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edo68
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Messaggio da edo68 »

Buonasera a tutti
ho trovato questa penna e vorrei sapere, ringraziandovi anticipatamente, di cosa si tratta.

Iniziamo dalla testina del cappuccio, una semi goccia di resina decorata

_DSC6866.jpg

La clip ha un disegno classico con una incisione che sembrerebbe una stella a quattro punte

_DSC6867.jpg

La scritta The Ideal e il logo, farebbero pensare ad una una Waterman, ma non c'è traccia del marchio Waterman

_DSC6870.jpg

Il pennino riporta la scritta Warranted 14 K misura 4

_DSC6873.jpg

Il corpo della penna, il materiale dovrebbe essere in ebanite, e il cappuccio (ha un incastro a frizione) riportano incisi dei disegni che nuovamente farebbero pensare ad una Waterman.

_DSC6876.jpg
_DSC6878.jpg

Alcune misure

aperta senza cappuccio 102 mm

aperta con cappuccio 121 mm

diametro del fusto 11 mm

diametro del cappuccio 12 mm

lunghezza cappuccio 56 mm

Vi Ringrazio e vi auguro una buona serata

Edo
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Giorgio1955
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Messaggio da Giorgio1955 »

Foto 3 sembrerebbe un'imitazione del logo Waterman. VT potrebbe essere Vermont. Il pennino dovrebbe essere un warranted di ricambio. La clip è post-vendita.
Giorgio
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edo68
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Messaggio da edo68 »

Giorgio1955 ha scritto: venerdì 12 ottobre 2018, 7:43 Foto 3 sembrerebbe un'imitazione del logo Waterman. VT potrebbe essere Vermont. Il pennino dovrebbe essere un warranted di ricambio. La clip è post-vendita.
Ciao Giorgio,
ti ringrazio per il tuo intervento.
Clip e pennino sono accessori facilmente sostituibili, al contrario, le incisioni (logo, scritte e disegni) presenti sulla penna, credo siano riconducibili al momento della produzione.
Oggi i Cinesi sono i maestri del clone, negli anni 60/70 lo scettro era stato dato ai Giapponesi; questa penna è la dimostrazione di un mercato "tarocco" datato?
Se facciamo un salto nel passato, lo stile Déco, comincia a passare di moda quando diventa “di massa”, cioè, grazie alla produzione industriale, gli oggetti di design e di arredamento di gusto Déco possono entrare in tutte le case, perdendo quell’aurea di esclusività che ne aveva contraddistinto l’ascesa.
Credo che di esempi se ne possono fare tantissimi, abbigliamento, musica, elettronica; uno è il vero ideatore, tutti gli altri copiano spudoratamente...

Buona giornata

Edo
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fab66
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Messaggio da fab66 »

Credo sia una produzione italiana che scimmiottava le waterman dell'epoca... come questa
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Fabrizio
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edo68
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Messaggio da edo68 »

fab66 ha scritto: venerdì 12 ottobre 2018, 15:17 Credo sia una produzione italiana che scimmiottava le waterman dell'epoca... come questa
Ciao Fabrizio,
ti ringrazio per il tuo intervento.
Il logo della tua sembra leggermente diverso, presumo che nel periodo ci fossero diversi tarocchi.

Buona serata

Edo
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Messaggio da Syrok »

Ciao Edo io non li chiamerei tarocchi piuttosto le vedo come delle rivisitazioni di un modello che magari andava di moda allora e ne riproducevano i caratteri salienti per poter dare la possibilità a più persone di poterla comprare quando queste fossero state o troppo care oppure difficili da reperire, vedesi varie leggi nazionalistiche del ventennio del novecento in cui piuttosto che importare materiale e oggetti da paesi esteri si invogliava a creare strumenti e oggetti fatti in Italia, è nata così anche la Aurora come produttore di penne e la 88 tanto elogiata per design e stile italiano non è altro che la copia un po più cicciotta della più famosa Parker 51.
Oggi come oggi queste "copie" o tarocchi come le chiami tu hanno lo stesso valore di quelle originali e alcune anche di più delle originali da cui hanno preso spunto.
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edo68
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Messaggio da edo68 »

Syrok ha scritto: sabato 13 ottobre 2018, 1:25 Ciao Edo io non li chiamerei tarocchi piuttosto le vedo come delle rivisitazioni di un modello che magari andava di moda allora e ne riproducevano i caratteri salienti per poter dare la possibilità a più persone di poterla comprare quando queste fossero state o troppo care oppure difficili da reperire, vedesi varie leggi nazionalistiche del ventennio del novecento in cui piuttosto che importare materiale e oggetti da paesi esteri si invogliava a creare strumenti e oggetti fatti in Italia, è nata così anche la Aurora come produttore di penne e la 88 tanto elogiata per design e stile italiano non è altro che la copia un po più cicciotta della più famosa Parker 51.
Oggi come oggi queste "copie" o tarocchi come le chiami tu hanno lo stesso valore di quelle originali e alcune anche di più delle originali da cui hanno preso spunto.
Ciao Alessandro,
ti ringrazio per il tuo intervento.
Mi scuso se i miei interventi contengono delle parole non proprio consone, non volevo essere denigratorio nei confronti di nessuno.
Leggendo il tuo intervento mi viene da fare una considerazione.
Facendo riferimento al periodo che viene prima del ventennio fascista, possiamo sconfinare sino al secolo precedente, l’Italia non ha un passato fatto di grandi industrie, la piccola impresa costituisce la maggior parte della produzione industriale del paese.
Questi piccoli impresari, sono sottomessi alla volontà dei distributori; ci sono ditte che preferiscono non avere uno scontro diretto con la potente concorrenza industriale europea, si accodano e copiano di pari passo gli oggetti più richiesti dal mercato (si fa un certo oggetto solamente perché si vende bene).
Si tratta di copie prodotte comunque con bravura ed eleganza, la produzione di origine non viene nascosta.
I distributori, vendendo in Europa questi prodotti, potevano acquistare oggetti campione da riportare in Italia affinché venissero imitati e prodotti, permettendo così un aggiornamento continuo della gamma produttiva.
Altre ditte, invece, cercano di promuovere la “supremazia” della produzione artigiana locale.
Attenzione, non è detto che tutte le ditte nascono con tale intenzione, o meglio, probabilmente l'evolversi della situazione porta verso altri obiettivi. Gli oggetti non sempre erano consoni alla tradizione; si trattava di oggetti prodotti sulle regole della loro produzione artigianale, in certi casi queste ditte cercavano di nascondere l’origine smerciando i pezzi come “originali”.
Tu citi l’Aurora che ha nel suo passato produttivo la copia di una Parker 51, ma se non avesse avuto una base solida, sarebbe arrivata fino ad oggi iniziando la produzione con una copia?
Se analizziamo “l’azione commerciale” della ditta che ho presentato, mi sembra ci siano delle differenze, oltre a copiare i tratti distintivi di una penna, utilizza un logo molto simile di un’altra marca.
Nasce probabilmente con buone intenzioni, ma poi si è fossilizzata? Davanti alla diminuzione della richiesta di un certo modello, ha risposto abbassando i costi di produzione a scapito della qualità dei materiali impiegati e del grado di finitura del prodotto, che ovviamente avrà incontrato sempre minor fortuna sul mercato.

Buona serata a tutti

Edo
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Syrok
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Messaggio da Syrok »

edo68 ha scritto: sabato 13 ottobre 2018, 22:18
Syrok ha scritto: sabato 13 ottobre 2018, 1:25 Ciao Edo io non li chiamerei tarocchi piuttosto le vedo come delle rivisitazioni di un modello che magari andava di moda allora e ne riproducevano i caratteri salienti per poter dare la possibilità a più persone di poterla comprare quando queste fossero state o troppo care oppure difficili da reperire, vedesi varie leggi nazionalistiche del ventennio del novecento in cui piuttosto che importare materiale e oggetti da paesi esteri si invogliava a creare strumenti e oggetti fatti in Italia, è nata così anche la Aurora come produttore di penne e la 88 tanto elogiata per design e stile italiano non è altro che la copia un po più cicciotta della più famosa Parker 51.
Oggi come oggi queste "copie" o tarocchi come le chiami tu hanno lo stesso valore di quelle originali e alcune anche di più delle originali da cui hanno preso spunto.
Ciao Alessandro,
ti ringrazio per il tuo intervento.
Mi scuso se i miei interventi contengono delle parole non proprio consone, non volevo essere denigratorio nei confronti di nessuno.
Leggendo il tuo intervento mi viene da fare una considerazione.
Facendo riferimento al periodo che viene prima del ventennio fascista, possiamo sconfinare sino al secolo precedente, l’Italia non ha un passato fatto di grandi industrie, la piccola impresa costituisce la maggior parte della produzione industriale del paese.
Questi piccoli impresari, sono sottomessi alla volontà dei distributori; ci sono ditte che preferiscono non avere uno scontro diretto con la potente concorrenza industriale europea, si accodano e copiano di pari passo gli oggetti più richiesti dal mercato (si fa un certo oggetto solamente perché si vende bene).
Si tratta di copie prodotte comunque con bravura ed eleganza, la produzione di origine non viene nascosta.
I distributori, vendendo in Europa questi prodotti, potevano acquistare oggetti campione da riportare in Italia affinché venissero imitati e prodotti, permettendo così un aggiornamento continuo della gamma produttiva.
Altre ditte, invece, cercano di promuovere la “supremazia” della produzione artigiana locale.
Attenzione, non è detto che tutte le ditte nascono con tale intenzione, o meglio, probabilmente l'evolversi della situazione porta verso altri obiettivi. Gli oggetti non sempre erano consoni alla tradizione; si trattava di oggetti prodotti sulle regole della loro produzione artigianale, in certi casi queste ditte cercavano di nascondere l’origine smerciando i pezzi come “originali”.
Tu citi l’Aurora che ha nel suo passato produttivo la copia di una Parker 51, ma se non avesse avuto una base solida, sarebbe arrivata fino ad oggi iniziando la produzione con una copia?
Se analizziamo “l’azione commerciale” della ditta che ho presentato, mi sembra ci siano delle differenze, oltre a copiare i tratti distintivi di una penna, utilizza un logo molto simile di un’altra marca.
Nasce probabilmente con buone intenzioni, ma poi si è fossilizzata? Davanti alla diminuzione della richiesta di un certo modello, ha risposto abbassando i costi di produzione a scapito della qualità dei materiali impiegati e del grado di finitura del prodotto, che ovviamente avrà incontrato sempre minor fortuna sul mercato.

Buona serata a tutti

Edo
Ciao Edo sono d'accordo con te su tutti i punti.

E' vero che la Aurora non è arrivata fino ai giorni nostri solo con la 88 ma come saprai anche tu ha avuto molti alti e bassi (ultimamente più bassi credo che alti) soprattutto dagli anni 80/90 quando era stata cambiata la ragione sociale facendosi chiamare AURORA DUE S.p.a. come mostrano i vari cartellini e garanzie presenti nei modelli di quegli anni tipo le Marco Polo per poi riprendere credo inizio anni 2000 il nome originale con tanto di logo ridisegnato.
Alcune volte vinci, tutte le altre volte impari
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Alessandro
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edo68
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Messaggio da edo68 »

Syrok ha scritto: sabato 13 ottobre 2018, 23:20 ...E' vero che la Aurora non è arrivata fino ai giorni nostri solo con la 88 ma come saprai anche tu ha avuto molti alti e bassi (ultimamente più bassi credo che alti) soprattutto dagli anni 80/90 quando era stata cambiata la ragione sociale facendosi chiamare AURORA DUE S.p.a. come mostrano i vari cartellini e garanzie presenti nei modelli di quegli anni tipo le Marco Polo per poi riprendere credo inizio anni 2000 il nome originale con tanto di logo ridisegnato.

Ciao Alessandro,
ogni ditta nella sua storia ha conosciuto alti e bassi, se i bassi sono tanti finisce l'attività.

La tua osservazione mi fa' venire in mente una frase che mi aveva detto un amico fotografo:
"guarda attentamente perché quello che vedrai non è più ciò che hai appena visto".
Ovviamente il riferimento era legato alla fotografia, ma la frase, credo sia di Leonardo, permette diverse interpretazioni in vari contesti.
Anche se molte ditte usano l'etichetta pubblicitaria "Since xxxx", è impensabile che un'azienda oggi riproponga lo stesso oggetto fatto 60 anni prima, troppe cose sono cambiate; così come, molte cose sono cambiate, per la clientela...

Buona serata

Edo
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