente) in ottima compagnia sull’incisione “Battaglia di uomini nudi”: anch’essa opera di Antonio del Pollaiolo, circa 1470, esemplare del Museum of Art di Cleveland. Grazie per l'attenzione!!
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
Originalissima presentazione, originale e coinvolgente al massimo grado.
L'ho letta e guardata con grande attenzione ammirando anche i rimandi al Pollaiolo.
La lavorazione della laminatura, pur non essendo un esperto, la trovo veramente particolare, un esemplare ancora più unico del solito.
Poi la tua "ipotesi di datazione" è una lezione di filologia applicata.
Insomma, caro Giorgio, ogni volta ti superi, e ogni volta è arduo capire come tu faccia.
Grazie.
Michele
L'ho letta e guardata con grande attenzione ammirando anche i rimandi al Pollaiolo.
La lavorazione della laminatura, pur non essendo un esperto, la trovo veramente particolare, un esemplare ancora più unico del solito.
Poi la tua "ipotesi di datazione" è una lezione di filologia applicata.
Insomma, caro Giorgio, ogni volta ti superi, e ogni volta è arduo capire come tu faccia.
Grazie.
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
Bravo Giorgio, penna bellissima e rara...
Secondo me però si potrebbe trattare di una Waterman 42 con rivestimento originale U.S.A ...
Negli States infatti intorno alla metá degli anni '20 fu in gran voga il decoro a corteccia d' albero,
detto "tree trunk pattern", che fu abbondantemente usato non solo dalla Waterman ma anche da Wahl,
Parker ed altri produttori d'oltre oceano...
Questo spiegherebbe anche l'assenza, davvero insolita, di marchi italiani, e quel cap top scoperto,
altrettanto insolito nei rivestimenti nostrani...
È solo una mia ipotesi, beninteso... Ciao, Max
Secondo me però si potrebbe trattare di una Waterman 42 con rivestimento originale U.S.A ...
Negli States infatti intorno alla metá degli anni '20 fu in gran voga il decoro a corteccia d' albero,
detto "tree trunk pattern", che fu abbondantemente usato non solo dalla Waterman ma anche da Wahl,
Parker ed altri produttori d'oltre oceano...
Questo spiegherebbe anche l'assenza, davvero insolita, di marchi italiani, e quel cap top scoperto,
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" La gloria di Colui che tutto move
per l'Universo penetra e risplende
in una parte più, e meno altrove..."
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Giorgio complimenti però...... mica ti offendi vero se mi fido più di Max ......
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Giorgio grazie per la dedica, ma sopratutto per la bellissima presentazione, come sempre ricca di dati, informazioni, interrogativi e spunti di riflessione
Luigi
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
A costo di sembrare ripetitivo, rinnovo una volta di più i miei complimenti per le tue recensioni fantastiche
La penna è bellissima, ma da te ormai non ci aspettiamo niente di meno
La penna è bellissima, ma da te ormai non ci aspettiamo niente di meno
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Recensione veramente bella, c'è un pò di tutto in questa storia, per me che sono un novellino un oggetto del genere è fuori budget ma è sempre bello vederne e condividere con altri la stessa sensazione che si ha quando si trova una nuova penna, invidio molto questi pennini antichi con una flessibilità marcata, sarei curioso di provarne prima o poi, ma sto imparando a non avere fretta!
che dire... qui ne vogliamo ancora!
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Certo che non mi offendo, Fabrizio!!fab66 ha scritto:Giorgio complimenti però...... mica ti offendi vero se mi fido più di Max ......
Magari avesse ragione Max anche stavolta, come sempre: la penna laminata da Waterman negli States varrebbe 10 volte tanto quella laminata da noi, come ben sai...
Giorgio
P.s.: ora rispondo a lui.
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Grazie di cuore, caro Max!!!maxpen2012 ha scritto:Bravo Giorgio, penna bellissima e rara...
Secondo me però si potrebbe trattare di una Waterman 42 con rivestimento originale U.S.A ...
Negli States infatti intorno alla metá degli anni '20 fu in gran voga il decoro a corteccia d' albero,
detto "tree trunk pattern", che fu abbondantemente usato non solo dalla Waterman ma anche da Wahl,
Parker ed altri produttori d'oltre oceano...
Questo spiegherebbe anche l'assenza, davvero insolita, di marchi italiani, e quel cap top scoperto,
altrettanto insolito nei rivestimenti nostrani...
È solo una mia ipotesi, beninteso...
Ciao, Max
Il punzone del rivestimento 18 K.R. sembrerebbe proprio esclusivamente italiano come anche da WIKI
http://www.fountainpen.it/Karat_Rolled
e non riconducibile agli Stati Uniti che usavano “rolled gold” e “gold filled”, ma non mi sembra sulle Waterman più antiche, dove vedo spesso
WATERMAN'S IDEAL FOUNTAI PEN
e nient'altro. Ma forse mi sfugge qualcosa...
E' per questo motivo che ho avanzato le mie ipotesi.
A questo indirizzo
http://www.nycpens.com/rare_pens.html
è presente il modello meglio fotografato dei rivestimenti “trunk tree” da te citati: una #452 (rivestita in argento) definita forse un poco enfaticamente “the rarest of rare pens” (questa è per Fab, non per te ) Vi si possono rinvenire dei caratteri comuni con la mia laminatura, ma i (linfo)nodi del legno sono invero un poco inquietanti (forse peste bubbonica?!).
Ora sarebbe di grande aiuto conoscere la data di introduzione della punzonatura 18 K.R. in Italia, per ricalibrare, se del caso, la mia ipotesi di datazione.
Ti prego, caro Max, di continuare questa bellissima discussione fino al raggiungimento di una ipotesi di attribuzione e di datazione che ti convinca appieno!!
P.s.: ero sicuro che tu avessi in casa una delle 50 incisioni conosciute del Pollaiolo, ma forse sei “geloso”…
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Caro Michele, non posso che ringraziarti nuovamente per le tue belle parole!!nacanco ha scritto:Originalissima presentazione, originale e coinvolgente al massimo grado.
L'ho letta e guardata con grande attenzione ammirando anche i rimandi al Pollaiolo.
La lavorazione della laminatura, pur non essendo un esperto, la trovo veramente particolare, un esemplare ancora più unico del solito.
Poi la tua "ipotesi di datazione" è una lezione di filologia applicata.
Insomma, caro Giorgio, ogni volta ti superi, e ogni volta è arduo capire come tu faccia.
Grazie.
Michele
E' l'ennesimo contributo tutt'altro che conclusivo sull'argomento, ma sinceramente appassionato: basta rinunciare un paio di sere alla TV...
Giorgio
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Ti ringrazio per l'apprezzamento, Gion, e spero che la tua curiosità ti porti col tempo a tante belle scoperte!!johnRbray ha scritto:Recensione veramente bella, c'è un pò di tutto in questa storia, per me che sono un novellino un oggetto del genere è fuori budget ma è sempre bello vederne e condividere con altri la stessa sensazione che si ha quando si trova una nuova penna, invidio molto questi pennini antichi con una flessibilità marcata, sarei curioso di provarne prima o poi, ma sto imparando a non avere fretta!
che dire... qui ne vogliamo ancora!
Giorgio
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Grazie Luigi, i tuoi complimenti mi fanno particolarmente piacere!!lucre ha scritto:Giorgio grazie per la dedica, ma sopratutto per la bellissima presentazione, come sempre ricca di dati, informazioni, interrogativi e spunti di riflessione
Come vedi, in ogni caso la curiosità ci spinge fin dove possiamo giungere con le nostre forze: poi è indispensabile l'aiuto di chi generosamente è disposto a condividere la propria conoscenza. Ed è anche per questo che il nostro Forum è davvero un gran bel posto dove ritrovarsi!!
Giorgio
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
Beh, A, con tutte le "libere interpretazioni" delle vicende del povero Ercole, la recensione ha finito davvero per diventare "fantastica", ma in ben altro senso...muristenes ha scritto:A costo di sembrare ripetitivo, rinnovo una volta di più i miei complimenti per le tue recensioni fantastiche
La penna è bellissima, ma da te ormai non ci aspettiamo niente di meno
Grazie di cuore!!
Giorgio
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WATERMAN Safety “Clava di Ercole”- 1913
Davvero godibile questa recensione che unisce alla consueta cura nei dettagli un insolito aspetto ludico. Mi piace il contrasto tra il rude aspetto maschio di questa penna e il suo animo delicatamente flex. Felice di averla conosciuta!