Mostra Scambio - Pen Show di Firenze
18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Bic Turn & Up
Bic Turn & Up
Stilografica Bic - Turn & Up
Misure:
11 cm con cappuccio
9,9 cm senza cappuccio e pennino ritratto
11,8 cm senza cappuccio e pennino in vista
12,8 cm con cappuccio montato sul fondello e pennino in vista
2,3 cm lunghezza del fondello
1,2 cm larghezza del fusto nel segmento di massima estensione
Peso:
peso piuma sia con cartuccia sia senza, materiali plastici e misure lillipuziane rendono la penna leggerissima
Produzione:
dalla fine degli anni zero a tutt'oggi. Comunque non proprio semplice da reperire.
Materiali:
Ad eccezione del pennino che dovrebbe essere di Iridio (una sua lega? boh?) è interamente in plastica.
Recensione:
Si tratta di una stilografica da taschino, piccolissima ed estremamente "divertente". E' dotata di un meccanismo inserito nel fusto della penna che consente al pennino di scomparire letteralmente nel corpo della penna stessa. Un pennino retrattile, a scomparsa che rappresenta quasi un unicum nel genere. Quindi tutto sommato ha come caratteristica e peculiarità la grande portabilità e un costo davvero economico. Al tempo credo di aver speso poco più di 10 euro.
Il pennino retrattile fuoriesce dal fusto facendo rotare il fondello in senso antiorario. Viceversa vi rientra. Grazie a questa caratteristica la lunghezza della penna gode di 1 cm di riduzione rispetto alla concorrenza.
Il look mi piace molto. Il cappuccio ha una clip con tre fori accanto ai quali compare la scritta Paris sul fronte e France sul retro. Anche il pennino ha 10 piccoli fori di areazione in pendant con quelli del cappuccio e alla base del pennino compare la sritta Bic. Lo stile mi ricorda un po' l'immaginario steampunk o della fantascinza... design futuristico con linee abbastanza dolci.
Il tratto è quello di un medio abbastanza fino, anche perché il flusso non è proprio abbondante (flusso costante ma soffre false partenze in caso di inutilizzo). Si carica con una sola cartuccia tipo standard internazionale.
Consigliata a chi ha bisogno di una stilografica da taschino. Si dimentica in tasca. E' una buona stilografica da appunti.
Misure:
11 cm con cappuccio
9,9 cm senza cappuccio e pennino ritratto
11,8 cm senza cappuccio e pennino in vista
12,8 cm con cappuccio montato sul fondello e pennino in vista
2,3 cm lunghezza del fondello
1,2 cm larghezza del fusto nel segmento di massima estensione
Peso:
peso piuma sia con cartuccia sia senza, materiali plastici e misure lillipuziane rendono la penna leggerissima
Produzione:
dalla fine degli anni zero a tutt'oggi. Comunque non proprio semplice da reperire.
Materiali:
Ad eccezione del pennino che dovrebbe essere di Iridio (una sua lega? boh?) è interamente in plastica.
Recensione:
Si tratta di una stilografica da taschino, piccolissima ed estremamente "divertente". E' dotata di un meccanismo inserito nel fusto della penna che consente al pennino di scomparire letteralmente nel corpo della penna stessa. Un pennino retrattile, a scomparsa che rappresenta quasi un unicum nel genere. Quindi tutto sommato ha come caratteristica e peculiarità la grande portabilità e un costo davvero economico. Al tempo credo di aver speso poco più di 10 euro.
Il pennino retrattile fuoriesce dal fusto facendo rotare il fondello in senso antiorario. Viceversa vi rientra. Grazie a questa caratteristica la lunghezza della penna gode di 1 cm di riduzione rispetto alla concorrenza.
Il look mi piace molto. Il cappuccio ha una clip con tre fori accanto ai quali compare la scritta Paris sul fronte e France sul retro. Anche il pennino ha 10 piccoli fori di areazione in pendant con quelli del cappuccio e alla base del pennino compare la sritta Bic. Lo stile mi ricorda un po' l'immaginario steampunk o della fantascinza... design futuristico con linee abbastanza dolci.
Il tratto è quello di un medio abbastanza fino, anche perché il flusso non è proprio abbondante (flusso costante ma soffre false partenze in caso di inutilizzo). Si carica con una sola cartuccia tipo standard internazionale.
Consigliata a chi ha bisogno di una stilografica da taschino. Si dimentica in tasca. E' una buona stilografica da appunti.
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Io le ricordo come Stypen.
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Salve a tutti, è una Stypen uscita una ventina di anni fa circa, non mi ricordo di particolari problemi nell'uso.
Mandi da Ricart
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Bic Turn & Up
Stypen è controllata da Bic dal 2004.
La penna con il marchio Stypen è in produzione almeno dagli anni '90.
L'ho avuta e devo dire che la qualità costruttiva era veramente bassa. La plastica divenne appiccicosa e inutilizzabile.
L'esperienza di scrittura non entusiasmante.
So che Bic ha chiuso lo stabilimento di Stypen a Joigny nel 2008, continuando a produrre le penne del marchio nella sua fabbrica vicino a Parigi.
Evidentemente la casa madre ha preferito vendere le piccole rientranti con il suo nome.
La penna con il marchio Stypen è in produzione almeno dagli anni '90.
L'ho avuta e devo dire che la qualità costruttiva era veramente bassa. La plastica divenne appiccicosa e inutilizzabile.
L'esperienza di scrittura non entusiasmante.
So che Bic ha chiuso lo stabilimento di Stypen a Joigny nel 2008, continuando a produrre le penne del marchio nella sua fabbrica vicino a Parigi.
Evidentemente la casa madre ha preferito vendere le piccole rientranti con il suo nome.
Bic Turn & Up
Grazie per il chiarimento. Concordo su tutta la linea (qualità costruttiva ecc...) anche se la uso con grande simpatia.Mightyspank ha scritto: ↑martedì 13 febbraio 2018, 23:01 Stypen è controllata da Bic dal 2004.
La penna con il marchio Stypen è in produzione almeno dagli anni '90.
L'ho avuta e devo dire che la qualità costruttiva era veramente bassa. La plastica divenne appiccicosa e inutilizzabile.
L'esperienza di scrittura non entusiasmante.
So che Bic ha chiuso lo stabilimento di Stypen a Joigny nel 2008, continuando a produrre le penne del marchio nella sua fabbrica vicino a Parigi.
Evidentemente la casa madre ha preferito vendere le piccole rientranti con il suo nome.
Ma poi questa storia del pennino in Iridio qualcuno l'aveva mai sentita prima?
Bic Turn & Up
L'iridio è il comunissimo materiale che si usa per la punta: due semisfere che allineate formano una sfera in iridio, appunto
Bic Turn & Up
Se non ho capito male oro, platino, palladio e quant'altro sono metalli preziosi con cui si producono i pennini. La parte terminale del pennino, quella piccola sfera in cui culminano i rebbi, è invece comunemente di iridio che ha caratteristiche di durevolezza/resistenza particolari.
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guardate che l'iridio costa praticamente come l'oro, non per niente ci fanno solo la pallina della punta di un pennino, se fosse meno caro e meno raro ci farebbero tutto il penninoMrkLch ha scritto: ↑mercoledì 14 febbraio 2018, 0:08Se non ho capito male oro, platino, palladio e quant'altro sono metalli preziosi con cui si producono i pennini. La parte terminale del pennino, quella piccola sfera in cui culminano i rebbi, è invece comunemente di iridio che ha caratteristiche di durevolezza/resistenza particolari.
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Avevo preso quella Bic circa un 13-14 anni fa in un ipermercato, mi ricordo che la pagai 5€ insieme a due pacchetti di cartucce Peikan 4001 Royal Blue. Ricordo anche che mi durò pochi mesi prima che il sistema retrattile del pennino decise di smettere di funzionare. Forse da qualche parte ce l'ho ancorasempre se non è finita, a suo tempo, nel pattume.
Massimo
Bic Turn & Up
Anch'io ho questa sensazione che il meccanismo possa guastarsi facilmente... finora però ha resistito. Però mi piacerebbe capire questa cosa sull'iridio: è metallo raro o comune (la penna è costata davvero poco ma sulla confezione la presenza di iridio nel pennino era molto valorizzata).
- Mightyspank
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Per fare un poco di chiarezza: l'iridio non viene usato per le punte dei pennini dagli anni trenta-quaranta. E anche allora veniva usato con relativa parsimonia o addirittura era assente in molti casi.
I due elementi più facili da trovare nelle leghe dei primissimi decenni del novecento erano rutenio e osmio, poi rodio ma anche tungsteno, tantalio, rame, nickel, alluminio, argento, oro, platino e perfino cobalto! Iridio qualche volta e sempre in percentuale minoritaria.
Molti produttori semplicemente ispessiscono l'acciaio della punta. Di sicuro oggi dell'iridio rimane solo il nome che evidentemente suona bene ed è entrato del tutto impropriamente nell'uso comune.
È come se bevessimo vino fatto di carote e lo chiamassimo così perché cento anni fa c'era, forse, ma non sempre un po' di uva nella composizione del liquido.
Trovate articoli molto interessanti in rete che trattano dell'argomento e descrivono analisi spettrometriche dei pennini.
- Miata
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Ma è meravigliosa!
Mi ricorda i treni degli anni '30 e di conseguenza la piuttura futurista nonché le atmosfere del film The Rocketeer.
Penso di volerne una...
Mi ricorda i treni degli anni '30 e di conseguenza la piuttura futurista nonché le atmosfere del film The Rocketeer.
Penso di volerne una...