Due gioielli per la S.100

Le recensioni: impressioni d'uso e valutazioni direttamente dagli utenti
Avatar utente
A Casirati
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2908
Iscritto il: giovedì 23 agosto 2012, 16:39
FountainPen.it 500 Forum n.: 005
Gender:
Contatta:

Due gioielli per la S.100

Messaggio da A Casirati »

Grazie di nuovo a tutti! :wave:
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
Avatar utente
A Casirati
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2908
Iscritto il: giovedì 23 agosto 2012, 16:39
FountainPen.it 500 Forum n.: 005
Gender:
Contatta:

Due gioielli per la S.100

Messaggio da A Casirati »

Siberia ha scritto:Il fermaglio è somigliante alla "Atena"... la prima a sinistra
Riflettendo meglio sul modello Atena, va innanzi tutto notato come il costo di produzione della clip, dell’anello di carenatura e del tassello incastonato fosse certamente non basso e sconsigliasse di per sé la realizzazione di una replica per un modello destinato ad essere venduto a prezzi non certamente elevati.
Ne deriva che, con tutta probabilità, quegli elementi sono invece una bella indicazione del reale produttore della penna: la Lang Co. Ltd di Liverpool.

Ritengo, però, che l’alternativa più probabile non sia che fra questo produttore e la ditta italiana vi fosse un contratto diretto di fornitura, bensì che tale accordo sia stato stipulato con British Carbon Papers (proprietaria del marchio National Security), che non era estranea alla cessione a terzi, anche di altri paesi (come la Germania ad esempio), di alcuni lotti di produzione realizzati per loro da Lang.

In effetti, l’Atena di cui si tratta sembra basata, più precisamente, sul fusto del modello “Pinnacle” di Lang, con cappuccio derivato dalla Summit S.175.

Un caso decisamente interessante. Grazie di nuovo per aver condiviso quell'immagine!
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2964
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

Due gioielli per la S.100

Messaggio da Musicus »

Ciao Alberto: ho apprezzato molto la recensione della penna, in linea con tutte le ultime da te mostrate (absit iniuria verbis :angel: ).

Proprio per questo, mi permetto nuovamente di richiamare la tua attenzione sulla congruenza tra i fatti storici da te allegati come “ambientazione” e la penna oggetto della recensione.
Orbene, i fatti storici dell’anno di (presunta) produzione/vendita li hai estratti pari pari da WIKIPEDIA (https://it.m.wikipedia.org/wiki/1937): ma con quale criterio li proponi all’attenzione del lettore?
Ad esempio, per tacere delle encicliche su nazismo e comunismo, che cosa c’entra lo Zeppelin tedesco in fiamme nel New Jersey con una penna inglese (verde speranza)?!
Stessa domanda per il nostro Guglielmo Marconi, con l’aggravante di averlo mostrato in un ritratto che non risale nemmeno lontanamente all’anno citato: questa è una foto sicuramente più vicina al 1937!
z. Guglielmo-Marconi-presidente-Accademia-Italia.jpg
z. Guglielmo-Marconi-presidente-Accademia-Italia.jpg (54.35 KiB) Visto 812 volte
E ancora, cosa c'entrano il Re e la Regina d'Inghilterra che mai e poi mai (ma sentiti pure libero di smentirmi!) avrebbero impugnato le penne da travet della Summit-Lang-etc.? Che ci piaccia o no, gli Inglesi “upper class” erano e sono rimasti classisti e snob
In modo assolutamente lecito, ci mancherebbe altro (nelle recensioni sul Forum, per noi tutti prevalentemente di fiction parliamo! ;) ), e suggestivo per molti, la tua recensione parrebbe voler usare immagini e nomi solo per indurre il lettore a credere che vi sia un qualche collegamento tra la penna e le famose persone/circostanze citate. Ma il prestigio delle citazioni non può cambiare il fatto che la Summit (è la mia opinione, e quindi i suoi fan se ne faranno molto facilmente una ragione!) producesse, ahimè, penne di seconda fascia (anche terza, dopo la Guerra! :mrgreen: ), ovvero “era sì un grosso produttore ma non certo un grande produttore”, mi si passi il calembour.
Ed il collegamento con Atena ne parrebbe un'indiretta conferma.
Tu ipotizzi che nel 1937, da poco finite le “sanzioni” internazionali e di embargo contro il nostro Paese comminate dalla Società delle Nazioni per l’annessione dell’Etiopia (per volontà di due imperi coloniali come quello inglese e francese!), ci fosse un rivenditore italiano di stilografiche che acquistasse in Gran Bretagna penne economiche da (ri)marchiare. Direi che con tutti i produttori che avevamo in attività all’epoca (si veda la sola Settimo Torinese), questa è una circostanza per lo meno improbabile (anche se non impossibile: con la Germania, infatti, il rapporto di fornitura e di scambio reciproco di semilavorati e prodotti finiti era consolidato dagli anni Dieci, e attivo un sempre più stretto rapporto politico/militare…).

In ogni caso, ho trovato notizia di una Atlantica davvero molto simile alla tua Summit ed alla Atena da te commentata (nell’altro argomento: https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=43&t=13336).
Fatto salvo quanto scritto da PeppePipes sulla grande quantità di declinazioni dello “scafo” Selene/Olo lusso, a pag.212 del I Volume de “La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” di Letizia Jacopini compare una penna come quelle richiamate nel capitolo relativo al marchio “Atlantica” (riconducibile alla “Fabbrica Italiana di Penne Stilografiche - La Italianissima di G. Olivieri” di Milano): l’autrice chiosa la stilografica (a pulsante di fondo) come “assimilabile ai tardi modelli Olo e alle Atena di Aurora”.
Delle tre una sola è vera, direi:
- che Aurora e/o la “Fabbrica Italiana di Penne Stilografiche - La Italianissima di G. Olivieri” acquistassero sottobanco dalla perfida Albione penne stilografiche da rivendere rimarchiate nella seconda/terza fascia italiana;
- che qualcuno (ma chi?) avesse semplicemente copiato la foggia di una clip che gli piaceva tanto (come si era sempre fatto, pensa alla washer clip a pallina della Duofold, soprattutto se il modello non era stato “depositato” nel paese di vendita);
- (l’ultima possibilità è una contro-provocazione, lo stagno che rilancia il sasso! :lol: ) che siano stati gli italiani a spedire in GB le penne (o solo le clip).
:wave:

Giorgio
Avatar utente
A Casirati
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2908
Iscritto il: giovedì 23 agosto 2012, 16:39
FountainPen.it 500 Forum n.: 005
Gender:
Contatta:

Due gioielli per la S.100

Messaggio da A Casirati »

Ciao, Giorgio.
Grazie per i commenti, così interessanti, e per l’attenzione con la quale segui le mie modeste recensioni.
Ti rispondo volentieri per punti, così da essere più chiaro, anche in prospettiva futura.

La scelta dei fatti storici: mi piace premettere alla recensione vera e propria alcuni fatti storici risalenti al periodo nel corso del quale la penna recensita fu fabbricata. Mi sembra, e tanti commenti me lo confermano, che possano formare una degna cornice e che aiutino ad inserire meglio la stilografica oggetto dell’articolo nella sua prospettiva storica.
La scelta dei fatti elencati è del tutto casuale e non legata ad alcun tentativo di presentare la penna in una luce più o meno favorevole. Semplicemente, da sempre, scelgo gli eventi che mi colpiscono di più oppure che mi dicono di più. Scelta quindi personalissima, senza alcuna pretesa particolare né alcun intento secondario né, tanto meno, alcun collegamento diretto con la penna. Il messaggio è molto semplice e trasparente: mentre succedevano queste cose, qualcuno comprava proprio questa stilografica, che in qualche modo è testimone silenziosa della sua epoca.

Le fotografie: è vero, non sempre risalgono al periodo storico menzionato, ma non penso ve ne sia il bisogno. Il caso di Marconi è emblematico: ho preferito una fotografia da giovane per la stessa ragione per la quale non mi sono mai piaciute le fotografie sulle lapidi che ritraggono i defunti in un periodo molto vicino alla loro morte: la vita non è composta solo dagli ultimi anni, anzi, e ricordare una persona nel fiore delle sue energie mi è sempre sembrato un criterio migliore.

Il Re e la Regina del Regno Unito: mi è semplicemente piaciuto ricordare l’avvenimento, soprattutto perché in quell’occasione la BBC fece la sua prima diretta radiofonica. Relativamente alla circostanza dello snobismo dei nobili britannici, mi permetto solo di ricordare che proprio Re Giorgio VI acquistò, ed utilizzò con soddisfazione, una Wyvern, marca anch’essa considerata da molti produttrice di penne di seconda e terza fascia.

La qualità delle stilografiche Summit: a detta di alcuni esperti e restauratori non solo britannici, specialmente negli anni Venti e Trenta queste stilografiche erano in grado di reggere il confronto qualitativo con qualsiasi altra penna, incluse quelle prodotte dalle marche più conosciute. Ho potuto verificare questa circostanza confrontando una Parker Duofold ed una Sheaffer Balance con una Summit S.175 ed utilizzando tutte tre intensamente per diverso tempo.

La questione Atena: si tratta ovviamente solo di una mia ipotesi, che potrebbe essere del tutto infondata, ma che mi sembra sorretta da alcuni fatti. Tu citi la “washer clip” introdotta da Parker e copiata da molti, ma la clip Summit, come si può notare dalle fotografie che ho pubblicato ieri (https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... 99#p176699), era ben più difficile e costosa da produrre, il che mi fa pensare che fosse improbabile che in Italia si decidesse di farlo proprio per penne di seconda fascia. Relativamente alla questione legata alle sanzioni della Società delle Nazioni, mi basta ricordare che rimasero in vigore fino al 4 Luglio 1936 e che vietavano due cose: l'esportazione all'estero di prodotti italiani (il che rende improbabile un'esportazione di clip o stilografiche dall'Italia all'Inghilterra) e l’importazione da parte dell'Italia di beni utili allo sforzo bellico, tra i quali mi viene difficile collocare clip o stilografiche (a meno che si parli della stilografica per agenti segreti prodotta da Mentmore... :D ).
Le sanzioni tralasciavano però, ad esempio, petrolio e carbone, che se non vado errato importammo anche dall’Impero Britannico.

“Just my two pence, of course”.

:wave:

Alberto
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
Avatar utente
Musicus
Collaboratore
Collaboratore
Messaggi: 2964
Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
Misura preferita del pennino: Flessibile
Località: Bolzano
Gender:

Due gioielli per la S.100

Messaggio da Musicus »

A Casirati ha scritto:Ciao, Giorgio.
Grazie per i commenti, così interessanti, e per l’attenzione con la quale segui le mie modeste recensioni.
Ricordo un tempo in cui seguivi anche tu, Alberto, le modeste recensioni degli altri... ;)

Sulla scelta dell'ambientazione, direi che sei stato chiaro e non c'è altro da aggiungere. :thumbup:
A Casirati ha scritto: Le fotografie: è vero, non sempre risalgono al periodo storico menzionato, ma non penso ve ne sia il bisogno. Il caso di Marconi è emblematico: ho preferito una fotografia da giovane per la stessa ragione per la quale non mi sono mai piaciute le fotografie sulle lapidi che ritraggono i defunti in un periodo molto vicino alla loro morte: la vita non è composta solo dagli ultimi anni, anzi, e ricordare una persona nel fiore delle sue energie mi è sempre sembrato un criterio migliore.
Capisco il tuo punto di vista, tuttavia Marconi morì a poco più di 60 anni, un'età nella quale se non sei solo un ex-campione dello sport si ottengono ancora eccellenti risultati. Ma non ci sono ancora arrivato e forse cambierò idea... :lol:
A Casirati ha scritto:Il Re e la Regina del Regno Unito: mi è semplicemente piaciuto ricordare l’avvenimento, soprattutto perché in quell’occasione la BBC fece la sua prima diretta radiofonica. Relativamente alla circostanza dello snobismo dei nobili britannici, mi permetto solo di ricordare che proprio Re Giorgio VI acquistò, ed utilizzò con soddisfazione, una Wyvern, marca anch’essa considerata da molti produttrice di penne di seconda e terza fascia.
Grazie per l'informazione che non mi era nota!
A Casirati ha scritto: La qualità delle stilografiche Summit: a detta di alcuni esperti e restauratori non solo britannici, specialmente negli anni Venti e Trenta queste stilografiche erano in grado di reggere il confronto qualitativo con qualsiasi altra penna, incluse quelle prodotte dalle marche più conosciute. Ho potuto verificare questa circostanza confrontando una Parker Duofold ed una Sheaffer Balance con una Summit S.175 ed utilizzando tutte tre intensamente per diverso tempo...
Non metto in dubbio la tua esperienza: per qualità delle stilografiche personalmente intendo soprattutto la qualità del pennino (e del gruppo scrittura), l'armonia e la funzionalità del design, la bellezza e consistenza del materiale (per la celluloide, soprattutto), la qualità delle decorazioni (laminature d'oro, ad esempio). Ecco, forse in alcuni di questi ambiti, ma specialmente per i pennini che hai via via descritto e provato, i risultati non mi sono sembrati straordinari. Ma potrei essermi fatto un'idea non precisa di quanto visto.
A Casirati ha scritto:La questione Atena: si tratta ovviamente solo di una mia ipotesi, che potrebbe essere del tutto infondata, ma che mi sembra sorretta da alcuni fatti. Tu citi la “washer clip” introdotta da Parker e copiata da molti, ma la clip Summit, come si può notare dalle fotografie che ho pubblicato ieri (https://forum.fountainpen.it/viewtopic. ... 99#p176699), era ben più difficile e costosa da produrre, il che mi fa pensare che fosse improbabile che in Italia si decidesse di farlo proprio per penne di seconda fascia. Relativamente alla questione legata alle sanzioni della Società delle Nazioni, mi basta ricordare che rimasero in vigore fino al 4 Luglio 1936 e che vietavano due cose: l'esportazione all'estero di prodotti italiani (il che rende improbabile un'esportazione di clip o stilografiche dall'Italia all'Inghilterra) e l’importazione da parte dell'Italia di beni utili allo sforzo bellico, tra i quali mi viene difficile collocare clip o stilografiche (a meno che si parli della stilografica per agenti segreti prodotta da Mentmore...
Ed è per questo che le "armi" ce le facevamo qui in Italia...
Tibaldi-Giti-OVRA-argento.MAXPEN2012
Tibaldi-Giti-OVRA-argento.MAXPEN2012
:?

Grazie, Alberto, della bella chiacchierata, e sempre avanti!! :wave:

Giorgio
Rispondi

Torna a “Recensioni”