Inchiostro nero blu Aurora un po' datato
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Inchiostro nero blu Aurora un po' datato
Ciao a tutti! Sono entrata da poco nel mondo delle stilografiche – finalmente una settimana fa ho acquistato una Lamy Safari con pennino M che attualmente uso con una boccetta di nero Aurora e di Rustic Brown Diamine Proprio pochi minuti fa ho ritrovato una boccetta piena a metà di blu nero Aurora appartenente probabilmente a mio nonno e in disuso da decenni... Secondo voi è utilizzabile? Grazie a tutti
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Io non la userei neppure sotto tortura e nemmeno su una safety che normalmente digerisce qualunque cosa...
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Ah, buono a sapersi e come mai? chiedo chiarimenti proprio perché non so nulla del deterioramento degli inchiostri!Corvogiallo ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 15:47 Io non la userei neppure sotto tortura e nemmeno su una safety che normalmente digerisce qualunque cosa...
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Io proverei subito usando una penna di vetro o un pennino calligrafico... curioso di sapere se le caratteristiche dell inchiostro sono rimaste ... se lo fai posta un esempio !!!
STEFANO
Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
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Potrebbe anche non essere successo niente ma potrebbe anche benissimo intasarti una penna. E' difficile capire cosa possa essere successo nel frattempo ad un inchiostro cosi' vecchio, ossidazione, microcoaguli e via dicendo sopratutto ora che la boccetta e' rimasta aperta per molto. Potrebbe essere ancora un inchiostro buono ma perche' rischiare?giulsina ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 15:52Ah, buono a sapersi e come mai? chiedo chiarimenti proprio perché non so nulla del deterioramento degli inchiostri!Corvogiallo ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 15:47 Io non la userei neppure sotto tortura e nemmeno su una safety che normalmente digerisce qualunque cosa...
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Inchiostro nero blu Aurora un po' datato
Guardate che NON E' un blu/nero: Aurora ha iniziato a produrre il blu/nero solamente da un paio d'anni.
Questo è lo storico blu Aurora (più o meno equivalente al loro attuale blu), era in produzione negli anni '50/'60, sia in boccette che in cartucce (quelle che montavano le Duocart). Mi pare si chiamasse così proprio per la maggiore "fluidità" (paragonata agli inchiostri di allora, ovviamente, che erano più densi di quelli attuali: poi non saprei quanto ci fosse di vero e quanto di commerciale).
Io ero piccolo piccolo allora... Ma lo ricordo benissimo. Ne ho anch'io una boccetta ancora quasi piena e qualche scatola di cartucce.
Detto questo, direi di conservare religiosamente la boccetta (non foss'altro che per il valore collezionistico), e quanto all'utilizzo... Concorderei nel non rischiare troppo. L'inchiostro più a rischio di grumi e simili è il nero, il blu fra i colori è il più sicuro, ma comunque...
Io comunque un tentativo lo farei, visto che usi una penna a converter e, all'occorrenza, totalmente e facilmente smontabile per la pulizia. Procurati una siringa, preleva qualche goccia di inchiostro (diciamo i 2/3 della capacità del converter), e nel contempo vedi se vengono aspirati dei grumi (peraltro dovrebbe essere lo stesso ago a bloccarli). Se è tutto a posto siringa l'inchiostro nel converter. Poi preleva un po' di acqua (il restante 1/3) e metti anche quella nel converter (la diluizione serve perché oramai l'inchiostro è troppo denso e scuro).
Prova l'intruglio magico e facci sapere.
Avresti l'emozione di scrivere con l'inchiostro che usava tuo nonno!
Io, personalmente, ho usato varie cartucce diluendole direttamente con acqua (il livello residuo dell'inchiostro era di circa 1/2), e non ho riscontrato problemi. Un blu splendido, leggermente virante al violetto.
Questo è lo storico blu Aurora (più o meno equivalente al loro attuale blu), era in produzione negli anni '50/'60, sia in boccette che in cartucce (quelle che montavano le Duocart). Mi pare si chiamasse così proprio per la maggiore "fluidità" (paragonata agli inchiostri di allora, ovviamente, che erano più densi di quelli attuali: poi non saprei quanto ci fosse di vero e quanto di commerciale).
Io ero piccolo piccolo allora... Ma lo ricordo benissimo. Ne ho anch'io una boccetta ancora quasi piena e qualche scatola di cartucce.
Detto questo, direi di conservare religiosamente la boccetta (non foss'altro che per il valore collezionistico), e quanto all'utilizzo... Concorderei nel non rischiare troppo. L'inchiostro più a rischio di grumi e simili è il nero, il blu fra i colori è il più sicuro, ma comunque...
Io comunque un tentativo lo farei, visto che usi una penna a converter e, all'occorrenza, totalmente e facilmente smontabile per la pulizia. Procurati una siringa, preleva qualche goccia di inchiostro (diciamo i 2/3 della capacità del converter), e nel contempo vedi se vengono aspirati dei grumi (peraltro dovrebbe essere lo stesso ago a bloccarli). Se è tutto a posto siringa l'inchiostro nel converter. Poi preleva un po' di acqua (il restante 1/3) e metti anche quella nel converter (la diluizione serve perché oramai l'inchiostro è troppo denso e scuro).
Prova l'intruglio magico e facci sapere.
Avresti l'emozione di scrivere con l'inchiostro che usava tuo nonno!
Io, personalmente, ho usato varie cartucce diluendole direttamente con acqua (il livello residuo dell'inchiostro era di circa 1/2), e non ho riscontrato problemi. Un blu splendido, leggermente virante al violetto.
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Ha l''odore tipico degli inchiostri dei bei tempi che furono, quando ricarico la penna il solo odore è appagante e mi riporta indietro nei decenni.
Blu per me senza rivali, ho avuto la fortuna di trovarne un certo numero di confezioni in un mercatino, usalo senza alcun patema, sono sicuro che non ha formato grumi nè altro di pernicioso per la tua penna che è a cartucce e con il pennino facilmente asportabile, quindi elementare da pulire.
Alla peggio butti la sezione in un bicchiere di acqua tiepida, la lasci riposare una nottata e sei a posto.
Io lo uso abitualmente alternandolo al Superstilo Gnocchi, forse ancora più vecchio, anche in penne a stantuffo e non ho mai riscontrato problemi di sorta.
Io ho imparato, a mie spese purtroppo, a stare ben lontano solo dal ferrogallico vintage o moderno che sia.
Non facciamola più complicata di quanto il buon senso non tolleri, si riesce, con fatica, ma si riesce, anche i ripulire gli alimentatori intasati dall'inchiostro di china, dai .....
Blu per me senza rivali, ho avuto la fortuna di trovarne un certo numero di confezioni in un mercatino, usalo senza alcun patema, sono sicuro che non ha formato grumi nè altro di pernicioso per la tua penna che è a cartucce e con il pennino facilmente asportabile, quindi elementare da pulire.
Alla peggio butti la sezione in un bicchiere di acqua tiepida, la lasci riposare una nottata e sei a posto.
Io lo uso abitualmente alternandolo al Superstilo Gnocchi, forse ancora più vecchio, anche in penne a stantuffo e non ho mai riscontrato problemi di sorta.
Io ho imparato, a mie spese purtroppo, a stare ben lontano solo dal ferrogallico vintage o moderno che sia.
Basta tirare in avanti il penino e ti resta in mano, poi si tira anche l'alimentare e ti resta in mano anche quello, dunque di che materiale doverebbe essere fatto questo inchiostro da non poter essere dilavato nemmeno con i soli due componenti in mano? di cianoacrilato?marco077 ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 20:29 Se non è troppo denso ed è stato conservato in un cassetto (al riparo da luce e calore) e vuoi proprio toglierti lo sfizio di provarlo, potresti comprare una penna "cavia" (sui vari siti di e-commerce se ne trovano anche a 3-4 euro)... poi se ti rendi conto che non ha perso le sue proprietà e non ha intasato la penna puoi valutare se usarlo assiduamente.
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Antonio
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Allora che si riesca a pulire una penna da quasi qualunque cosa e' vero ma non e' vero che tutti sono in grado o se la sentano di farlo.analogico ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 20:42Basta tirare in avanti il penino e ti resta in mano, poi si tira anche l'alimentare e ti resta in mano anche quello, dunque di che materiale doverebbe essere fatto questo inchiostro da non poter essere dilavato nemmeno con i soli due componenti in mano? di cianoacrilato?marco077 ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 20:29 Se non è troppo denso ed è stato conservato in un cassetto (al riparo da luce e calore) e vuoi proprio toglierti lo sfizio di provarlo, potresti comprare una penna "cavia" (sui vari siti di e-commerce se ne trovano anche a 3-4 euro)... poi se ti rendi conto che non ha perso le sue proprietà e non ha intasato la penna puoi valutare se usarlo assiduamente.
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https://www.youtube.com/watch?v=HAO7ypN3Z28
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Sono l' unico a pensare che un inchiostro di oltre 50 anni sia una cosa interessante da provare su una bella penna con un bel pennino flessibile?
L' opportunità di poterci fare qualche cosa di interessante ( essendo capaci ovviamente, e non sarebbe il mio caso)
Una penna adatta, magari una pilot SF o FA per le moderne
Certo nella mia Sailor EF non lo metterei..perché temo che la penna scriverebbe male e un inchiostro, non così facilmente reperibile, sarebbe sprecato
L' opportunità di poterci fare qualche cosa di interessante ( essendo capaci ovviamente, e non sarebbe il mio caso)
Una penna adatta, magari una pilot SF o FA per le moderne
Certo nella mia Sailor EF non lo metterei..perché temo che la penna scriverebbe male e un inchiostro, non così facilmente reperibile, sarebbe sprecato
Luigi, tabaccaio in Genova.
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Certo, ma allora prima di consigliare l'acquisto di una penna apposita, bisognerebbe anche specificare che l'eventualità che la cosiddetta "penna principale" debba essere addirittura smontata per "colpa" di questo inchiostro d'antan è molto più che remota.
Non farebbe male aggiungere che , tirare fuori il pennino e l'alimentatore mediante semplice estrazione è una operazione molto elementare, (si veda il video già postato) ed imparare a farlo sarebbe utile in ogni caso.
Una volta assodato tutto ciò, la persona interessata ha tutti gli elementi chiari per decidere autonomamente.
Io invece penso che per rispondere ad un quesito di ordine tecnico e ben circostanziato bisognerebbe sempre avere le conoscenze/esperienze adeguate.
Spesso, chi legge, da per scontato che a rispondere siano persone con il dovuto livello di conoscenze, per questa ragione quando così non è, andrebbe doverosamente specificato.
Non è una polemica nei tuoi confronti, ritengo che dovrebbe essere una regola generale quando si affrontano argomenti tecnici e si danno consigli su di essi.
Io mi sono permesso di consigliare all'interessata di utilizzarlo innanzitutto perchè uso personalmente lo stesso inchiostro da alcuni anni su penne di diverso tipo senza mai un problema e poi perchè ha specificato di volerlo utilizzare su una Safari, penna la cui eventuale manutenzione è assolutamente alla portata di tutti.
Fermo restando che nessuno possiede la verità assoluta e che ogni caso può essere diverso da un altro, se le premesse fossero state diverse mi sarei astenuto o avrei argomentato in diversa maniera.
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Sono da sempre un appassionato di inchiostri vintage, che uso regolarmente facendo un minimo di attenzione all'eventuale deposito sul fondo delle boccette o bottiglie. Tra quelli che uso c'è anche quello di cui parliamo qui (ahimé, ormai agli sgoccioli, mi piaceva tantissimo e quindi l'ho usato), e solo in un caso mi è capitata una boccetta non utilizzabile, perché aveva una leggera posa sul fondo.
Feci anche una recensione sullo Gnocchi ferrogallico, inchiostro meraviglioso, alla quale avrebbero dovuto far seguito altre recensioni, che mai hanno visto la luce per questioni di tempo.
In ogni caso si tratta di inchiostri che, come te, anche io uso regolarmente, senza che abbiano mai dato problemi, neanche su penne piuttosto costose.
Il Biflux l'ho usato principalmente su Talentum, Sailor (pennino F), e Pelikan M200 (EF), più alcune scolastiche (Lamy e Faber Castell) e, come dicevo, si è sempre comportato benissimo.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Inchiostro nero blu Aurora un po' datato
Problemi con un inchiostro? Eccheme qua!
Scherzi a parte, nella mia esperienza il blu Aurora di quel periodo era così pieno di fenoli - da cui l'odore caratteristico - da rendere in pratica impossibile lo sviluppo di muffe o altre forme di vita intelligente al suo interno. Era anche molto più fluido degli inchiostri della media del periodo (destinati ad essere usati su penne con flusso molto più abbondante e per questo molto più densi di quelli di oggi) proprio per l'elevata percentuale di fenoli e altri diluenti oggi assolutamente illegali (se vuoi trovare qualche inchiostro coi fenoli, dovresti provare con gli Hero cinesi). Se è sempre stato chiuso al buio sarà al massimo evaporata un po' d'acqua, ma essendo tra l'altro un blu e non un nero, credo sia difficile si siano creati depositi.
Fossi in te, se proprio non ti fidi di usarlo su penne di pregio, farei così: ordinerei su un noto portale cinese che ha il nome in comune con il noto ladro delle Mille e una Notte una bella penna Jinhao con un pennino da 0.5, tipo una X750, per il costo esorbitante di euro 2.
Attenderei un mesetto o giù di lì per la consegna, e a quel punto:
1) Avrai una penna comoda che nessuno tenterà mai di rubarti, scorrevole e di discreta qualità, con cui provare tutti gli inchiostri problematici che vuoi (in particolare quelli con gli shimmers);
2) Potrai provare questo meraviglioso reperto a colpo sicuro!
Ah, e a proposito: benvenuta !
Scherzi a parte, nella mia esperienza il blu Aurora di quel periodo era così pieno di fenoli - da cui l'odore caratteristico - da rendere in pratica impossibile lo sviluppo di muffe o altre forme di vita intelligente al suo interno. Era anche molto più fluido degli inchiostri della media del periodo (destinati ad essere usati su penne con flusso molto più abbondante e per questo molto più densi di quelli di oggi) proprio per l'elevata percentuale di fenoli e altri diluenti oggi assolutamente illegali (se vuoi trovare qualche inchiostro coi fenoli, dovresti provare con gli Hero cinesi). Se è sempre stato chiuso al buio sarà al massimo evaporata un po' d'acqua, ma essendo tra l'altro un blu e non un nero, credo sia difficile si siano creati depositi.
Fossi in te, se proprio non ti fidi di usarlo su penne di pregio, farei così: ordinerei su un noto portale cinese che ha il nome in comune con il noto ladro delle Mille e una Notte una bella penna Jinhao con un pennino da 0.5, tipo una X750, per il costo esorbitante di euro 2.
Attenderei un mesetto o giù di lì per la consegna, e a quel punto:
1) Avrai una penna comoda che nessuno tenterà mai di rubarti, scorrevole e di discreta qualità, con cui provare tutti gli inchiostri problematici che vuoi (in particolare quelli con gli shimmers);
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la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Innanzi tutto vi ringrazio tutti per le risposte e l'interesse! Rispondo cominciando a dire che, come mi si consigliava:
Ancora, rispondo a Pettirosso:
Comunque, per il futuro penso che mi procurerò, come consigliava Rodelinda, una penna del costo esorbitante di euro 2, anche perché, inchiostri ignoti a parte, per quanto la mia Lamy non sia pregiata non mi dispiacerebbe avere una stilografica da poter portare ovunque senza preoccuparmi di perderla o rovinarla!
Ringrazio ancora tutti per i consigli che mi avete dato! Siete sempre fonte di informazioni preziose e interessanti, e anche se il mio inchiostro si è rivelato praticamente inutilizzabile ho comunque imparato tante cose che non sapevo
l'ho provato con un pennino calligrafico, onde evitare problemi. Già osservando la boccetta l'inchiostro appariva molto diverso da come più tra di voi temevano che fosse: appare molto liquido, quasi acquoso, più che asciutto o denso. Comunque, una volta immerso il pennino il risultato è stato piuttosto bizzarro: il colore è un grigio molto sbiadito. Mi chiedo a questo punto se non fosse già stato diluito da qualcuno prima di me (visto che è passato da altre mani dopo quelle di mio nonno, è poi ha giaciuto nel fondo di un cassetto per anni), anche perché ci mette parecchio per asciugarsi. Ad ogni modo, penso che continuerò a usarlo con il pennino calligrafico, un grigio non mi dispiace affatto! Senza menzionare, ovviamente, il piacere che mi arreca possedere l'oggetto boccetta. È già in bella mostra sulla mia scrivania.Stormwolfie ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 16:36 Io proverei subito usando una penna di vetro o un pennino calligrafico... curioso di sapere se le caratteristiche dell inchiostro sono rimaste ... se lo fai posta un esempio !!!
Ancora, rispondo a Pettirosso:
Purtroppo non so dire che colore fosse effettivamente, visto il già citato grigio, però sulla boccetta è riportata la dicitura "Bleu nero"! Com'è possibile?Pettirosso ha scritto: ↑domenica 3 marzo 2019, 18:17 Guardate che NON E' un blu/nero: Aurora ha iniziato a produrre il blu/nero solamente da un paio d'anni.
Comunque, per il futuro penso che mi procurerò, come consigliava Rodelinda, una penna del costo esorbitante di euro 2, anche perché, inchiostri ignoti a parte, per quanto la mia Lamy non sia pregiata non mi dispiacerebbe avere una stilografica da poter portare ovunque senza preoccuparmi di perderla o rovinarla!
Ringrazio ancora tutti per i consigli che mi avete dato! Siete sempre fonte di informazioni preziose e interessanti, e anche se il mio inchiostro si è rivelato praticamente inutilizzabile ho comunque imparato tante cose che non sapevo
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Sul mio c'e' scritto "Blu reale" ed è di plastica, ma la scatola di cartone è simile.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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