Fra le due guerre: Summit H.75

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A Casirati
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Fra le due guerre: Summit H.75

Messaggio da A Casirati »

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1926: il 26 gennaio l’inventore britannico John Logie Baird collauda il primo apparecchio televisivo a Londra.
Baird e la prima televisione.jpg
Nella capitale inglese entrano in funzione per la prima volta al mondo i semafori stradali automatici.
In Italia viene ultimata l’Autostrada dei Laghi, la prima a pedaggio nel mondo.
Walt Disney inventa Mickey Mouse.
MickeyArt.jpg
MickeyArt.jpg (20.14 KiB) Visto 2347 volte

Il 25 aprile viene rappresentata in prima assoluta la “Turandot” di Giacomo Puccini.
Il 9 maggio gli aviatori statunitensi Floyd Bennet e Richard Byrd sorvolano per la prima volta il Polo Nord con un aeroplano.
Over the North Pole.jpg

Il 18 novembre l’Impero Britannico si evolve in Commonwealth delle Nazioni.

Questo il quadro di alcuni degli avvenimenti salienti del periodo nel quale il gruppo Lang / Curzons introdusse il marchio Summit, destinato a diventare uno dei più conosciuti nel Regno Unito fra le due guerre. La prima serie che rese famoso il marchio fu la “H”, nell’ambito della quale spiccarono i modelli 75 e 100. Ed appunto una H.75 è la penna che vedete.
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Si tratta di una stilografica molto sobria ed elegante, in celluloide cesellata nera, con testa del cappuccio ed alimentatore in ebanite, pennino d’oro a 14 carati e finiture dorate.
Lo stile complessivo, austero e lineare, era senza dubbio in linea con i gusti dei professionisti del tempo e le dimensioni rilevanti contribuivano all’immagine.
SDC15887.JPG
Non è un caso che il cappuccio non preveda l’inserimento di una clip. Penne di questo genere erano usualmente destinate agli scrittoi, mentre per il taschino venivano normalmente preferite stilografiche più corte. In più, a quel tempo era piuttosto fiorente il mercato delle clip da inserire sopra il cappuccio. Quest’ultimo è dotato di 4 fori d’aereazione in posizione simmetrica e si avvita in tre quarti di giro.
L’alimentazione a leva laterale, classica per il periodo, garantisce semplicità di funzionamento e di manutenzione.
Queste le caratteristiche morfologiche principali:
- Lunghezza chiusa: 138 mm
- Lunghezza aperta: 127 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 175 mm
- Lunghezza del cappuccio: 60 mm
- Diametro del fusto: 11 mm
- Diametro del cappuccio: 12,7 mm
- Diametro medio della sezione: 8,4 mm
- Peso complessivo: 15 gr
- Peso del cappuccio: 5 gr

Il pennino è un ottimo “warranted” di produzione Lang, molto utilizzato dal gruppo di Liverpool per un gran numero di modelli almeno fino alla metà degli anni Trenta, quando vennero introdotti pennini di maggiori dimensioni.
SDC15893.JPG
L'alimentatore, senza alette, è dotato di due selle laterali, parzialmente nascoste dal pennino, che svolgo egregiamente la loro funzione compensatrice.
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La scrittura si rivela pronta, senza difetti, con un ottimo flusso e molto piacevole, grazie anche alla morbidezza del pennino. La penna è molto confortevole, grazie al bilanciamento, anche a cappuccio calzato, ed alle dimensioni.
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Il fusto reca l’iscrizione, su due livelli: “London Summit Liverpool – Curzons Ltd”, mentre l’identificazione del modello avviene per mezzo della sigla “H.75”, stampigliata sul fondello.
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La cesellatura, del classico tipo a chicco d’orzo, è ancora ben evidente anche se un po’ consumata in alcune parti, segno del lungo uso al quale la penna è stata senza dubbio sottoposta ma anche dimostrazione della sua affidabilità e dell’affetto del suo proprietario, confermati anche dalla mancanza di segni particolari che suggeriscano maltrattamenti od incuria.

Il modello H.75 è abbastanza raro, anche se non prezioso, e senza dubbio questa stilografica meritava di “risorgere” a nuova vita, motivo per il quale ho deciso di prendermene cura (https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=12&t=14727).

Un’altra testimone silenziosa del proprio tempo, che ci ricorda periodi nei quali la vita era senza dubbio più dura ma, sotto certi aspetti almeno, probabilmente più umana.
Ultima modifica di A Casirati il mercoledì 9 agosto 2017, 19:02, modificato 4 volte in totale.
Alberto Casirati
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Messaggio da maxpop 55 »

Bella recensione e bella penna che hai senz'altro ben inquadrata nel suo periodo storico. :thumbup:
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Messaggio da Rosso Corsa »

Come sempre le tue recensioni sono interessanti e affascinanti, mai focalizzate solo sulla penna ma sempre sulla penna nel suo contesto storico.

Complimenti anche per l'impeccabile restauro!

Ciao :wave:
Mauro
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Messaggio da Musicus »

Grazie per la bella recensione, Alberto! :thumbup:
Solo alcune osservazioni:
A Casirati ha scritto:...
1) Si tratta di una stilografica molto sobria ed elegante, in celluloide cesellata nera, con testa del cappuccio ed alimentatore in ebanite...

2) La cesellatura, del classico tipo a chicco d’orzo...

3) La scrittura si rivela pronta, senza difetti, con un ottimo flusso e molto piacevole, grazie anche alla morbidezza del pennino...
1) non riesco ad individuare la testina (cap top) in ebanite: è tutto il cappuccio ad essere in questo materiale?

2) la cesellatura è, secondo me, un semplice decoro a lineee ondulate guilloché, piuttosto che un tipico barley-corn "chicco d'orzo", ma potrei sbagliarmi (questione più che di cereali, di lana caprina :D ).
Dopo l'avvento della celluloide alla fine degli anni Venti a livello mondiale, la decorazione guilloché delle superfici delle penne nel nuovo materiale era (pressochè?) sparita, essendo venuta meno gran parte della sua ragion d'essere.
Già le ebaniti colorate non mi risulta che fossero state oggetto di ulteriore decorazione superficiale.
Con l'avvento della celluloide, in un tripudio di varianti di colore, erano rimaste solo le penne in ebanite nera e (molte di) quelle rivestite in metallo (oro, oro laminato e argento) dove la decorazione manteneva ancora la sua piena funzione.
Ma non avrebbe avuto molto senso progettare forme e accostamenti di colore mirabolanti per trovarsi poi a dover incidere ulteriormente la superficie della sola variante nera...
Per cui le penne nere in celluloide decorata rimasero limitate a pochi Paesi, a quanto ricordo (ma potrei anche in questo caso sbagliare): oltre all'Inghilterra che tu ci mostri con le Summit, a me vengono in mente le penne dell'Europa dell'Est prima della II Guerra. Sulla Germania non potrei giurarci...
Ma la mia potrebbe essere un'osservazione forse un pò troppo semplicistica, che per forza di cose non tiene conto di tutto il panorama...

3) Ecco, sui pennini però mi sembra che siamo sempre un pò rigidini... :D
Ma dei bei flessibili pregiati come il mercato sicuramente richiedeva, la Summit li produceva?!

Ciao Alberto e alla prossima! ;)

Giorgio
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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Ciao, Giorgio, grazie per le osservazioni.
La parte terminale del cappuccio sporge pochissimo, è praticamente solo la modesta stondatura dell'estremità. Solo questa parte è in ebanite. Il resto della stilografica è in celluloide, come ha dimostrato l'effetto sulle varie parti di una lunga immersione in acqua.
Summit applicò la cesellatura superficiale alla celluloide nera, così come Mentmore, almeno fino al 1940. Lo dimostrano alcune S.175 ed una Autoflow nella mia modesta collezione.
Summit la riprese anche nel secondo dopoguerra, sempre su stilografiche in celluloide, come le S. 185, 170, 160 e 130, nere, blu e grigie. Ne mostrerò alcune in futuro.
Stando alla pubblicità dell'epoca, anche Summit offriva pennini flessibili, ma per ora non ne ho trovati.
Buona serata!
Alberto Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Dimenticavo: un altro esempio di stilografica cesellata in celluloide nera è rappresentato dalla famosa Swan Leverless 24/60, l'ammiraglia di Mabie Todd fra il 1932 ed il 1934.
Alberto Casirati
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Messaggio da Orlandoemme »

Come al solito, è un piacere leggere le tue recensioni.
Grazie grazie,
Orlando.
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Messaggio da piccardi »

Bella penna e come sempre bella recesione, complimenti inoltre per il restauro andato a più che buon fine a giudicare dai risultati.

Simone
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Grazie a tutti per le parole gentili. :wave:
Alberto Casirati
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