Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Juna Milano
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Juna Milano
Salve
Ho cercato dappertutto informazioni su questa penna...ma sul web, sui forum...nulla!
Come se non fosse mai esistita.
eppure è una penna interessante, non di fascia alta, ma di costruzione pulitissima. c'è ancora l'etichetta con la scritta: " Juna Milano L.400" il pennino è un "dauer feder 1" tipico di molte economiche
il caricamento è a pistone, la penna sembra costruita stamattina e rietego non usata (pistone limpido, pennino idem) Qualcuno ne sa qualcosa?
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Come se non fosse mai esistita.
eppure è una penna interessante, non di fascia alta, ma di costruzione pulitissima. c'è ancora l'etichetta con la scritta: " Juna Milano L.400" il pennino è un "dauer feder 1" tipico di molte economiche
il caricamento è a pistone, la penna sembra costruita stamattina e rietego non usata (pistone limpido, pennino idem) Qualcuno ne sa qualcosa?
- rolex hunter
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Juna Milano
Il caricamento è a "siringa rovesciata";
era il periodo delle penne "aerodinamiche" e con pennino carenato; la Parker 51 aveva colpito
è una produzione scolastica ed economica; venivano prodotte con millemila nomi diversi; il pennino non aveva neanche il riporto di iridio, ma la punta veniva formata ripiegando le estremità; la doratura del cappuccio dava un senso di "economico", non era fatta granchè bene, nè molto spessa.
Direi inizio/prima metà anni 60 (anche più tardi, se si dovevano giustificare le 400 lire; anni 70), alle elementari (1962 e segg.) ho usato penne così.
La tua è una NOS
http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=18&t=18243
era il periodo delle penne "aerodinamiche" e con pennino carenato; la Parker 51 aveva colpito
è una produzione scolastica ed economica; venivano prodotte con millemila nomi diversi; il pennino non aveva neanche il riporto di iridio, ma la punta veniva formata ripiegando le estremità; la doratura del cappuccio dava un senso di "economico", non era fatta granchè bene, nè molto spessa.
Direi inizio/prima metà anni 60 (anche più tardi, se si dovevano giustificare le 400 lire; anni 70), alle elementari (1962 e segg.) ho usato penne così.
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Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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In realtà è "a siringa" (non rovesciata).
Va bene economica, ma negli anni '70 un pacchetto di MS costava £350 ... io la posizionerei negli anni '60 ante iper-inflazione.rolex hunter ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 12:20 Direi inizio/prima metà anni 60 (anche più tardi, se si dovevano giustificare le 400 lire; anni 70), alle elementari (1962 e segg.) ho usato penne così.
Michele
- rolex hunter
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zoniale ha scritto: In realtà è "a siringa" (non rovesciata).
Giusto; chissà da dove mi è uscito quel "rovesciata".
400 lire degli anni 60 per una penna di tal fatta mi sembra troppo; vado a ravanare per cassetti; qualche scolastica di quel periodo, sperabilmente col prezzo, dovrei averla; se la trovo entro il fine settimana facciamo un raffronto di prezzizoniale ha scritto: Va bene economica, ma negli anni '70 un pacchetto di MS costava £350 ... io la posizionerei negli anni '60 ante iper-inflazione.
Giorgio
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C'è la possibilità con questo: https://inflationhistory.com/ di fare un raffronto con le lire di un tempo e gli euro attuali.rolex hunter ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 13:14zoniale ha scritto: In realtà è "a siringa" (non rovesciata).
Giusto; chissà da dove mi è uscito quel "rovesciata".
400 lire degli anni 60 per una penna di tal fatta mi sembra troppo; vado a ravanare per cassetti; qualche scolastica di quel periodo, sperabilmente col prezzo, dovrei averla; se la trovo entro il fine settimana facciamo un raffronto di prezzizoniale ha scritto: Va bene economica, ma negli anni '70 un pacchetto di MS costava £350 ... io la posizionerei negli anni '60 ante iper-inflazione.
STEFANO
Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
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La penna era in un raccoglitore (ad uso del cartolaio) che ne portava diverse, in tre o quattro colori, sulla scatola c'era scritto: "Juna Milano, deposito piazza Ungheria 18, Palermo".
Come se la ditta fosse Siciliana e usasse la denominazione "Milano" per darsi un tono...
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Boh: piazza Ungheria è in centrissimo a Palermo. Non è un posto dove mettere un opificio, ma nemmeno un "deposito". Magari era il marchio di qualche negozio palermitano (forse Flaccovio era in zona?)Arenaldiel ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 16:14 La penna era in un raccoglitore (ad uso del cartolaio) che ne portava diverse, in tre o quattro colori, sulla scatola c'era scritto: "Juna Milano, deposito piazza Ungheria 18, Palermo".
Come se la ditta fosse Siciliana e usasse la denominazione "Milano" per darsi un tono...
Inoltre Palermo non era esattamente VII Torinese, quanto a densità di produttori.
Michele
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Magari si facevano mandare le penne belle e fatte e ci mettevano l'adesivo (se togli l'adesivo sono super anonime...potrebbero essere torinesi, cecoslovacche o sudafricane)zoniale ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 16:21 Boh: piazza Ungheria è in centrissimo a Palermo. Non è un posto dove mettere un opificio, ma nemmeno un "deposito". Magari era il marchio di qualche negozio palermitano (forse Flaccovio era in zona?)
Inoltre Palermo non era esattamente VII Torinese, quanto a densità di produttori.
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Che comunque e' Piazzale Ungheria non Piazza. La sede storica di Flaccovio e' (o meglio era) a 100 metri in linea d'aria visto che dava sul Palazzo di Giustizia. Sul fatto di non metterci una fabbrica, anche piccola non saprei. Alcuni degli edifici sembrano poter esser stato tutto a guardarli, sicuramente un deposito potrebbero esserlo stato sopratutto perche' mi sembra che in quella zona non manchino i basamenti per farci cantine.zoniale ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 16:21Boh: piazza Ungheria è in centrissimo a Palermo. Non è un posto dove mettere un opificio, ma nemmeno un "deposito". Magari era il marchio di qualche negozio palermitano (forse Flaccovio era in zona?)Arenaldiel ha scritto: ↑giovedì 21 febbraio 2019, 16:14 La penna era in un raccoglitore (ad uso del cartolaio) che ne portava diverse, in tre o quattro colori, sulla scatola c'era scritto: "Juna Milano, deposito piazza Ungheria 18, Palermo".
Come se la ditta fosse Siciliana e usasse la denominazione "Milano" per darsi un tono...
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“Ankh-Morpork had dallied with many forms of government and had ended up with that form of democracy known as One Man, One Vote. The Patrician was the Man; he had the Vote.”
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Ma Flaccovio non è un editore? O è anche una cartoleria?
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Tutte e due le cose. Onestamente non mi ricordo piu' se i Flaccovio abbiano ancora cartolerie aperte a loro nome in città.Arenaldiel ha scritto: ↑venerdì 22 febbraio 2019, 14:19 Ma Flaccovio non è un editore? O è anche una cartoleria?
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Ne ho trovate un paio in 1 mercatino di Acireale l'estate scorsa. Direi che fanno sufficientemente pena. Quella che uso io non fa passare un filo di aria e quindi interrompe la scrittura. Quella che usa mia figlia rilascia inchiostro solo a guardarla
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Però anche il tuo ritrovamento, come il mio, è siciliano. Il che potrebbe far pensare ad una penna sicula assemblata o importata dal nord.diridolfof ha scritto: ↑sabato 23 febbraio 2019, 1:09 Ne ho trovate un paio in 1 mercatino di Acireale l'estate scorsa. Direi che fanno sufficientemente pena. Quella che uso io non fa passare un filo di aria e quindi interrompe la scrittura. Quella che usa mia figlia rilascia inchiostro solo a guardarla
Si tratta comunque di un aspetto interessante.
Sul come scrivano non ho ancora provato a inchiostrarla.
Dov'è che fanno il mercatino ad Acireale?