Il ragionevole limite da non oltrepassare

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Massimo59
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Il ragionevole limite da non oltrepassare

Messaggio da Massimo59 »

Tutte le volte che metto un "limite" sistematicamente lo sfondo... :? Mi vien più logico mettere dei tempi... questa oggi, l'altra tra un anno...
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LucaC
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Messaggio da LucaC »

Non spendo più di quello che posso permettermi, prima di tutto la famiglia e la vita "reale", se non intacco questi due punti fermi posso spendere anche cifre importanti senza alcun rimorso.
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ebrownolf
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Messaggio da ebrownolf »

Il mio budget è limitato allo status di studente... un giorno chissà. Di certo posso dire che non me la sentirei di acquistare una penna a cifre folli ma nel caso di una penna particolarmente ispirativa potrei fare l'eccezione :D.
Emanuele
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Gargaros
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Messaggio da Gargaros »

Beh, una stilografica è un investimento come un altro: se si hanno i soldi e la passione, è giustificato lo spendere e lo spandere. Perché in futuro puoi sempre rivenderla e ottenere un potenziale plus non da poco, se sei fortunato e hai beccato un prodotto che col tempo diventa "mitico". In ogni caso i materiali preziosi dovrebbero garantire una "ricchezza" relativamente sicura nel tempo.

Personalmente non posso andare oltre le 50 euro, una tantum.... mooolto "una tantum": diciamo che se ne prendo due all'anno intorno a quella cifra è tutto grasso che cola.

Avessi i soldi, comunque, non so se farei spese pazze, anche se devo ammettere che ho le tasche piuttosto bucate (il che sembra una contraddizione in rapporto alla mia povertà, ma è tutto vero)...
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Gargaros ha scritto: martedì 22 gennaio 2019, 10:25 Beh, una stilografica è un investimento come un altro: se si hanno i soldi e la passione, è giustificato lo spendere e lo spandere. Perché in futuro puoi sempre rivenderla e ottenere un potenziale plus non da poco, se sei fortunato e hai beccato un prodotto che col tempo diventa "mitico". In ogni caso i materiali preziosi dovrebbero garantire una "ricchezza" relativamente sicura nel tempo.
Non necessariamente: un oggetto mediocre oggi, tra un secolo, non sarà antico, ma semplicemente vecchio. L'acquisto di una penna di valore e ottima fattura, non per forza che preveda materiali preziosi, invece, può invecchiare bene e rivalutarsi.
:wave:
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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nime
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Messaggio da nime »

Approfitto di questo post interessantissimo per mettere la domanda sotto un altro punto di vista - e immagino che qui mi possano rispondere più gli esperti.
Per farlo, ho bisogno di fare una premessa.

Una penna è, prima di tutto, un oggetto con una funzione - come un orologio: un Rolex segna il tempo esattamente come un qualsiasi altro orologio con le stesse caratteristiche meccaniche. Rolex però ha un nome, un prestigio, è un marchio che è ormai status symbol, come Montblanc per le stilografiche.
La mia domanda è quindi questa: quale è la cifra massima che è ragionevole spendere per la penna stilografica in chiave meramente funzionale? Parlo quindi del top di gamma di meccanica, scrittura, alimentazione - tralasciando tutto quello che non riguarda il modo in cui la penna funziona e la resa della sua scrittura, compresi materiali pregiati, inserti in oro (pennini esclusi), design studiato e rincari derivanti dal marchio.
In sostanza: una penna, se dovesse solo scrivere divinamente, quanto dovrebbe costare al massimo?
Avete degli esempi?

Perché per me, il limite da non oltrepassare è quello: quando il costo supera di molto quello meramente dedicato alla funzione e diventa oggetto di design, semplicemente perché io non ho un budget adeguato e preferisco investire nella qualità di scrittura, che è quello che mi interessa in una penna.
Francesca
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Messaggio da Agente3 »

le tue domande sono molto articolate
non capisco cosa ne puoi trarre se non una certa confusione di idee
visto la soggettività delle risposte...
quale tipo di indagine statistica stai facendo?
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

nime ha scritto: martedì 22 gennaio 2019, 18:11 La mia domanda è quindi questa: quale è la cifra massima che è ragionevole spendere per la penna stilografica in chiave meramente funzionale? Parlo quindi del top di gamma di meccanica, scrittura, alimentazione - tralasciando tutto quello che non riguarda il modo in cui la penna funziona e la resa della sua scrittura, compresi materiali pregiati, inserti in oro (pennini esclusi), design studiato e rincari derivanti dal marchio.
In sostanza: una penna, se dovesse solo scrivere divinamente, quanto dovrebbe costare al massimo?
Avete degli esempi?
Il costo di una penna che scrive divinamente coincide grossomodo, per me, con il prezzo massimo che sono disposto a pagare per una stilografica, eccettuate piccolissime percentuali dovute all'aspetto, secondo il mio metro, piacevole o meno. Tra l'altro, pur avendone molte, non considero le penne a pistone come di fascia superiore rispetto a quelle a cartuccia, anche se mi rendo conto che un buon meccanismo a pistone costa più di un buon converter; una penna che scrive divinamente, scrive divinamente e basta, a me interessa poco il tipo di caricamento, anche se ho una certa predilezione per la cartuccia, perché quel genere di penne all'occorrenza si smontano (e puliscono) con più facilità. Io, ad esempio, ho sempre preferito l'Aurora Talentum (cartuccia) alla Optima (pistone), perché montano lo stesso pennino e trovo la prima più bella.
:wave:
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nime
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Messaggio da nime »

Agente3 ha scritto: martedì 22 gennaio 2019, 20:31 le tue domande sono molto articolate
non capisco cosa ne puoi trarre se non una certa confusione di idee
visto la soggettività delle risposte...
quale tipo di indagine statistica stai facendo?
Non penso sia soggettivo, in realtà: la qualità di una penna è molto semplice da analizzare se si prende in considerazione solo il corpo scrittura: un pennino da 21k è migliore di uno in acciaio, un alimentatore è migliore di un altro - un po' come per un orologio, ci sono meccanismi più o meno precisi, indipendentemente dal prestigio dell'orologio su cui sono montati.

Faccio un esempio. La Montegrappa Extra Otto Shiny lines con un pennino in oro 18k costa quasi 1500 euro. Una Sailor 1911 con pennino in oro 21k ne costa invece (in Italia) circa 160. Io non so se il corpo scrittura della Montegrappa sia superiore a quello della Sailor (anche se ne dubito, viste le recensioni che ho letto delle due) ma anche se fosse sono convinta che la differenza non sia tale da giustificare uno stacco tale di prezzo. Diciamo pure che un rincaro è comprensibile perché la Montegrappa ha un caricamento a Pistone, ma anche la Sailor Realo lo ha e costa 300 euro (un aumento di prezzo, rispetto alla 1911 standard) a mio avviso spropositato). Quindi gran parte dei costi della Montegrappa sono da imputarsi ai materiali e al Design.

Ma quale scrive meglio? È possibile dire (ad esempio) che per avere il top di gamma della scrittura (solo scrittura, non design o materiali di pegio) basterebbero 160 euro? Forse ora mi sono spiegata meglio
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Quindi gran parte dei costi della Montegrappa sono da imputarsi ai materiali e al Design.

oppure al settore di mercato a cui hanno deciso di rivolgersi
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da francoiacc »

La Extra Otto non scrive circa 20 volte meglio della Ipsilon Deluxe, ma è un oggetto prezioso e assolutamente bello. Una grossa parte del pianeta la reputa solo una penna e a me un idiota perché me la sono comprata. Purtroppo a me piacciono le stilografiche e tra queste mi piacciono quelle belle, chi le fa lo sa bene e se le fa pagare.
Bottom line, non si compra una Extra Otto perché è lo strumento di scrittura perfetto, ma perché piace tanto tantissimo e si è abbastanza incasinati da comprarla.
Se vuoi una penna che scrive bene e non ha nulla di sbagliato prenditi una Aurora Ipsilon Deluxe e vivi felice. :wave:
"E' sempre meglio vivere di rimorsi che di rimpianti"
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Messaggio da analogico »

Qui si sta parlando di penne, per giunta stilografiche, oggetti del tutto voluttuari.
Se per un attimo facessimo finta di dimenticarci dei produttori e rivenditori, potremmo dire che, per noi che non apparteniamo né alla prima né alla seconda categoria, la vita dal punto di vista PRATICO, non muterebbe di una virgola se le penne stilografiche non esistessero o non esistessero più.
Non si possono pesare col bilancino del farmacista aspetti della nostra vita che hanno a che fare con la passione, il piacere sensoriale, il piacere di possedere , il desiderio di esibire, ma anche il gusto di sperimentare, erudirsi, conoscere, collezionare e così via, tutte attitudini e sentimenti che spesso si agitano sul quel terreno scivoloso che rasenta l’irrazionalità in cui talvolta però si non si può evitare di sconfinare.
La vita è fatta anche di queste cose, fortunati coloro i quali posso coltivare certi piaceri senza particolari affanni, ma forse più fortunati coloro i quali sanno godere dei piccoli traguardi raggiunti magari superando qualche affanno di troppo.
Ciascuno, si spera, conosce il proprio limite, ma il limite in se conta poco, ciò che conta è la soddisfazione e il piacere.
Antonio

Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
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Messaggio da piccardi »

Gargaros ha scritto: martedì 22 gennaio 2019, 10:25 Beh, una stilografica è un investimento come un altro: se si hanno i soldi e la passione, è giustificato lo spendere e lo spandere. Perché in futuro puoi sempre rivenderla e ottenere un potenziale plus non da poco, se sei fortunato e hai beccato un prodotto che col tempo diventa "mitico". In ogni caso i materiali preziosi dovrebbero garantire una "ricchezza" relativamente sicura nel tempo.
Mi sa che non ti è mai capitato di rivendere una di queste penne, perché di penne che abbiano tutto questo plus di ricavo rispetto al prezzo di vendita non ne conosco quasi nessuna. E' in genere una buona scusa (per se stessi e gli altri) per giustificare l'acquisto, ma gli unici ricavi che ho fatto su penne acquistate è perché ho approfittato della asimmetria informativa fra me il venditore.

Simone
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e per aiutare chi non trova un termine:
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VincenzoDG
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Messaggio da VincenzoDG »

Mah, è difficile rispondere.
Innanzi tutto dipende dalla capacità economica di ognuno di noi per cui la sensazione della spesa varia molto se si parla di industriale, impiegato, studente.
Per uno studente spendere 100 euro é una cifra più che ragguardevole, casomai da spendere una volta l’anno, mentre per un industriale può permetterselo in qualunque momento, ogni santo giorno.
Però, ciò che molti non hanno inteso, è che tu chiedi quanto deve costare una penna che scrive bene ma senza il valore aggiunto del materiale prezioso o collezionistico.
A questa risposta credo non si possa dare una risposta univoca ma ragionare per ordini di grandezza si.
Direi che siamo nell’ordine del 10^2 euro ossia 100 euro e, considerando un fattore di incertezza pari a 2, siamo nell’intervallo dai 50 euro ai 200 euro.
In questo range trovi tutte le penne che vuoi e scrivono tutte più o meno benissimo.
Al di sotto trovi le penne scolastiche, che scrivono bene ma solitamente non restituiscono grandi sensazioni, al di sopra inizi a trovare penne il cui valore é dato sempre più dal nome, dai materiali pregiati e rifiniture preziose, dal design, dal valore collezionistico.
Poi, ovviamente, scrivere con una penna costosissima ha sempre il suo fascino ma se riuscissimo a non farci influenzare da ciò, forse scopriremmo che la penna che costa 10 volte meno non scrive 10 volte peggio.
Ma tu ha chiesto un giudizio obiettivo e allora a parer mio superata la soglia dei 200 euro si entra nel range delle penne status symbol piuttosto che di un oggettivo buono/ottimo strumento di scrittura.
Ultima modifica di VincenzoDG il mercoledì 23 gennaio 2019, 0:26, modificato 6 volte in totale.
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Messaggio da analogico »

Ciò che scrive Simone nel suo intervento precedente è sacrosanto, e credo sia anche un' informazione "di servizio" che andrebbe ribadita ogni tanto, onde evitare che qualcuno con scarsa esperienza si lasci illudere dal miraggio della rivalutazione e del guadagno "non da poco" e compia poi spiacevoli passi falsi.
Nella stragrande maggioranza dei casi le penne non sono un investimento produttivo.
Antonio

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