Pelikan M215 vs. Pelikan M120
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- Vacumatic
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Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Grazie Pettirosso che stai dietro alla mia curiosita'! Sicuramente la scelta del pennino e' legata al tipo di scrittura e, da quello che sto scoprendo, una penna sola (per colore) non basta. Per di piu', passando dal roller alla stilo ci vuole tempo prima di capire cosa ci piace come stilografica. La scelta del mio F sulla M1000 e' stata un parto, in negozio avevo provato gli M e mi ero innamorata della morbidezza, poi pero' scrivendo per due mesi con Faber Castell M di acciaio, ho pensato che quell'M d'oro fosse troppo e ho ordinato uno F. Ovviamente la sensazione di morbidezza non e' la stessa ma il tratto sembra essere il mio, aspettando Maggio per verifica empirica piu' dettagliata. La mia curiosita' e' piu' di carattere "storico", perche' sento sempre dire che prima i pennini erano piu' sottili, che le penne antiche scrivevano piu' sottile, e cosi' via, e anche che ora i pennini sono piu' rigidi, e mi chiedo da cosa derivi questo cambiamento costruttivo delle stilografiche e come si sia arrivati, col tempo, al tratto piu' spesso.
In realta' la Pilot l'ho provata e lo M capless l'ho trovato magnifico, infatti sono stata anche indecisa se prenderla.
Lamy, visto che sei di Milano, oltre ai negozi che mi hai citato e che conosco, sai se qui a Milano ci sono negozi/fiere/mercatini dove potere vedere e toccare con mano prima di acquistare penne vintage?
Buona giornata e grazie!
In realta' la Pilot l'ho provata e lo M capless l'ho trovato magnifico, infatti sono stata anche indecisa se prenderla.
Lamy, visto che sei di Milano, oltre ai negozi che mi hai citato e che conosco, sai se qui a Milano ci sono negozi/fiere/mercatini dove potere vedere e toccare con mano prima di acquistare penne vintage?
Buona giornata e grazie!
- Pettirosso
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Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Qui ti debbo dare una piccola delusione: io (che poi non sono null'altro che un apprendista stregone) sono di Torino (anzi, per essere preciso, di un paesino sperduto fra le montagne in provincia di Torino).
A Milano però leggo che siete in tanti. Quello che fa al caso tuo lo trovi qui:
viewtopic.php?f=19&t=17557
Il posto migliore per vedere (e provare) centinaia di penne vintage "sicure" penso siano i Pen Show: l'ultimo è stato a Firenze sabato scorso, a Milano c'è stato quest'inverno, poi c'è a Torino, a Napoli... Mediamente si ripetono nelle varie località con cadenza annuale.
Anzi, se vuoi deliziarti un po' gli occhi, dai un'occhiata al resoconto fotografico dell'ultimo:
viewtopic.php?f=16&t=18668
Comunque, mediamente, i pennini vintage erano, sicuramente migliori (complici anche i migliori alimentatori), ma ampi o sottili come quelli attuali, a seconda delle esigenze.
Rifletti anche su una cosa: un tempo le sfere non esistevano, i pc neppure a parlarne, le macchine da scrivere erano relativamente rare: quindi si scriveva tutto a mano con la stilografiche. Decine, centinaia, migliaia di pagine, era una necessità, non un hobby. Pennino sottile significa anche maggiore precisione di scrittura e minore consumo di inchiostro. E quelli erano tempi poveri...
Poi, te lo vedi tu in una Banca o alla Posta compilare i moduli con un M Pelikan? No, si dovevano usare tratti più sottili e pennini rigidi (per le copie carbone).
Quanto alle giapponesi... I pennini della Capless sono l'eccezione: se ti piace prendila, è una gran penna! (a quanto ho letto, personalmente non ne ho).
Altrimenti, te lo vedi un giapponese scrivere (con gli ideogrammi) con un M Pelikan? Anche qui, data la loro scrittura necessitano di un pennino sottile e molto preciso.
Chiudo in bellezza segnalandoti due penne, se non da acquistare, quanto meno da vedere su Google (per eventualmente innamorartene):
Waterman Edson (già menzionata)
Diplomat Aero (Casa tedesca che mi ero scordato di inserire prima: questo modello è attualmente in produzione)
Entrambe in mano ti danno un'ottima sensazione di consistenza e qualità.
Ciao!
A Milano però leggo che siete in tanti. Quello che fa al caso tuo lo trovi qui:
viewtopic.php?f=19&t=17557
Il posto migliore per vedere (e provare) centinaia di penne vintage "sicure" penso siano i Pen Show: l'ultimo è stato a Firenze sabato scorso, a Milano c'è stato quest'inverno, poi c'è a Torino, a Napoli... Mediamente si ripetono nelle varie località con cadenza annuale.
Anzi, se vuoi deliziarti un po' gli occhi, dai un'occhiata al resoconto fotografico dell'ultimo:
viewtopic.php?f=16&t=18668
Comunque, mediamente, i pennini vintage erano, sicuramente migliori (complici anche i migliori alimentatori), ma ampi o sottili come quelli attuali, a seconda delle esigenze.
Rifletti anche su una cosa: un tempo le sfere non esistevano, i pc neppure a parlarne, le macchine da scrivere erano relativamente rare: quindi si scriveva tutto a mano con la stilografiche. Decine, centinaia, migliaia di pagine, era una necessità, non un hobby. Pennino sottile significa anche maggiore precisione di scrittura e minore consumo di inchiostro. E quelli erano tempi poveri...
Poi, te lo vedi tu in una Banca o alla Posta compilare i moduli con un M Pelikan? No, si dovevano usare tratti più sottili e pennini rigidi (per le copie carbone).
Quanto alle giapponesi... I pennini della Capless sono l'eccezione: se ti piace prendila, è una gran penna! (a quanto ho letto, personalmente non ne ho).
Altrimenti, te lo vedi un giapponese scrivere (con gli ideogrammi) con un M Pelikan? Anche qui, data la loro scrittura necessitano di un pennino sottile e molto preciso.
Chiudo in bellezza segnalandoti due penne, se non da acquistare, quanto meno da vedere su Google (per eventualmente innamorartene):
Waterman Edson (già menzionata)
Diplomat Aero (Casa tedesca che mi ero scordato di inserire prima: questo modello è attualmente in produzione)
Entrambe in mano ti danno un'ottima sensazione di consistenza e qualità.
Ciao!
Giuseppe.
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Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Piccoli appunti a quello che c'e' scritto qui giusto per esperienza personale.Pettirosso ha scritto: ↑giovedì 18 aprile 2019, 8:25
Se vuoi un tratto tipo pennarello ti conviene restare sulle tedesche (Pelikan, Montblanc, Faber Castell, Lamy, Online, Kaweco), o anche su Parker e Waterman (la produzione attuale, però, qualitativamente non è un gran che, con una sola splendida eccezione di qualche decennio fa: Waterman Edson), sempre tratto M.
Escludi a priori le giapponesi (Sailor, Pilot, Platinum): ottime ma, quelle sì, con tratto sottile come un capello.
Se vuoi divertirti un po' vai qui:
https://www.gouletpens.com/pages/nib-nook
Non ci sono certo tutte le penne attualmente in produzione, ma un campionario abbastanza vasto.
Non penso si possa fare una distinzione storica: ora come allora esistevano tratti più fini e più larghi, a seconda delle esigenze.
Anzi, un tempo esistevano anche i veri pennini flessibili (variando la pressione esercitata variava significativamente la larghezza del tratto) ed i pennini per uso copie carbone, oggi scomparsi.
Buona giornata!
Gli EF delle Lamy 2000 sono EF veri o al piu' leggermente abbondanti, potrei usarli per apici e pedici in chimica tranquillamente, con qualunque tipo di inchiostro (anche se inchiostri piu' secchi aiutano).
Sulle Giapponesi, le Sailor hanno un tratto leggermente piu' largo delle altre due(Pilot e Platinum) tanto che la M Sailor e' una via di mezzo tra un F e M europei (non Pelikan), quindi salendo di gradazione si puo' tranquillamente arrivare ad un M europeo. Le altre giapponesi mi sembra che siano piu' sottili di Sailor.
Quanto alle Pelikan, dalla mia piccola esperienza i pennini Pelikan in acciaio tendono a scrivere meno abbondanti di quelli in oro (a cui generalmente ci si riferisce) con il che li rende spessi ne piu' ne meno come le misure europee dei vari pennini Aurora, Bock, JoWo e Schmidt.
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Pelikan M215 vs. Pelikan M120
La M215 ha la finestrella ma è di colore scuro. Un po’ come i vetri anneriti delle auto dei vip.
Se la penna è carica di inchiostro è facile che non la noti al primo sguardo ma se la penna è scarica, specie se la guardi controluce, non puoi non vederla.
È la penna con cui ho fatto a suo tempo l’università (era il modello con livrea nera a rombi rodiati).
La acquistai con pennino M per poi passare definitivamente alla misura F.
Nonostante la abbia ancora (e in ottime condizioni!) non ti nascondo che un mese fa ne ho trovata una coi cerchietti in una cartoleria e l’ho presa. Il cartolaio la svendeva a soli 80 euro (a dire del negoziante la sua clientela non spende più tanti soldi per una penna) e se ne voleva sbarazzare.
Visto che se ne voleva proprio liberare gli ho chiesto addirittura un ulteriore sconto e non me la sono lasciata scappare....
La riedizione della 120 costa invece troppo per quello che è e ti consiglio di indirizzarti su una 120 (o una 140) del secolo scorso.
Ne ho una con pennino di misura F (che ho preso da un cortese utente di questo forum che ho scoperto abitare non distante da me) e in questo periodo è la mia penna quotidiana.
Se la penna è carica di inchiostro è facile che non la noti al primo sguardo ma se la penna è scarica, specie se la guardi controluce, non puoi non vederla.
È la penna con cui ho fatto a suo tempo l’università (era il modello con livrea nera a rombi rodiati).
La acquistai con pennino M per poi passare definitivamente alla misura F.
Nonostante la abbia ancora (e in ottime condizioni!) non ti nascondo che un mese fa ne ho trovata una coi cerchietti in una cartoleria e l’ho presa. Il cartolaio la svendeva a soli 80 euro (a dire del negoziante la sua clientela non spende più tanti soldi per una penna) e se ne voleva sbarazzare.
Visto che se ne voleva proprio liberare gli ho chiesto addirittura un ulteriore sconto e non me la sono lasciata scappare....
La riedizione della 120 costa invece troppo per quello che è e ti consiglio di indirizzarti su una 120 (o una 140) del secolo scorso.
Ne ho una con pennino di misura F (che ho preso da un cortese utente di questo forum che ho scoperto abitare non distante da me) e in questo periodo è la mia penna quotidiana.
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- Vacumatic
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Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Ciao a tutti e grazie ancora per tutte le preziose informazioni! Nel frattempo la mia M215 M scrive egregiamente e ne sono molto contenta. A casa in Abruzzo dove sono tornata per Pasqua ho ritrovato una vecchia Parker che ho fatto ripartire ma per questa penna apriro' un altro thread perche' mi piacerebbe capire di che modelli si tratti, credo una Vector.
Pettirosso, ho seguito il link e ho trovato il gruppo dei pennofili Milanesi
Il Piemonte e' una regione che mi affascina molto... Pavese, Fenoglio, Pivano, tutto il gruppone Einaudi... E sono pure tornata in macchina con un torinese
Per quanto riguarda i pennini vintage, mio padre che e' del '39 quindi ha iniziato e finito le scuole con la stilo, e' rimasto delusissimo dalla punta della mia M215 e si e' messo alla ricerca di penne d'epoca perche' dice che devo capire come scrivevano!!! Vi terro' aggiornati!
Pettirosso, ho seguito il link e ho trovato il gruppo dei pennofili Milanesi
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Per quanto riguarda i pennini vintage, mio padre che e' del '39 quindi ha iniziato e finito le scuole con la stilo, e' rimasto delusissimo dalla punta della mia M215 e si e' messo alla ricerca di penne d'epoca perche' dice che devo capire come scrivevano!!! Vi terro' aggiornati!
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Tuo padre ha perfettamente ragione, i pennini flex di una volta oggi non ci sono più.edis ha scritto: ↑martedì 23 aprile 2019, 9:49
Per quanto riguarda i pennini vintage, mio padre che e' del '39 quindi ha iniziato e finito le scuole con la stilo, e' rimasto delusissimo dalla punta della mia M215 e si e' messo alla ricerca di penne d'epoca perche' dice che devo capire come scrivevano!!! Vi terro' aggiornati!
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Possiedo diverse penne moderne e vintage, con pennino d'oro o di acciaio e devo confermare che le vintage in generale hanno una qualità di scrittura che le nuove non hanno. Una delle mie preferite in questo senso è ad esempio la Omas 556/S degli anni 50 con il classico pennino Omas Extra. Non è la più bella magari (per me), ma scrive molto molto bene. La uso giornalmente al lavoro senza problemi. Non sono da disprezzare anche alcune penne anni 70 come la Parker 75 o la nostrana Hastil, entrambe scrivono veramente molto bene. Della 75 se ne trovano moltissime in vendita anche a prezzi molto ragionevoli; la mia preferita è la Ciselè in argento. Per quanto riguarda la Hastil è ancora disponibile ma con pennino acciaio e ad un prezzo veramente premium (mi sembra sui 350 euro). Molto meglio cercarne nell'usato una d'argento (ma anche di acciaio) con pennino d'oro, dato che si riesce ad avere per prezzi bassi.edis ha scritto: ↑martedì 23 aprile 2019, 9:49 Ciao a tutti e grazie ancora per tutte le preziose informazioni! Nel frattempo la mia M215 M scrive egregiamente e ne sono molto contenta. A casa in Abruzzo dove sono tornata per Pasqua ho ritrovato una vecchia Parker che ho fatto ripartire ma per questa penna apriro' un altro thread perche' mi piacerebbe capire di che modelli si tratti, credo una Vector.
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Il Piemonte e' una regione che mi affascina molto... Pavese, Fenoglio, Pivano, tutto il gruppone Einaudi... E sono pure tornata in macchina con un torinese
Per quanto riguarda i pennini vintage, mio padre che e' del '39 quindi ha iniziato e finito le scuole con la stilo, e' rimasto delusissimo dalla punta della mia M215 e si e' messo alla ricerca di penne d'epoca perche' dice che devo capire come scrivevano!!! Vi terro' aggiornati!
Poi devo dire che non disprezzo in ogni caso le moderne anche se hanno un altro feel. Mi piacciono Sailor e Platinum, le prime più belle, le seconde hanno dei pennini per me migliori. Un classico è la Lamy 2000, anche se non so se si possa considerare moderna visto che è prodotta quasi invariata dagli anni 60. Tra i pennini d'acciaio moderni mi piacciono i Jowo #6; rigidi, ma con la giusta messa a punto possono scrivere molto bene.
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E nemmeno le mezze stagioni.maxpop 55 ha scritto: ↑giovedì 25 aprile 2019, 3:53Tuo padre ha perfettamente ragione, i pennini flex di una volta oggi non ci sono più.edis ha scritto: ↑martedì 23 aprile 2019, 9:49
Per quanto riguarda i pennini vintage, mio padre che e' del '39 quindi ha iniziato e finito le scuole con la stilo, e' rimasto delusissimo dalla punta della mia M215 e si e' messo alla ricerca di penne d'epoca perche' dice che devo capire come scrivevano!!! Vi terro' aggiornati!
E si stava meglio quando si stava peggio.
E quando c'era lui...
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Ciao Bons, credo che ne' mio padre ne' Maxpop intendessero dire che "si stava meglio quando si stava peggio". Semplicemente le penne sono cambiate nel tempo. Io non ho mai scritto con una stilografica d'epoca, quindi non parlo per esperienza diretta, pero' avendo visto pagine scritte con stilo d'epoca, mi rendo conto che con la mia M215 o Faber Castell loom quel tipo di scrittura che credo si chiami modulare, non si riesce a fare. Credo che il pennino flex servisse a quello. Papa' che ha fatto grafia a scuola (era una materia gia' dalle elementari) dice che bisogna premere quando si scende e rilasciare quando si sale. Con le stilo moderne il tratto e' uniforme. Per me sarebbe inutile una stilo d'epoca, non saprei usarla adeguatamente. Tuttavia, io sarei curiosa di sapere a cosa sia dovuto questo cambiamento. La tua ironia e' dovuta al fatto che ritieni che oggi si trovino pennini altrettanto flessibili?
Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Ti chiedo scusa, edis. Non volevo attribuire a tuo padre o a maxpop55 i luoghi comuni che ho riportato.edis ha scritto: ↑lunedì 29 aprile 2019, 12:01 Ciao Bons, credo che ne' mio padre ne' Maxpop intendessero dire che "si stava meglio quando si stava peggio". Semplicemente le penne sono cambiate nel tempo. Io non ho mai scritto con una stilografica d'epoca, quindi non parlo per esperienza diretta, pero' avendo visto pagine scritte con stilo d'epoca, mi rendo conto che con la mia M215 o Faber Castell loom quel tipo di scrittura che credo si chiami modulare, non si riesce a fare. Credo che il pennino flex servisse a quello. Papa' che ha fatto grafia a scuola (era una materia gia' dalle elementari) dice che bisogna premere quando si scende e rilasciare quando si sale. Con le stilo moderne il tratto e' uniforme. Per me sarebbe inutile una stilo d'epoca, non saprei usarla adeguatamente. Tuttavia, io sarei curiosa di sapere a cosa sia dovuto questo cambiamento. La tua ironia e' dovuta al fatto che ritieni che oggi si trovino pennini altrettanto flessibili?
Il mio commento scherzoso era semplicemente riferito all'argomento "i pennini flessibili di una volta che nessuno è più in grado di produrre" che ritorna regolarmente.
Purtroppo (purtroppo? ) è così, non ci sono più i pennini flessibili di una volta per il semplice motivo che da decenni nessuno viene più educato all'uso corretto dello strumento penna: penna a sfera e tutti ad arare fogli manco fosse una scheggia di selce. Perchè mai i produttori di stilografiche moderne dovrebbero produrre pennini flessibili che non sarebbero apprezzati dalla maggioranza degli utenti? Pennini flessibili che, anzi, darebbero problemi alla maggior parte degli utilizzatori? Pennini flessibili che con ogni probabilità non reggerebbero alle sollecitazioni degli aratori di fogli?
La stilografica purtroppo (si, qui il purtroppo ci sta tutto), oggi, è spessissimo un oggetto da esibire o regalare piuttosto che utilizzare. Poi, tranne un esiguo numero di appassionati utilizzatori, proprio come tanti altri oggetti di lusso è soggetto a mode con fluttuazioni delle vendite anche importanti.
Se anche i produttori di penne non sanno più o non hanno l'interesse a produrre pennini "flessibili come quelli di una volta" qualche (quasi) eccezione, qualche pennino "elastico anche se non proprio flessibile come quelli di una volta" c'è.
Stranamente (stranamente? ) pennini flessibili vengono ancora prodotti da case come Brause, Nikko, Zebra... ma sono da intingere direttamente nell'inchiostro e non per stilografica.
Ciao
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Ciao Angelo! Non mi devi chiedere scusa, non mi hai offesa, non avevo colto l'ironia del post! Si', piano piano la stilografica e' diventata un oggetto da regalare, e chi la usa tutti i giorni non ha l'educazione alla scrittura che, (qui possiamo dirlo) quando e' andato a scuola mio padre, esisteva. Quindi ovvio, probabilmente noi aratori moderni bucheremmo il foglio. Comunque, mio padre che e' un artigiano (restauratore di auto d'epoca, e capace di fare grandi cose con il ferro), ad esempio, ha osservato attentamente la punta della M215 ed e' rimasto molto colpito dalla qualita' costruttiva. Poi, quando ha firmato, ha fatto una faccia strana, perche' evidentemente non aveva tra le mani quella che lui chiamerebbe stilografica. Certo e' che materiali e fattura lo hanno impressionato, quindi una qualche forma di "arte" e' stata conservata. La parte divertente di questa storia, e' che dopo avere provato la mia penna, si e' recato nelle tre cartolerie di paese dove da bambino comprava, separatamente, fusto e pennino, perche' voleva acquistare tutte le rimanenze che avevano in magazzino e pare che si sia beccato del matto! Gli hanno detto che sono decenni che non vendono piu' stilo. Faccio una ricerca sui brand che mi hai suggerito che magari il regalo glielo faccio io...
Pelikan M215 vs. Pelikan M120
Potresti valutare di prendere una Noodler's Ahab. Il pennino è abbastanza flessibile e permette buone variazioni di tratto.
Non ha la cura costruttiva di una Pelikan M, chiaro, ma anche il prezzo è inferiore: la trovi in rete intorno ai 30 €.
E' interamente smontabile per facilitare la manutenzione e la messa a punto, quest'ultima alle volte necessaria ma basta un minimo di manualità che non credo manchi a tuo padre.
E' prodotta con una resina derivata dalla cellulosa che ha un suo odore perticolare (c'è chi dice che puzza e chi ritiene che profuma) che tende ad affievolirsi col tempo.
C'è chi la ama e chi la odia ed è stata più volte recensita da queste parti.