Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Parker Quink
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Domande elementari:
Il Parker Quink è permanente ?
Non ferrogallico ?
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Lao Tsu
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Direi risposta negativa ad entrambe le domande: è un normalissimo inchiostro stilografico, come Pelikan, Aurora, Visconti, ecc.
L'unica cosa che potrei aggiungere sul blu è che c'è anche il "lavabile": in questo senso si potrebbe parlare anche di un blu "permanente" (contrapposto a "lavabile"), ma non perché abbia le caratteristiche di un vero inchiostro permanente.
Ci vuoi inchiostrare la Optima?
L'unica cosa che potrei aggiungere sul blu è che c'è anche il "lavabile": in questo senso si potrebbe parlare anche di un blu "permanente" (contrapposto a "lavabile"), ma non perché abbia le caratteristiche di un vero inchiostro permanente.
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Giuseppe.
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No uso il Waterman Serenity blue.Pettirosso ha scritto: ↑sabato 30 giugno 2018, 19:45 Direi risposta negativa ad entrambe le domande: è un normalissimo inchiostro stilografico, come Pelikan, Aurora, Visconti, ecc.
L'unica cosa che potrei aggiungere sul blu è che c'è anche il "lavabile": in questo senso si potrebbe parlare anche di un blu "permanente" (contrapposto a "lavabile"), ma non perché abbia le caratteristiche di un vero inchiostro permanente.
Ci vuoi inchiostrare la Optima?
Ho pensato che non ho ancora inchiostri per firmare documenti.
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Allora lascia perdere il Parker, quello appena vede l'acqua fugge (sia il blu che il nero).
O vai sui ferrogallici (i più economici sono i 2 della R&K, li ho provati entrambi e te ne posso parlare bene), o su quelli giapponesi ai nanopigmenti (Sailor e Platinum), o su quelli espressamente per documenti con relativa certificazione (della stessa R&K, o Montblanc, o De Atramentis, o Diamine, o altri), o sulla serie bulletproof della Noodler's, o ancora (costano poco ma ti assicuro che vanno bene e sono indelebili, anche se forse non hanno la certificazione, li ho provati) sui 2 della Koh-I-Noor.
Oramai c'è solo più l'imbarazzo della scelta, a seconda del colore che preferisci.
Ciao!
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Grazie.Pettirosso ha scritto: ↑sabato 30 giugno 2018, 20:51 Allora lascia perdere il Parker, quello appena vede l'acqua fugge (sia il blu che il nero).
O vai sui ferrogallici (i più economici sono i 2 della R&K, li ho provati entrambi e te ne posso parlare bene), o su quelli giapponesi ai nanopigmenti (Sailor e Platinum), o su quelli espressamente per documenti con relativa certificazione (della stessa R&K, o Montblanc, o De Atramentis, o Diamine, o altri), o sulla serie bulletproof della Noodler's, o ancora (costano poco ma ti assicuro che vanno bene e sono indelebili, anche se forse non hanno la certificazione, li ho provati) sui 2 della Koh-I-Noor.
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Io lo uso il Parker Quink nella versione blue-black e ti posso confermare che è tutt'altro che permanente, ne resistente all'acqua...
Molto interessante l'elenco fatto da Pettirosso, anche io sto pensando ad un inchiostro permanente, però ho un po' di remora sull'aggressività
Molto interessante l'elenco fatto da Pettirosso, anche io sto pensando ad un inchiostro permanente, però ho un po' di remora sull'aggressività
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Io ho il ESSRI Registrar's Ink caricato sulla Hero 616 Jumbo da... sempre e non ho mai riscontrato problemi!
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Concordo, anche secondo me non bisogna creare falsi allarmismi, questa è anche la mia esperienza.sciumbasci ha scritto: ↑lunedì 2 luglio 2018, 15:12Io ho il ESSRI Registrar's Ink caricato sulla Hero 616 Jumbo da... sempre e non ho mai riscontrato problemi!
L'importante, credo, è non lasciare SECCARE l'inchiostro all'interno usando la penna troppo saltuariamente (cosa che vale per tutti gli inchiostri, ma particolarmente per questi).
Poi, qualche leggero fenomeno di corrosione della doratura di un pennino in acciaio da parte di un ferrogallico è capitato anche a me, ma nulla di più.
Per quanto ho capito, l'unico modo per inchiodare definitivamente una stilografica è riempirla di inchiostro di china e lasciarvelo seccare.
Giuseppe.
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E anche li ci sono prodotti con cui si puo' quantomeno provare a togliere l'inchiostro di chinaPettirosso ha scritto: ↑lunedì 2 luglio 2018, 19:08Concordo, anche secondo me non bisogna creare falsi allarmismi, questa è anche la mia esperienza.sciumbasci ha scritto: ↑lunedì 2 luglio 2018, 15:12
Io ho il ESSRI Registrar's Ink caricato sulla Hero 616 Jumbo da... sempre e non ho mai riscontrato problemi!
L'importante, credo, è non lasciare SECCARE l'inchiostro all'interno usando la penna troppo saltuariamente (cosa che vale per tutti gli inchiostri, ma particolarmente per questi).
Poi, qualche leggero fenomeno di corrosione della doratura di un pennino in acciaio da parte di un ferrogallico è capitato anche a me, ma nulla di più.
Per quanto ho capito, l'unico modo per inchiodare definitivamente una stilografica è riempirla di inchiostro di china e lasciarvelo seccare.
“Ankh-Morpork had dallied with many forms of government and had ended up with that form of democracy known as One Man, One Vote. The Patrician was the Man; he had the Vote.”
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Grazie per il suggerimento, ho letto la recensione dell'inchiostro dal link del post! Devo provarlo!
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I Koh-I-Noor sono ottimi e costano poco, come i ferrogallici della Rohrer und Klingner, il ferrogallico della Diamine ed il ESSRI. Aggiungerei anche i due Inchiostri per documenti della Monteverde.
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Aggiungerei alla lista di buoni e convenienti anche i ferrocallici della KWZ (che tralaltro sono un bel po').
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Inoltre se dobbiamo guardare al prezzo contro quantita', sempre restando una buona/ottima qualita', ci sono i Noodler's Bulletproof (che comprendono anche i Baystate) che sono ottimamente indelebili con piu' di 100ml e ottimi prezzi (stiamo sulla quindicina di euro)
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Parlo solo per mia esperienza personale, quindi lungi da ma l'idea di dare giudizi definitivi.
Ciò detto , sono giunto alla conclusione che, non essendo interessato a che i miei scritti vengano conservati a futura memoria , nè che resistano ad alluvioni ed inondazioni che si dovessero verificare nei secoli a venire, non dovendo per mia fortuna o sfortuna firmare tutti i giorni documenti impegnativi negli anni a venire per me, i miei eredi o terzi, considerato che ho già dato, ed un paio di penne ce le ho già rimesse, gli inchiostri indelebili, bullet proof , permanenti o come volete chiamarli, possono restare li dove sono.
Aggiungo che, al netto della loro caratteristica specifica, non ho trovato nulla di particolarmente soddisfacente nel loro utilizzo che me li facesse preferire agli inchiostri "normali".
Probabilmente lavando la penna ogni settimana si eviterebbero i problemi, ma per quanto mi riguarda aumenterebbero le rotture, anche se non delle penne, senza un reale vantaggio.
Ciò detto , sono giunto alla conclusione che, non essendo interessato a che i miei scritti vengano conservati a futura memoria , nè che resistano ad alluvioni ed inondazioni che si dovessero verificare nei secoli a venire, non dovendo per mia fortuna o sfortuna firmare tutti i giorni documenti impegnativi negli anni a venire per me, i miei eredi o terzi, considerato che ho già dato, ed un paio di penne ce le ho già rimesse, gli inchiostri indelebili, bullet proof , permanenti o come volete chiamarli, possono restare li dove sono.
Aggiungo che, al netto della loro caratteristica specifica, non ho trovato nulla di particolarmente soddisfacente nel loro utilizzo che me li facesse preferire agli inchiostri "normali".
Probabilmente lavando la penna ogni settimana si eviterebbero i problemi, ma per quanto mi riguarda aumenterebbero le rotture, anche se non delle penne, senza un reale vantaggio.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Sempre restando il fatto che se non ti serve avere dell'inchiostro indelebile hai tutte le ragioni necessarie e sufficienti per non usarlo vorrei aggiungere circa alla manutenzione che in realta' non e' cosi' terribile almeno per quanto riguarda i Noodler's, ne ho caricato uno da mesi su una Aurora 88P e l'unica volta che ho dovuto lavare la penna e' stato quando ho dovuto riallineare il pennino che all'improvviso si mise a grattare, dovendolo estrarre allora ne approfittai per un lavaggio rapido generale (quindi il motivo non era l'inchiostro), ho una Platinum caricata a Carbon black da un mesetto scarso e non ha dato problemi anzi e' migliorata di tratto usando il "suo" inchiostro. Quindi si forse bisogna dargli un'occhio piu' degli altri inchiostri ma in realta' neanche tanto.analogico ha scritto: ↑mercoledì 4 luglio 2018, 17:38 Parlo solo per mia esperienza personale, quindi lungi da ma l'idea di dare giudizi definitivi.
Ciò detto , sono giunto alla conclusione che, non essendo interessato a che i miei scritti vengano conservati a futura memoria , nè che resistano ad alluvioni ed inondazioni che si dovessero verificare nei secoli a venire, non dovendo per mia fortuna o sfortuna firmare tutti i giorni documenti impegnativi negli anni a venire per me, i miei eredi o terzi, considerato che ho già dato, ed un paio di penne ce le ho già rimesse, gli inchiostri indelebili, bullet proof , permanenti o come volete chiamarli, possono restare li dove sono.
Aggiungo che, al netto della loro caratteristica specifica, non ho trovato nulla di particolarmente soddisfacente nel loro utilizzo che me li facesse preferire agli inchiostri "normali".
Probabilmente lavando la penna ogni settimana si eviterebbero i problemi, ma per quanto mi riguarda aumenterebbero le rotture, anche se non delle penne, senza un reale vantaggio.
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