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John Sterling - Omas Rinascimento

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Rodelinda
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John Sterling - Omas Rinascimento

Messaggio da Rodelinda »

Dopo mesi di silenzio, approfitto della pausa pasquale per recensire una penna appartenente alla mia categoria preferita: le penne slim, figlie della gloriosa Aurora Hastil, discendenti di una stirpe che fa mostra di sé e del proprio orgoglio italico al MOMA di New York.
Quest’ultima penna, creata nell’anno 1970 dal designer industriale Marco Zanuso, ha avuto infatti un enorme successo per tutti gli anni ’70 e ’80, creando una folta serie di emuli da parte di tutte le Case produttrici più famose: solo per citarne due, la Montblanc Noblesse e la – davvero extrasottile – Sailor Chalana.
La stessa Aurora ideò ben due discendenti dirette della Hastil, più economiche e destinate a un pubblico più ampio rispetto all’illustre progenitrice: la Aurora Magellano e la Aurora Marco Polo (che ha addirittura un diametro leggermente inferiore rispetto ad Hastil e Magellano).
Questa tendenza ha avuto seguito fino ai primi anni ’90.
Perché amare queste penne, le quali sono così sottili da consentire al massimo una meccanica a cartuccia-converter, e data la loro linea sono in genere anche disadorne?
La risposta è proprio la loro eleganza, finezza, la consapevolezza di avere tra le mani un pezzo di storia della stilografica, forse l’ultimo grande attimo in cui un designer italiano ha influenzato a livello mondiale la produzione pennistica.
Inoltre, particolare non trascurabile, per chi (specie le donne) ha come me mani molto piccole sono molto comode.

Fatta questa doverosa premessa, passo a parlarvi della penna che vi presenterò oggi: una penna sconosciuta, ma in realtà conosciutissima, che sotto la sua livrea metallica nasconde uno dei più blasonati nomi della tradizione stilografica nostrana, che – prima del rovinoso crack e del tentativo di rilancio tramite rivendita ai cinesi, con gli esiti infausti che sappiamo – produceva materiale da scrittura unico nel mondo: sto parlando della OMAS.
E delle sue figlie, artigianalmente pari e materialmente spesso superiori, rimarchiate con il nome “John Sterling”.

Storia della penna e della linea di produzione
C’era una volta la John Sterling, marchio di lusso della più nota produttrice di articoli per fumatori – e per scrittori – Colibrì. Nato verso la fine degli anni ’70, questo brand si proponeva di commercializzare prodotti eleganti e dal design moderno, lanciando la nota ditta italiana nel mercato internazionale del lusso affumicapolmoni e friggibocche.
Come molte altre imprese, anche estere, accanto ad accendini, tagliasigari, posacenere e portasigarette, tuttavia, tanto la Colibrì che il suo pollone John Sterling proponevano prodotti da scrittura per il vero gentleman chic: tra questi articoli, ottime penne, stilografiche e a sfera, destinate alla vendita al dettaglio da parte di gioiellerie e negozi di articoli per fumatori di lusso.
Orbene, immaginatevi i cervelli fumanti (non a caso!) del settore marketing della Colibrì, sul punto di lanciare nella nascente epoca della Milano-da-bere, alla fine dei rivoluzionari anni ’70, l’Età della coca e degli yuppies, una nuova linea di prodotti destinati a un mercato sempre più affamato di edonismo sibarita: a quale Casa affidare l’incarico di produrre penne adatte al proprio addentellato commerciale?
È presto detto: la John Sterling presto iniziò a distribuire ai dettaglianti delle bellissime penne, in oro, argento, smalto e altri metalli preziosi, disegnate e prodotte – con tutto ciò che ne consegue in materia di abilità artigianale, qualità dei materiali e piacevolezza nella scrittura – da Omas, pezzo di storia stilografica bolognese.
Ed Omas mise in commercio, sotto il marchio John Sterling, delle stupende stilografiche, tutte con il corpo scrittura, il design, e la serie produttiva di una propria grande gloria: la Rinascimento, penna slim di Casa Omas.
Le John Sterling di questo periodo sono delle Omas Rinascimento rimarchiate, prodotte con materiali spesso più ricchi e preziosi delle loro omologhe, per così dire, “originali”.
Hanno tutte un pennino 14 kt di serie, a volte rodiato (tranne le primissime, che potevano presentare un pennino in acciaio), per di più spesso mediamente flessibile.
Purtroppo per i fanatici degli stantuffi, esse presentano funzionamento a cartuccia-converter con attacco internazionale Pelikan (che, tuttavia, resta l’unica meccanica possibile in penne così sottili).
Il corpo scrittura è interamente smontabile per facilitare la pulizia delle penne, che grazie all’alimentatore in ebanite di serie tendono ad essere addirittura mediamente più efficienti delle omologhe originali (che nelle serie produttive più economiche hanno avuto anche alimentatori in materiale plastico).
I particolari e le rifiniture sono di una delicatezza e di una eleganza eccezionali, proprie del periodo di massimo splendore della Omas, prima del tracollo finanziario.
Ingiustamente, a mio avviso, ignorate dalla massa dei collezionisti, le John Sterling presentano la qualità costruttiva e dei materiali proprie delle Rinascimento nelle serie produttive migliori e più lussuose, combinate con un costo leggermente inferiore proprio per l’assenza del marchio originale.

Ma veniamo a presentarvi il mio personale esemplare di questo esperimento - riuscito - di marketing ed orgoglio artigianale patrio.

La mia John Sterling – Omas Rinascimento

La penna in mio possesso fa parte di un set con penna a sfera coordinata, in oro e smalto blu marmorizzato, con pennino in oro 14 kt misura M-F, leggermente flessibile, ed alimentatore in ebanite.

Qui sopra, perdonate i riflessi della fotografia, la sfera e la stilografica nel loro snello splendore! Animo, ragazzi: se non avete lo sbatti di prepararvi per la prova costume, che sia slim almeno la vostra penna quotidiana!
Qui sopra, perdonate i riflessi della fotografia, la sfera e la stilografica nel loro snello splendore! Animo, ragazzi: se non avete lo sbatti di prepararvi per la prova costume, che sia slim almeno la vostra penna quotidiana!

Le specifiche tecniche sono:
  • Peso con cappuccio (chiuso o inastato): 20 grammi – nonostante la penna sia interamente in metallo, non è eccessivamente pesante;
  • Peso senza cappuccio: 11 grammi. Il cappuccio ha quindi un peso specifico notevole;
  • Circonferenza massima della penna: 4,5 cm;
  • Diametro massimo: 9 millimetri;
  • Lunghezza da chiusa: 13,5 centimetri;
  • Lunghezza con cappuccio inastato: 15,3 centimetri.
Tali caratteristiche quindi connotano una penna sottile, com’è proprio di questo stile e design, ma dotata di un proprio peso specifico ben bilanciato, che non rende la scrittura disagevole.

Qui sopra, la stilografica da chiusa, nel suo splendore blu di Prussia marmorizzato, in modo che possiate apprezzarne le proporzioni generali
Qui sopra, la stilografica da chiusa, nel suo splendore blu di Prussia marmorizzato, in modo che possiate apprezzarne le proporzioni generali

Può essere utilizzata sia senza inastare il cappuccio sia facendolo: in entrambi i casi la scrittura è comunque agevole, e il cappuccio rimane ben incastrato. Personalmente la trovo un pelino troppo pesante con il cappuccio sul fondello, anche considerando che non facendolo non si corre il rischio che esso rotoli da qualche parte e, cadendo, si rovini: la clip sottile e allungata impedisce che ciò possa accadere.

Particolare della penna aperta e pronta all’azione: peraltro, notare l’eleganza della clip che, insolitamente lunga e sottile, attribuisce ulteriore slancio all’insieme anche grazie alla duplice sottile linea di smalto che la decora
Particolare della penna aperta e pronta all’azione: peraltro, notare l’eleganza della clip che, insolitamente lunga e sottile, attribuisce ulteriore slancio all’insieme anche grazie alla duplice sottile linea di smalto che la decora

Passando alla qualità di scrittura, è eccezionale.
I pennini in oro 14 kt sono quelli della Omas Rinascimento, leggermente flessibili (ma più rigidi in alcune produzioni più recenti), assistiti da un alimentatore eccezionalmente efficiente, in alcuni casi più di quelli montati sulle Rinascimento “originali”, e offrono una scorrevolezza ed agilità di scrittura veramente ottimi, che rendono l’esperienza di utilizzazione di questa penna semplicemente fantastica… anche per chi non è abituato alle slim.

Particolare del pennino, omologo a quello delle Omas Rinascimento, 14 kt, un M-F fluido e leggermente flessibile
Particolare del pennino, omologo a quello delle Omas Rinascimento, 14 kt, un M-F fluido e leggermente flessibile

Insomma, il giudizio finale è davvero fantastico, una penna da dieci, che merita la lode anche solo per il fatto che è in larga parte sconosciuta ai collezionisti - ed a torto, io ritengo.
È possibile trovarla in commercio a prezzi nient’affatto elevati, e presenta tutte le caratteristiche adatte a renderla più che apprezzabile per un uso quotidiano: scrittura agile e fluida, pennino in oro, efficienza nell’alimentazione, qualità artigianale eccezionale, propria di una gloria stilografica italiana.
Omas: niente di più, e niente di meno, nei suoi anni migliori.

Un saluto a tutti i forumisti, con un nostalgico sguardo a cos’era e cosa fosse in grado di fare la Omas prima che la crisi in generale – e, probabilmente, delle politiche aziendali scriteriate – la mettessero in ginocchio
Un saluto a tutti i forumisti, con un nostalgico sguardo a cos’era e cosa fosse in grado di fare la Omas prima che la crisi in generale – e, probabilmente, delle politiche aziendali scriteriate – la mettessero in ginocchio
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Messaggio da ASTROLUX »

Bella recensione, le penne slim sono molto eleganti, anche se oggi le trovo adatte molto più ad un pubblico femminile.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
Bons

John Sterling - Omas Rinascimento

Messaggio da Bons »

Rodelinda ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 12:32 Quest’ultima penna, creata nell’anno 1970 dal designer industriale Marco Zanuso
E Richard Sapper, non dimentichiamolo. :thumbup:
Rodelinda ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 12:32 Purtroppo per i fanatici degli stantuffi, esse presentano funzionamento a cartuccia-converter con attacco internazionale Pelikan (che, tuttavia, resta l’unica meccanica possibile in penne così sottili).
Non sono d'accordo: non vedo quale problema tecnico possa (o potesse, al tempo) impedire la produzione di un caricamento a stantuffo di 4mm di diametro.
Più che altro, la ritengo una scelta "commerciale". :eh:

Mi piace la passione che metti nel descrivere le tue penne preferite. :clap:
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Messaggio da Pettirosso »

Bons ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 15:08
Rodelinda ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 12:32 Purtroppo per i fanatici degli stantuffi, esse presentano funzionamento a cartuccia-converter con attacco internazionale Pelikan (che, tuttavia, resta l’unica meccanica possibile in penne così sottili).
Non sono d'accordo: non vedo quale problema tecnico possa (o potesse, al tempo) impedire la produzione di un caricamento a stantuffo di 4mm di diametro.
Più che altro, la ritengo una scelta "commerciale". :eh:
Tecnicamente sì, ma se consideri anche l'ingombro del pistone e del relativo meccanismo di azionamento, quanto inchiostro riuscivi ancora a caricare?
Guarda le Sheaffer snorkel: belle, eleganti e molto ingegnose, ma, fra lo snorkel ed il sistema di caricamento, di inchiostro alla fine ce ne sta veramente poco; ed erano comunque più larghe della Hastil.
Invece, con le cartucce, anche con penne molto sottili sono riusciti ad ottenere un'ottima capacità.
Poi, certo, è stata anche una scelta commerciale (anni '70/'80: essenzialità, praticità e velocità).
Giuseppe.
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Messaggio da musicamusica »

Ciao, ottima recensione - grazie
anch'io ne posseggo una, in argento e con un pennino flessibile fra i migliori provati fra quelli moderni.
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Messaggio da Pettirosso »

Ed in questo vorticoso giro anni '70, questa non la considerate?
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Pennino (ovviamente) in oro, leggermente flessibile, perfettamente scrivente su ambo i lati (sul retro tratto più fine, tipo la Parker 180, la Sheaffer Stylist, ecc.).
Esagonale, con una precisione maniacale per i particolari (il cappuccio è a pressione, ma non un incastro qualunque: premendo per chiudere e ruotando leggermente, viene guidato a serrarsi in un'unica possibile posizione: quella in cui coincide il perfetto allineamento, oltre che della sua sfaccettatura con quella del fusto, anche della clip con la scritta presente sul fusto).
Quello che intende il GM nel suo intervento (le sue immagini non si caricano più) è che anche la sezione è in titanio (quanto meno in quella che ho io: il che, secondo me, è esteticamente migliore di una sezione in plastica nera).
Oggi decisamente più rara della Rinascimento, ma non introvabile.
Comunque, complimenti per la recensione anche da parte mia, Rodelinda: mi hai fatto riscoprire un marchio (John Sterling) che avevo trovato di quando in quando, ma sempre (mea culpa) snobbato.
Giuseppe.
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Messaggio da maxpop 55 »

Innanzi tutto complimenti per la bella penna e per l'ottima recensione.
Non vorrei sbagliarmi, ma vedendo il pennino non mi pare sia lo stesso della Omas Rinascimento, simile, ma non uguale.
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Rodelinda
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Messaggio da Rodelinda »

Pettirosso ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 19:07
Bons ha scritto: lunedì 22 aprile 2019, 15:08
Non sono d'accordo: non vedo quale problema tecnico possa (o potesse, al tempo) impedire la produzione di un caricamento a stantuffo di 4mm di diametro.
Più che altro, la ritengo una scelta "commerciale". :eh:
Tecnicamente sì, ma se consideri anche l'ingombro del pistone e del relativo meccanismo di azionamento, quanto inchiostro riuscivi ancora a caricare?
Guarda le Sheaffer snorkel: belle, eleganti e molto ingegnose, ma, fra lo snorkel ed il sistema di caricamento, di inchiostro alla fine ce ne sta veramente poco; ed erano comunque più larghe della Hastil.
Invece, con le cartucce, anche con penne molto sottili sono riusciti ad ottenere un'ottima capacità.
Poi, certo, è stata anche una scelta commerciale (anni '70/'80: essenzialità, praticità e velocità).
Sono d'accordo con Pettirosso: bisogna considerare che sono penne con un fusto sottilissimo, che è oltretutto oggettivamente molto difficile fabbricare in celluloide, resina od altre materie plastiche, data la loro struttura assolutamente peculiare. Non dico sia impossibile fabbricare una slim a pistone o a stantuffo ma se ci metti il peso aggiuntivo di quest'ultimo, e lo spazio occupato dal meccanismo, non ci sarebbe molta autonomia di inchiostro. Le cartucce consentono da un lato di avere un'autonomia maggiore - nel caso delle Aurora King Size, montate sulle Hastil, sulle Magellano e sulle Marco Polo, davvero considerevole - e sono indubbiamente più pratiche, dal momento che aggiungono un peso praticamente nullo alla penna.
Grazie per gli apprezzamenti: trovo che queste penne siano, oggigiorno, ingiustamente sottovalutate e sono felice quando riesco a diffonderne la bellezza :P
Pettirosso ha scritto: martedì 23 aprile 2019, 9:39 Ed in questo vorticoso giro anni '70, questa non la considerate?
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Pennino (ovviamente) in oro, leggermente flessibile, perfettamente scrivente su ambo i lati (sul retro tratto più fine, tipo la Parker 180, la Sheaffer Stylist, ecc.).
Esagonale, con una precisione maniacale per i particolari (il cappuccio è a pressione, ma non un incastro qualunque: premendo per chiudere e ruotando leggermente, viene guidato a serrarsi in un'unica possibile posizione: quella in cui coincide il perfetto allineamento, oltre che della sua sfaccettatura con quella del fusto, anche della clip con la scritta presente sul fusto).
Quello che intende il GM nel suo intervento (le sue immagini non si caricano più) è che anche la sezione è in titanio (quanto meno in quella che ho io: il che, secondo me, è esteticamente migliore di una sezione in plastica nera).
Oggi decisamente più rara della Rinascimento, ma non introvabile.
Comunque, complimenti per la recensione anche da parte mia, Rodelinda: mi hai fatto riscoprire un marchio (John Sterling) che avevo trovato di quando in quando, ma sempre (mea culpa) snobbato.
Facendo delle ricerche, ho scoperto che a un certo punto la Omas ha iniziato a montare sulle John Sterling i pennini delle Omas 50, oltre che quelli delle Rinascimento, penso perché le Omas 50 avevano il pennino in oro - bianco anche - di serie... sicché è possibile trovare delle John Sterling con il corpo Rinascimento e il pennino delle 50... che come differenza qualitativa ha solo che è un po' più rigido di quello delle Rinascimento.
Il che, mi dà la possibilità di rispondere anche all'interrogativo, più che giusto, di MaxPop 55, che mi ha messo la pulce nell'orecchio...
maxpop 55 ha scritto: martedì 23 aprile 2019, 9:44 Innanzi tutto complimenti per la bella penna e per l'ottima recensione.
Non vorrei sbagliarmi, ma vedendo il pennino non mi pare sia lo stesso della Omas Rinascimento, simile, ma non uguale.
Carissimo Spacciatore di Magellano di Fiducia, ho fatto delle indagini e sembra che, a un certo punto, la Omas avesse montato oltre che i pennini delle Rinascimento anche i pennini delle - più rare ma non meno interessanti - Omas 50 sulle John Sterling. In effetti, quella in mio possesso sembra avere l'alimentatore in ebanite e un pennino in oro 14 kt della Omas 50... ma ne ho altre che hanno il pennino identico alla tua :wtf:
Quindi siamo al cospetto di una serie lussuosa e ibrida di slim!
Misteri Omas!
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Messaggio da Claumand »

Eccole, finalmente in mio possesso!! Sono due old new stock appena inchiostrata e collaudate. Ho riscontrato in entrambe una certa rigidità dei pennini. Non riesco a capire se sono pennini in oro 14 kt o in acciaio placcato. Ho visto sui blog che le la specifica se oro pieno è sotto la scritta OMAS del pennino che però è coperta dalla ghiera. C'è qualcuno che sa dirmi qualcosa in merito, senza che si debbano smontare le unità scriventi?
Grazie a chi si prende la briga di rispondere.
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Messaggio da maxpop 55 »

Claumand ha scritto: sabato 21 novembre 2020, 9:01 Eccole, finalmente in mio possesso!! Sono due old new stock appena inchiostrata e collaudate. Ho riscontrato in entrambe una certa rigidità dei pennini. Non riesco a capire se sono pennini in oro 14 kt o in acciaio placcato. Ho visto sui blog che le la specifica se oro pieno è sotto la scritta OMAS del pennino che però è coperta dalla ghiera. C'è qualcuno che sa dirmi qualcosa in merito, senza che si debbano smontare le unità scriventi?
Grazie a chi si prende la briga di rispondere.
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Messaggio da maxpop 55 »

Claumand ha scritto: sabato 21 novembre 2020, 9:01 Eccole, finalmente in mio possesso!! Sono due old new stock appena inchiostrata e collaudate. Ho riscontrato in entrambe una certa rigidità dei pennini. Non riesco a capire se sono pennini in oro 14 kt o in acciaio placcato. Ho visto sui blog che le la specifica se oro pieno è sotto la scritta OMAS del pennino che però è coperta dalla ghiera. C'è qualcuno che sa dirmi qualcosa in merito, senza che si debbano smontare le unità scriventi?
Grazie a chi si prende la briga di rispondere.
Purtroppo non c'è modo di saperlo senza smontare dalla sezione il gruppo scrittura, ma se scrivono bene è così importante saperlo?
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Messaggio da Claumand »

Direi che la curiosità è secondaria al fatto di doverle smontare correndo il rischio di rovinarle. Mi trovi concorde.
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