Penne moderne... degne eredi?

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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

ASTROLUX ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:33
francoiacc ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:26 Aurora 88 a parer mio è una degna erede delle prime versioni.
Parli della 88 o dell 88 big ?
Parlo della 88 BIG :thumbup:
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Messaggio da HoodedNib »

ASTROLUX ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 22:05
HoodedNib ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:46

Si ma voglio capire a cosa esattamente ti stai riferendo con questa domanda perche' puo' essere difficile risponderti se non per linee generali. Considera questo, non possiamo paragonare molti dei sistemi di caricamento perche' ormai sono quasi tutti a cartuccia/converter o a pistone, gli altri sistemi vengono usati poco o nulla e solo per penne particolari mentre prima touchdown, pulsante, levetta e derivati la facevano da padrone.
Sui pennini una volta erano piu' flessibili di adesso ma fuori dalla flessibilita' probabilmente sono migliori adesso per penne che non siano dozzinali. Sui materiali possiamo invece discutere visto che sono piu' o meno sempre quelli in uso (galalite a parte).

In cosa stiamo paragonando i due mondi? La domanda cosi' com'e', la vedo malposta anche se ne capisco l'intento.
Non paragoniamo antico e moderno, semplicemente guardando le attuali penne moderne, quali salviamo perchè fedeli ad una tradizione di qualità della casa e quali invece sono da affidare all'oblio, perchè frutto solo di operazione di marketing teso a sfruttare la notorietà del brand ?
Io vedo innovazione, quelli che hanno saputo innovare o copiare l'innovazione sono ancora li' a fare oggetti di qualita' sbagliandone in definitiva pochi, gli altri marchi hanno chiuso (vedi tra le italiane OMAS e Delta) principalmente perche' non hanno operato quanto sopra.
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Messaggio da Maruska »

HoodedNib ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:49
Maruska ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:45
Gli ultimi pennini non sono degni dei precedenti, anche se non flessibili e non di tantissimi anni fa
Delle Aurora? O in generale?
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Messaggio da Ottorino »

Waterman Edson
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Messaggio da ASTROLUX »

Ottorino ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 9:10Waterman Edson
In positivo o in negativo ?
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Messaggio da Ottorino »

Irrinunciabile
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Messaggio da rolex hunter »

Ci ho messo un po' a scrivere la risposta, quindi se nel frattempo qualcuno ha messo dentro esemplari qui citati.... è stato giusto un gap temporale; sapevatelo :mrgreen:


Ho deciso di soprassedere (non curandomene) al sistema di caricamento perchè "una volta" si inventavano sistemi strani per eludere o aggirare brevetti, oggi si ficca una alimentazione a cartuccia e ciao. (Bleah)

quindi, per qualità costruttiva, affidabilità e, (màssi, mettiamocela anche se è soggettiva) bellezza, oltre a quelle elencate, ci metterei:

Pelikan 400 e 600 (la 800 è un pelino troppo grossa)
Parker Duofold (magari international; la Centennial ha lo stesso problema della Peli-800)
MB 146
Le Aurora le abbiamo già nominate

Waterman: senza dubbio la Edison ci va tutta, ma anche la "Etalon" merita una nota
Omas....... non pervenute :cry:
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Pilot Capless (una qualunque....)
Sailor 1911 Realo (meglio bordeaux)
Platinum 3776 (magari anche Maki-E, che in questo modello non costa tanto....)
Namiki Yukari Royale nella versione "Vermillion Urushi", perchè una "grossa" ci vuole.
Giorgio

la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Messaggio da HoodedNib »

A sto punto aggiungerei le mie "piccole"

Platinum PTL-5000 (eh si, sono monotono) di cui un modello simile esiste anche come Maki-e
Lamy Safari
Lamy 2000

Qualita' di scrittura molto buone, carriarmati e decenti... e anche belle (forse come bellezza ce n'e' meglio delle Safari pero'...)

Ci sarebbero anche le Montegrappa e le Visconti, sono penne di cui ho sentito molto parlare e molto bene (e sono molto belle) ma non ne ho ancora avuta una per le mani (se si esclude una Montegrappa scolastica semi-vintage)
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Messaggio da Ottorino »

Il commento di Giorgio sui sistemi di caricamento mi ha fatto venire il mente la Visconti Florentia.

Siringa inversa moderna con sistema a doppio serbatoio.

Finita la prima ricarica, si svita un po' il fondello, l'inchiostro fluisce dal serbatoio posteriore piu' grande in quello piu' piccolo anteriore, si riavvita il fondello e si continua a scrivere.

Talmente pratico che si finisce col considerarla come una sfera:
non ci si ricorda di quante volte si è ricaricato e si finisce a secco comunque !!

Ma dopo parecchie pagine o firme.
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Messaggio da alfredop »

ASTROLUX ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 22:05
HoodedNib ha scritto: lunedì 6 agosto 2018, 21:46

Si ma voglio capire a cosa esattamente ti stai riferendo con questa domanda perche' puo' essere difficile risponderti se non per linee generali. Considera questo, non possiamo paragonare molti dei sistemi di caricamento perche' ormai sono quasi tutti a cartuccia/converter o a pistone, gli altri sistemi vengono usati poco o nulla e solo per penne particolari mentre prima touchdown, pulsante, levetta e derivati la facevano da padrone.
Sui pennini una volta erano piu' flessibili di adesso ma fuori dalla flessibilita' probabilmente sono migliori adesso per penne che non siano dozzinali. Sui materiali possiamo invece discutere visto che sono piu' o meno sempre quelli in uso (galalite a parte).

In cosa stiamo paragonando i due mondi? La domanda cosi' com'e', la vedo malposta anche se ne capisco l'intento.
Non paragoniamo antico e moderno, semplicemente guardando le attuali penne moderne, quali salviamo perchè fedeli ad una tradizione di qualità della casa e quali invece sono da affidare all'oblio, perchè frutto solo di operazione di marketing teso a sfruttare la notorietà del brand ?
Sicuramente salverei:
Pelikan, Montblanc, Aurora, Waterman, Cross, Yard-o-led, Pilot, Sailor, Platinum

Non salverei:
Conklin, Esterbrook, Ancora

Sono indeciso su:
Parker, Kaweco, Montegrappa, Sheaffer, Onoto

Alfredo
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
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Messaggio da ASTROLUX »

alfredop ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 14:21

Sicuramente salverei:
Pelikan, Montblanc, Aurora, Waterman, Cross, Yard-o-led, Pilot, Sailor, Platinum

Non salverei:
Conklin, Esterbrook, Ancora

Sono indeciso su:
Parker, Kaweco, Montegrappa, Sheaffer, Onoto

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Il tuo intervento mi incuriosisce molto, non tanto per i "salvati", quanto per i "sommersi" e per quelli ancora aggrappati alla chiglia dell'arca . :mrgreen:
Mi ritengo ancora molto inesperto sul mondo delle stilografiche e vorrei conoscere meglio le ragioni della bocciatura.
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Messaggio da ASTROLUX »

Ottorino ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 14:10 Il commento di Giorgio sui sistemi di caricamento mi ha fatto venire il mente la Visconti Florentia.

Siringa inversa moderna con sistema a doppio serbatoio.

Finita la prima ricarica, si svita un po' il fondello, l'inchiostro fluisce dal serbatoio posteriore piu' grande in quello piu' piccolo anteriore, si riavvita il fondello e si continua a scrivere.

Talmente pratico che si finisce col considerarla come una sfera:
non ci si ricorda di quante volte si è ricaricato e si finisce a secco comunque !!

Ma dopo parecchie pagine o firme.
Non riesco a immaginare il meccanismo del doppio serbatoio... :oops:
Suppongo sia diverso dalla riserva usata da Aurora.

Da qualche parte è reperibile un disegno del marchingegno ? (fatto anche la rima :D )
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Messaggio da ASTROLUX »

rolex hunter ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 12:45 Ci ho messo un po' a scrivere la risposta, quindi se nel frattempo qualcuno ha messo dentro esemplari qui citati.... è stato giusto un gap temporale; sapevatelo :mrgreen:


Ho deciso di soprassedere (non curandomene) al sistema di caricamento perchè "una volta" si inventavano sistemi strani per eludere o aggirare brevetti, oggi si ficca una alimentazione a cartuccia e ciao. (Bleah)

quindi, per qualità costruttiva, affidabilità e, (màssi, mettiamocela anche se è soggettiva) bellezza, oltre a quelle elencate, ci metterei:

Pelikan 400 e 600 (la 800 è un pelino troppo grossa)
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Le Aurora le abbiamo già nominate

Waterman: senza dubbio la Edison ci va tutta, ma anche la "Etalon" merita una nota
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Platinum 3776 (magari anche Maki-E, che in questo modello non costa tanto....)
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Da possessore di entrambi i modelli posso dirti che la "sciantosa" M800 è più piccola della "monaca" MB 146. Le trovo entrambe molto belle e contrariamente a quanto possa sembrare maneggevoli (senza cappuccio ovviamente)
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Messaggio da alfredop »

ASTROLUX ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 17:57
alfredop ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 14:21

Sicuramente salverei:
Pelikan, Montblanc, Aurora, Waterman, Cross, Yard-o-led, Pilot, Sailor, Platinum

Non salverei:
Conklin, Esterbrook, Ancora

Sono indeciso su:
Parker, Kaweco, Montegrappa, Sheaffer, Onoto

Alfredo
Il tuo intervento mi incuriosisce molto, non tanto per i "salvati", quanto per i "sommersi" e per quelli ancora aggrappati alla chiglia dell'arca . :mrgreen:
Mi ritengo ancora molto inesperto sul mondo delle stilografiche e vorrei conoscere meglio le ragioni della bocciatura.
Partiamo dai salvati: tranne che per le Yard-o-led ho diversi esemplari di penne moderne delle marche elencate, e tutte mi sono sembrate di ottima qualità costruttiva, qualche piccolo problema potrebbe essere presente, ma di solito si risolve facilmente. Per quanto riguarda Yard-o-led le ho esaminate in negozio e mi sono sembrate molto ben fatte, purtroppo il costo mi ha impedito l'acquisto.

Su quelle non salvate: per le prime due non ho esperienza diretta, ma leggendo recensioni varie (soprattutto su FPN) mi sono convinto che non vale la pena acquistarle. Su Ancora direi che sono i modelli a catalogo a convincermi che l'azienda non è stata capace di mantenere l'eredità del marchio che in passato ha proposto alcune delle più belle penne italiane, devo dir che non posso giudicare la qualità in quanto non ne ho mai avute tra le mani.

Per i marchi su cui sono indeciso articolo meglio il ragionamento.
Parker: a parte la Duofold nessuno dei modelli attuali sembra all'altezza del passato dell'azienda, le Sonnet sembrano avere svariati problemi, le penne più economiche sono abbastanza anonime.

Kaweco: E' un produttore tedesco dalla lunga storia, ma l'azienda attuale non ha continuità storica con la precedente. Ho due sport ed ho regalato a mio figlio una Lilliput, sono buone penne ma mi sembra che nelle loro realizzazioni manchi qualcosa (anche se non so specificare cosa :D ).

Montegrappa: tralasciando le edizioni limitate, la produzione regolare è fatta di penne che esteticamente mi piacciono, ho valutato a lungo la Fortuna, la penna mi sembra essere ben costruita, purtroppo le prove del pennino non mi hanno convinto (l'ho provata diverse volte in negozi diversi).

Sheaffer: finché la Legacy è stata a catalogo la Sheaffer ha mantenuto un certo legame con il passato, ora che è stata acquisita da Cross mi sembra che a parte la Prelude (che non mi è mai piaciuta particolarmente) la produzione si sia spostata su una linea di penne di qualità non eccelsa. Vedremo se in futuro cambieranno strada.

Onoto: Non conosco la qualità costruttiva delle penne,anche se ditta mi pare seguire un percorso parallelo a quello di Ancora, ovvero penne molto costose dirette verso un mercato molto limitato. Comunque le sue penne meriterebbero di essere provate.

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alfredop ha scritto: martedì 7 agosto 2018, 14:21 Non salverei:
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