Umanistica

Discussioni focalizzate sui vari stili calligrafici.
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courthand
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Messaggio da courthand »

Vorrei raccontare una storia che riguarda il mio ultimo amore calligrafico.

Siamo nella seconda metà del 1300 a Firenze (e non a Frittole): un gruppo di letterati, tra cui spicca il Petrarca, pensa, in contrapposizione alle teorie medievali che postulano Dio come perno dell’universo e la chiesa come sommo potere cui tutti debbono sottostare, che sia l’uomo da porre al centro delle cose e rivendica le sue capacità intellettive e di autodeterminazione.
Nasce così il movimento che va sotto il nome di “Umanesimo”.
I suddetti letterati si rivolsero quindi allo studio dei classici latini e greci, dove potevano trovare conforto alle loro teorie; ma i testi di facile reperibilità al tempo erano copie medievali in cui spesso il testo, causa errori di interpretazione e di scrittura, si discostava non poco dagli originali. Si incominciò allora un’opera di faticosa e paziente ricerca di testi più antichi nelle più recondite delle biblioteche: vennero alla luce opere scritte in una grafia diversa da quella imperante al tempo che era la cosiddetta “littera moderna” che questi stessi studiosi non esitarono a ribattezzare, in segno di disprezzo, “littera gotica” ossia barbara; questa vecchia grafia riscoperta altro non era che la minuscola carolina (o carolingia) ma per i nostri ricercatori, che non avevano modelli più antichi a disposizione (lettere romane epigrafiche escluse, naturalmente), rappresentava il massimo della classicità e fu presa come modello per la creazione di una nuova forma di scrittura che fu chiamata “littera antiqua” ma, ai giorni nostri, è conosciuta come “umanistica minuscola”. Nel corso del tempo si affinò la forma grafica che nei primi decenni del 1400, con l’opera di grandi talenti come Poggio Bracciolini e Niccolò Niccoli, conobbe il suo massimo splendore.
umanistica ex.jpg
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Il primo centro di diffusione della littera antiqua fuori dell’area fiorentina fu Venezia e, in seguito, tutta l’area veneto-padana dove si svilupparono varie interpretazioni della grafia umanistica con l’innesto, sul “corpo” fiorentino, delle esperienze culturali, delle conoscenze e dei gusti degli scriba della regione; una menzione particolare, per fantasia, inventiva ed estro creativo, merita Ciriaco d’Ancona, la cui scrittura della maturità (1450 circa) è quasi una sorta di mosaico in cui si fondono reminiscenze tardo medievali latine e greche, forme epigrafiche romane classiche e scritture caroline e pre-caroline.

IN PRATICA
La scrittura umanistica è una grafia posata diritta con grado calligrafico 5: le ascendenti e le discendenti misurano, a seconda dei modelli, dai 3 ai 5 gradi calligrafici e impongono, quindi, una consona interlinea.
Si esegue tenendo il pennino angolato di 30° rispetto alla linea di scrittura.
Qui di seguito, nella interpretazione di Patricia Lovett nel libro “Calligraphy, Illuminating and Heraldry”, il ductus dei caratteri minuscoli:
ductus min.jpg
ductus min.jpg (212.47 KiB) Visto 12603 volte
Come si può notare l’autrice non riporta la forma arcaica della “s” lunga usata in antichità (come si può notare nell’esempio precedente) forse perché ritiene (con ragione, secondo me) che il suo uso crei, al giorno d’oggi, problemi di leggibilità ai non addetti ai lavori. Vengono invece riportate due forme della “h” (quella con l’arco che finisce con la grazia verso destra più tarda) e due forme della “g”. Inoltre il grado calligrafico scelto per ascendenti e discendenti pari a 5 richiede un interlinea molto ampio che dona, a mio avviso, un’eleganza particolare allo scritto.

Per le maiuscole venivano usati caratteri di ispirazione romano-epigrafica dei quali la Lovett propone una interessante versione rinascimentale:
ductus maius.jpg
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I caratteri vanno eseguiti con grado calligrafico 9 e pennino angolato a 20°: da tenere presente però che in diversi casi (p.e. i tratti verticali della N, il tratto verticale sinistro della M, il tratto diagonale della Z) l’angolazione va aumentata o diminuita per ottenere l’effetto voluto.
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Messaggio da Irishtales »

...e adesso, dopo aver consumato le avvincenti parole di Alessandro sui natali di questo elegante stile, quale altra occupazione può trovare spazio nelle prossime due ore se non...un esercizio calligrafico sull'Umanistica?!
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Messaggio da piccardi »

Grazie per l'interessantissimo contributo Alessandro, devo dire che trovo questa grafia affascinante, ha davvero un'eleganza notevole.

Simone
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Messaggio da alfredop »

Da profano posso solo dire che questa grafia, rispetto ad altre che ci avete fatto vedere, è molto più facilmente leggibile.

Alfredo
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Messaggio da maczadri »

...e come più volte ha scritto Daniela, sono io questa volta che ho preso appunti dopo l'intervento di Alessandro.
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Messaggio da courthand »

alfredop ha scritto:Da profano posso solo dire che questa grafia, rispetto ad altre che ci avete fatto vedere, è molto più facilmente leggibile.
Hai ragione ed è tanto vero che la grafia umanistica ebbe molta fortuna anche tra gli stampatori che la usarono come modello per i loro caratteri mobili: nei secoli ce ne sono state varie interpretazioni (celeberrimo il "carattere aldino" dal nome dello stampatore Aldo Manunzio) fino ad arrivare al Times New Roman dei giorni nostri.
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Messaggio da MrkLch »

courthand ha scritto: giovedì 26 settembre 2013, 19:14
[...] tra cui spicca il Petrarca, pensa, in contrapposizione alle teorie medievali che postulano Dio come perno dell’universo e la chiesa come sommo potere cui tutti debbono sottostare, che sia l’uomo da porre al centro delle cose e rivendica le sue capacità intellettive e di autodeterminazione.
Nasce così il movimento che va sotto il nome di “Umanesimo” [...]
Questo argomento mi interessa molto. Vi era quindi un intento "ideologico" nella formulazione di questo stile? Vi sono altre caratteristiche riconducibili alla matrice ideologica (rapporto tra individuo e mondo / spazialità delle lettere sul foglio)? Ma corrisponde al vero che lo stesso Petrarca praticasse questa grafia? Qualcuno scrive o tiene corsi di minuscola umanistica?

Grazie per il bellissimo articolo!
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Messaggio da courthand »

Che il Petrarca scrivesse in una forma di umanistica lo si può vedere nel manoscritto classificato come Vaticano Latino 3195, scritto in parte dal poeta e in parte da suo discepolo Giovanni Malpaghini.
Il fatto che una forma di scrittura risponda ad esigenze che travalicano la mera estetica si verifica spesso: la stessa minuscola carolina (da cui l'umanistica trae ispirazione) fu "commissionata" da Carlo Magno per simboleggiare l'unità del Sacro Romano Impero rispetto alla precedente frammentazione in cui ogni etnia aveva un suo modo di scrivere.
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Messaggio da MrkLch »

courthand ha scritto: lunedì 9 aprile 2018, 13:44
Il fatto che una forma di scrittura risponda ad esigenze che travalicano la mera estetica si verifica spesso: la stessa minuscola carolina (da cui l'umanistica trae ispirazione) fu "commissionata" da Carlo Magno per simboleggiare l'unità del Sacro Romano Impero rispetto alla precedente frammentazione in cui ogni etnia aveva un suo modo di scrivere.
A proposito di esigenze che travalicano la mera estetica... fatti una grassa risata :D
guarda cosa ho trovato :lol:
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http://www.let.unicas.it/dida/links/did ... llman1.htm
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Messaggio da courthand »

Devo dire che tutto il saggio é molto interessante: grazie!
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Messaggio da MrkLch »

courthand ha scritto: giovedì 12 aprile 2018, 16:21 Devo dire che tutto il saggio é molto interessante: grazie!
Anche a me è piaciuto, pur non essendo in grado di comprendere un'analisi storica così articolata (non sono minimamente preparato!)
Sono però rimasto colpito dalla tua bellissima presentazione di questa scrittura (mi riferisco ai valori dell'umanesimo) e in parte mi ha infastidito veder derubricato tutto questo orizzonte valoriale a mero orizzonte ottico (problemi di presbiopia...)
Questa cosa l'ho trovata divertente ma antipatica.

Appoggio e solidarizzo con la tua presentazione e qui di seguito propongo qualche estratto da manuale di D.Harris.
15237181878314.jpg
15237180811892.jpg
15237181651833.jpg
Alcune osservazioni importanti su come tenere la penna e sulla grandezza delle lettere in rapporto alla larghezza del tratto del pennino.
15237183894275.jpg
15237176264720.jpg
Queste informazioni sono tratte da un libro interessante che ho trovato in biblioteca. Si tratta di una guida pratica alle tecniche di scrittura. Voi lo conoscete?
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Messaggio da courthand »

In effetti il ridurre il cambiamento della grafia ad un problema di presbiopia pare anche a me un po' tirato per i capelli, anche tenendo conto che la grafia umanistica usualmente é compilata con corpo lettera di dimensioni piuttosto contenute.
Ritengo piuttosto che si sia sentito il bisogno di una maggiore leggibilità rispetto al gotico che, un po' per la sua stessa forma estremamente compressa e un po' per l'abbondante uso di abbreviazioni e contrazioni, non é propriamente il massimo in tal senso.
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Messaggio da MrkLch »

courthand ha scritto: domenica 15 aprile 2018, 15:08 In effetti il ridurre il cambiamento della grafia ad un problema di presbiopia pare anche a me un po' tirato per i capelli, anche tenendo conto che la grafia umanistica usualmente é compilata con corpo lettera di dimensioni piuttosto contenute.
Ritengo piuttosto che si sia sentito il bisogno di una maggiore leggibilità rispetto al gotico che, un po' per la sua stessa forma estremamente compressa e un po' per l'abbondante uso di abbreviazioni e contrazioni, non é propriamente il massimo in tal senso.
La questione mi ha appassionato parecchio negli ultimi 2 mesi. Dalle mie parti ho trovato in biblioteca una monografia straordinaria. Non so se la conosci ma ti assicuro che è davvero un monumento di erudizione e raffinatezze. Inutile dire la difficoltà che mi è costata la lettura di un testo la cui intelligenza è tanto aliena alla consuetudine dei miei giorni. Ecco la copertina del libro:
15314128965050.jpg
La riproduzione di una miniatura che rappresenta Petrarca al tavolo di lavoro
15314129097251.jpg
Ora vorrei farti leggere un veloce estratto col quale si apre lo studio del modo di scrivere (ma meglio sarebbe dire dei modi di scrivere) del Petrarca. Quando lho letto mi sono detto: questo lo finisco fino all'ultima parola, anche se non ci capisco nulla!
15314129282982.jpg
Adesso sto organizzando una sintesi di questa monografia e la posterò a breve in questo thread. Anticipo che la questione della presbiopia non viene neppure toccata da questo autore, che giganteggia tra le righe del testo come un masso erratico del quaternario in pianura :D
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Non ho letto il libro ma il nome dell'autore è ampia garanzia di qualità: il Petrucci é stato uno dei massimi esperti di paleografia.
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Messaggio da vivalapenna »

Decisamente Petrucci un nome una garanzia....recentemente la casa editrice Carocci ha pubblicato parecchi dei suoi scritti sparsi in volume.
Sulla scrittura umanistica in generale ormai la bibliografia è vastissima. C'è una piccola bibliografia nel database http://theleme.enc.sorbonne.fr/bibliogr ... _ecritures . In Italia uno specialista è il paleografo Stefano Zamponi.
Consiglio di guardare i siti che si occupano di paleografia, ce ne sono diversi Apices, CIPL (comité internationale Paléograpahie latine.) Ecole des Chartes..ecc
Suggerisco poi a chi potrebbe essere interessato a provare a frequentare anche solo come uditore la varie scuole di paleografia (sono biennali) presso le sedi dei vari archivi di stato sparsi per il territorio nazionale.
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