Il ragionevole limite da non oltrepassare

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jebstuart
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Il ragionevole limite da non oltrepassare

Messaggio da jebstuart »

Fermo restando che nell'idea stessa di collezionare qualcosa è insita a mio parere una certa quota di irrazionalità, credo che i limiti di spesa varino da persona a persona in funzione soprattutto delle condizioni economiche e ancor di più della percentuale della propria disponibilità finanziaria che il collezionista ritiene giusto riservare alla propria passione.
In altre parole, ognuno si fa un po' i conti in tasca e spende la cifra mensile o annuale che ritiene consona al proprio budget, alternando spesso parsimonia a prodigalità a seconda degli impulsi del momento.
Ai due estremi della distribuzione che ne consegue ci sono poi da una parte gli avari (ho visto persone con stipendi prossimi alle cinque cifre accapigliarsi coi venditori per pochi euro di sconto) e dall'altra i folli, che investono col sorriso sulle labbra in penne o francobolli od altro importi che sarebbe più saggio riservare alle necessità della propria famiglia.

Come in tante altre cose, però, penso sia impossibile delineare regole precise ed indebito censire i comportamenti altrui.
L'unica cosa che tuttavia mi provoca un certo fastidio al proposito è la esibizione tronfia della propria disponibilità economica o, di contro, il ripetere ossessivamente che non ci si può permettere quel che si vorrebbe.
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scripta
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Il ragionevole limite da non oltrepassare

Messaggio da scripta »

Non vorrei scadere nel retorico (ciò significa che lo farò :-) ) ma, evitando penne scomode e poco funzionali (stilografiche e non), mi trovo benissimo (anzi direi che è il mio costante riferimento inconscio) anche con una comune BIC Cristal a sfera: rem tene, verba sequentur. Ben vengano le stilografiche se nelle lunghe sessioni di scrittura aiutano ad alleviare la fatica oppure se si desidera una grafia più personale e gratificante. Discorso diverso se prendere in mano una stilografica è qualcosa che aiuta a riannodare e riassaporare i pensieri più intimi soprattutto se si è invischiati davanti a uno schermo che rende alienati e afasici. Direi quindi che nel primo caso si dovrebbe spendere il meno possibile, nel secondo caso (potendoselo permettere) non vedo limiti se non quelli dettati dalla propria morale.
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

Sono un immorale :mrgreen: :wave:
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thepanz66
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Il ragionevole limite da non oltrepassare

Messaggio da thepanz66 »

personalmente il limite (che comunque al momento non ha superato i 300 euro) è dato dall'emozione che la penna mi da utilizzandola. basta anche solo un segno, una firma, e generalmente quella sensazione perdura anche dopo tante volte che la utilizzo. (sempre che riesca ad aggiudicarmela ;) )
Scriptor

Il ragionevole limite da non oltrepassare

Messaggio da Scriptor »

Il limite è dato dalla cifra di cui al momento ti puoi privare senza problemi o contraccolpi, piccola o grande che sia.
In relazione, ovviamente, all'emozione personale che puoi provare acquistando per quella cifra un oggetto desiderato.

Questo vale per qualsiasi collezione, o per qualsiasi bene voluttuario; anche non materiale, come ad esempio un viaggio o un biglietto di teatro. ;)

Perché è ovvio che, sopra la trentina di euro, non stiamo comprando semplicemente un oggetto che scrive (per quella cifra, o meno, ci sono stilografiche funzionalissime), ma stiamo acquistando qualcosa che ci appaga anche a livello emozionale.
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

La riflessione che vi giro è questa: volendo ignorare il lato puramente estetico fino a che cifra, sulla base della vostra esperienza d'uso e del vostro pensiero, è ragionevole spingersi per acquistare una penna "tecnicamente eccellente"?
"Troppo" in relazione all'uso
Che sia "tecnicamente eccellente" e che ti accorga di ritrovarti ad usare sempre "quella" o spesso "quella" lo scopri solo dopo. Quindi quella vocina interna che ti dice che hai speso troppo si placa e si congratula.
Addirittura consigli agli amici che "quella" bisogna averla. Anche se, naturalmente, non a qualsiasi costo.

Nota che "troppo" è una misura relativa e non assoluta.
Il mio troppo di quando ero giovane è diverso dal mio troppo di adesso.

"Troppo" in relazione a una collezione.
Caso personale: per me impossibile concepire di spendere "troppo" in una collezione.
Allora mi sono scelto/imposto di collezionare le Shaeffer Nononsense quando costavano pochi euro.
Adesso che vedo prezzi che ritengo eccessivi mi rifiuto di prenderle.
Come qualcun altro ha detto, se fosse l'ultima Nononsense per TERMINARE la collezione, il troppo assumerebbe un altro valore.

In altre parole "troppo" in questo caso significa darsi la ragionevole possibilità di completare la collezione. Nel mio caso ho escluso subito, ad esempio, le Omas arco o le demonstrator d'epoca (anche se in un caso ho vergognosamente ceduto)
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Bons

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Messaggio da Bons »

Non credo ci sia nulla di più irragionevole del regionevole. :think:

Io trovo irragionevole acquistare una Jinhao :shock: e assolutamente ragionevole il prezzo di una Visconti Homo Sapiens :D .
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alfredop
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Messaggio da alfredop »

Io trovo ragionevole fissare un budget annuale, e muoversi liberamente all'interno di esso.
Alfredo
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Messaggio da francoiacc »

Ottorino ha scritto: lunedì 21 gennaio 2019, 14:20 (anche se in un caso ho vergognosamente ceduto)
Sei un altro uomo felicemente immorale, quella sheaffer è davvero una tentazione irresistibile :wave:
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Messaggio da Iridium »

jebstuart ha scritto: lunedì 21 gennaio 2019, 0:38 Fermo restando che nell'idea stessa di collezionare qualcosa è insita a mio parere una certa quota di irrazionalità, credo che i limiti di spesa varino da persona a persona in funzione soprattutto delle condizioni economiche e ancor di più della percentuale della propria disponibilità finanziaria che il collezionista ritiene giusto riservare alla propria passione.
In altre parole, ognuno si fa un po' i conti in tasca e spende la cifra mensile o annuale che ritiene consona al proprio budget, alternando spesso parsimonia a prodigalità a seconda degli impulsi del momento.
Ai due estremi della distribuzione che ne consegue ci sono poi da una parte gli avari (ho visto persone con stipendi prossimi alle cinque cifre accapigliarsi coi venditori per pochi euro di sconto) e dall'altra i folli, che investono col sorriso sulle labbra in penne o francobolli od altro importi che sarebbe più saggio riservare alle necessità della propria famiglia.

Come in tante altre cose, però, penso sia impossibile delineare regole precise ed indebito censire i comportamenti altrui.
L'unica cosa che tuttavia mi provoca un certo fastidio al proposito è la esibizione tronfia della propria disponibilità economica o, di contro, il ripetere ossessivamente che non ci si può permettere quel che si vorrebbe.
D’accordo fino all’ ultima virgola

Fabio
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Messaggio da gionni »

Il limite che mi sono dato è sui 150 euro, ma la normalità è qualche decina di euro. Il massimo della soddisfazione è procurarsi a poco prezzo penne non funzionanti e riuscire a ripararle. Se poi scrivono in modo perfetto con un pennino veramente flessibile, è tutto ciò che posso desiderare (mi è successo).

Ciao. Gionni
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Messaggio da Ottorino »

francoiacc ha scritto: lunedì 21 gennaio 2019, 15:13
Ottorino ha scritto: lunedì 21 gennaio 2019, 14:20 (anche se in un caso ho vergognosamente ceduto)
Sei un altro uomo felicemente immorale, quella sheaffer è davvero una tentazione irresistibile :wave:
Comunque se non c'era un venditore/amico che sapeva meglio di me che il rimpianto sarebbe stato peggiore dell'acquisto, non l'avrei acquistata.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da rolex hunter »

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Messaggio da Stormwolfie »

Al momento non credo di avere nulla di ragionevole rispetto alle penne, agli inchiostri ed alla carta.
Sono veramente un immorale rispetto a tutti e tre gli oggetti.... e sento che potrei spingermi oltre.
STEFANO

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Messaggio da domenico98 »

Di per sé non mi sono mai fissato un limite massimo, ma ciò è dato probabilmente dalla mia giovane età. Non ho mai speso di più di duecentocinquanta euro per una penna, questo per ora è il mio limite massimo. Condivido l'idea di Alfredo, ovvero fissare un limite annuale per poi potersi meglio gestire. Tuttavia, mi risulta difficile per me porre un limite massimo totale e indiscutibile, preferisco magari non comprare nulla per due anni e permettermi una penna particolarmente desiderata, in modo da dare alla penna oltre al valore economico intrinseco (del quale mi interessa ben poco) un valore del tutto nuovo, un significato unico che richiama gli sforzi e i sacrifici che quella penna porta con sé. Spesso cerco di finanziarmi alcune penne con altre penne, lo scambio è molto più apprezzato rispetto alla vendita, la quasi totalità delle penne in mio possesso provengono da scambi e non da vendite o acquisti, eccezione fatta per le penne prese sulle bancarelle, di quelle ne ho tante. Diciamo che il mio limite è dettato dal buon senso (e dalla scatola dei risparmi), ma come ho detto sono ancora giovane, non avendo né un lavoro né uno stipendio non riesco ancora a comprendere il significato del bilancio mensile o annuale, le mie spese non sono (purtroppo per me e per il mio senso di responsabilità) così tante. Posso riassumere la mia linea di comportamento nelle seguenti regole: il mio fondo risparmi non deve andare sotto una certa soglia; le penne devono provenire da altre penne (intaccando il meno possibile il mio fondo); compra una penna se solo ne senti realmente il bisogno (questo è un quesito abbastanza pericoloso :mrgreen: ). Come ho detto l'unica spesa importante che ho affrontato è quella riportata all'inizio (che tra l'altro mi sono finanziato con altre penne) per il resto non ho fatto grandi spese, diversamente vale per gli scambi. Il mio terreno di caccia (per chi mi conosce) sono i mercatini, dove non spendo più di dieci massimo venti euro per penne più o meno funzionanti o che hanno bisogno di cure.

Lorenzo Domenico
"Il primo dovere di un gentiluomo è quello di sognare"
(O. Wilde)
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