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La mia prima penna su misura

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AlexGk
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La mia prima penna su misura

Messaggio da AlexGk »

Visto che ho notato un certo interesse nell'argomento, e Daniele mi ha confermato che sia meglio non disperdere troppo le informazioni, in questo aggiornamento vi dirò quello che ho appreso riguardo la possibilità di adoperare la stampa 3D per produrre penne personalizzate. Premetto alcune cose: non sono un addetto del settore, ma mi sono consultato con diverse persone che lo sono. Ho inoltre un certo interesse personale nell'argomento, sebbene da un punto di vista più "domestico" che "industriale". Cercherò di non esagerare coi tecnicismi, e vi fornirò link che spieghino quelli presenti, per non essere troppo dispersivo. Sentitevi liberi di aggiungere elementi o correggermi se doveste notare qualche incredibile castroneria. Eviterò di citare direttamente negozi online di stampe personalizzate, in rispetto del regolamento del forum, e nominerò, se strettamente necessario, solo compagnie che operino nel settore a livello industriale.

Raccolta di link informativi:
Per la tutela della mia, e vostra, sanità mentale, in questo post tratterò in maniera molto specifica la stampa 3D ristretta al mondo delle penne. Ai seguenti link troverete informazioni più che esaustive su tutti i processi coinvolti. Se avete scarsa esperienza nel settore vi consiglio di leggere in particolare gli indispensabili, poiché altrimenti potreste non capire molto di ciò che andrò a dire.

Gli indispensabili:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stampa_3D
http://it.wikipedia.org/wiki/Prototipazione_rapida
http://it.wikipedia.org/wiki/Computer_numerical_control
I se sì è meglio:
http://it.wikipedia.org/wiki/Modellazio ... zione_fusa
http://it.wikipedia.org/wiki/Stereolitografia
http://en.wikipedia.org/wiki/Selective_laser_sintering
Gli anche troppo approfonditi:
http://en.wikipedia.org/wiki/Selective_laser_melting
http://en.wikipedia.org/wiki/Direct_met ... _sintering

Fattibilità:
“Posso stampare una penna in 3D?”. Questa domanda potrebbe essere generalizzata in “Posso stampare la-tal-cosa in 3D?”. La risposta non è scontata, poiché, col nome “Stampa 3D”, vengono indicati collettivamente un gran numero di procedimenti produttivi molto differenti. L’unico modo per capire davvero se dunque tale possibilità esista, dia risultati soddisfacenti e soprattutto sia economicamente sostenibile, è fare una minima distinzione tra i vari processi disponibili sul mercato, confrontandoli direttamente con i procedimenti di lavorazione più tradizionali. Analizzerò in primo luogo la stampa 3D con macchine meno avanzate ma facilmente accessibili, per passare alle tecnologie offerte dai servizi professionali di stampa 3D, per terminare con un breve confronto riassuntivo tra questi e la lavorazione tradizionale.

Vantaggi/Svantaggi:
Nonostante l’alone di magia di cui la stampa 3D sia stata circondata dai media, essa non è onnipotente. Ci sono molti vantaggi rispetto alla lavorazione tradizionale, ma i lati negativi non sono certo da meno. I seguenti sono tratti comuni alla lavorazione additiva in generale, a prescindere dal metodo produttivo specifico.

Vantaggi:
  • Libertà di design, che poi è il cavallo di battaglia della stampa 3D. Nessun altro metodo produttivo non artigianale ha un ventaglio di possibili geometrie similmente vasto.
  • Semplicità di modellazione, poiché, una volta modellato il pezzo, l’applicativo della stampante procede autonomamente alla sua scomposizione in strati sovrapposti per la produzione.
  • Prezzo contenuto per pezzi individuali, poiché non necessitando di alcun setup particolare, una stampante 3D può produrre indifferentemente 1 o 100 penne.
  • L’aumento di complessità, essendo spesso dovuto a rimozione di materiale dal modello CAD piuttosto che ad una sua aggiunta, comporta una riduzione delle spese di produzione.
Svantaggi:
  • Ogni tipologia specifica di stampa 3D presenta limitazioni di design meno intuitive di quelle relative a macchinari tradizionali.
  • La produzione a strati sovrapposti rende impossibile, perlomeno sull'asse perpendicolare al piano di stampa, la creazione di profili veramente curvilinei, sostituiti da linee più o meno spezzate in base allo specifico procedimento scelto. Questo nelle penne rende la finitura a mano spesso indispensabile, considerando che, intuitivamente, l’asse secondo cui una penna viene stampata è quello passante nella cavità interna del corpo.
  • Scelta di materiali, incomparabilmente inferiore a quella dei processi tradizionali.
Capitolo 1: Fused deposition modeling
In questa prima fase analizzo il metodo di stampa 3D caratteristico della maggior parte delle stampanti 3D “economiche”, che in questo settore significa prezzi tra i 300€ delle varie stampanti economiche agli oltre 2000€ per una Ultimaker 2. Si tratta della stampa FDM (Fused deposition modeling), nota anche come FFF (fused filament fabrication), che dominano nettamente il settore delle stampanti 3D domestiche o per piccole attività. Le seguenti indicazioni valgono solo se possedete personalmente o avete accesso a una macchina con tale tecnologia: esistono inoltre numerosi negozi, cartolerie, o tipografie che offrono la possibilità di stampare con questo metodo. A livello più professionale, tale metodo è stato in molti casi soppiantato da altre tecnologie, sebbene permanga nel campo della prototipazione rapida per il suo poter disporre di molte delle plastiche utilizzabili poi nella produzione effettiva. Queste macchine, in ogni caso, dispongono di una buona risoluzione sugli assi del piano di stampa, ma, generalmente, hanno scarsa risoluzione sull'asse perpendicolare ad esso. Ciò si converte in superfici non parallele al piano di stampa, e dunque la maggior parte di quelle di una penna, caratterizzate da evidenti linee di contatto tra livelli successivi. Lo spessore di questi livelli varia ovviamente in base al tipo di stampante usata: mediamente si parla di livelli di circa 200 micron, sebbene le migliori stampanti FDM riescano a raggiungere i 20 micron nelle impostazioni di stampa più lenta. In ogni caso i pezzi stampati con questo procedimento richiedono quasi obbligatoriamente una finitura, presentandosi molto ruvidi al tatto se ancora grezzi.
In quanto a materiali il più utilizzato è l’acido polilattico (PLA), che permette decenti livelli di resistenza, dettaglio e libertà di progettazione. Per lo spessore minimo con cui stampare le pareti si utilizza la cosiddetta “regola del pollice”: pezzi inferiori alle dimensioni del dito in questione possono essere stampati con pareti fino ad un minimo di 1mm di spessore, oltre il pollice ma non più di una mano, per intenderci, almeno 2mm. In quanto a elasticità si tratta pur sempre di una plastica morbida, ma rispettando i giusti vincoli di modellazione si può raggiungere un buon grado di rigidezza, sufficiente a poter fare uso dello stessa penna (solo non vi venga la malsana idea di provare a piegare la penna mentre è carica, poiché le conseguenze sarebbero disastrose). Esistono numerosi filamenti esotici basati su PLA: fosforescenti, glitterati, fotocromatici, nonché alcuni composti molto particolari. Indicati con diversi nomi commerciali, essi sono filamenti ibridi composti per la maggior percentuale da PLA (o affine), e per una percentuale variabile da riempitivi polverizzati quali fibre di legno, fibre di carbonio, bronzo, rame, ecc. Presentano certamente un aspetto interessante, ma sono pur sempre materiali plastici: presentano ovviamente il colore del riempitivo utilizzato, sebbene reso tenue dall'ibridazione con la plastica, e una certa lucentezza metallica molto esaltabile con una buona lucidatura manuale.
Un secondo materiale molto diffuso è l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), il cui successo è dovuto al suo essere un materiale stampabile in 3D, ma diffuso anche nella produzione tradizionale. Quindi, per intenderci, una penna stampata in 3D avrebbe la sensazione al tatto dei mattoncini LEGO (fatti appunto con ABS). Presenta generalmente una rigidezza inferiore al PLA, ma ha una maggiore resistenza a urti oltre che alte temperature. Può subire piccoli passaggi a macchina se necessario ma è molto soggetto a deformazione permanente durante la stampa. Pareti da 1mm sono sufficienti, ma dove predomina una dimensione, quale una penna, piccole deformazioni sono quasi inevitabili. Il tallone d’Achille di questa plastica è la superficie, molto più ruvida e meno lucente del PLA a parità di modello. È tuttavia possibile, anche in questo caso, lucidare manualmente il modello, a costo di una minore qualità dei dettagli. Inoltre è possibile utilizzare acetone anche non eccessivamente concentrato per sciogliere superficialmente l’ABS e ottenere una superficie molto lucida simil-ceramica, a costo ovviamente di una vera “strage” di dettagli costruttivi. Lo stesso metodo è utilizzabile per congiungere permanentemente due parti in ABS.
Esistono inoltre altri filamenti, meno diffusi e quindi difficilmente reperibili se non acquistati personalmente, con caratteristiche simili al PLA ma trasparenti, quali poliestere e polietilene sotto diversi nomi commerciali.

In via definitiva, questi penso siano gli elementi di cui tener conto per fabbricare una penna in 3D con un dispositivo FDM:
  • Scelta tra superficie levigata e dettagli accurati: per ottenere la prima è necessario levigare, causando perdita di dettagli. Inoltre ogni area da levigare deve essere raggiungibile da strumenti manuali o solventi, ciascuno con i vantaggi e svantaggi sopra citati.
  • La sensazione al tocco sarà quella di una termoplastica: per quanto bello possa essere il modello, al tocco sembrerà sempre una plastica economica.
  • La FDM è generalmente considerata un metodo adatto alla produzione definitiva, una penna così prodotta sarà sufficientemente resistente da essere usata regolarmente e abbastanza elastica da sopportare gli urti.
  • In quanto plastica, a prescindere dal polimero specifico, sarà soggetto a deterioramento più rapido rispetto a molte resine e qualsiasi metallo.
  • Le filettature sono quasi impossibili da stampare con questo metodo, in genere vengono aggiunte successivamente con metodi tradizionali. Tenete conto che l'ABS è più morbido del PLA alla lavorazione a macchina: sul primo il filetto è applicabile a mano, ma si deteriorerà molto più rapidamente. I filetti su questi materiali, in ogni caso, sono sconsigliati per giunzioni temporanee, come quelle appunto di una penna tra impugnatura e corpo o tra quest'ultimo e il tappo. In ogni caso non aspettatevi di poter usare le stesse filettature con passo inferiore al millimetro delle stilografiche tradizionali, che sarebbero troppo elastiche per funzionare.
  • Entrambi i materiali sono facilmente dipingibili con colori acrilici, ma non mi sento di consigliare di fare ciò su una penna sottoposta regolarmente a sudore e sfregamenti con la pelle.
  • I modelli utilizzati dalla stampante 3D per produrre la penna devono essere basati su mesh poligonali per essere realizzabili. Se lavorate su programmi che si basano su mesh (es. 3ds Max, Blender, etc.) avrete già il modello effettivo davanti agli occhi durante la modellazione; se, come me, usate programmi di CAD più ingegneristico (es. SolidWorks, Inventor, etc.), dovrete stare attenti che durante la conversione in modelli basati su mesh alcuni dettagli non vengano persi per via di tolleranze eccessive o problemi simili.
  • Questo tipo di produzione necessita di strutture di supporto in caso di stampa di strati non sufficientemente poggiati su quelli precedenti, o nel caso di accrescimento di elementi cavi con angoli troppo elevati. Finché però la vostra penna non presenta esoticità, nessuno dei due elementi dovrebbe costituire un problema.
Nel prossimo capitolo analizzerò i due procedimenti più diffusi nella stampa 3D professionali e maggiormente offerti dai servizi che offrono la possibilità di produrre pezzi personalizzati: SLS e SLA, di cui ho già aggiunto un paio di link per informazioni generali. Premetto che non ho esperienza personale con questi due, ma proprio per questo motivo mi sono informato ancora più accuratamente su di essi.
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Messaggio da wallygator »

Topic tecnico molto interessante (chapeau!). E' comunque mia impressione che, considerato il materiale d'apporto attualmente usabile per il 3d domestico la qualità dell'oggetto sarà un po' scarsa, ma la soddisfazione di aver partorito un oggetto unico non ha prezzo.
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Messaggio da piccardi »

Grazie per l'interessantissima panoramica sulla tecnologia, veramente chiara ed esauriente, direi che è un contributo di grandissimo valore.

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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AlexGk
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Messaggio da AlexGk »

wallygator ha scritto:Topic tecnico molto interessante (chapeau!). E' comunque mia impressione che, considerato il materiale d'apporto attualmente usabile per il 3d domestico la qualità dell'oggetto sarà un po' scarsa, ma la soddisfazione di aver partorito un oggetto unico non ha prezzo.
Su questo non c'è dubbio! Personalmente credo che per una penna il miglior metodo di stampa 3D utilizzabile siano quelle basate su resine fotosensibili (SLA, PolyJet etc.), di cui parlerò in seguito. Tra l'altro stanno iniziando a diffondersi a prezzi più accessibili stampanti con questa tecnologia, e penso che nel giro di un paio d'anni possano finalmente scendere sotto il migliaio di dollari. La palla però passa alle compagnie chimiche che, avendo trascurato questa tecnologia in favore della FDM per i maggiori profitti derivanti dalla maggior diffusione, adesso stanno finalmente lavorando seriamente su nuove resine fotosensibili. Al momento le tecniche a resina sono ancora classificate come inadatte alla produzione effettiva, ma vengono utilizzate nella prototipazione rapida per la loro somiglianza con le resine PMMA, che sono diffusissime nel campo delle stilografiche.
piccardi ha scritto:Grazie per l'interessantissima panoramica sulla tecnologia, veramente chiara ed esauriente, direi che è un contributo di grandissimo valore.

Simone
Finché si parla di questi argomenti, rendermi utile mi pare doveroso, vista la mia totale ignoranza in campo artistico! Grazie!
p.s. Ho unificato i messaggi perché mi sono accorto solo ora del tuo :mrgreen:
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Messaggio da AlexGk »

Solo una piccola nota. Mi scuso per la mia lunga assenza. Purtroppo il periodo attuale per me è quello degli esami, con tutti i problemi che esso comporta. Appena riuscirò a ritagliarmi un po' di tempo mi dedicherò a terminare il resoconto sulle mie esperienze con la stampa 3D. Prometto. :thumbup:
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Messaggio da AlexGk »

Interrompo momentaneamente il silenzio stampa per annunciare finalmente l'arrivo dei componenti base della mia futura penna! Dopo una lunga attesa, causata fra l'altro da un errore di E. (sapete tutti di chi sto parlando) che mi aveva fornito l'indirizzo di pagamento errato (mah, cose mai viste :mrgreen: ), oggi sono arrivati pennino, feed e CON-70. Visto che in questi casi è difficile non subire l'effetto "bambino a Natale", ho provato subito il pennino innestando il blocco nella mia Heritage 91 (eggià, ne avevo già una, da qui la mia fiducia :lol: ). Ecco il risultato, purtroppo non avendo a disposizione la mia riserva di inchiostri, ho dovuto usare ciò che passava il convento, e cioè il Take-Sumi che avevo ordinato assieme al resto dei componenti. Il Soft-Fine mi sta dando grandissime soddisfazioni, anche se ho notato una piccola pecca di cui non riesco ancora a capacitarmi, e che non sono tuttora sicuro sia legata al modello o al mio pennino in particolare. Il pennino, complice anche l'inchiostro Iroshizuku, è assolutamente scorrevole, magari non al livello di quello della mia Homo Sapiens, ma stiamo parlando di penne di fasce di prezzo molto distanti. Eppure scrivendo fa un rumore che non rende onore alla sua scorrevolezza, tutt'altro. Mah, non me ne capacito proprio, se qualcuno tra voi luminari dovesse essere a Milano il 21, avrò cura di portare la penna con me per avere magari qualche seconda opinione. Piccola opinione personale: non consiglio questo pennino ad amanti della linea fine con la mano un po' troppo pesante. Fortunatamente non è il mio caso (amo il fine, ma ho la mano leggerissima), perché sebbene per ottenere una variazione consistente di linea sia necessario applicare una certa forza, il passaggio da F a FM richiede una pressione minima, con questo pennino. Grazie ancora per l'ascolto, a risentirci verso inizio marzo, quando questo periodo di passione universitaria sarà finalmente terminato.
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Messaggio da AlexGk »

Miei cari colleghi stilografari, dopo una lunga e forzata assenza sono finalmente tornato in attività! Scusate il ritardo, so che vi devo ancora la seconda parte della mia mini guida introduttiva alla stampa 3D, che provvederò a caricare sul sito non appena ne avrò la possibilità (e dopo un'accurata revisione). Purtroppo gli ultimi due mesi sono stati un po' movimentati. Mi si sono rotti contemporaneamente router di casa, cellulare e hard disk (nonché il rasoio da barba, ma quella è un'altra storia), e problemi di linea mi hanno precluso l'accesso a internet a Milano fino a questa settimana. Avessi avuto il tempo fisico di farlo avrei sfruttato la rete della mia università, ma il tempo ormai è un bene prezioso... Comunque, questo è il post della mia penna "su misura", quindi direi che l'off topic è stato anche troppo lungo.
Tornando dunque all'argomento del titolo, nel corso di questi mesi, sebbene notevolmente rallentato dal problema all'hard disk, sono riuscito a fare qualche prova pratica delle strategie costruttive che intendo utilizzare per la mia penna. Dalle prove su ottone le filettature che ho scelto dovrebbero fare il proprio dovere, anche se, per ovvie ragioni costruttive, mi sono dovuto affidare a filettature metriche standard, a differenza di quelle trapezoidali più eleganti generalmente presenti sulle penne di alto livello. In ogni caso non ho ancora deciso se adottare una filettatura anche per tenere chiusa la penna, quindi al momento i filetti sarebbero comunque nascosti. Ho testato anche un paio di idee "decorative" che mi hanno dato notevoli soddisfazioni, e spero di poter applicare anche alla versione finale. Ora mi sto concentrando sul gruppo alimentatore, che dovrò costruire in acrilico per evitare contatti non molto salubri tra metallo e inchiostro. La cosa mi richiederà un po' di tempo, anche viste le ridotte dimensioni dello stesso. Fortunatamente un esperto tornitore si è offerto di darmi una mano per quella parte, quindi in caso di necessità potrei comunque affidarmi ad una lavorazione manuale per tale pezzo. I restanti elementi invece verranno lavorati tutti in CNC, al fine di garantire l'altissima precisione che desidero.
Dunque, questo riassume brevemente i miei trascorsi del recente periodo. Sorte volendo dovrei riuscire a tornare attivamente nel forum a partire già da oggi!
p.s.: ho acquistato una splendida Lamy Al-Star CopperOrange con pennino 1.5 da usare con il Diamine Autumn Oak, e sono riuscito ad "infettare" un caro amico con la mia passione per le penne stilografiche. Ha appena acquistato una ottima Lamy CP-1, con pennini F ed EF, e se riuscirò a requisirgliela per qualche tempo provvederò a farne anche una personale recensione.
Akitainu
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Messaggio da Akitainu »

Tecnicamente non ci capisco quasi niente, per mia colpa. Però faccio il tifo e sono molto curioso di vedere il prodotto finito.
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