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Recensione Montegrappa NeroUno - F

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
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Phormula
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Recensione Montegrappa NeroUno - F

Messaggio da Phormula »

Montegrappa NeroUno

Non credo di dover usare molte parole per introdurre il marchio Montegrappa. L’azienda di Bassano del Grappa è tra i pretendenti il titolo di “più antico produttore italiano di penne stilografiche”, anche se in realtà l’attività ebbe inizio come produttore di pennini e le penne complete arrivarono in un secondo tempo. In ogni caso l’azienda ebbe modo di farsi conoscere fin da subito per la qualità dei suoi prodotti. Grazie anche alla vicinanza al fronte della Grande Guerra, che la rese nota ai militari francesi ed americani. Dopo una serie di vicissitudini a livello di assetto proprietario, l’azienda sembra oggi navigare in acque relativamente tranquille e si è ritagliata un proprio spazio come produttore non solo di penne, ma anche di accessori. Essendo nato a pochi chilometri di distanza dalla cittadina di Bassano, ho sempre avuto per questo marchio un affetto particolare, ai tempi in cui andavo a scuola, le penne (economiche) della casa erano molto diffuse nelle cartolerie della zona. Sono possessore soddisfatto di una Montegrappa Parola, un po’ meno di una Fortuna (che adesso funziona bene ma ha avuto bisogno di un cambio di pennino) e non molto soddisfatto di una New Espressione, che tecnicamente scrive benissimo m a è troppo pesante e un po’ sbilanciata per i miei gusti. Tutte queste penne sono caratterizzate dal prezzo (relativamente) economico e dal pennino in acciaio. Con la NeroUno volevo fare il salto e per certi versi coronare un sogno che accarezzo fin da ragazzo, ovvero avere una penna Montegrappa con il pennino in oro, come quelle che vedevo nelle vetrine delle cartolerie della mia zona quando andavo a scuola, ma che erano per me allora irraggiungibili. Ringrazio la signora Laura di Goldpen che mi ha dato questa opportunità, mettendomi a disposizione una Montegrappa NeroUno con pennino F.
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Estetica e design 10
La penna viene venduta in una scatola di cartone, all’interno della quale si trova un bellissimo cofanetto, che la valorizza ulteriormente. Questo la rende un oggetto ideale anche per un regalo, tant’è che all’interno del cofanetto è presente un fiocco di stoffa, per chi volesse incartare la scatola in maniera personalizzata. Il contenuto del cofanetto è rappresentato (ovviamente) dalla penna, mantenuta nel suo vano sagomato da un anello di stoffa, un libricino con le informazioni sull’azienda e la garanzia e un sacchettino di plastica con due cartucce. Il converter, del tipo con aggancio a vite e con un piccolo peso all’interno per facilitare lo scorrimento dell’inchiostro, viene fornito di serie montato direttamente nella penna.
La NeroUno è disponibile in una ampia gamma di versioni, che si differenziano per le finiture della resina (liscia o rigata) e delle parti metalliche (palladio o rodiate). Ho chiesto a Laura di mandarmi la versione classica, ovvero quella in resina liscia con le finiture palladio. La trovo una bellissima penna, di dimensioni generose in quanto a lunghezza (supera i 14 cm) mentre la larghezza è nella media. L’impugnatura è sottile, cosa a me gradita, avendo imparato ad usare le stilografiche negli anni ’70 ed ’80, quando appunto andavano di moda le penne sottili. Il pennino, che potrei definire parzialmente carenato, è più piccolo di quel che ci si potrebbe aspettare da una penna di queste dimensioni, ma è perfettamente integrato nel design, forse se fosse stato più grande, il risultato sarebbe stato inferiore. Il cappuccio è a vite, con la filettatura in metallo dal lato della penna. Quella interna del cappuccio è in plastica e quindi non si rischia di rovinare l’impugnatura infilando il cappuccio di fretta. Per svitare il cappuccio servono ben due giri, sicuramente non è una penna che si apre facilmente in maniera accidentale nel taschino. Sempre sul cappuccio è riportata la scritta “Montegrappa”. La clip presenta la classica rotellina “anni 30”, che facilita l’inserimento della penna nel taschino. La caratteristica principale di questa penna è il disegno ottagonale, sia del cilindro che del cappuccio. L’impugnatura invece ha una comoda sezione rotonda, leggermente conica. E’ la forma che prediligo, perché evita che la penna possa rotolare accidentalmente dal tavolo, evento che nel corso di una riunione può capitare più facilmente di quel che si pensa. Infine, sulla parte terminale del fusto è inserita una medaglia che indica il 1912, anno di fondazione della casa. La NeroUno è la dimostrazione di come a livello di design, gli italiani abbiano poco da imparare e molto da insegnare. Dimensioni a parte, non è una penna dal design minimalista, ma non è nemmeno carica di orpelli. Quasi tutte le sue caratteristiche sono improntate alla funzionalità, che però è stata coniugata con un design bello a vedersi. E’ una penna che, in questa combinazione di resina liscia e finiture palladio, mi piace tantissimo, per cui posso assegnare il massimo dei voti.
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Realizzazione e qualità 10
E’ una penna realizzata con estrema cura, che ne giustifica il prezzo non proprio economico, considerato che si tratta di una penna a cartuccia, quantunque con il pennino in oro 18K. Le parti sono realizzate con cura e gli accoppiamenti sono perfetti. L’interno del cappuccio è rivestito in plastica per evitare di rovinare l’impugnatura infilando frettolosamente il cappuccio o il cilindro per chi ha l’abitudine di scrivere con il cappuccio calzato. Il meccanismo della clip non è frenato da una molla, ma l’insieme sembra essere sufficientemente robusto da scongiurare una deformazione permanente. Il giudizio è ancora più positivo considerando che non è una penna facile da realizzare: cappuccio, fusto e impugnatura sono composti da numerosi pezzi in plastica e metallo (molti di più rispetto alla media), che devono combaciare tra loro con tolleranze minime. Mi riferisco in particolare ai punti in cui la sezione da ottagonale diventa rotonda e viceversa o alla giunzione tra il fusto in plastica e la parte terminale in metallo, entrambe a sezione ottagonale e perfettamente allineate. La resina è di ottima qualita e il rivestimento delle parti metalliche è realizzato con cura, anche se non sono in grado di dare un giudizio sulla durata nel tempo o sulla resistenza della resina ai graffi. Non è una penna realizzata al risparmio e lo si vede.
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Peso e dimensioni 9
La prima cosa che salta all’occhio in questa penna è la lunghezza, oltre 14 cm, almeno mezzo centimetro superiore alla media. Attenzione perché potrebbe non entrare in tutti i portapenne. Per contro la sezione è relativamente sottile, ho misurato 1,3 mm nel punto di massima larghezza del fusto e 1,5 per il tappo, e questo fa si che sia grande senza apparire imponente. A dispetto delle dimensioni, la realizzazione in plastica contribuisce a tenere basso il peso, in “condizioni di marcia”, ovvero con due cartucce inserite, ho misurato un peso totale di 33 grammi, che scendono a 22 togliendo il cappuccio. Personalmente, questo è il peso che preferisco, abbastanza pesante da conferire una buona sensazione di “presenza”, ma non troppo pesante da risultare affaticante nelle sezioni di scrittura prolungate. Personalmente la trovo molto ben bilanciata nell’uso senza cappuccio. Non ho provato ad usarla con il cappuccio calzato per timore di rovinarla, visto che mi è stata messa a disposizione per la recensione. Temo, almeno dal mio punto di vista, che calzando il cappuccio la penna si sbilanci eccessivamente, ma devo ammettere che io scrivo senza calzare il cappuccio con tutte le mie penne.
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Pennino e prestazioni 8
La penna monta un pennino in oro 750 di tratto fine. Montegrappa non è ancora riuscita a standardizzare il tratto tra i pennini dei vari modelli, per cui raccomando una prova prima dell’acquisto; per dirne una, la larghezza di tratto di questo fine è superiore a quella del pennino in acciaio medio della Parola. C’è da sottolineare che la casa offre la sostituzione in garanzia del pennino subito dopo l’acquisto se il cliente dovesse scoprire che il tratto non è quello di suo gusto.
Dopo il prelavaggio di rito con acqua, ho caricato la penna con due cartucce di Pelikan 4001 Royal Blue. Non ho voluto fare esperimenti con altri inchiostri, ne ho scelto uno che so non dare problemi, se una penna non scrive bene con il Pelikan 4001 Royal Blue, nel 99,9999% dei casi il problema è nella penna, ed ero appunto curioso di valutare le prestazioni del pennino confrontandole con quelle della mia Faber Castell Ambition con pennino F, caricata con cartucce dello stesso inchiostro. Le somiglianze mi hanno sorpreso, i due pennini sono confrontabili come larghezza di tratto, flusso e scorrevolezza, pur essendo il primo in oro 750 e il secondo in acciaio. Il che non è necessariamente una critica, sono molto soddisfatto del comportamento della mia Ambition, al punto che è sempre presente nella mia rotazione ed è in assoluto la penna che uso di più. L’unica differenza è nella risposta, il pennino Faber Castell è più rigido, anche se quello Montegrappa non può certo essere definito flessibile. Come il Faber Castell, è privo del foro di sfiato. Va da se che, essendo confrontabile come tratto con un fine Faber Castell in acciaio, il tratto è più largo della media, come larghezza siamo al livello di un fine Lamy o di un medio di scuola giapponese. Il flusso, abbondante senza essere eccessivo, permette di valorizzare gli inchiostri che tendono a sfumare. Nessun problema di ripartenze, anche dopo alcuni minuti di sosta senza cappuccio. Tutto bene, dunque? In teoria si, in pratica, quando il pennino incontra la carta, come direbbero a scuola: “il ragazzo potrebbe fare di più”. Non è una penna che scrive male, intendiamoci, ma da un pennino in oro, noblesse oblige, mi aspettavo un pochino più di scorrevolezza, anche se forse mi rendo conto che stavo pretendendo troppo, è comunque un pennino che scivola sulla carta senza alcuna incertezza. Inoltre non mi aspettavo tutti i salti di tratto che ho sperimentato, scrivendo su carta Rhodia (lucida). Su questi due aspetti però sono disponibile a concedere il beneficio del dubbio, o meglio del rodaggio. Per esperienza so che le penne Montegrappa possono essere ostiche nella fase iniziale, ma poi con il passare delle pagine, si assestano e diventano quegli splendidi strumenti di scrittura che ci si attende di acquistare dal marchio. E’ quindi assai probabile che anche questa NeroUno migliori cammin scrivendo, nel qual caso il voto sale da 8 ad un 9, più che meritato.

Caricamento e manutenzione 8
No rocket science. Cartuccia o converter e via andare. Questo, oggi, chiede il mercato, la praticità della cartuccia vince a mani basse sul fascino discreto del caricamento a pistone. E’ un peccato, perché la parte terminale del fusto, con la medaglia e la finitura metallica, si presterebbe perfettamente a celare il meccanismo di un pistone. Sarebbe molto bello se, come fa ad esempio Delta con la Dolce Vita, questa penna fosse offerta nelle due varianti, lasciando la scelta agli appassionati. Nel frattempo bisogna sottolineare che quel che c’è (il converter) è realizzato splendidamente. I converter Montegrappa sono quanto di più vicino ci possa essere ad un caricamento a pistone. Sono filettati, e quindi vanno a formare un corpo unico con la penna, hanno un piccolo peso all’interno che serve ad evitare che le cariche elettrostatiche facciano aderire l’inchiostro alle pareti, e sono realizzati con la stessa cura della penna. Il voto è quindi più che meritato.

Qualità/Prezzo 8,5
Considerato il mio attaccamento al marchio, mi è difficile dare un voto. Quando si compra una Montegrappa, insieme allo strumento di scrittura, ci si porta a casa un pezzo della storia della penna in Italia. E’ inutile nasconderlo. Quanto valga, è un fatto soggettivo. Cercando di essere razionali e osservando il prezzo di penne simili offerte da marchi concorrenti, direi che il voto è meritato. Portarsi a casa una NeroUno significa spendere una cifra impegnativa, confrontabile con quella di una Dolce Vita Midsize, ma una volta presa in mano la penna, ci si rende conto di avere tra le mani un oggetto splendidamente realizzato in tutte le sue parti. L’appassionato potrà avere da ridire sul caricamento a cartuccia, ma sul resto c’è poco da dire, fermo restando che il giudizio estetico è un fatto personale. Solo il comportamento in fase di scrittura, in particolare i salti del pennino, mi hanno lasciato un po’ perplesso e trattenuto dal dare il massimo dei voti. Se dopo un buon rodaggio, anche questa penna dovesse migliorare e comportarsi come le mie altre Montegrappa, allora a questo punto darei un giudizio migliore, anche se sarebbe opportuno che una penna scrivesse al meglio fin da subito.

Conclusioni 9
A volte i ricordi è meglio se restano tali. Un po’ come la tedeschina incontrata d’estate al mare quando eri ragazzo, quando i tedeschi andavano in vacanza sulla riviera adriatica con la Volkswagen e non con Mercedes e BMW. Nella tua testa ricordi una quindicenne bionda, alta, magra, con i jeans, le scarpe da tennis e la maglietta a righe, che parlava a stento l’italiano ma rideva tantissimo e alla fine ci si capiva lo stesso. Continui a ricordartela così per tutta la vita, e forse è meglio perché se ti capitasse di reincontrarla, potresti trovarti di fronte ad un ippopotamo biondo che ti non ti abbraccia, ma ti soffoca con la forza di in una morsa forgiata in vero acciaio Krupp, con un improbabile vestito a fiorellini taglia XXXL e le zeppe alte una decina di centimetri, mormorando frasi in una lingua incomprensibile. Da ragazzo avevo sempre desiderato avere una penna Montegrappa con il pennino in oro, allora me la immaginavo come la penna perfetta. Molti anni e molte penne dopo, mi è sempre rimasto il dubbio se fosse il caso di lasciare che il ricordo resti tale oppure prenderne in mano una e valutare se farne una penna di uso quotidiano. Laura mi ha dato l’opportunità di una prova e io ne ho approfittato. Mi sono trovato tra le mani una ottima penna, realizzata con cura e probabilmente con qualche difetto di gioventù. Non sono ancora del tutto convinto se tenerla o no. Molto probabilmente chiederò qualche giorno di tempo per rifletterci sopra. Ci vuole del tempo anche per raggiungere un nuovo equilibrio con i propri ricordi.
Razionalmente, per quanto un acquisto del genere possa essere razionale, la NeroUno è una buona penna di fascia medio alta nel panorama delle penne a cartuccia. Non sfigura al confronto della concorrenza di pari prezzo (marchi come Graf von Faber Castell, Pelikan, Delta, Porsche Design,…). Ottimi materiali e realizzazione estremamente curata. Vale tutti i soldi che costa, tenendo conto anche del blasone del marchio da cui deriva. Le prestazioni sono buone, il pennino è il classico F di scuola tedesca, quindi più largo della media, confrontabile con un medio di tradizione orientale. Gli amanti dei tratti fini fanno bene a puntare direttamente sull’EF. Personalmente penso che questa sia una penna più adatta ai pennini medio-larghi, che meglio si addicono ad una penna dalle dimensioni generose. Il confronto con altri modelli della casa non aiuta, perché le larghezze dei pennini cambiano da un modello all’altro. Il mio esemplare soffre di qualche salto di tratto di troppo, ma per la mia esperienza con Montegrappa, molto probabilmente si tratta di un difetto di gioventù, che andrà a posto con un po’ di uso. L’estetica è un fatto personale, e per quanto mi riguarda la considero una tra le penne più belle tra quelle oggi in vendita. Alla fine, il dubbio non è tanto se la NeroUno sia o meno una buona penna, ma se si vogliano spendere oltre 300 Euro per una penna. Ci si trova di fronte allo stesso dubbio che ci assale di fronte, per esempio, ad una Delta Dolce Vita, e la risposta non può che essere personale, perché legata al valore che ciascuno di noi attribuisce alle proprie cose. L’unico appunto, per gli appassionati, potrebbe essere relativo alla mancanza della versione con il caricamento a pistone, che sarebbe potuta essere la ciliegina sulla torta, a completamento della gamma.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Recensione Montegrappa NeroUno - F

Messaggio da airlato »

Bella penna come molte Montegrappa, io purtroppo ho perso la voglia di comprarle non tanto per il costo eccessivo, perché come dici ci si porta a casa un bel pezzo di storia e un marchio che ci viene invidiato in tutto il mondo, ma perché dopo due acquisti sicuramente costosi mi sono dannato a rimandarle avanti e indietro perché non volevano saperne di scrivere, alla fine mi sono arreso e poi ebay.... :x
Però se c'è un bel cambio di rotta ben venga e grazie per aver condiviso e recensito questa bella stilo magari un giorno proprio grazie a questa recensione ci riprovo ;)
Andrea
raffaele90

Recensione Montegrappa NeroUno - F

Messaggio da raffaele90 »

Ciao Phormula!
Complimenti per il tuo straordinario lavoro! Ci credi che ho faticato a terminare la lettura? Sei riuscito a superare le mie recensioni in lunghezza! Meriti un premio :mrgreen: :mrgreen:
Non conosco affatto le Montegrappa e sinceramente ne ho sentito spesso parlar male per la scarsa qualità di scrittura. Lungi da me affermare che tutte le Montegrappa scrivano male ma al riguardo posso solo dirti che questo modello dal punto di vista estetico, per la presenza del metallo platinato e per la qualità delle finiture, è davvero eccezionale. Mi è piaciuta subito tantissimo appena l'ho vista dal momento che questo modello ricalca decisamente il mio gusto personale nel campo delle penne. L' unica cosa che non apprezzo è il pennino che ha una forma discutibile e che secondo me tradisce un po' l' eleganza complessiva del modello; oltre ad essere simil-carenato, ha una forma che si stringe verso l' estremità ed è sprovvisto del foro di sfiato. A vederlo cosi' è praticamente identico per forma a pennini in acciaio di penne economiche come la Pelikan Twist e la Rotring Freeway che ho recensito qualche tempo fa.
Sarei curioso di vedere come scrive questa penna; ti andrebbe di aggiungere una prova di scrittura? :)
Capisco ciò che intendi quando parli di "passione" e idea di penna "perfetta" riferendoti a Montegrappa. Per me è stato lo stesso per Pelikan, essendo stata la mia prima penna stilografica in assoluto quando ero bambino. Dopo molti anni ho ripreso in mano una Pelikan, ancor fresco del ricordo e intriso dell' emozione di quando le usavo da bambino e posso dirti che l' idea che avevo di Pelikan non è stata affatto tradita. La M205 e in parte anche la M800 mi hanno soddisfatto sotto ogni punto di vista. L' unico lato negativo di Pelikan per me è relativo al design un po' noioso e che accomuna tutte le penne prodotte dall' azienda. Mi sono avvicinato da poco al marchio Montegrappa e alcune penne sono davvero molto belle.
Considerando ciò che offre in termini di qualità dei materiali e finiture, il prezzo di questa penna mi sembra tutt'altro che esagerato. Non è una penna costosa considerando che la Delta Dolcevita a converter costa davvero parecchio, poco meno della sua versione a stantuffo. Come tu hai fatto presente, sarebbe stato meglio offrire il modello in due varianti separate.
Recensori come te sono un vanto del forum! Mi aspetto di vedere presto un altro dei tuoi lavori!
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Messaggio da Phormula »

Grazie ad entrambi.

Penso che Montegrappa abbia qualche problema di standardizzazione della qualità. L'esemplare di Nerouno che ho io scrive benissimo, i salti di tratto si sono ridotti tantissimo già dalla seconda cartuccia. Per contro quello recensito da Vikingo60 si è dimostrato problematico. Probabilmente se le parti si fossero invertite, lui oggi sarebbe possessore soddisfatto di una NeroUno e io non ci penserei nemmeno a comprarne una.
Inoltre, a differenza di altri marchi, la dimensione del pennino cambia da un modello all'altro, e quindi è difficile acquistare a scatola chiusa, se mi fossi basato sull'esperienza con la Fortuna, per avere il tratto che serve a me avrei dovuto prendere un pennino B.

Raffaele, se vuoi una Montegrappa simile alla Nerouno ma più economica (pennino in acciaio rodiato) puoi prendere in considerazione la nuova Ducale.
Ad occhio e croce il pennino dovrebbe essere lo stesso della Fortuna, quindi molto sottile, a standard orientali.

La stessa simpatia che ho per il marchio Montegrappa (che sognavo da ragazzo), mi ha sempre portato ad odiare le Pelikan. Quando facevo le elementari, l'unica penna ammessa in classe era la Pelikano verdina. Qualsiasi altra stilografica era bandita. Quindi l'unica occasione di usare un'altra penna era per i compiti a casa, in classe potevo usare solo quella... ci sono voluti molti anni prima che comprassi la mia prima penna Pelikan, la 150 verde-nera. Nel frattempo ne ho ricevute molte in regalo, che ho sempre regalato a mia volta, e anche oggi, pur riconoscendo al marchio quel che merita, continuo a non avere una particolare simpatia nei suoi confronti, mentre se dovessi fare una rapina in un negozio di penne, esordirei "mani in alto e fuori le Lamy!" :D
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
raffaele90

Recensione Montegrappa NeroUno - F

Messaggio da raffaele90 »

Le Lamy non mi piacciono anche se devo ammettere che la Safari scrive bene come poche altre penne. ;) La mia storia è simile ma diametralmente opposta alla tua:
quando feci io le scuole primarie, nel non troppo lontano 96, le stilografiche erano bandite e ho sempre dovuto combattere per poter utilizzare le mie due pelikano, una rossa e una blu, quando gli insegnanti cercavano di impormi l' utilizzo della più "evoluta" bic o peggio ancora quelle orrende sferografiche Pelikan o le Papermate cancellabili. Si arrabbiavano con me perchè ero in grado di imbrattare qualunque cosa e nessuno di loro era in grado di spiegarmi o anche solo tenere in mano una stilografica. L' amore per le Pelikan non è mai finito e come il forum sa bene, ho ricominciato a scrivere con queste penne partendo proprio dalla ottima M205 :mrgreen:
Non mi piacciono i pennini orientali, troppo fini e con flusso scarso. Ho una Sailor Pro Gear e nonostante io debba ammettere che la qualità di scrittura è ineccepibile, non posso comunque dire che sia la mia penna preferita. Se trovassi una Montegrappa con un medio abbondante la acquisterei al volo. Questo modello mi piace e non mi dispiacerebbe spendere oltre trecento euro per averlo. Dalle immagini che ho visto e dai video in rete sembra essere di una qualità e di uno spessore dei materiali che a poco a che vedere con sottilissime plastiche Pelikan fatte a risparmio.
raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Ho provato altre penne constatando che molto spesso il rodaggio è importante. Le Pelikan che ho provato hanno sempre scritto benissimo al primo colpo mentre altre sono migliorate dopo diverse pagine di scrittura. Diciamo che se le Montegrappa sono cosi' sto tranquillo :mrgreen:
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Messaggio da alfredop »

Questa penna mi è sempre piaciuta, anche forse potrei finire per prendere la più economica Parola che ha finiture più povere ed il pennino d'acciaio. Comunque anche a me piacerebbe vedere una prova di scrittura.

Alfredo
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Messaggio da Phormula »

Ho restituito la penna, che mi era stata messa a disposizione per la prova.
Mi è rimasto qualcosa delle prove che avevo fatto. Il tratto è molto simile al Lamy F, l'inchiostro Monteverde è molto fluido, quindi fa sembrare il pennino più largo di quel che è.
Se avessi caricato il Lamy Erasable Blue, i due tratti sarebbero stati quasi identici.
L'avevo scelto perchè è facile da rimuovere dalla penna dopo l'uso.
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Messaggio da Phormula »

alfredop ha scritto:Questa penna mi è sempre piaciuta, anche forse potrei finire per prendere la più economica Parola che ha finiture più povere ed il pennino d'acciaio. Comunque anche a me piacerebbe vedere una prova di scrittura.

Alfredo
Ho anche la Parola e, ti dirò, è fatta molto bene per il prezzo a cui viene venduta.
Se avesse un pennino d'oro, potrebbe vendersi tranquillamente al doppio del prezzo.
Guarda anche la Ducale, molto simile nell'estetica alla NeroUno ma più economica per via del pennino in acciaio rodiato.
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raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Hai usato una carta assorbente? Sembra un medio Pelikan :mrgreen:
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Messaggio da Phormula »

No, la carta è quella solita Clairefontaine, è il Monteverde ad essere un inchiostro molto fluido.
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raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

La penna ha un flusso abbondante? :) Per me ciò che conta è il risultato. Se con il monteverde il tratto risultante è questo, potrei farci un pensierino ;) Di solito acquisto sempre tratti medi; a questo punto mi chiedo se il medio non sia troppo largo eheheheh... considera che al momento scrivo solo con Aurora che è molto fluido.
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Messaggio da Phormula »

Se vai di medio, secondo me ti trovi qualcosa di non molto diverso da una Pelikan M.
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