le penne me le faccio da me (anche)
Inviato: sabato 28 aprile 2018, 21:22
Bene, come promesso nella mia presentazione (o forse... come minacciato) ardisco presentarvi alcune penne che ho tentato di costruire; inizio dalla prima realizzata:
corpo in metacrilato, finiture in "raffinato" ottone (inizialmente pensavo di realizzarle in oro, ma poi l'idea di produrre trucioli d'oro mi ha fatto rabbrividire!), pennino, alimentatore e sezione sono Dupont Fidelio (roba di lusso, eh, mica bruscolini). Ottone e metacrilato sono uniti insieme tramite colla epossidica. Alimentazione a cartuccia, scelta sia perchè mi interessava l'aspetto estetico della penna, più che quello funzionale, sia perchè ritengo che la tecnica siringa più cartuccia sia la più pragmatica (la prima legge della meccanica dice: quello che non c'è non si rompe. Il corollario a questa legge aggiunge: e non si deve fare la fatica di costruirlo). Lunghezze: 130/143 Io la vedo un po' sproporzionata: il pennino è piccolo se confrontato con la sua sezione e col fusto (fusto che ho obbligatoriamente dovuto adattare alle dimensioni della sezione). Probabilmente avrei dovuto avere il coraggio di snellire la sezione al tornio, ma di ciò me ne sono reso conto solo a penna finita: e, d'altra parte, ci voleva troppo coraggio per mettere mano a un pennino di cotanto nome! Ne faccio tesoro per il futuro, se ci sarà.
Altro difetto, non ho lucidato a sufficenza le parti in ottone che connettono fusto e cappuccio, e si vedono i segni dell'utensile: a mia discolpa posso dire che a penna in mano si notano molto meno e probabilmente fotografando con un illuminazione più diffusa si vedrebbero meno anche in fotografia. Altro tesoro.
hey, quando scrivevo di voler realizzare le finiture in oro ovviamente scherzavo: e come lo acquistavo il lingottino d'oro? Seriamente, invece, ho pensato che potesse valer la pena far dorare le parti metalliche: ma ho scoperto, andando in un paio di oreficerie, che la doratura spicciola, cioè non su grossi volumi industriali, non si usa più: vuoi per le attuali restrittive norme sull'igiene del lavoro (pare che nella doratura dei metalli si usi anche l'arsenico), vuoi per la diminuita richiesta (pare che oggi, tutti ricchi, si snobbi la doratura), gli orefici non forniscono più questo servizio (dalle mie parti, almeno).
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Quarta realizzazione (le altre, se il vostro buon cuore me lo permetterà, le presenterò in un post futuro): avendo trovato per caso tra i rifiuti un pezzo di lastra di tela bachelizzata, mi è venuta voglia di vedere come si presentasse la tessitura di tale materiale, quando tornito; per esaltare tale effetto, ho optato per una forma essenziale, cilindrica, senza nessuna rastrematura. Per la stessa ragione non ho applicato alcun fermaglio. Il risultato a me sembra gradevole, e a voi? Poichè non mi piaceva la discontinuità tra fusto e sezione, necessaria però per avere fusto e cappuccio dello stesso diametro, ho realizzato un "coprisezione" in metacrilato: così, se si scrive impugnando la penna in prossimità del pennino (io preferisco impugnarla in alto, come fosse un pennello), è sufficente, dopo aver svitato il cappuccio, avvitare la coprisezione al posto di questo. L'importante, per un corretto uso della penna raccordata, è non smarrire la coprisezione!
Il pennino è Kaweco, scelto perchè aveva la sezione molto sottile (diametro di soli 6.7 mm); le lunghezze sono 140/133, il diametro 13mm Non so se sono un bravo tornitore, ma di sicuro come fotografo sono un cane! Perdonatemi (no, non è vero, la colpa è tutta di quel catorcio di fotocamera che uso)
Vi ringrazio per l'attenzione e, come disse Lennon alla fine del Rooftop Concert, "I'd like to say thankyou on behalf of the group and ourselves and I hope we passed the audition"
corpo in metacrilato, finiture in "raffinato" ottone (inizialmente pensavo di realizzarle in oro, ma poi l'idea di produrre trucioli d'oro mi ha fatto rabbrividire!), pennino, alimentatore e sezione sono Dupont Fidelio (roba di lusso, eh, mica bruscolini). Ottone e metacrilato sono uniti insieme tramite colla epossidica. Alimentazione a cartuccia, scelta sia perchè mi interessava l'aspetto estetico della penna, più che quello funzionale, sia perchè ritengo che la tecnica siringa più cartuccia sia la più pragmatica (la prima legge della meccanica dice: quello che non c'è non si rompe. Il corollario a questa legge aggiunge: e non si deve fare la fatica di costruirlo). Lunghezze: 130/143 Io la vedo un po' sproporzionata: il pennino è piccolo se confrontato con la sua sezione e col fusto (fusto che ho obbligatoriamente dovuto adattare alle dimensioni della sezione). Probabilmente avrei dovuto avere il coraggio di snellire la sezione al tornio, ma di ciò me ne sono reso conto solo a penna finita: e, d'altra parte, ci voleva troppo coraggio per mettere mano a un pennino di cotanto nome! Ne faccio tesoro per il futuro, se ci sarà.
Altro difetto, non ho lucidato a sufficenza le parti in ottone che connettono fusto e cappuccio, e si vedono i segni dell'utensile: a mia discolpa posso dire che a penna in mano si notano molto meno e probabilmente fotografando con un illuminazione più diffusa si vedrebbero meno anche in fotografia. Altro tesoro.
hey, quando scrivevo di voler realizzare le finiture in oro ovviamente scherzavo: e come lo acquistavo il lingottino d'oro? Seriamente, invece, ho pensato che potesse valer la pena far dorare le parti metalliche: ma ho scoperto, andando in un paio di oreficerie, che la doratura spicciola, cioè non su grossi volumi industriali, non si usa più: vuoi per le attuali restrittive norme sull'igiene del lavoro (pare che nella doratura dei metalli si usi anche l'arsenico), vuoi per la diminuita richiesta (pare che oggi, tutti ricchi, si snobbi la doratura), gli orefici non forniscono più questo servizio (dalle mie parti, almeno).
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Quarta realizzazione (le altre, se il vostro buon cuore me lo permetterà, le presenterò in un post futuro): avendo trovato per caso tra i rifiuti un pezzo di lastra di tela bachelizzata, mi è venuta voglia di vedere come si presentasse la tessitura di tale materiale, quando tornito; per esaltare tale effetto, ho optato per una forma essenziale, cilindrica, senza nessuna rastrematura. Per la stessa ragione non ho applicato alcun fermaglio. Il risultato a me sembra gradevole, e a voi? Poichè non mi piaceva la discontinuità tra fusto e sezione, necessaria però per avere fusto e cappuccio dello stesso diametro, ho realizzato un "coprisezione" in metacrilato: così, se si scrive impugnando la penna in prossimità del pennino (io preferisco impugnarla in alto, come fosse un pennello), è sufficente, dopo aver svitato il cappuccio, avvitare la coprisezione al posto di questo. L'importante, per un corretto uso della penna raccordata, è non smarrire la coprisezione!
Il pennino è Kaweco, scelto perchè aveva la sezione molto sottile (diametro di soli 6.7 mm); le lunghezze sono 140/133, il diametro 13mm Non so se sono un bravo tornitore, ma di sicuro come fotografo sono un cane! Perdonatemi (no, non è vero, la colpa è tutta di quel catorcio di fotocamera che uso)
Vi ringrazio per l'attenzione e, come disse Lennon alla fine del Rooftop Concert, "I'd like to say thankyou on behalf of the group and ourselves and I hope we passed the audition"