Pennini per Copperplate

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Pennini per Copperplate

Messaggio da Irishtales »

Eccomi qui di nuovo a raccontarvi le mie ultime esperienze con i pointed nibs per corsivo.
Dal mio ultimo acquisto è emersa una grande sorpresa, una bella conferma e una piccola delusione.
La grande sorpresa è stata...

Hunt 101 Principal
Che pennino! Simile esteticamente al Leonardt EF Principal di cui sembra il gemello, è migliore però rispetto alle performance di quest'ultimo sotto tutti i punti di vista. E' ancora più flessibile, ha una maggior riserva di inchiostro e ha una nitidezza e una versatilità notevoli. Scrive su ogni supporto, e la gran riserva di inchiostro di cui è capace, unitamente alla flessibilità elevata, lo rendono particolarmente adatto ad un corsivo di medio - grandi dimensioni.
Si adatta a portapennini universali e anche a quello a gomito Speedball.

Leonardt DPG
Altro ottimo pennino, di media flessibilità, con un tratto di base molto fine e nitidissimo, si adatta a portapennini universali incluso lo Speedball a gomito, ha una riserva di inchiostro elevata ed è davvero un "tuttofare" che scrive con facilità su ogni supporto e con ogni angolazione. Scirverci in Round Hand e Spencerian è un vero piacere. Molto robusto.
Si riconosce facilmente per la grossa "G" in rilievo.

Tachikawa Superior n.3 "G"
Anche questo pennino ha una grande "G" in rilievo ed anche questo, come il Leonardt DPG cui palesemente si ispira, è eccellente. Ha un tratto di base molto molto fine, una flessibilità media, è nitidissimo, versatile e garantisce una buona riserva di inchiostro. Robusto e capace anch'esso di scrivere anche sulla carta meno pregiata, è lo stesso adatto sia al Round Hand che allo Spencerian. Portapennini universale, anche a gomito.

Brause n.76 "Rose"
Eccoci al Brause Rose che è stato per me una piccola delusione, forse a causa delle esagerate aspettative derivanti dalla fama di questo celebre e celebrato pennino. Nonostante l'elevata flessibilità, pari forse solo al favoloso Hunt 101 Principal, la sua scarsa riserva di inchiostro lo rende più indicato per scritture dalle dimensioni medie; si adatta al portapennini universale. Va tenuto più diritto, più perpendicolare al foglio rispetto alla maggioranza degli altri pointed nibs che ho provato e scriverci è meno intuitivo, nel senso che bisogna prenderci la mano perché a differenza di altri pennini, non scrive con ogni angolazione e su qualsiasi supporto. La sua flessibilità lo colloca nella stessa gamma di Hunt 101 Principal e Leonardt EF Principal, ma almeno in mano mia, è un gradino abbondante al di sotto degli altri due, soprattutto dell' Hunt 101 Principal.

Leonardt n.33
Ultraflessibile, sembra spalmarsi sul foglio ma poi si "ricompone" subito! Il tratto di partenza non è sottilissimo, cosa che non lo rende molto indicato per scritture minute e disegni particolarmente definiti e delicati. E' fragile, ha i rebbi sottili e allungati, ma il produttore lo mette sul mercato pronto ad essere intinto. Infatti non necessita di alcun "battesimo di fuoco" come altri pennini dalla untuosità superficiale o dalla pellicola protettiva che vanno eliminati, anzi se si sottopone al calore della fiamma anche per un brevissimo tempo il povero fragile pennino, si rischia di deformare i rebbi. Come lo so? Indovinate!
Portapennino universale, anche a gomito. Buona riserva di inchiostro.

Leonardt n.30
ottimo ed economico pennino in acciaio cromato, ha una buona flessibilità e un tratto base davvero nitido e fine. Dotato di una buona riserva di inchiostro, scrive senza battesimo di fuoco o pulizia con acidi di vario genere, si adatta a portapennini universali e scrive in qualsiasi posizione e su tutti i supporti. Un pennino eccellente!

Leonardt n.300
Economico e in acciaio cromato pronto all'uso, versatile come il "30" da cui si differenzia però per una maggiore flessibilità, caratteristica questa molto marcata, e da una minore riserva di inchiostro dovuta appunto, rispetto al "30", alla maggior flessibilità. Per portapennini universali.

Brause n. 65 "L'ecoliere"
Questa "scolaretta" (ma che razza di nome!) ha un galletto inciso e una forma a becco molto pronunciata, una flessibilità media, un tratto di partenza fine ed è molto versatile, nel senso che scrive senza problemi su qualsiasi supporto e con qualsiasi angolazione, ha una buona riserva di inchiostro ed è adattissimo ad un corsivo di medie e piccole dimensioni e per una scrittura anche veloce, lo vedo adatto anche e soprattutto per lo Spencerian, di meno per svolazzi e abbellimenti.
Portapennino universale.

Tachikawa Superior n. 5 "Schoolpen"
Altro Tachikawa in acciaio cromato lucidissimo, altro cavallo di battaglia della Casa, è il pennino capace di produrre il tratto in assoluto più sottile che abbia mai visto uscire da uno strumento di scrittura. Ridotta flessibilità, buona riserva di inchiostro, adatto a scritture davvero minute e a disegni ricercati, al tratteggio, ai dettagli e alle correzioni. Portapennini universale, incluso lo Speedball a gomito. Ottimo a mio avviso per lo Spencerian di altezza contenuta.
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Messaggio da Irishtales »

Cercando informazioni su tutt'altro Stile, mi sono imbattuta nel bel sito internet della nota calligrafa americana De Ann Singh. Fra l'altro, questa risposta data ad un utente nella rubrica Dear Arrighi, contiene preziose informazioni sull'utilizzo di alcuni pennini e della gomma arabica:
http://designingletters.com/html/fs/dear.html
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Messaggio da Giverny71 »

Irishtales ha scritto:Cercando informazioni su tutt'altro Stile, mi sono imbattuta nel bel sito internet della nota calligrafa americana De Ann Singh. Fra l'altro, questa risposta data ad un utente nella rubrica Dear Arrighi, contiene preziose informazioni sull'utilizzo di alcuni pennini e della gomma arabica:
http://designingletters.com/html/fs/dear.html
Interessantissimo, grazie :)
Proprio ieri, mi chiedevo come poter sistemare la faccenda della carta "grattata" via dal pennino, mentre scrivo. :)
"Chiudo gli occhi per vedere.."
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Messaggio da Irishtales »

Carissima, vedrai che il sito è interessantissimo e racchiude molte informazioni anche sugli altri stili calligrafici.
Ma la classe del Copperplate... 8-)
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto: In ogni caso ho abbastanza strumenti per esercitarmi ed è ciò che conta, non bisogna mai pensare che il mezzo più performante sopperisca alle nostre lacune. Insomma, per me ora l'importante è fare molto esercizio. Imparare a padroneggiare il segno e trasferirlo sulla carta con scioltezza e disinvoltura, poi ogni mezzo utilizzato saprò sfruttarlo meglio di quanto riesca a fare adesso.
quanto ti do ragione...! una mano ben allenata e ferma crea forme stupende anche con i pochi mezzi che ha a disposizione.
Riguardo l'argomento pennini... anche io sono alla ricerca del pennino più flessibile possibile, giro tra vecchie cartolerie, antiquari e robivecchi da un bel pò e fino ad ora ho ottenuto buonissimi risultati con dei perry & co ex. fine (n. 28 ma soprattutto n. 81!!!!), ora come ora il mio preferito è un "Macgiven & Camron" di Birmingham con una G incisa sopra. credo davvero sia il piu' fino che spande di piu'... quanto pagherei per averne una scatoletta
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Messaggio da Irishtales »

Non mi sembra che abbiano i tuoi preferiti, ma qui quanto a vintage, trovi un vero arsenale!!!
Ben quattro pagine (menu a sinistra, ce n'è per tutti i gusti) di pointed nibs; ce ne sono poi di ogni genere.
McNiven & Cameron: ho gli Hindoo n.1 e sono ottimi pennini, semiflex. Adatti per il corsivo di contenute dimensioni, ad esempio per la corrispondenza.
Bella lotta fra vintage e contemporaneo! Amo i vintage e per la mia molto limitata esperienza, i pennini d'eccellenza del passato erano davvero formidabili. Ma la reperibilità e la disponibilità costante sul mercato dei contemporanei, mi fanno alla fine preferire questi ultimi. Ti manderei volentieri qualcuno dei miei vintage, però sono pointed nibs a flessibilità limitata o tronchi di dimensioni contenute. Fra i contemporanei, se non lo hai già fatto, dovresti provare una delle zucche blu (Brause 361 o Hiro 40) o un Brause Rose (noto a catalogo come Brause 76B dove B=Brause). In realtà di flessibili ce ne sono moltissimi in commercio, per ogni applicazione.
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto:McNiven & Cameron: ho gli Hindoo n.1 e sono ottimi pennini, semiflex. Adatti per il corsivo di contenute dimensioni, ad esempio per la corrispondenza.
io col mio macniven & camron (ho sbagliato a scrivere! ero convinto fosse MacGiven & Camron) faccio questo, come inchiostro uso mistura di china, acqua e monaco red (diamine). ecco una prova !

dedicata a daniela :)
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Messaggio da Ottorino »

Mi manca la faccina con la mandibola (mascella ? quella di sotto insomma...) all'altezza dell'ombelico !!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Messaggio da Irishtales »

Andrea, grazie!!! :P
Che onore ricevere una dedica così bella!!!
Sei bravissimo, hai un talento raro e ti auguro di cuore si sfruttarlo e di trarne tutto il successo e le gratificazioni che meriti, avendo inoltre sempre fatto tutto da solo a testimoniare con quanta passione hai affrontato e stai affrontando la Calligrafia ;)
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Messaggio da AndreaVonBee »

Scripts con pennini da china molto comuni, diciamo quelli che usano anche i fumettisti e gli illustratori, quelli base. non sono molto flessibili ma hanno un tratto molto fino, e con qualche ritocco ci si fanno dei bellissimi lavori :)
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Messaggio da Irishtales »

Meraviglioso!!!
Andrea, apri pure uno o più argomenti nuovi per mostrare i tuoi stupendi lavori: così sarà anche più facile ritrovarli per tornare ad ammirarli ;)
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Messaggio da AndreaVonBee »

appena posso apro un nuovo argomento "sulla flessibilità e l'uso di pennini da copperplate" ;)
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Messaggio da Irishtales »

Bravissimo Andrea!!! :P

Intanto vorrei condividere con voi un paio di interessanti articoli che ho casualmente trovato ieri in rete: le considerazioni di Bob Hurford (IAMPETH) sulla ricerca del pennino ideale.
L'ho trovata una lettura intelligente, preparata, concisa ed efficace che consiglio a chiunque desideri cimentarsi con i pennini da intinzione.
Fra le molteplici considerazioni dell'autore che mi hanno colpita, il fatto che si sottolinei come la scelta dei pennini vada effettuata in base alle proprie caratteristiche, che non saranno necessariamente le stesse dei maestri cui ci si ispira. Altro aspetto interessante è l'evoluzione di uno stesso modello di pennini nel corso dei decenni, e come è facile quindi ingannarsi e spendere cifre anche considerevoli per strumenti che nell'immaginario del neofita faranno quasi il lavoro per parte nostra: l'autore sottolinea molto bene proprio un aspetto di cui si ragionava anche fra noi, ossia che non si deve attribuire agli strumenti la capacità di migliorare le nostre prestazioni calligrafiche, semmai potrà essere d'ausilio ad esprimerle al meglio ed è perciò importante saper scegliere lo strumento più adatto alle nostre esigenze e caratteristiche.
Un frase mi è poi rimasta particolarmente impressa: “Sometimes it is the nib that chooses the penman.”
Talvolta è il pennino che sceglie noi. Ogni mano è diversa dall'altra così come siamo ognuno diverso dagli altri. C'è chi scrive esercitando pressione e chi non ne esercita affatto e in base alle nostre caratteristiche individuali saremo portati a seguire uno stile piuttosto che un altro e a scegliere gli strumeni più appropriati per la nostra interpretazione di quello stile in particolare. La soggettività che ancora una volta fa la differenza.

La seconda parte prende in rassegna molti pennini semiflessibili vintage, adatti per la gran parte a stili come il Metodo Palmer o più in generale il Business writing.

http://www.iampeth.com/lessons/tips_on_ ... ht_nib.pdf

http://www.iampeth.com/lessons/tips_on_ ... exible.pdf
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Messaggio da stellakometa »

Ciao ho letto i post e aggiungo che per ilcopperplate io uso anche il pennino Hiro oppure il NikkoG che però ho usato per lo spencerian. È molto flessibile e ha dei fini eccezionali. Alcuni lo usano anche il disegno. È da provare.
Utilizzo anche il pumpink blu e la torre che però sta esalando gli ultimi tratti.
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Messaggio da Irishtales »

Nikko G e Hiro 40 (l'altra Zucca Blu in produzione attualmente) sono al top della mia lista della spesa. In particolare l' Hiro 40 che dovrebbe essere più flessibile del Brause 361, anche se per il Copperplate prediligo senza dubbio i semiflessibili (preferenza del tutto personale!) semmai da "addolcire" lentamente con l'uso. Al momento però sto scoprendo il mondo del vintage e le sorprese non mancano! Sono tanti e tali e talmente performanti, da far impallidire anche molti pennini in produzione fra i più famosi...
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