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Mitchell e pennini

Stili, strumenti e iniziative per migliorare la propria scrittura.
Simone
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Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

È da un po' che voglio comprare un set calligrafico, ma dato lo scarso tempo, faccio sempre fatica ad andare al negozio che conosco (su Bologna) per acquistare qualche cosa.
Comunque, ho pensato di scegliere mitchell come marca di riferimento.
I pennini - stessa marca - che avrei selezionato sarebbero
- Copperplate.
- italics.


So che sono già tanto, nel senso che imparare due stili per volte è impossibile - almeno per il poco tempo a disposizione - ma vorrei fare una spesa unica di differenti stili che mi attraggono.
Ad esempio, trovo molto elegante il corsivo inglese, per cui penso che serva il Copperplate, se non erro.

Inoltre vorrei sapere una cosa, sempre sul corsivo inglese: alla fine, oltre ad un tratto sottile, serve una inclinazione in avanti costante di 45°: questo effetto lo si può ottenere anche con un pennino normale, semplicemente inclinando il foglio, giusto? Perché vorrei adottata come scrittura giornaliera, ma tendo ad essere dubbioso sulle possibilità.
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klapaucius
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Simone ha scritto:È da un po' che voglio comprare un set calligrafico, ma dato lo scarso tempo, faccio sempre fatica ad andare al negozio che conosco (su Bologna) per acquistare qualche cosa.
Comunque, ho pensato di scegliere mitchell come marca di riferimento.
I pennini - stessa marca - che avrei selezionato sarebbero
- Copperplate.
- italics.


So che sono già tanto, nel senso che imparare due stili per volte è impossibile - almeno per il poco tempo a disposizione - ma vorrei fare una spesa unica di differenti stili che mi attraggono.
Ad esempio, trovo molto elegante il corsivo inglese, per cui penso che serva il Copperplate, se non erro.

Inoltre vorrei sapere una cosa, sempre sul corsivo inglese: alla fine, oltre ad un tratto sottile, serve una inclinazione in avanti costante di 45°: questo effetto lo si può ottenere anche con un pennino normale, semplicemente inclinando il foglio, giusto? Perché vorrei adottata come scrittura giornaliera, ma tendo ad essere dubbioso sulle possibilità.
I "sacri testi" dicono 55°, per fortuna, un po' di meno. Misurati ovviamente dalla riga orizzontale, insomma dalla direzione dell'asse x a quella dell'asse y.

Ti servono i pennini a gomito. Quelli Mitchell vanno bene.

Sarebbe utile anche un canotto con un portapennino a gomito sui cui poter montare qualsiasi tipo di pennino, ad esempio quelli da disegno, che sono molto flessibili. Ma purtroppo non sono riuscito a trovarne nemmeno online.

Ti ritroverai comunque a girare il foglio, di un piccolo angolo, per comodità, perché per allineare il pennino lungo la linea guida di 55° (o arrivarci il più vicino possibile) e tenere al contempo la mano nella giusta posizione la forma a gomito non basta.
Tuttavia tentare di scrivere con un pennino diritto ottenendo l'angolazione giusta soltanto ruotando il foglio in senso antiorario non è assolutamente fattibile, perché hai una prospettiva completamente distorta e non puoi valutare correttamente le distanze tra i tratti paralleli, la rotondità delle curve, i punti di innesto eccetera.

La scrittura Copperplate è molto molto impostata e rigida nelle regole. Ci sono precisi rapporti (3:2:3) tra le diverse fasce della riga, distanze da rispettare tra linee parallele, curve che vanno fatte in un certo modo, ecc. pena avere un risultato molto più sgraziato di quanto ci si aspetti.

Ti consiglio comunque un testo di riferimento. Io avevo parlato di quello della Winters, ma potrebbero essercene altri.

L'italico è meno impegnativo, ma anche lì, sperimentare e imparare serve, ma secondo me è sempre meglio esercitarsi su dei canoni prima di cominciare a violare le regole e a personalizzare la scrittura.
Giuseppe
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Ottorino
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Io ti posso rispondere solo sul corsivo italico. Son passato dalla scrittura di derivazione copperplate, quella che insegnavano alle elementari nei 60/70, al corsivo italico seguendo gli esercizi del libro della Dubay. Lo trovi nel wiki.
Piu' che la penna è servito il libro. Qualsiasi penna anche biro, anche lapis va bene.
Bisogna rieducarsi ai movimenti che cambiano e che all'inizio sembrano strani

Il copperplate è ha una ritmica diversa e richiede (credo) un pennino flessibile.

Dici che vuoi scrivere non calligraficamente, ma per tutti i giorni.
Io ti consiglio vivamente NON il copperplate. Troppi occhielli e lettere che si mescolano tra riga sopra e riga sotto.

Nei sacri libri (wood nonmiricordo, libro del 1909 art of writing and illuminating nel titolo) si dice che la cancelleresca puo' facilmente scivolare fuori dai canoni calligrafici proprio perche' si presta ad essere corsiva. In altre parole è MOLTO adatta per scrivere alla svelta senza perdere in intelligibilità. E io l'ho toccato con mano. E' vero.

Penso quindi che tu debba decidere da quale tipo di scrittura partire per rieducarti a scrivere.
Lo strumento a questo stadio è assolutamente secondario. Devi imparare i movimenti e la ritmica.
Poi metti il turbo con un pennino tronco.

A disposizione per ulteriori chiarimenti.

PS
per Giuseppe che ha scritto mentre scrivevo. A quale libro ti riferisci ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da maxpop 55 »

Mi piace molto leggervi e vi invidio, mi piacerebbe scrivere meglio ed imparare un po di bella calligrafia, ma non saprei neanche da dove iniziare.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
Simone
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Ottorino ha scritto:Io ti posso rispondere solo sul corsivo italico. Son passato dalla scrittura di derivazione copperplate, quella che insegnavano alle elementari nei 60/70, al corsivo italico seguendo gli esercizi del libro della Dubay. Lo trovi nel wiki.
Piu' che la penna è servito il libro. Qualsiasi penna anche biro, anche lapis va bene.
Bisogna rieducarsi ai movimenti che cambiano e che all'inizio sembrano strani

Il copperplate è ha una ritmica diversa e richiede (credo) un pennino flessibile.

Dici che vuoi scrivere non calligraficamente, ma per tutti i giorni.
Io ti consiglio vivamente NON il copperplate. Troppi occhielli e lettere che si mescolano tra riga sopra e riga sotto.

Nei sacri libri (wood nonmiricordo, libro del 1909 art of writing and illuminating nel titolo) si dice che la cancelleresca puo' facilmente scivolare fuori dai canoni calligrafici proprio perche' si presta ad essere corsiva. In altre parole è MOLTO adatta per scrivere alla svelta senza perdere in intelligibilità. E io l'ho toccato con mano. E' vero.

Penso quindi che tu debba decidere da quale tipo di scrittura partire per rieducarti a scrivere.
Lo strumento a questo stadio è assolutamente secondario. Devi imparare i movimenti e la ritmica.
Poi metti il turbo con un pennino tronco.

A disposizione per ulteriori chiarimenti.
http://blog.giofugatype.com/?p=1141

Scorrendo verso le due tavole con inchiostro in oro: sarei ben felice di questa grafia. La comodità delle immagini è anche lo spiegare i tratti e, inoltre, ho già letto qualche libro riguardo questo stile.
Posso anche dire che, generalmente, i miei coetanei scrivono in un derivato dell'italico: il corsivo italiano derivato dal Copperplate viene presto abbandonato alle elementari e, in parte, lo vorrei riesumare. Qualche consiglio su questo?
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Semplice.
Smetti di leggerci e compra il libro !!!!
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da maxpop 55 »

Se ti riferisci a me cercherò di fare ambe due le cose.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Rispondo a tutt'eddue, spero.
Per Massimo: no, purtroppo è in inglese, ma con molti disegni.
Spero si sia colto il tono scherzoso del mio precedente intervento
Non sono in grado di capire se potrebbe funzionare anche senza conoscere l'inglese. Comunque qualcuno che lo sa e te lo spiega lo trovi di sicuro.

Per Simone:
Si quella in oro è quella che uso io.
Cerca l'argomento che parla del pennino della twisbi e vedi come scrivo ora senza sforzo.

Pero' non basta vedere la sequenza dei tratti.
A me non è bastato.
Nel libro che ti dico si riparte proprio da zero, quasi dalle aste. Ti senti un po' stupido, all'inizio.
Poi quando ti rendi conto dell'inefficienza di certi movimenti sclerotizzati e "acchiappi" il nuovo ritmo, allora capisci a cosa servivano gli esercizi prima.
Un po' come quel film sul verniciare la staccionata che invece serviva per imparare il karate.

Sul riesumare il copperplate in qualche modo posso anche essere d'accordo ed infatti è quello che sto cercando di fare senza successo leggendo e provando.
Ma non mi pare proprio il tipo di scrittura per tutti i giorni.
Non so bene spiegarti ma il copperplate è basato su movimenti rotondi e continui, l'altro anche si movimenti zigzag alto/basso e avanti-dietro.
Ma Giuseppe o Daniele mi sa che potranno essere piu' adatti di me sul copperplate.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Simone ha scritto: Scorrendo verso le due tavole con inchiostro in oro: sarei ben felice di questa grafia. La comodità delle immagini è anche lo spiegare i tratti e, inoltre, ho già letto qualche libro riguardo questo stile.
Posso anche dire che, generalmente, i miei coetanei scrivono in un derivato dell'italico: il corsivo italiano derivato dal Copperplate viene presto abbandonato alle elementari e, in parte, lo vorrei riesumare. Qualche consiglio su questo?
Il Copperplate vero, come dice Ottorino, è praticamente impraticabile (ops) nella scrittura quotidiana; non sono nemmeno certo che aiuti molto a scrivere meglio in corsivo "normale", al limite abitua a mettere maggiore attenzione nella propria scrittura, ad imparare un certo ritmo e soprattutto a rispettare la regolarità delle lettere.

A rendere una scrittura gradevole, secondo me, non sono tanto gli svolazzi né la ricercatezza formale, quanto proprio il fatto di saper scrivere le stesse lettere allo stesso modo, nel non fare la "e" in dieci modi diversi nella stessa pagina (chiusa, larga, appuntita, arrotondata, alta, schiacciata, ecc.) ma nel farla sempre uguale o quasi. Già questo migliora tantissimo l'aspetto della pagina scritta.

Anch'io scrivo solo corsivo (non molto bello, intendiamoci). Per me lo stampatello minuscolo o maiuscolo sono una degenerazione della vera scrittura, un tentativo impersonale di scimmiottare la carta stampata e soprattutto i testi elettronici. Rappresentano una perdita di capacità manuali e non sono nemmeno convinto che siano più veloci.

L'italico o cancelleresco sono certamente molto eleganti ma non possono essere altrettanto veloci di un buon corsivo. Dove per corsivo intendo qualcosa di agevole e non di ricercato come il Copperplate o lo Spencerian.

Comunque non posso che condividere e ribadire i consigli di Ottorino, qualunque sia il tipo di scrittura che si voglia fare: reimparare i gesti da zero, proprio dai tratti basilari.

Io non ti so dire se i libri che ho siano dei must o meno, li ho presi da una lista di libri consigliati su un sito. Per l'italico c'è un libretto di Lloyd Reynolds, "Italic Calligraphy and Handwriting", che è molto didattico, addirittura ti sgrida, ti incita a fare pratica con giudizio e non con disattenzione! :D ma magari ce ne sono di migliori. Secondo me sull'italico o cancelleresco Ottorino è più ferrato (ci rimpalliamo le competenze :)).
Ultima modifica di klapaucius il mercoledì 26 settembre 2012, 15:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

klapaucius ha scritto:
Simone ha scritto: Scorrendo verso le due tavole con inchiostro in oro: sarei ben felice di questa grafia. La comodità delle immagini è anche lo spiegare i tratti e, inoltre, ho già letto qualche libro riguardo questo stile.
Posso anche dire che, generalmente, i miei coetanei scrivono in un derivato dell'italico: il corsivo italiano derivato dal Copperplate viene presto abbandonato alle elementari e, in parte, lo vorrei riesumare. Qualche consiglio su questo?
Il Copperplate vero, come dice Ottorino, è praticamente impraticabile (ops) nella scrittura quotidiana; non sono nemmeno certo che aiuti molto a scrivere meglio in corsivo "normale", al limite abitua a mettere maggiore attenzione nella propria scrittura, ad imparare un certo ritmo e soprattutto a rispettare la regolarità delle lettere.

A rendere una scrittura gradevole, secondo me, non sono tanto gli svolazzi né la ricercatezza formale, quanto proprio il fatto di saper scrivere le stesse lettere allo stesso modo, nel non fare la "e" in dieci modi diversi nella stessa pagina (chiusa, larga, appuntita, arrotondata, alta, schiacciata, ecc.) ma nel farla sempre uguale o quasi. Già questo migliora tantissimo l'aspetto della pagina scritta.

Anch'io scrivo solo corsivo (non molto bello, intendiamoci). Per me lo stampatello minuscolo o maiuscolo sono una degenerazione della vera scrittura, un tentativo impersonale di scimmiottare la carta stampata e soprattutto i testi elettronici. Rappresentano una perdita di capacità manuali e non sono nemmeno convinto che sia più veloce.

L'italico o cancelleresco sono certamente molto eleganti ma non possono altrettanto veloci di un corsivo. Dove per corsivo intendo qualcosa di agevole e non di ricercato come il Copperplate o lo Spencerian.

Ti ringrazio. Se ho capito bene, tu hai capito cosa intendo per corsivo

http://calligraphicdesign.blogspot.it/2 ... chive.html

Secondo post, ove è scritto corso di calligrafia.
È il classico corsivo, quello scolastico, giusto? Certo, quello del link ha troppi ghirigori per essere usato giornalmente.
Riguardo al corsivo cancelleresco (dunque italico): provvederò a munirmi di manuali utili e ad allenarmi, sperando di ottenere una scrittura fluida! :D
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Non sto a citare l'intervento di Giuseppe.

Intravedo un problema comunicativo sul significato delle parole.
Forse per la somiglianza tra "cursive" in inglese e "corsivo" in italiano.

Io stesso non ho ben chiara la differenza e vorrei conforti.

Cursive italic dovrebbe essere un sinonimo di cancelleresca, oppure anche di "scrittura di tutti i giorni".
Cosi almeno lo intendo io (forse sbagliando).
Insomma, nel concetto di corsivo c'e' implicita la corsa, la velocità, la speditezza.
Io l'avevo sempre inteso come "carattere inclinato in avanti rispetto a quello normale".
Ma qui si parlerebbe di tipografia e non di grafia pura e semplice.

Tu Giuseppe cosa intendi per "corsivo" ?
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Possibilissimo il fraintendimento di termini, dovuto al passaggio inglese-italiano: comunque alle elementari per corsivo si intende quello classico e semplice. Per italico, quindi, penso il cancelleresco, essendo il corsivo italiano del XVI secolo inventato, appunto, in Italia
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Aggiungo una cosetta che mi ha fatto capire la differenza tra "calligrafia" e scrittura di tutti i giorni.
Presa pari pari dal Edward Johnston (writing and illuminating and lettering, non era wood qualcosa).

Invece di scrivere sulla carta che comprate al supermercato o in cartoleria o che avete per casa, immaginate di dover usare la pergamena.

Lasciate da parte il costo per un momento.

Pensate solo al giramento di ... necessario per avere quella superficie su cui scrivere.
O meglio, pensate al raddoppio di giramento di .... nel caso ci scriviate male qualcosa o (come dice Giuseppe) ci scriviate con una "o" lunga e stretta, una larga e bassa e via dicendo.

Comincereste a scrivere di corsa quello che vi passa per la mente ?
Oppure vi prendereste del tempo per affilare il pennino, preparare l'inchiostro, scegliere la miglior illuminazione, e quindi scrivere piano e rispettando tutte le regole della calligrafia ?

Da qui la mia (forse personale) differenza tra "corsivo" e "normale" calligrafico.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Simone ha scritto:Possibilissimo il fraintendimento di termini, dovuto al passaggio inglese-italiano: comunque alle elementari per corsivo si intende quello classico e semplice. Per italico, quindi, penso il cancelleresco, essendo il corsivo italiano del XVI secolo inventato, appunto, in Italia
Quindi "corsivo" contrario di "stampatello" ?
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Messaggio da Simone »

Ottorino ha scritto:
Simone ha scritto:Possibilissimo il fraintendimento di termini, dovuto al passaggio inglese-italiano: comunque alle elementari per corsivo si intende quello classico e semplice. Per italico, quindi, penso il cancelleresco, essendo il corsivo italiano del XVI secolo inventato, appunto, in Italia
Quindi "corsivo" contrario di "stampatello" ?

A scuola sì, anche all'università.
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