Pennini per Copperplate

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riccardo92
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Messaggio da riccardo92 »

ciao blumidesign, premetto che questo è il mio primo intervento su questo forum, ma da 4/5 mesi a questa parte sto scrivendo e "studio" solo ed esclusivamente in Engrosser script.. non conosco di preciso la carta amalfi come sia, generalmente si parla di una "equazione" fra pennino, carta e inchiostro... magari lo stesso pennino sulla stessa carta ma con due inchiostri diversi da due risultati diversi (e a volte anche molto diversi) sta a te capire quale pennino e con quale inchiostro vai meglio sulla carta amalfi.. :) detto ciò, ora ti si presenta un bivio che può o non può esserci, nel senso, puoi usare pennini "moderni" o magari dei pennini vintage... nella pagina prima hanno menzinato parecchi pennini moderni alcuni davvero molto buoni! il Leonardt principal EF è davvero eccezionale, magari non per una persona che si avvicina per la prima volta al copperplate (è difficile da governare, il MP Connie Chen dice che è un po come guidare una ferrari sulla strada ghiacciata, ma una volta imparato ti diverti un bel po eheheh :D magari prova prima quei pennini che tendono a impuntarsi meno sulla carta e più "semplici" da gestire come il Nikko G, la famosa zucca o per meglio dire le zucche blu, brause 361 e leonardt 40 e il zebra G.... oppure, si possono ancora trovare dei pennini "vintage", premesso e credo che sia una premessa doverosa da fare, non è il pennino che fa il calligrafo, ho visto lavori bellissimi fatti sia con pennini moderni che vintage, sta tutto nella mano di chi scrive e di quella equazione di cui parlavo prima fra carta pennino e inchiostro, di allenare la mente, occhio e braccio a realizzare line morbide e dolci... detto ciò è altrettanto vero che i pennini vintage venivano fatti a mano e tra i 12 e 17 e più passaggi (mentre ora vengono "stampati" a macchina in pochissimi passaggi) e questo li rende davvero molto "soddisfacenti" da usare... ti faccio un esempio: recentemente sono entrato in possesso di una scatola mai aperta di Spencerian N°1 di prima generazione realizzati tra il 1871 e gli inizi del 1900, aperta la scatola ne ho provato subito uno, beh che dire magnifico! davvero eccezionale come pennino ma sostanzialmente ti posso assicurare che, tolto magari il difetto del leonardt principal di impuntarsi molto e di catturare la carta sono davvero molto simili! hanno quasi lo stesso "snap" (metto il termine in inglese perche non saprei quello in italiano ma è comunque la capacità o se vogliamo dire "la forza" con cui i due rebbi ritornano ala loro posizione originale dopo essere stati allargati per fare un bel tratto spesso, tipico nel corsivo inglese o engrosser o Ornamental script ecc...) unica cosa che ho notato rispetto al leonardt principal è che lo spencerian scorre davvero bene sulla carta, non si impunta quasi mai e dura davvero molto prima di consumarsi!!! del resto sono molto simili! :thumbup:
detto ciò, reperisci più pennini a punta fine che può e più inchiostri possibili e di tipo diverso (ferrogallico, sumi, guache, indian ink, walnut ink) e fai le tue prove :) ;)
blumidesign

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Messaggio da blumidesign »

Wow grazie mille per la spiegazione!
riccardo92
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Messaggio da riccardo92 »

blumidesign ha scritto: sabato 6 gennaio 2018, 9:33 Wow grazie mille per la spiegazione!
figurati mi fa molto piacere, se hai bisogno di altro chiedi pure qualunque cosa! se posso ti aiuto volentieri!! :)
Gamitrano
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Messaggio da Gamitrano »

Buongiorno a tutti,
Approfitto del thread per tre domande sui pennini.
Stasera ho sperimentato 4 tipi di pennino: Nikko G, blue pumpkin, hunt 100 ed hunt 101.
Ho adoperato una altezza carattere di 3 mm e di 4 mm.

Domanda 1. All’inizio tutti i pennini si sono “impuntati”, passando dal non scrivere al rilasciare gocce d’inchiostro. È normale fare una fase di “warm up” prima di iniziare un lavoro (o, nel mio caso, gli esercizi)?

Domanda 2. Con il Nikko g riesco a “curvare a sinistra” (si pensi alla parte finale di una j) senza grossi problemi, con gli altri di tanto in tanto gratta ed il pennino più piccolo (hunt 101) a volte non fa la riga, si incastra con i rebbi e spruzza goccioline di inchiostro. È un problema di carta, di pennino o sono io che sbaglio qualcosa?

Domanda 3. Dovendo scrivere dei bigliettini per una bomboniera (quindi copperplate e un carattere piccolo) che pennino usereste?
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Messaggio da Koten90 »

Per domande 1 e 2 mi sento di provare a risponderti dicendo che dipende da molti fattori. Il primo può essere la carta, il secondo come tieni il pennino.
Temo che, essendo bigliettini per una bomboniera, per il primo ci sia solo da adeguarsi. Di che carta si tratta?
La posizione del pennino è importante (più o meno “in verticale” sul foglio, ma anche più o meno inclinato rispetto alla linea del testo (la fenditura tra i rebbi dovrebbe essere allineata con la falsa riga a 45-55º). Magari già questo ti può aiutare
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Messaggio da Gamitrano »

Koten90 ha scritto: giovedì 12 maggio 2022, 11:01 Di che carta si tratta?
La posizione del pennino è importante (più o meno “in verticale” sul foglio, ma anche più o meno inclinato rispetto alla linea del testo (la fenditura tra i rebbi dovrebbe essere allineata con la falsa riga a 45-55º). Magari già questo ti può aiutare
Faccio gli esercizi su normali fogli A4 da 80g sui quali ho disegnato le falsarighe con powerpoint.

I rebbi sono allineati alla falsariga mentre l’inclinazione della canna è determinata dal fatto di appoggiare la mano sul foglio (quindi il pennino forma con il foglio un angolo piccolo).

Può valere la pena di mettere il pennino in posizione più verticale?

Grazie
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Messaggio da Koten90 »

Gamitrano ha scritto: giovedì 12 maggio 2022, 15:14 Faccio gli esercizi su normali fogli A4 da 80g sui quali ho disegnato le falsarighe con powerpoint.

I rebbi sono allineati alla falsariga mentre l’inclinazione della canna è determinata dal fatto di appoggiare la mano sul foglio (quindi il pennino forma con il foglio un angolo piccolo).

Può valere la pena di mettere il pennino in posizione più verticale?

Grazie
Pennino più verticale sarebbe peggio.
La carta normale da fotocopie è normale che ti faccia questo scherzo.
Io inizialmente ho acquistato un blocco Rhodia a fogli bianchi, strappavo i fogli e li caricavo nella stampante. Mi è stato sconsigliato (soprattutto sulle stampanti laser) perché il riscaldamento del foglio poteva creare problemi alla patinatura e alla colla. La soluzione è stata allargare le righe su powerpoint fino a 2 punti, in nero pieno, stampare su carta normale e mettere il foglio Rhodia sopra la falsa riga. Fino a 100g/mq riesce a vedere in trasparenza senza tavoletta luminosa.
Un’altra carta buona che costa meno (meno scivolosa con tutti i pro e contro del caso) è la Favorit: la trovi a 1,20€ a quaderno su amazon (pacco da 10 quaderni) ma con i quadretti che danno fastidio
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Messaggio da Dory »

Ciao. Una risposta semplice al quesito 1 é che tu non abbia pulito al primo utilizzo il pennino dalla patina oleosa di lavorazione. Questo porta il pennino a non rilasciare l'inchiostro in modo corretto. Per pulirlo puoi: dargli una veloce bruciata, passarlo con dell'alcool oppure, lo so é particolare ma funziona, con la saliva (in ogni caso poi passali con dell'acqua) .
Un'altra possibilità é che l'inchiostro non sia idoneo: prova ad aggiungere qualche goccia di gomma arabica sulla quantità di inchiostro che usi per una pagina di esercizi.
Per la domanda 2 sicuramente una carta ruvida agevola l'impuntarsi del pennino, ma se ti si accavallano i rebbi su una semplice discesa con pressione significa che non lo stai usando nel modo corretto. Se invece ti succede nel cambio di direzione é più normale e forse legato all'uso di un pennino troppo morbido per la tua mano/esperienza (l'Hunt 101 non é il pennino più facile che c'é).
La domanda 3 é ostica: se dovessi farli io con un corpo lettera di circa 3 mm probabilmente userei, nei pennini che conosco e che sono facilmente reperibili online, un Gillot 303 che é molto sottile ma molto delicato oppure un Hunt 22 che é un pó più semplice da usare ma riesce a dare buoni sottili.
Che altro dire...considerando che la carta per le bomboniere sia decisa, se hai tempo sperimenta un pó nella combinazione pennino inchiostro per trovare il migliore compromesso.
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Messaggio da Irishtales »

Gamitrano ha scritto: giovedì 12 maggio 2022, 2:26 Domanda 3. Dovendo scrivere dei bigliettini per una bomboniera (quindi copperplate e un carattere piccolo) che pennino usereste?
Per biglietti ed indirizzi nelle mie partecipazioni di Nozze, ho usato un pennino Elettra.
Gli Elettra sono pennini vintage, robusti e poco flessibili: li ho trovati molto gestibili per altezze del testo così ridotte.
Prima di tutto devi avere una buova riserva di biglietti di scorta su cui fare tutte le prove del caso, con pennini e inchiostri vari.
Quanto all'inchiostro, ho usato un ferrogallico autoprodotto ma in commercio ci sono ottimi inchiostri per calligrafia.
Sarà comunque la carta ad indicarti la combinazione migliore fra pennino e inchiostro.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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Messaggio da Gamitrano »

Irishtales ha scritto: venerdì 13 maggio 2022, 10:15
Per biglietti ed indirizzi nelle mie partecipazioni di Nozze, ho usato un pennino Elettra.
Dunque per ciò che riguarda i bigliettini per la bomboniera ho già messo in conto che possa esserci uno “sfrido” perché, da principiante quale sono, faccio tutti gli errori: la bolla d’aria sul pennino che esplode a metà parola; non lascio il tempo di asciugatura dell’inchiostro, non faccio il “warm up” del pennino così che prima linea viene bianca etc.
Una “learned lesson” è di evitare di staccare preventivamente i bigliettini. Meglio scrivere su un foglio solo e poi staccare.

Tornando al topic, come inchiostro elettronico uso un ferrogallico e mi piace molto l’effetto di “maturazione” dell’inchiostro: la linea “sciacquata” diventa nera in pochi secondi.

Come cannuccia (obliqua) ne uso una in palissandro: non saprei dire perché ma la preferisco a quella in plastica.

Infine i pennini. Classifica di un neofita.
Brause Rose. Non va bene sulla mia cannuccia. Quando sarò più esperto lo riproverò per adattarlo.
Hunt 100. I fini sono davvero fini e le linee più grosse possono avere spessori differenti. Quindi massima versatilità. L’uso richiede però molta tecnica. Si “impunta” e “sputa” facilmente. Sconsigliato su carta ruvida.
Hunt 101. Davvero “imperial”. Ottima la differenza tra fino e grosso. Meglio usarlo su carattere piccoli (3-4 mm) che su grossi (6-9 mm). Qualche problema con la “durata” dell’inchiostro.
Brause blue pumpkin. Ottimo e versatile, lo uso meglio su caratteri un pò più grossi.
Nikko G. The winner! La differenza tra linee grosse e sottili è relativamente meno marcata, ma in compenso non si impunta, non sputa, va bene su ogni dimensione, l’inchiostro dura abbastanza ed è facile accorgersi quando sta per finire.

Quindi la mia opinione è di utilizzare il Nikko G e concentrarsi sulla scrittura perché troppe sono le cose da imparare (e gli errori ci sono, eccome!!!)
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