Pennino per corsivo inglese

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LucaPertano1
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Pennino per corsivo inglese

Messaggio da LucaPertano1 »

Ciao, in contemporanea all'uso della stilografica per uso scolastico vorrei imparare il corsivo inglese quindi ho bisogno di un pennino e da quel che ho capito anche di un inchiostro. Come pennino ho visto il Brause 66 ef e portapennino un Brause 1616 il primo l'ho trovato sul sito Amicucci il secondo su Amazon. A casa ho già un libro sul copperplate quindi ho bisogno solamente del pennino comprensivo di portapennino e di un inchiostro ma il budget non molto alto.
Ispirandomi ad un altro utente del forum e cercando di essere costante almeno la metà di lui pubblicherò passo passo i miei progressi :D
PS: Non so come si faccia quindi se volete taggate Vito :)
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TheodoreT
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Messaggio da TheodoreT »

Dalla mia esperienza il Brause 66 non e' il pennino migliore per cominciare, e' uno dei pennini piu' flessibili e fini e puo' essere' difficile farlo partire. Come holder personalmente ne userei uno con forme un po' piu' tradizionali, a meno che tu non abbia mani troppo grandi un qualsiasi holder standard dovrebbe andare bene.

I pennini piu' beginner friendly sono il Zebra o Nikko G, ma non hanno hairline molto fini e sono piuttosto rigidi, non sono il massimo per Copperplate pero' sono facili da utilizzare, basta pulirli prima e scriveranno abbastanza bene senza eccessivo feedback (Quasi come una stilografica EF).

Una volta che ti abitui un po' ad usare i pennini a punta fine puoi passare ad un Leonard Principal o un Gillot 303, hanno hairline molto fini e sono molto piu' flessibili, quindi ci vuole un tocco molto piu' leggero altrimenti l'inchiostro schizza ovunque.

Di inchiostro se hai Aurora Black per la stilografica va gia' bene, oppure uno qualsiasi con un minimo di viscosita' (Noodler, alcuni pelikan, Aurora ecc.). Come inchiostro per calligrafia il migliore per esercitarsi e' Higgins, io ho l'ethernal black che e' bruttino come colore ma scorre molto bene e costa poco, se vuoi andare "extremely cheap" siccome e' molto viscoso lo puoi anche diluire per farlo durare di piu'. Credo ci sia anche un nero piu' scuro ma non so dirti nulla perche' non l'ho mai provato.

Buona scrittura. :clap:



Sicuro che questo sia la sezione giusta pero? :lol:
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ciro
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Messaggio da ciro »

Io mi permetto di dissentire e dico la mia.

Partendo dal principio che il pennino non prescinde dall'inchiostro e viceversa c'è da dare priorità all'uno o all'altro.

Gli inchiostri - escludendo misture varie di acrilici, acqua e gomma arabica dalle proprietà variabili - si possono dividere in carbonici e ferrogallici. La differenza su carta la fa la tenuta di tratto: il ferrogallico tende a restare più possibile nella traccia delle punte, il carbonico si stende un po' di più verso l'esterno. In parole povere generalmente con lo stesso pennino e la stessa marca di inchiostro (es. Mc Caffery's) il carbonico allarga il tratto leggermente.

I pennini hanno diverse proprietà derivate dalla rifinitura, la geometria e il materiale di cui sono fatti.
Ad esempio il Nikko e lo Zebra sono molto diversi sotto molti aspetti. Il Nikko ha una curvatura molto più pronunciata dello Zebra, questo gli permette di trascinare più inchiostro e scrivere lettere più grandi con una hair line perfetta in proporzione. Dal canto suo lo Zebra è molto più affilato del Nikko e permette una hairline molto più sottile che, combinata alle variazioni minori dovute sia al minore inchiostro che alla geometria dei rebbi, tira verso lettere più piccole.

Va da sé che come principiante è più indicato l'orientamento verso il Nikko G e ferrogallico.

Io ho iniziato col famoso "Blue Pumpkin" e ferrogallico, molto più domabile ma ha una hairline davvero grossa e una capacità di inchiostro molto ridotta. Utile come combinazione per sviluppare quella associazione fra pressione e tratto molto meticolosa e accurata.

Diciamo che ora come ora, dovessi reiniziare, me li procurerei tutti e tre. Poi più avanti, quando sarei in grado di scrivere a testa in giù, bendato ecc., passerei ai vintage per le mie tavole.

Il portapennino è importante che abbia certe caratteristiche: deve essere leggero per non pesare sul pennino, deve avere la giusta angolazione, deve tenere il pennino non troppo stretto da modificarne la curvatura e non troppo lasco da perderlo, e deve calzare in mano in modo che le dita si sfiorino appena per non sforzare.
Da questo punto di vista - e so di essere banale - premesso che di portapennini che corrispondono alla descrizione e di ottima fattura ce ne sono tanti in commercio, suggerisco quelli di Michael Sull che sono fatti dal master penman in persona seguendo i principi di cui sopra e si possono adattare (e lui è molto disponibile a farlo di persona o ad insegnarlo) a tutte le mani e i pennini. Inoltre sono anche economici, il che non guasta mai.

Mi raccomando di andare su inchiostri adatti quando si fa punta fine per come si comportano.
Sulla punta tronca non ci sono tutti i problemi che si hanno con la fine: la hairline s'è troppo spessa la si può assottigliare scrivendo su un angolo, se pesca poco inchiostro si monta un serbatoio.
In punta fine quanto stress da il fatto che l'inchiostro stilografico poco tensioattivo non peschi più di una lettera. Per non parlare del fatto che una volta arrivati all'estremo sulla punta non si può più assottigliare il tratto che si stende!

Insomma: inchiostro adatto (ferrogallico possibilmente), pennino adatto, portapennino adatto e parti già con una marcia in più.

A presto,
Ciro
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Irishtales
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Messaggio da Irishtales »

Ciao e benvenuto,
ti consiglio per prima cosa di leggere gli interventi negli argomenti simili già affrontati in sez. Calligrafia.
Il mio consiglio è di cominciare affrontando una difficoltà alla volta, per cui partirei da un pennino facile da gestire come il Brause 361, da un portapennino angolare come lo Speedball in plastica e dal caro vecchio Pelikan 4001 nero o, per scrivere con un po' di colore, un tubetto di gouache da diluire in semplice acqua.
Pulisci e asciuga con cura i pennini dopo la sessione di scrittura e scegli la carta adatta, altrettanto fondamentale, come pure le falsarighe. Scusa la sintesi ma scrivo dallo smartphone...buoni esercizi e buone vacanze :)
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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