Recensione Sheaffer PFM MkIII

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
Rispondi
Avatar utente
domenico98
Pulsante di Fondo
Pulsante di Fondo
Messaggi: 264
Iscritto il: mercoledì 12 marzo 2014, 19:47
La mia penna preferita: Montblanc 149G
Il mio inchiostro preferito: Visconti Blue
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Milano
Gender:

Recensione Sheaffer PFM MkIII

Messaggio da domenico98 »

Sheaffer PFM MkIII

Buongiorno a tutti voi del forum!!
Son qui oggi per redigere la mia seconda recensione! Come già anticipato in un altro argomento, ho appena finito la maturità, e come premio per il risultato i miei genitori mi hanno regalato ognuno una stilo. Oggi parlerò appunto di una penna che mi ha lasciato davvero a bocca aperta, non solo per la sua bellezza ma soprattutto per come scrive. Sto parlando della famosa Sheaffer PFM, uno dei modelli di punta della casa americana negli anni '60. Questa penna è da tempo immemore una delle più desiderate dal sottoscritto, e mia madre è testimone dei miei innumerevoli melodrammatici tentativi di farmene regalare una quando ancora andavo alle medie. Il tutto nacque da un'immagine di una Legacy su un catalogo, con la didascalia che attribuiva alla PFM il ruolo di ispiratrice per la collezione Legacy. Una penna inconfondibile ed elegante, dalle dimensioni importanti ma tutto sommato maneggevole, e soprattutto altamente innovativa. L'orientamento un po' maschilista di questa penna non riesco a comprenderlo: può benissimo essere usata da una mano maschile, solitamente possente e vigorosa, ma anche da una leggera e fine mano femminile; per l'appunto mia madre, dalle mani piccole e delicate, l'ha già addocchiata come possibile "prestito a tempo indeterminato". La produzione di questa penna parte dalla fine degli anni '50 e viene bloccata dopo circa dieci anni. Seppur molto innovativa e originale, il suo successo all'epoca non ripecchiava le aspettative, perciò nel 1963 la produzione passò dalle cinque versioni iniziali (Mk I, II, III, IV, e V) alle sole Mk III e V, fino al 1968, quando la Sheaffer blocco l'intera produzione della PFM. Questa penna porta con sè numerose innovazioni: dal design del pennino al caricamento, ma ne parlerò più avanti. Andiamo ora descrivere le caratteristiche tecniche di questa principessona:

DIMENSIONI
2017-07-27 17.36.24.jpg
Chiusa: 13.5 cm
Aperta senza cappuccio: 12 cm
Posizione di scrittura: 14 cm
Cappuccio: 6 cm
Escursione max del fondello di carica: 2.75 cm
Escursione max dello snorkel: 1.5 cm
Diametro max corpo: 1.25 cm
Diametro max cappuccio: 1.45 cm

Dimensioni abbastanza grandi ma non eccessive; la lunghezza è perfetta per me soprattutto con il cappuccio calzato. Il diametro abbastanza generoso, la rende una penna meno allungata e più cicciotta, ma le forme quadrate agli estremi della penna e soprattutto il pennino la rendono un po' più slanciata. Quando la si tiene in mano il diametro della penna fa sì che si avverta una sensazione di solidità e sicurezza, dando un ottima prima impressione. Il peso è perfetto: né troppo pesante da far male al polso né troppo leggera da volare. Diciamo che i dettagli e il comfort di scrittura sono stati molto studiati, e questo non fa che andare a suo vantaggio.

CORPO E CAPPUCCIO
2017-07-27 17.35.56.jpg
Il design è quasi minimalista: niente decorazioni o incisioni, a parte un leggero "Sheaffer's" sopra la banda metallica (perciò la penna risale a prima del 1963, anno in cui l'azienda dismise il logo Sheaffer's). Questo, però, non esclude uno stile originale che non passa inosservato: linea geometrica ma per nulla impegnativa, forme dolci e non aguzze. La clip, pulita e lineare, porta appresso il famoso "white dot" che ne descrive la garanzia a vita. L'unica versione della PFM che non presenta il "white dot" è la MK I (cappuccio e corpo in plastica, finiture acciaio e pennino in palladio-argento). Per la Mk III si ha sia il cappuccio che il corpo in plastica, con finiture placcate oro e pennino in oro 14K. Un solo dettaglio non corrisponde: come già anticipato nell'altro argomento, la Mk III non prevedeva il fondello munito di placchetta dorata, dettaglio riservato solo alla Mk IV e alla Mk V, ovvero con cappuccio ripettivamente in acciaio/placcato oro e totalmente placcato oro. Perciò suppongo che questa sia una Mk V con il cappuccio di una MK III, ma non essendo destinata alla vendita devo dire che il dettaglio sul fondello la rende a parer mio più completa, richiamando i dettagli dorati della banda e della clip. Quando mia madre l'acquistò con me da un rivenditore di vintage, il corpo era piuttosto opacizzato e presentava graffi più o meno profondi. Dopo averla pulita profondamente, lubrificata e lucidata, ora è pronta per ritornare in pista.

CARICAMENTO
Il segno che vedete sul fondello di rotazione non è una crepa, ma uno dei graffi che ricoprivano la penna, e che non sono riuscito a togliere
Il segno che vedete sul fondello di rotazione non è una crepa, ma uno dei graffi che ricoprivano la penna, e che non sono riuscito a togliere
Ecco un punto davvero fondamentale di questa penna, il caricamento! La PFM cela al suo interno uno dei caricamenti più complessi, ingegnosi e affascinanti di tutto il mondo stilografico, e come futuro ingegnere meccanico non posso far altro che restare impressionato e posizionare in cima alla mia classifica di caricamenti preferiti questo gioiello di meccanica. Già testato sulla Snorkel Pen, questo caricamento permetteva di caricare la penna senza sporcare il pennino, attraverso un tubucino estendibile. Quest'appendice fu chiamato come le prese d'aria che i sottomarini utilizzavano per far funzionare i propri motori, estendendole al di sopra della superficie del mare e permettendo perciò al sottomarino di rimanere nascosto in acqua. L'unica (relativa) pecca di questo caricamento è la scarsa capienza, oltre alla complessità e alla sua difficile riparazione; relativa perchè la penna necessita di essere caricata più volte, e qual miglior ludico momento si può avere se non estendere lo snorkel e caricare la penna! Per caricarla bisogna ruotare il fondello in senso antiorario fino all'estensione massima dello snorkel, dopo di che funziona come una normale Touchdown, dove al posto di immergere il pennino si immerge solo lo snorkel, e il pennino rimane intonso. Detto questo, rimane il fatto che più la complessità (e in questo caso anche il fascino) aumenta, più il rischio di rottura o necessià di pulizia aumenta di conseguenza. Perciò, se volete una penna che necessiti di poca manutenzione, questa di sicuro ne necesita parecchia, ma il divertimento (anche nel cosiddetto "servicing") è assicurato!
2017-07-27 17.35.29.jpg
PENNINO
2017-07-27 17.34.23.jpg
Una penna stilografica, per essere usata quotidianamente, deve essere all'altezza dal punto di vista della scrittura: non deve affaticare, deve essere piacevole e deve essere sempre pronta a scrivere, senza pause né lacune. Questa PFM risponde a pieni voti alle richieste, e in oltre quel leggero grattare che si avverte scrivendo permette di avvertire meglio il foglio e dà una sensazione piacevolissima! Flusso continuo e uniforme, abbondante ma non eccessivo, abbastanza da non incidere il foglio tipo scrittura cuneiforme e abbastanza da non pattinare sul foglio tipo pista di ghiaccio. Insomma, un pennino che scrive così bene penso di non averlo mai provato altrove, così morbido e scorrevole, davvero una favola! Fino ad ora non ha mai dato false partrenze o interruzioni di flussi durante la scrittura; e poi, di una bellezza incredibile: elegante e raffinato, ma innovativo. Il cosiddetto "Inlaid Nib" mi ricorda vagamente la mitra del vescovo, ma davvero un pennino fenomenale, pulito e di classe! La sua misura la paragonerei ad un F ma non troppo. Ecco una breve prova di scrittura con un Sheaffer Skrip Blue giusto per rimanere in tema.
2017-07-27 17.37.20.jpg
CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI

Siamo giunti al termine di questa recensione. Ovviamente queste sono le mie considerazioni immediate e personali su questa penna strepitosa, e secondo me il miglior modo per capire una penna è passare non un giorno non, un mese, ma anni a scriverci. Solo così si può assaporare il pennino che si modifica in base alla propria mano, lasciando un indelebile impronta del proprietario. Perciò prima di dare un giudizio definitivo, c'è bisogno ancora di un paio d'anni, e quando prendendo la penna senza nemmeno guardarla riuscirò a capire che penna sia, vuol dire che è avvenuta la trasformazione: la penna non sarà più solo una penna ma un indispensabile parte della mia espressione quotidiana, senza la quale non riuscirò a comunicare me stesso su carta. Concludendo, ringrazio tutti per l'attenzione e mi auguro che questa mia recensione possa esservi d'aiuto, sia come possibile conferma delle voste esperienze, sia come spunto di curiosità per provarne una per la prima volta! Se avete opinioni, correzioni o qualsiai altra cosa da dire, non esitate! Grazie a tutti e buona giornata!!
2017-07-27 17.33.14.jpg
Domenico
Avatar utente
zoniale
Crescent Filler
Crescent Filler
Messaggi: 1911
Iscritto il: domenica 16 ottobre 2016, 13:48
La mia penna preferita: Tutte, troppe, anni '40 - '60
Misura preferita del pennino: Medio
Località: Varese (circa)
Gender:

Recensione Sheaffer PFM MkIII

Messaggio da zoniale »

Domenico, non posso che condividere.

Mi è arrivata l'altroieri la mia seconda PFM. Una V con pennino fine in condizioni strepitose, se non fosse che i rebbi del pennino erano male allineati (e forse proprio per questo il precedente proprietario l'ha usata poco).
Ho passato la sera a smontare, pulire raddrizzare e ora scriverci è una goduria. Eccola quà:
Sheaffer's PFM V
Sheaffer's PFM V
... che si va ad agiungere alla sorella mark III con pennino stub:
Sheaffer's PFM III
Sheaffer's PFM III
Questa mi era arrivata con il sac protector marcio di ruggine... son dovuto andare in Oregon a trovare il sostituto....

domenico98 ha scritto:L'orientamento un po' maschilista di questa penna non riesco a comprenderlo: può benissimo essere usata da una mano maschile, solitamente possente e vigorosa, ma anche da una leggera e fine mano femminile; per l'appunto mia madre, dalle mani piccole e delicate, l'ha già addocchiata come possibile "prestito a tempo indeterminato".
Per capire questo branding dovresti immergerti negli anni '50 e '60. Un'epoca non così remota, ma in cui molte delle cose venute dalle rivoluzioni del costume iniziate dopo il 1968 erano ancora inimmaginabili.
L'uomo era il sesso forte. Non esisteva il politicamente corretto e le donne avevano - salvo rarissime eccezioni - ruoli subalterni in tutto il mondo occidentale. Se puoi guardati qualche telefilm della serie "Mad Men" per farti un'idea. E lì siamo nella evolutissima Madison Avenue di New York.
Oggi sarebbe impensabile vendere una penna con questo nome!
Michele
Avatar utente
maxpop 55
Tecnico
Tecnico
Messaggi: 14473
Iscritto il: venerdì 17 agosto 2012, 19:24
La mia penna preferita: perché una sola?
Il mio inchiostro preferito: Aurora BlacK
Misura preferita del pennino: Medio
FountainPen.it 500 Forum n.: 029
Fp.it ℵ: 016
Fp.it 霊気: 009
Fp.it Vera: 107
FP.it 5000: 000
Località: Portici (NA)
Gender:

Recensione Sheaffer PFM MkIII

Messaggio da maxpop 55 »

Una grande penna :clap: :clap:
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
Rispondi

Torna a “Recensioni”