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Pilot Iroshizuku - Fuyu Syogun

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Phormula
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Pilot Iroshizuku - Fuyu Syogun

Messaggio da Phormula »

Pilot Iroshizuku Fuyu-Syogun (Old Man Winter)

Per cominciare, desidero ringraziare Laura di “Goldpen”, che un bel po’ di tempo fa mi ha mandato un calamaio di questo inchiostro affinché lo recensissi. Meal culpa, per ragioni che spiegherò in seguito, ci ho messo un po’ a recensirlo, però alla fine sono riuscito a farlo.

Premessa
La gamma di inchiostri Pilot Iroshizuku non ha bisogno di presentazioni. Per molti appassionati si tratta del non plus ultra degli inchiostri stilografici, anche nel prezzo. Qualcuno non ha dubbi e li definisce i migliori inchiostri al mondo. I nomi degli inchiostri, rigorosamente in giapponese, richiamano i colori del paesaggio del paese del sol levante. In particolare il nome di questo inchiostro, Fuyu-Syougun, letteralmente “Vecchio Uomo Inverno”, vuole richiamare i colori dell’inverno giapponese, che, soprattutto nelle regioni più a nord, sa essere molto freddo, grigio e duro per le persone anziane che vivono nelle campagne. In inglese invece il termine “Old Man Winter” viene usato per personificare l’inverno, e lo si ritrova citato in alcuni poemi.
Personalmente, sono un utilizzatore soddisfatto di Iroshizuku Shin-Kai (Deep Sea Blue), che considero uno dei migliori blu-neri, e infatti ne faccio un uso relativamente abbondante, nonostante il prezzo. Di solito i blu-neri non sono inchiostri dalle sfumature molto accentuate, tendono ad essere abbastanza monotoni. Questo fa eccezione, lo uso sulla mia Delta Gallery e ne apprezzo appunto le sfumature. Per lo stesso motivo uso molto anche il Pilot Iroshizuku Tsuki-Yo (Moonlight), che, se utilizzato su penne dal flusso medio, è un bellissimo blu scuro con sfumature turchesi. Sviluppare dipendenza da Pilot Iroshizuku nuoce gravemente alla salute (economica), perché questi sono tra gli inchiostri più costosi sul mercato. Ho quindi accolto con piacere il suggerimento di Laura di farne una recensione, pur ammettendo che recensire un inchiostro di questo livello è una sfida. Quando si spendono 30 euro per un calamaio da 50 ml, quasi 10 volte il costo di un Diamine, ci si aspettano prestazioni da primi della classe e quindi basta poco per restare delusi. Oppure ci si comporta come i possessori di certe automobili tedesche reputate il massimo della tecnologia e dell’affidabilità, che, di fronte ad un guasto negano persino l’evidenza per non ammettere di avere speso un sacco di soldi per comprare una macchina che alla resa dei conti si è dimostrata affidabile tanto quanto una utilitaria italiana o francese. Il rischio è cioè quello di parlarne bene per non ammettere di avere buttato i propri soldi. Infatti secondo me la prova del nove per un inchiostro come questo è l’acquisto del secondo calamaio… ma andiamo per ordine.

Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartone grigia, con la scritta in giapponese in un riquadro che vorrebbe richiamare il colore dell’inchiostro. All’interno si trova il calamaio in vetro, il cui design a base ellissoidale ricorda quello di una boccetta di profumo. Il calamaio in vetro è un vero capolavoro, ha il fondo molto spesso, nel quale è ricavato un incavo a “V” che ha lo scopo di consentire il prelievo dell’inchiostro fino all’ultima goccia (e ti credo, con quel che costa…). E’ chiuso da un tappo in plastica con guarnizione di tenuta ed ulteriormente impreziosito da un nastrino. In pratica un calamaio che è quasi un peccato tenere nascosto nella scatola o in un cassetto, ma che può fare tranquillamente bella mostra di sé sulla scrivania. E’ anche estremamente pratico da utilizzare, l’imboccatura è sufficientemente larga da consentire la ricarica di penne di dimensioni abbondanti, la già citata scanalatura permette di pescare anche le ultime gocce di inchiostro e la base in vetro molto spesso conferisce la necessaria stabilità all’insieme durante le operazioni di ricarica. L’unico suo limite è il fatto di essere alto e stretto, con il risultato che quando il livello di inchiostro è molto basso, caricando penne con il converter ad incastro si rischia che il converter si stacchi e l’impugnatura rimanga dentro il flacone. Con le penne a stantuffo o a converter ma con attacco a vite, come le Delta o le Montegrappa, non ci sono problemi. Da questo punto di vista i calamai Sailor, che hanno l’inserto in plastica e l’imboccatura molto larga, sono il massimo della praticità. Esaurito il suo compito, io consiglio di lavarlo e riutilizzarlo per un altro inchiostro, venduto in un calamaio meno pratico e meno accattivante. Si potrebbe quasi dire che il calamaio da solo meriti l’acquisto, ma è chiaro che un calamaio del genere sia molto costoso da produrre e quindi incida significativamente sul prezzo di acquisto. Siamo all’estremo opposto rispetto all’umile calamaio Diamine da 80 ml, che non sarà il massimo dell’estetica o della praticità, ma sicuramente è molto economico da produrre e quindi il suo costo influisce in misura limitata sul prezzo dell’inchiostro. Ci sarebbe da chiedersi quale potrebbe essere l’immagine di questo inchiostro se fosse venduto in un calamaio anonimo, e soprattutto quanti sarebbero disposti ad acquistarlo sotto mentite spoglie. Io credo che, almeno al primo acquisto, il design del calamaio pesi parecchio nella scelta.
E ora parliamo di prezzo. Non siamo in fascia alta, … di più. Il calamaio da 50 ml costa intorno ai 30 Euro, quindi 0,6 Euro per millilitro. Circa 7 volte il costo di un inchiostro Diamine. Considerata la capacità del serbatoio della Delta, vuol dire che una ricarica costa circa un Euro, quasi come un pacchetto di cartucce internazionali blu standard da sei. Considerato il consumo della mia Delta con pennino M, una pagina A4 scritta con questo inchiostro costa circa 5 centesimi. Se poi si carica una penna dal flusso abbondante come la Pelikan M1005, i consumi (e i costi) salgono vertiginosamente. Non è un inchiostro da scialacquare, penso che ben pochi avrebbero la tentazione di svuotare la penna parzialmente carica nel lavandino per cambiare tonalità. Come tutti gli Iroshizuku, sono inchiostri che si usano perché ci si innamora di una particolare tonalità o delle loro caratteristiche, e a quel punto il prezzo passa in secondo piano.

Prestazioni
Messe da parte le considerazioni di carattere estetico e pratico, passiamo al motivo ultimo per il quale si compra un inchiostro. Scriverci. Ovvero, quando il pennino incontra la carta. I pareri degli internauti sugli inchiostri Iroshizuku sono contrastanti. Ancora una volta è il prezzo ad essere discriminante: accanto a chi ne tesse le lodi, c’è chi li stronca in pieno, sostenendo che le qualità non valgano la spesa e che ci siano inchiostri più economici ma altrettanto validi. Cercando di essere razionali, dal mio punto di vista è un inchiostro all’altezza del nome che indossa, che si comporta almeno discretamente in tutte le penne, ma tende a prediligere quelle dal flusso medio o medio-alto. Solo la presenza di alternative (quasi) altrettanto valide possono far riflettere sul fatto che possa valere o meno affrontare la spesa.

Flusso e lubrificazione
Abbondante, ma non esagerato. E’ un inchiostro che dà il meglio di sé sulle penne dal flusso medio o medio-abbondante, con pennini dal medio-fine in su, che mettano una quantità dignitosa di inchiostro sulla carta e consentano di apprezzarne le sfumature. Lo si può usare anche su pennini fini e con penne dal flusso magro. Non crea problemi, ma così facendo se ne mortificano molte delle caratteristiche, in particolare la tonalità, che diventa grigia uniforme, quasi come scrivere a matita. Sulle penne dal flusso molto abbondante invece succede l’opposto, ovvero in cambio di una maggiore saturazione si perdono le sfumature e soprattutto i tempi di asciugatura diventano biblici. Anche la lubrificazione è molto buona, come è caratteristica degli inchiostri di questa serie. Potrebbero esserci problemi solo con penne dal pennino contrastato e flusso molto magro. Con alcune penne dal pennino particolarmente scorrevole e su carta molto liscia ho notato qualche salto di tratto di troppo, che non ci dovrebbe essere su un inchiostro di questo prezzo, anche se mi rendo conto che forse sto chiedendo la perfezione. Per il resto nessun problema di ripartenze dopo qualche minuto di “fermo penna” senza cappuccio o dopo qualche giorno di mancato utilizzo. Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare, dal momento che il costo elevato potrebbe spingere qualcuno ad inchiostrare una penna che non usa tutti i giorni.

Aspetto cromatico
Il mio soggiorno in Giappone risale al 1997 e sinceramente non ricordo se in quell’inverno il cielo fosse così plumbeo. Trovo comunque che il nome sia appropriato a descriverne la tonalità, perché è un grigio bluastro che mi ricorda molto la luce di una giornata invernale fredda e nuvolosa, quando uno vorrebbe fare di tutto per non uscire di casa. Non è quindi il colore adatto a chi ama le tonalità calde, vivaci e solari, ma ciò non toglie che anche queste tonalità abbiano i propri appassionati, me compreso. E’ un inchiostro non molto saturo, quindi particolarmente adatto alle penne che esaltano le sfumature. La penna ideale secondo me ha un pennino dal flusso medio o medio-alto. Un flusso troppo abbondante lo trasforma in un grigio scuro, mente un flusso troppo magro in un grigino chiaro, e in entrambi i casi se ne perdono le sfumature e non si evidenzia la complessità della scrittura. Questa è una caratteristica comune a tutti i Pilot Iroshizuku che ho provato, e forse è il motivo per cui anche le penne dal tratto fine della casa hanno comunque un flusso abbondante, per evitare che il tratto diventi slavato. Come tutti gli inchiostri poco saturi, quando non si utilizza la penna per un po’, le prime righe di testo tendono ad essere più scure e sature rispetto al resto. C’è da dire però che in questo Pilot il fenomeno è molto più contenuto, al punto che si possono fare aggiunte a testi scritti in in precedenza senza che appaiano troppo visibili. Infine, il colore riportato sulla scatola e sul calamaio è abbastanza rappresentativo della tonalità reale dell’inchiostro in un tratto relativamente saturo. Quando il tratto diventa meno saturo, il colore reale è molto più chiaro.
Pur apprezzando molto questa tonalità di inchiostro, ci ho messo un po’ a recensirlo. Il motivo è che, a differenza di altri Pilot della serie Iroshuizuki, che sono veramente unici, al punto che uno se ne innamora e scopre di non poterne più farne a meno, questo Fuyu-Syogun di alternative ne ha più d’una. A cominciare dal Monteverde Blue-Black, quasi indistinguibile come colore (ha solo una leggera componente porpora che nel Fuyu-Syogun è totalmente assente), ma il resto delle caratteristiche sono più o meno allineate. Il che, considerato il costo dell’uno e dell’altro, fa pendere decisamente la bilancia verso il Monteverde Blue-Black, inchiostro che infatti utilizzo in quantità industriali. Del resto la tonalità blu-grigio non molto satura rende questo inchiostro abbastanza “comune”, sul mercato ci sono alternative a prezzo inferiore, e le prestazioni non sono abbastanza “stellari” da renderlo unico.

Feathering/Bleed Through
Abbastanza buoni entrambi. Se lo si vuole sfruttare al meglio, conviene utilizzarlo in una penna dal flusso medio o medio-alto, e questo potrebbe creare qualche problema con le carte più scadenti. Ma ancora una volta entra in gioco il fattore prezzo. Si presume che chi acquista questo inchiostro o ne fa un uso limitato, e quindi lo usa solo su carta pregiata, oppure oltre all’inchiostro premium, può permettersi anche una carta di conseguenza. Io l’ho usato sulla carta Rhodia o Clairefontaine da 80 e 90g/m^2 e non ho riscontrato nessun problema. Inchiostrarci una penna per poi usarla su carta scadente che lo assorbe come una spugna, di fatto cancellandone le bellissime sfumature, secondo me è uno spreco.

Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. Inoltre la saturazione non molto elevata di per sé non è una buona premessa per un inchiostro non permanente. Invece no, il Fuyu-Syogun ha retto molto meglio di tantissimi altri inchiostri alla prova di lavaggio, come si vede dall’immagine, il testo è rimasto perfettamente leggibile. Anche i tempi di asciugatura sono molto buoni, sulla carta Rhodia da 80 g/m^2, che è particolarmente liscia, ho riscontrato un tempo di “fuori pericolo” di 11 secondi, molto inferiore a tanti altri inchiostri. Su carta più porosa mi aspetto tempi di asciugatura intorno ai 5-6 secondi. Questo a condizione di utilizzare una penna dal flusso non particolarmente abbondante. Quando ho provato questo inchiostro nella Pelikan M1005, che dal punto di vista del flusso più che una penna può essere considerata un idrante, i tempi si sono allungati a dismisura. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, è molto resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature. Complice la saturazione non molto elevata, non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator che erano rimaste inchiostrate ed inutilizzate per qualche settimana.
Pilot Iroshizuku Fuku-Syogun.jpg
Pilot Iroshizuku Fuku-Syogun.jpg (260.59 KiB) Visto 3102 volte
Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro.

Premesso che io faccio largo uso del Monteverde Blue-Black in ambiente di lavoro, non posso nascondere qualche perplessità. Non tanto sulla tonalità, che sprizza serietà da tutti i pori, ma sul fatto che nelle penne dal flusso magro il tratto può apparire slavato, se non fosse per la sfumatura bluastra, lo si potrebbe confondere con quello di una matita di durezza media. In queste condizioni il testo può perdere di gravità, c’è il rischio che il messaggio si confonda con la carta. Se invece la penna ha un flusso almeno medio, direi che, come per il Monteverde, non ci sono particolari problemi, nemmeno di fotocopiabilità. Se mai la tonalità molto fredda potrebbe comunicare un certo distacco con l’interlocutore, che potrebbe andar bene nelle comunicazioni ufficiali, ma in quelle tra colleghi preferisco usare un blu o un blu-nero con una maggiore componente blu. La resistenza all’acqua decisamente sopra la media è un altro vantaggio non trascurabile.

Studenti (ricchi).
Al di là delle considerazioni economiche e del vantaggio di una resistenza all’acqua superiore alla media, non sono molto convinto. Fatto salvo il discorso sul flusso della penna, non ci sono controindicazioni teoriche, il limite è appunto la tonalità, che tende a creare distacco. Non lo userei per i compiti in classe, mentre per le note e gli appunti potrebbe andar benissimo, ed è uno dei motivi per cui lo uso, perché sembra fatto apposta per essere sottolineato ed evidenziato (con i pastelli colorati), come se fosse stato scritto a matita, ma con il vantaggio di una maggiore fotocopiabilità. In pratica il testo crea un background ideale per far risaltare, con una opportuna scelta di colori, le parole o le parti che maggiormente ci interessano. Chiaramente la necessità di usare una penna dal flusso almeno medio, può creare qualche limite nel tipo di carta che si può impiegare, per evitare fenomeni di feathering e bleed through eccessivi.

Correzioni/Annotazioni.
Decisamente no, a meno che l’alternativa non sia usare una matita. E’un inchiostro che passa troppo inosservato, anzi è fatto apposta per scrivere un testo che si vuole correggere o annotare con colori vivaci.

Uso personale.
Può andare, se uno è dell’umore adatto, quello tipico di una grigia giornata invernale. In un diario, lo userei in combinazione con altri colori, in funzione appunto del mio stato del momento. Può essere una tonalità interessante per lavori artistici o di calligrafia, per via delle sfumature e degli abbinamenti con altri colori. Per il resto lo considero una tonalità troppo fredda e formale per essere usata, ad esempio, in un biglietto di auguri.

Conclusioni
E’ un ottimo inchiostro, ma il calamaio (bellissimo a vedersi) da 30 ml costa 30 Euro e il Monteverde Blue-Black soddisfa le mie esigenze a meno di un terzo del costo. Mentre di altri inchiostri Pilot della serie Iroshizuku non riuscirei a fare a meno, di questo si, infatti penso che non ne comprerò un altro calamaio, una volta terminato quello in uso. Forse se non avessi scoperto il Monteverde prima del Pilot, oggi la penserei diversamente. L’unico vantaggio del Fuyu Syogun sul Monteverde Blue-Black è la maggiore resistenza all’acqua e una leggerissima tendenza a sfumare di più se utilizzato in una penna con le caratteristiche adatte. Un bellissimo inchiostro, di cui però non sento la necessità, preferendo quindi utilizzare il risparmio rispetto ad altri inchiostri simili per acquistare altri... inchiostri. Esempi di altri inchiostri con tonalità blu-grigio sono il Mont Blanc Midnight Blue, il Kaweco Blue-Black e il già citato Monteverde. Questo vale ovviamente per me, altri appassionati potrebbero essere di opinione diversa e ritenere il Fuyu Syogun insostituibile. Le mie recensioni non hanno valore assoluto ma si basano sulla mia esperienza. Come dicevano i latini "Tot capita, tot sententiae…"

Rinnovo i ringraziamenti a Laura di “Goldpen”, per avermi messo a disposizione questo inchiostro, spingendomi a farne la recensione e pazientando fin che non mi sono deciso a farla. ;)
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Pilot Iroshizuku - Fuyu Syogun

Messaggio da Musicus »

Complimenti per la raffinata e autorevole disamina!!!
Acquisterò sicuramente un calamaio di inchiostro blu-nero fra quelli citati, per sostituire un vecchio (e oramai un po' puzzolente :mrgreen: ) Tibaldi blu che è giunto agli sgoccioli :) .

Giorgio
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FilippoP
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Messaggio da FilippoP »

Ciao Phormula,
grazie e complimenti per la ricchissima recensione!
Filippo
fraven
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Messaggio da fraven »

Bellissima e interessantissima recensione.
Quanto c'è da sperimentare e imparare sugli inchiostri! E pensare che qualche tempo fa questa sezione la "snobbavo"...
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Papo56
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Messaggio da Papo56 »

Eccellente Phormula,
così come la tua recensione, la quale a differenza di te, che scrivi: " Le mie recensioni non hanno valore assoluto ma si basano sulla mia esperienza. Come dicevano i latini "Tot capita, tot sententiae…"", non è modesta, al contrario è esaustiva ed avvincente.
A conferma di quanto asserisci, circa la resistenza all'acqua degli inchiostri iroshizuku, ti dirò che proprio venerdì scorso sono finito a bagno in un piccolo corso d'acqua :| e le mie annotazioni, scritte usando Yama-guri, hanno navigato placide, per un bel pò, in quelle acque gelide :roll: . Recuperati i fogli, quanto avevo scritto era si scolorito, ma ancora perfettamente leggibile.
Non posso ora postare una foto del documento, ma mi riprometto di farlo.
... via... tutto il resto è già poesia
Max1966
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Messaggio da Max1966 »

Io lo uso regolarmente e lo trovo splendido, verissimo troppo costoso.
Essendo mancino è anche l'inchiostro che si adatta al meglio al mio modo di scrivere.
L' unico inconveniente da me rilevato è l'utilizzo su carte scadenti, perde di tonalitá e sfumature ma ha il vantaggio di scorrere bene

Max
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