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Inchiostro nero che diventa rosso col tempo.

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scaforchio
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Inchiostro nero che diventa rosso col tempo.

Messaggio da scaforchio »

Volevo chiedere agli esperti di inchiostri se è normale che una scritta con inchiostro nero tenda a diventare rossastra col passare del tempo.
Guardando il diploma di laurea appeso alla parete (che ormai ha più di vent'anni) ho notato che due delle tre firme presenti sono ormai scolorite e diventate rossicce.
Che voi sappiate c'è un inchiostro particolare che ha questo problema o tutti gli inchiostri tendono a virare al rosso?
Esiste qualche inchiostro che non presenta questo problema?
Pietro

Io sono vivo, ma non vivo perchè respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.
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Messaggio da Rampa »

Se le firme sono state fatte con una penna biro, il fenomeno dello scolorimento è ampiamente prevedibile e purtroppo normale, in quanto non è normalmente contemplata la proprietà indelebile. Se invece è stato usato inchiostro stilo, sarebbe invece più normale assistere ad un graduale scolorimento senza particolari viraggi. Quel che farei in ogni caso è togliere dalla parete l'originale, magari sostituendolo con una buona copia, e riporlo in luogo buio e fresco, magari dentro una buona cartellina che ne riduca anche il contatto con l'aria.
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scaforchio
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Messaggio da scaforchio »

Rampa ha scritto:Se le firme sono state fatte con una penna biro, il fenomeno dello scolorimento è ampiamente prevedibile e purtroppo normale, in quanto non è normalmente contemplata la proprietà indelebile. Se invece è stato usato inchiostro stilo, sarebbe invece più normale assistere ad un graduale scolorimento senza particolari viraggi. Quel che farei in ogni caso è togliere dalla parete l'originale, magari sostituendolo con una buona copia, e riporlo in luogo buio e fresco, magari dentro una buona cartellina che ne riduca anche il contatto con l'aria.
Purtroppo non so come sono state apposte le firme, anche se dallo spessore e dalla varietá del tratto sembrerebbero stilografiche. Non è che mi preoccupi troppo l'incolumitá del diploma. La mia è più che altro curiositá sulla durata nel tempo degli inchiostri.
Pietro

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Messaggio da Rampa »

La durata degli inchiostri è variabilissima e comunque vale il principio che tutti si scolorino in misura maggiore o minore sotto l'azione della luce e dell'aria, alcuni addirittura tendono a scomparire anche se i documenti sono al chiuso. In questo caso "scripta manent", ma non in eterno (normalmente una ventina d'anni). Tra i peggiori inchiostri che si alterano nel giro di qualche anno, se non di alcuni mesi, sono quelli dei pennarelli usati spesso a mo' di penna, in questo caso ho assistito spesso ad un viraggio tendente al rosso.
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vikingo60
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Messaggio da vikingo60 »

Concordo con il consiglio dell'amico Rampa:il sole che entra e batte sulla parete dove è appeso il diploma di laurea qualche danno lo fa comunque;quanto al viraggio al rosso del colore nero,si verifica col tempo proprio con i raggi ultravioletti.Invece i colori blu tendono a sbiadire,divenendo sempre più chiari.Concordo anche sulla maggiore deteriorabilità dell'inchiostro biro,che a differenza di quello stilografico è a base grassa.
Si è sempre pensato che l'inchiostro biro fosse resistente all'acqua;infatti con l'alcool scoloriva facilmente.
Di recente però,come ho detto altrove,sono stato sorpreso dalla pioggia con in mano fogli scritti con penna biro,e lo scolorimento,anche se minore,c'è stato ugualmente.
Alessandro
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Syrok
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Messaggio da Syrok »

Scusate ma per quanto riguarda gli inchiostri con pigmenti tipo quelli della Sailor che dovrebbero essere indelebili e adatti a documenti ufficiali questo scolorimento avviene lo stesso (magari in un periodo maggiore) o non avviene proprio?
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vikingo60
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Messaggio da vikingo60 »

In linea di massima non dovrebbe avvenire in quanto gli inchiostri con queste caratteristiche hanno delle specifiche particolari e dovrebbero essere certificati.
Alessandro
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Syrok
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Messaggio da Syrok »

Grazie per la risposta effettivamente ripensandoci di solito i Giapponesi sono abbastanza pignoli su queste faccende e quindi immagino che se dicono che un inchiostro è indelebile vipossono mettere la mano sul fuoco.
Ho letto nel forum che questi inchiostri intasano più facilmente i canali per evitare questo basta una pulizia più frequente o ci sono accorgimenti ti diversi da utilizzare?
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Messaggio da Monet63 »

Lo scolorimento e/o viraggio avviene più frequentemente in caso di neri composti (esempio, un nero composto da magenta, giallo e ciano sarà meno stabile di un nero composto da un solo colorante). Gli inchiostri monopigmento, specialmente se a base di pigmenti al carbone, sono invece incredibilmente stabili. L'assoluta stabilità di determinati pigmenti (come le terre naturali, il carbone e tanti altri) sono oggetto di studio approfondito, ancora oggi, specialmente nell'ambito dei materiali per belle arti che - per loro natura - DEVONO essere assolutamente stabili (grado 7-8 della BWS - Blue Wool Scale).
Un inchiostro nero composto che vira al rosso ha, probabilmente, perso buona parte della componente ciano, che a quel punto deve PER FORZA far parte della miscela. Il ciano, che è tra i pigmenti organici sintetici più robusti, lo è molto meno se sottoforma di colorante. Ad esempio, in una foto vecchia, esposta alla luce diretta, è solitamente il primo colorante a "fuggire". Gli inchiostri a base di pigmenti non sono comunissimi; la maggior parte è composta da coloranti che, andando in soluzione, non costituiscono un rischio per le nostre stilografiche. Lo scotto da pagare, tranne pochissimi casi, è una resistenza alla luce limitata che, in condizioni standard, non è un problema perché gli scritti non vengono normalmente esposti alla luce come i dipinti.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da grafomane »

Rampa ha scritto:La durata degli inchiostri è variabilissima e comunque vale il principio che tutti si scolorino in misura maggiore o minore sotto l'azione della luce e dell'aria, alcuni addirittura tendono a scomparire anche se i documenti sono al chiuso. In questo caso "scripta manent", ma non in eterno (normalmente una ventina d'anni).
Ma allora manoscritti e libri antichi, che hanno resistito per secoli, con che inchiostro erano scritti? E perché, con tutto lo spreco di tecnologia al quale assistiamo, non vengono creati inchiostri capaci di durare altrettanto?
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rolex hunter
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Messaggio da rolex hunter »

grafomane ha scritto: Ma allora manoscritti e libri antichi, che hanno resistito per secoli, con che inchiostro erano scritti?
Inchiostro ferro gallico (cerca questo argomento qui e, più in generale, su google) che, come tutte le cose di questo mondo, ha sia dei pro che dei contro

grafomane ha scritto: E perché, con tutto lo spreco di tecnologia al quale assistiamo, non vengono creati inchiostri capaci di durare altrettanto?
Lo sviluppo di un prodotto presuppone una necessità, oppure la possibilità di avere un ritorno economico dai costi di ricerca e sviluppo.

E comunque, ci sono (presumibilmente..... potremo esserne veramente sicuri solo tra un centinaio di anni)
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

rolex hunter ha scritto: Lo sviluppo di un prodotto presuppone una necessità, oppure la possibilità di avere un ritorno economico dai costi di ricerca e sviluppo.
Questa è una grande verità. Oggi il mondo delle belle arti non avrebbe molti dei pigmenti di cui può disporre se l'industria automobilistica non ne avesse sentito la necessità in grandi quantità. Ad esempio, se non ci fosse stata la Ferrari (ma non solo), Basf non avrebbe mai inventato il Rosso Pyrrolo (il gioco non sarebbe valso la candela), un pigmento dalla resistenza alla luce pressoché assoluta e non tossico.
rolex hunter ha scritto:E comunque, ci sono (presumibilmente..... potremo esserne veramente sicuri solo tra un centinaio di anni)
Possiamo esserne sicuri anche adesso. Le sostanze coloranti, specialmente i pigmenti ma anche i coloranti propriamente detti, sono oggetto di studio e test approfonditissimi e costanti, specialmente nel settore delle belle arti e del restauro, e in tal senso sono stati creati vari standard, ai quali aderiscono sostanzialmente tutti i produttori che ci tengano ad avere un mercato.
Il nostro problema è che usiamo principalmente soluzioni di coloranti, che sono incredibilmente meno resistenti alla luce dei pigmenti. Un colorante che sia anche resistente alla luce è davvero problematico da ottenere...
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Messaggio da efreddi »

grafomane ha scritto: ... E perché, con tutto lo spreco di tecnologia al quale assistiamo, non vengono creati inchiostri capaci di durare altrettanto?

Esistono gia' gli inchiostri a micropigmenti che offrono la massima durata nel tempo. Per citarne qualcuno: Rohrer&Klingner serie Dokumentus, il Sailor Kiwa-Guro, Noodler's bullet proof (non so se a micropigmenti), e altri, basta cercare un pochino. Purtroppo sono preparati con tecnologie piu' soffisticate degli inchistri normali e ovviamente le aziende se li fanno pagare per bene.

Se vuoi approfondire il discorso sulla durata nel tempo, prova a cercare con google qualche "window test", cioe' l'esposizione alla luce solare di una pagina scritta (un esempio di invecchiamento accelerato), pochi inchiostri si salvano (quelli a micropigmenti).
Poi non c'e' da dimenticare il supporto su cui si scrive: una carta carica di sbiancanti chimici non aiuta certo alla lunga conservazione.




Elia
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