Anatomia dei pennini da intinzione

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Irishtales
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Anatomia dei pennini da intinzione

Messaggio da Irishtales »

Carissimo,
come hai intuito, i pennini in genere sono costruiti da sempre in leghe metalliche contenenti una buona percentuale di ferro. Però una parte meno consistente della produzione era ed è in rame (pensa ai Mitchell Italics, favolosi pennini tronchi) oppure in bronzo. L'acciaio è stato utilizzato a tale scopo fin dall'Ottocento in Gran Bretagna (il maggiore produttore di pennini, con molte e rinomate ditte che operavano per la gran parte a Birmingham).
Pennini in acciaio inossidabile hanno cominciato a diffondersi in Europa nella prima metà del Novecento (ad esempio, l'inizio della produzione dei Perry & Co. "Durabrite" risale al 1929).
Ogni tipo di pennino aveva - ed ha - il suo materiale d'elezione: pennini molto flessibili generalmente contengono una buona percentuale di ferro e sono perciò trattati in superficie per minimizzarne l'ossidazione. L'acciaio si adatta a pennini a punta con flessibilità più limitata o pressoché nulla, il rame è più adatto ai tronchi perché su un flessibile si deformerebbe ben presto irreparabilmente.
Molto interessante è lo studio del trattamento superficiale dei pennini, oltre che la ricerca sul materiale. A seguito dell'aggressività dei primi inchiostri prodotti industrialmente, nel primo Novecento si risolse di placcare in oro i pennini più pregiati, poiché l'oro è più resistente alla corrosione.
Anche sul design - che oltre ad avere una funzione estetica, determina le caratteristiche funzionali della punta - sarebbe molto interessante portare avanti una ricerca. Design e materiale sono un'addizione di importanza estrema e al variare anche minimale di uno di questi parametri, si ha un pennino con caratteristiche molto distanti da altri all'apparenza del tutto simili. Alcuni pennini apparentemente identici - ad esempio il Perry & Co. n. 220 EF ed il francese Blanzy Poure n.1250 "Letizia" - sono nella scrittura molto diversi. Si pensi alla cospicua serie di pennini "n.86" a punta, prodotti da molte Case e oggi preziosi oggetti da collezione, che hanno in realtà caratteristiche assai diverse e differenti gradi di flessibilità; Goode & Co. ne produceva addirittura ben sei tipi di due "taglie" diverse!
L'apoteosi della diversificazione all'interno dello stesso modello, però, si ebbe con i pennini "Mongolfiera", quelli a punta che hanno la sagoma di una mongolfiera in rilievo appena sotto il foro di aerazione: ne sono stati classificati più di 500 tipi e due ricercatori e collezionisti francesi ci hanno anche scritto un libro:
http://calamophilie.skynetblogs.be/arch ... allon.html
dopo tante ricerche non si sa ancora con esattezza quante varianti ne siano state prodotte!
La produzione di pennini da intinzione, soprattutto dalla prima metà dell'Ottocento fino ai primi del Novecento, era ingentissima. Un giro d'affari enorme. Moltissimi produttori esportavano anche all'estero grandi quantitativi - si pensi appunto ai pennini "Dimitri" n. 86 prodotti da Blanzy-Poure studiati per il cirillico o ai pennini russi Soyuz n.11 del tutto simili ma come accennavo, con ben altre caratteristiche - e al confronto la varietà offerta oggi dalle poche aziende produttrici ancora in attività, è a dir poco risibile. Però anche oggi sono prodotti ottimi pennini, anche se la tecnologia magari non si è affinata: ciò è dimostrato dalle continue richieste dei calligrafi di riprendere la produzione di vari pennini del passato, richiesta che ha dato anche i suoi frutti, per esempio nel caso del celebre Leonardt Principality, ora risorto con il nome Principal.
Altri pennini "storici" tuttora in produzione sono i famosi Brause n.76 conosciuti come "Rose" per via della rosa in rilievo sul dorso.

Ci sarebbe da approfondire, e la ricerca è fra le più intriganti per ogni appassionato di calligrafia...
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Daniela
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Messaggio da Maurao »

Daniela, ma sei sorprendente hai conoscenze illimitate.
I materiali sono un argomento interessante e forse mai trattato con profondità, ma fondamentale per ottenere il pennino giusto.
Il sito che hai postato è molto interessante, quello che mi ha colpito di più, oltre ai pennini, sono le scatoline che li contenevano, sicuramente ricercatissime dai collezionisti.
Una domanda, esiste un elenco dei vari produttori di pennini ? come dici tu era un mercato florido e doveva esserlo per forza perchè non essendici il computer o le stampanti il pennino era l'unico strumento di scrittura e di disegno permanente (non come il lapis) usato in quel periodo.
I nomi sono bizzarri come Vulcano, Freccia d'oro, Ursus, ecc... veramente molto particolari, nomi che andavano bene per quell'epoca, oggi forse farebbero sorridere un po'.
Brava Daniela per la spiegazione data, chiara e completa..... come sempre.
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Messaggio da Irishtales »

Grazie Mauro, sei troppo buono... :oops:
...sono solo una studentessa di calligrafia appassionata e curiosa di tutto ciò che ruota attorno a questo mondo meraviglioso! Mi affascina la storia dei pennini e dei produttori, ma sono tutt'altro che esperta. Intendo però approfondire, continuare a documentarmi.
Sarebbe fantastico riuscire a fare qualcosa in tal senso, sulla storia degli strumenti di scrittura che hanno preceduto la stilografica; mettiamo il progetto in cantiere...
Poni domande intelligenti e interessanti, cui cerco di rispondere per quel poco che so, confidando nel supporto dei nostri calligrafi... 8-)
Il collezionismo. Ne so ben poco, non essendo una collezionista ma una semplice utilizzatrice. Mi stupisce che molti collezionisti siano appagati dal semplice “possedere” pennini e scatole complete ancora sigillate, ma non sappiano pressoché un bel niente dell'evoluzione del design, della storia dei produttori, della diffusione di marche e modelli in giro per il mondo e neppure sul tipo di grafia adatta ad un certo modello, oppure alle caratteristiche fisiche dei pennini. Ciò non vale per tutti: è fra i collezionisti che ci sono anche i più grandi esperti e appassionati conoscitori di ogni aspetto suddetto. E' una categoria eterogenea. Collezionano anche le scatole vuote, oltre ai pennini, ma anche pubblicità, raccoglitori, cataloghi delle varie marche ed espositori.
I collezionisti però, anche i più preparati, raramente sono anche appassionati di calligrafia e ancor più raramente la praticano a qualche livello.
Un elenco di produttori (raccolti per ordine alfabetico) si trova nel favoloso sito di Matthias Gröschke, Kallipos.de che oltre a vendere moltissimi pennini, sia moderni che antichi, ha una sezione straordinaria - questa parte è solo in tedesco! - dedicata alla storia degli strumenti di scrittura e in particolare sono molto interessanti queste pagine:
http://www.kallipos.de/schreibfedern-hersteller.shtml
http://www.kallipos.de/schreibfedern-geschichte.htm
http://www.kallipos.de/schreibfedern-produktion.htm
http://www.kallipos.de/schreibfederhers ... ldern.html

Anche se alcuni fanno risalire i primi pennini metallici alla fine del Settecento, il primo riferimento certo risale ai primi anni dell'Ottocento.
Il brevetto per l'invenzione del foro di ventilazione, divenuto poi d'uso comune sui pennini - e in seguito su quelli delle stilografiche - risale invece al 1830 (Perry and Co.) e il brevetto per le incisioni sulla spalla per aumentare la flessibilità, risale al 1832.
Si continuava alacremente, in quell'epoca, ad affinare tecnica di costruzione, design e materiali, per ottenere pennini a punta che avessero la stessa flessibilità delle penne d'oca.
Intanto le fabbriche proliferavano in tutta Europa e si vendevano milioni e milioni di pennini in metallo. Manifatture che avevano un indotto imponente e un'imponente utilizzo di manodopera femminile.
I raffinati pennini francesi, quelli russi più spartani ma molto robusti, quelli inglesi, meravigliosi e d'ogni foggia e tipo, quelli svizzeri, belgi, italiani...ce ne sono di storie da riscoprire e da raccontare!
Molto si trova in rete, per fortuna. A cominciare da qualche elenco, ancora incompleto, dei vari produttori. Elenchi parziali per nazione si trovano nel sito (belga) in lingua francese di cui ho inserito in precedenza il link (elenco, a sinistra):
http://calamophilie.skynetblogs.be/plum ... es-listes/
o su Wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Dip_pen
o il già citato Kallipos:
http://www.kallipos.de/schreibfedern-hersteller.shtml
solo per citarne alcuni.

Sarebbe bello che il nostro incommensurabile Franco (Francowash) ci raccontasse - e magari, mostrasse... - qualcosa della sua collezione. Comunque questo è il suo sito:
http://francowash.jimdo.com/
e anche sul Forum qualche bella foto è stata inserita tempo fa da Armando e da Franco:
viewtopic.php?f=46&t=2669
viewtopic.php?f=57&t=2905
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Messaggio da Maurao »

Daniela, non avevo mai visto prima di oggi i topic di Armando e Franco e gli altri da te postati, sono impressionanti per la quantità di scatole e pennini e poichè io sono degli anni .... anta, alcune scatole me le ricordo, ma giusto due o tre non di più :D
E' un mondo vastissimo ed interessante di cui personalmente non so nulla, quello che mi ha fatto rimanere sbalordito sono i differenti tipo di pennini, di tutte le dimensioni e forme, da non credere; vedi di solito un collezionista oltre al piacere di avere fisicamente l'oggetto e il poterlo mostrare, non ama usarlo perchè si sciuperebbe, forse è per questo che molti di loro non coltivano la passione di scrivere in bella calligrafia, con quei pennini.
Devo dire però che, per come la vedo io, il compito principale dei collezionisti è mantenere vivo l'oggetto come dimostrazione di un passaggio, di un segno di una energia intellettuale per progettarlo e fisica per realizzarlo. Come tu sai a me piacciono gli orologi meccanici e mantenerli in perfetto stato è un compito dei possessori, è facile gettare cose che non funzionano, più difficile mantenerli in vita.
Non sono un collezionista ma ho sentito mio zio e lui ha il pennino per disegnare il pentagramma musicale.... LO DEVO AVERE. :wtf: forse mi sto trasformando in collezionista ??? :o
Sarebbe bello poter creare un elenco dei principali produttori di pennini, localizzare la loro sede, dove e come operavano e principalmente i loro prodotti, poi anche l'anno di apertura e chiusura della fabbrica, eccetera.
Daniela, ma da dove iniziamo ???
Incredibile, dopo un anno di assenza, neanche rientro nel forum e già sono impelagato in una nuova idea ...... :thumbup: mi piace.
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Messaggio da courthand »

Maurao ha scritto:Non sono un collezionista ma ho sentito mio zio e lui ha il pennino per disegnare il pentagramma musicale.... LO DEVO AVERE.
Questo è piuttosto facile: è tuttora prodotto dalla Brause e si trova on-line anche in siti specializzati italiani.
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Messaggio da Irishtales »

Ce l'ho anche io, ma non l'ho mai usato.
Possiamo partire dalla selezione e dalla raccolta delle fonti, ma in un nuovo argomento...provvedo subito ;)
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Messaggio da Maurao »

Si l'ho visto, ma quello che ha mio zio è quello di suo padre (mio nonno) che aveva una scrittura molto bella, con quel pennino avrà scritto sicuramente molta bella musica.
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