WATERMAN 452 FILIGREE Sterling Silver – 1928

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
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WATERMAN 452 FILIGREE Sterling Silver – 1928

Messaggio da Musicus »

[Complice una leggera indisposizione, con il cotechino sul fuoco per le prossime due ore, le lenticchie condite, la torta a raffreddare, lo spumante in ghiaccio e il barolo a decantare, ne approfitto per condividere quest’ultima recensione del 2017… :mrgreen: ]

Nei mercatini delle nostre città è ancora possibile
fare imprevedibili quanto piacevolissime scoperte:
l’8 Dicembre scorso a Gonzaga, in provincia di Mantova...

1. The Pen.jpg
La penna
WATERMAN’S IDEAL 452 FILIGREE Sterling Silver [rivestita in argento massiccio con decorazione “Filigree”], corretto pennino Waterman Ideal in oro 14 Carati, caricamento a leva laterale, produzione U.S.A. anno 1928.

Le misure
Chiusa: cm. 13,8
2. W452. capped 1.jpg
Cappuccio: cm. 5,8
3. W452. open 1.jpg
Fusto: cm. 13,0 (pennino cm.1,8)
4. W452. open 2.jpg
Con cappuccio calzato: cm. 17,1 (pennino cm.1,8)
5. W452. posted 1.jpg
Diametro massimo (al cappuccio): mm. 13,2
Diametro fusto alla levetta: mm. 11,6
Diametro medio all'impugnatura: mm. 9,3
6. W452. open 3.jpg
Peso (carica): gr. 24
Fusto: gr. 14
Ciò significa che il cappuccio pesa da solo ben 10 grammi…
7. W.452. posted 2.jpg

Marca e Modello
Chi volesse conoscere le interessanti vicende della Waterman, uno dei pochi Produttori che hanno fatto davvero la Storia della stilografica, potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki
https://www.fountainpen.it/Waterman
Dopo la riforma del sistema di numerazione, avvenuta nel 1917, questo è il significato che la Casa attribuiva al numero 452:
4= rivestimento in argento sterling (full silver covered)
5= caricamento a levetta (self-filling type)
2= pennino #2
Per chi volesse approfondire, sempre sul Wiki è disponibile un articolo dedicato alle prime penne con caricamento a levetta della Waterman: più grandi, come la 54, la 56 o la 58, più sottili come la 52½ o anche più piccole, come le 52½V
https://www.fountainpen.it/Waterman_5x
Una pagina è anche dedicata proprio alla classe del modello rivestito in presentazione, il 45x
https://www.fountainpen.it/Waterman_45x
Da ultimo, per una recensione del modello base della serie (la 12PSF, ovvero 52) si veda il mio contributo
viewtopic.php?f=25&t=15288
mentre per la presentazione di una 52 con rivestimento eseguito non dalla Casa madre in America bensì in Italia, solo di pochi anni posteriore, si consulti la mia recensione
viewtopic.php?f=25&t=10365
8. W452. capped 2.jpg

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marilua
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...work in progress...

Messaggio da marilua »

sti.................................. :silent:



(tra zampone a cuocere lenticchie che speriamo mi portino la stessa stilo ...)
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Messaggio da Musicus »

Capitolo I - Datazione
Gli indizi utili a datare con precisione questa 452 sono i seguenti, connotati da diversi gradi di attendibilità:
due sono certi (perché si riferiscono a parti inamovibili della penna)
- il motivo della decorazione (pattern) del rivestimento,
- le iscrizioni del Produttore;
uno è molto probabile
- il fermaglio (clip);
mentre il quarto è come sempre da verificare, per prudenza, trattandosi dell’unico componente (facilmente) sostituibile
- il pennino.

Non sarò breve: quindi, chi proprio volesse passare le Feste in famiglia o sui campi da sci e non qui sul Forum a leggere, può saltare direttamente al Capitolo II… :mrgreen:

1. La decorazione
Il rivestimento presente sulla penna è realizzato dalla Waterman americana in argento Sterling (argento 925)
http://www.fountainpen.it/Sterling_silver
e porta il nome commerciale di “Filigree”, ovvero filigrana in italiano. Tuttavia, come approfonditamente analizzato da Simone in questo articolo del nostro Wiki
http://www.fountainpen.it/Filigree
la definizione risulta decisamente impropria, trattandosi piuttosto di una “decorazione traforata”: in essa la lamina d’argento sovrapposta alla penna in ebanite (nera, non lavorata) lascia scoperte alcune porzioni della superficie sottostante, rombi e triangoli con lati anche ricurvi e per lo più irregolari, come tracciati a mano, così da ottenere un ricercato gioco di contrasti cromatici (chiaro/scuro) e di volumi (pieni/vuoti).
9. W452. barrel overlay pattern.jpg
Nella foto sono mostrate tre diverse possibilità di avvitamento del fusto.
E’ interessante notare come questa tecnica, che è anche una scelta stilistica, sia stata impiegata agli albori del mercato delle stilografiche tra Otto- e Novecento da tutti i maggiori Produttori americani, da Parker a Mabie Todd, ed anche da quelli minori, ciascuno con una sua declinazione caratteristica.
In casa Waterman il nome Filigree venne quindi ad indicare nel corso degli anni sempre la stessa lavorazione, applicata però a non meno di una mezza dozzina di soggetti differenti (molti di più se si considerano le varianti imposte dalle penne di dimensioni inferiori, 52½ e 52½V, e da quelle con sistemi di caricamento differenti, con proporzioni affatto diverse, come le eyedropper ed ancor più le safety) tutti con una comune ascendenza “vegetale”.
Il modello oggetto della recensione, come ultimo della sua specie, è il punto di arrivo di un autentico periplo dal Liberty al Déco: il tutto era nato giusto al tramonto del Secolo XIX come sinuosa linea efflorescente, sorta di inno all’asimmetria (dalla fine dell’Ottocento alla I Guerra Mondiale, qui sotto in una mia brochure italiana del 1912ca., con il nome bellamente storpiato :D ),
10. Waterman's italian  brochure ca.1912.jpg
riproducendo artisticamente un viticcio di trifoglio (trefoil vine, fino al 1924), eppure generando contemporaneamente una variante che disegna pressoché “realisticamente” un fiore a sei petali (Waterman, Catalogo 1919),
11. Waterman Pen Catalog 1919 -pag.29 detail.jpg
per terminare la sua vita con una sorta di astrazione di quest’ultimo elemento naturalistico nella decorazione della penna in presentazione (dal 1925 al termine della produzione).
12. W452. sterling silver overlay.jpg
L’elemento vegetale, così caro al primo Liberty per la sua asimmetrica unicità, diviene nel Déco stilizzazione di un elemento riproducibile, pattern di un decoro ripetuto potenzialmente all’infinito: in mancanza di ulteriori specificazioni da parte della Casa del troppo generico “filigree”, i collezionisti hanno dovuto supplire con la loro fantasia alla carenza: in questo caso hanno voluto troppo sommariamente accostare il motivo al “bamboo” (col quale non vedo attinenza alcuna) o più comunemente al “basketweave”, il canestro intrecciato in vimini, e alle sue geometrie piatte e regolari, non recependo, come giustamente nota anche D.Nishimura, la stretta connessione con il fiore reale della figura precedente, che ben traspare dalle evidenti irregolarità e asimmetrie dell’impianto e dalle venature ricavate, come per graffiatura, sui petali…
13. W452. overlay skratch detail 1.jpg
Non è casuale la disposizione del motivo ornamentale quando la penna è in assetto da scrittura, ovvero come insegnano gli antichi maestri :ugeek: sempre con cappuccio calzato:
14. W452. posted 3 lateral floral overlay .jpg
qui la successione dei fiori risulta evidente, così come evidente appare la precisa bipartizione della superficie del florilegio in due cilindri equivalenti di quasi 5 centimetri di altezza, con i dovuti, quasi impercettibili accorgimenti dettati dal maggior diametro del cappuccio rispetto al fusto.
Per tornare alla nostra ricerca di una datazione precisa, possiamo comunque affermare quanto segue: iniziata nel 1925 la produzione di questo che fu l’ultimo rivestimento “filigree” prodotto dalla Casa (come sempre disponibile in argento, in laminato oro e in oro massiccio), proseguì negli U.S.A. fino almeno al 1933.
Waterman, Catalogo 1933, pag.16
Waterman, Catalogo 1933, pag.16
Di seguito vi mostro la penna accostata al celebre paravento Oasis (ca.1924), opera dello scultore francese Edgar Brandt (1880-1960), maestro dei metalli forgiati Art Déco:
16. W452. Edgar Brandt, paravento Oasis (1924).jpg
pare di udire distintamente il clangore d’una fucina, con la metallica, ossessiva percussione delle incudini, per la sagomatura di borchie e lamine, nello stridore di meccanismi roteanti e nella prodigiosa ricreazione di un mondo naturale totalmente meccanizzato…

Un altro paio di osservazioni, per concludere.
La prima, di carattere stilistico, concerne i gusti nazionali, così come venivano assecondati o incoraggiati dai rispettivi Rappresentanti fuori dagli U.S.A: secondo l’impressione che ho potuto ricavare dalle molte bellissime pubblicità d’epoca archiviate sul nostro Wiki (mi inorgoglisce averne conferite ormai più di 270 io stesso) sembrerebbe che in Francia non andassero assolutamente di moda le decorazioni floreali, e che già dal 1921 i motivi decorativi dei rivestimenti importati direttamente dagli U.S.A. o prodotti in loco fossero puramente geometrici ed astratti; da noi in Italia, al contrario, pareva tutto un giardino fiorito, spesso popolato di figure angeliche :angel: , ma per contro non andava molto l’argento (amato invece dai transalpini) a cui si preferiva di gran lunga l’oro, anche se quasi esclusivamente nella veste sottilissima di una laminatura punzonata 18 K.R.…

L’ultima notazione è quella relativa al prezzo di vendita dei tre tipi di rivestimento in metalli preziosi (si veda anche la pubblicità allegata in precedenza).
Negli U.S.A., nel 1925 i prezzi delle 52 overlay (la penna in argento costava la metà di quella in oro 18K.R.):
- Argento massiccio [452]: $ 5.50
- Oro laminatura rinforzata (18K.R.) “gold filled” [0552]: $ 11
- Oro massiccio [552½ E.C., versione più sottile con fondello rivestito]: $ 37
In Francia, nel 1932 (si noti come la differenza di prezzo tra il rivestimento in argento e quello in oro 18K.R. fosse divenuta molto minore):
- Argento massiccio [(4)452]: fr. 260
- Oro laminatura rinforzata 18 K.R. [(1)152]: fr. 320
- Oro massiccio [(5)552]: fr. 1085

Sicuramente nel 1933 la Waterman 52 “nuda e cruda”, in ebanite nera, era ancora a catalogo tra le penne “a prezzo popolare” negli U.S.A., mentre la 52 rivestita in argento massiccio [452] era ancora in vendita nel 1935 in Francia, prezzata solo un poco meno del top di gamma Patrician… Comunque, nel Catalogo americano del 1936 la 52, finalmente!, dopo oltre un ventennio di onoratissimo servizio, non risultava più disponibile in nessuna configurazione.

E possiamo passare oltre.

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2. Le iscrizioni del Produttore
Il Marchio del Produttore, WATERMAN’S, è presente:
- sul labbro del cappuccio (nel mio esemplare non è allineato sotto la clip!)
17. W452. cap and barrel inscriptions on sterling silver overlay.jpg
- sul fermaglio,
- sul fondello (unica iscrizione sull’ebanite della penna).
18. blind cap inscription collage.jpg
[Trattandosi di un’iscrizione che viene a distendersi tutt’intorno alla circonferenza del fondello cieco impegnandone esattamente la metà, si è reso necessario scattare 3 fotografie per poi ritagliarle ed affiancarle.]
Il testo, che fa riferimento al Trade Mark statunitense, recita:
WATERMAN’ S
REG.U.S.PAT.OFF.
MADE IN U.S.A.

Si noti il vezzoso apostrofo del genitivo sassone che ricorda piuttosto il numero “7” (riscontrato anche su altre iscrizioni).
Ma quando comparve questa scritta orizzontale sul fusto? Secondo il Wiki solo dal 1927. E’ proprio questo l’elemento più difficile da individuare osservando i Cataloghi, poichè tutte le stilografiche venivano mostrate col cappuccio calzato e l’iscrizione risulta perciò sempre invisibile…
Tuttavia, ci viene in soccorso un recentissimo ritrovamento di Simone Piccardi: da questa pagina di una brochure tedesca da lui conferita si può vedere la scritta orizzontale sulla parte bassa del fusto delle rientranti (già almeno) dal Dicembre 1925.
19. 1925-12-Waterman-Brochure-p03.jpg
Il logo, il globo IDEAL, è presente:
- sul fermaglio,
- sulla levetta.
20. W452. overlay x3.jpg
L’indicazione del numero di modello 452 è riportata
- sotto il fondello.
21. W452. #452 on blind cap.jpg
La punzonatura dell’argento Sterling (925) è presente su tutti e tre gli elementi indipendenti dello strumento:
- sul labbro del cappuccio,
- sulla parte superiore del rivestimento del fusto,
- sul fermaglio.
22. W452. Sterling Silver punch x 3.jpg
Fino ad ora gli indizi ci dicono che la penna fu prodotta non prima del 1925 e non oltre il 1933.

3. L’iscrizione sul pennino
Riproducendo di fatto l’iscrizione presente in orizzontale sul fusto, con il “Registered with the United States Patent Office” (ossia ®) il pennino si situa dopo il 1924:
23. W452. nib inscription.jpg
poiché compare anche nuovamente la vecchia gloriosa dicitura IDEAL che era stata espunta in quell’anno, allora possiamo affermare che il pennino era stato venduto dopo il 1927 quando l’aggettivo IDEAL era stato sagacemente reintrodotto sul pennino, per essere ivi mantenuto fino a dopo la II Guerra Mondiale.

L’ultima iscrizione si rivelerà quella decisiva.

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4. Il fermaglio
Brevettato nel 1905, il Clip-Cap fu il fermaglio storico dalla Waterman: d’impianto triangolare discendente con terminazione a pallina era fissato al cappuccio per mezzo di due rivetti. Su di esso campeggiava in verticale dal basso verso l’alto l’iscrizione
CLIP-CAP
Il fermaglio montato sulla mia 452 reca invece l’iscrizione WATERMAN’S: orbene, quando fu introdotta questa nuova iscrizione sulla clip?
Dopo aver svolto diligentemente le ricerche del caso, come mia abitudine partendo dalle pubblicità, mi sono accorto che Richard Binder data l’abbandono dell’iscrizione “Clip-Cap” al 1927: siccome a me risulta il 1928, vi darò conto dei dati che ho raccolto. :D
Sulle Waterman la clip di norma o non c’era proprio (e uno ci metteva la sua, ma l’usanza andò perdendosi nel corso degli anni Venti) oppure per le aggiunte posteriori o per le riparazioni era buona norma inviare il cappuccio in fabbrica, trattandosi di un’operazione delicata che poteva compromettere l’integrità del pezzo d’ebanite, che andava perforato per fissare i rivetti. Non rilevando tracce di riparazione, ritengo molto probabile che la clip sia stata venduta insieme alla penna.
A tal proposito rilevo di non aver trovato in rete due di queste Filigree con la clip fissata nello stesso identico punto della decorazione, e quindi ritengo plausibile che l’applicazione fosse davvero fatta manualmente.
Sul catalogo americano del 1925 al tradizionale CLIP-CAP viene finalmente affiancata un fermaglio identico senza iscrizioni ma con un logo, il “globetto IDEAL”, molto essenziale ed elegante:
24. Waterman's Catalog 1925 - clip CLIP CAP and  IDEAL GLOBE, pag.46.jpg
questa clip, che chiamerei “intermedia”, anche punzonata, viene destinata ai modelli più elaborati e costosi (tutte le clip in oro massiccio sono così – anche quando montate su penne non rivestite -, lo sono quelle in argento lavorato a mano e anche le clip delle versioni sottili 52½, sia in argento che gold filled).
Nel 1925 il prezzo del ricambio era in dollari: 0.25c se in nickel, 0.50c in argento Sterling, 1$ in laminato oro e 2$ in oro massiccio.
Le clip con la scritta WATERMAN’S (ma senza il globo IDEAL) già esistevano ma erano (udite, udite!) riservate solo alle matite meccaniche (anch’esse affiancate agli ultimi esemplari della tradizionale clip-cap con il globo, ma ormai prevalenti).
In Francia almeno dalla metà del 1927 nelle pubblicità sembra sparito il CLIP-CAP, ormai sostituito dal globo IDEAL con l’aggiunta dell’iscrizione WATERMAN’S in piccolo ad arco sopra i rivetti.
25. 1927-11-Waterman-5x.jpg
Negli U.S.A. la prima iscrizione come quella presente sul fermaglio della penna oggetto della recensione che ho trovato (ho consultato anche Ads non in possesso del nostro Wiki) risale al Giugno del 1928…
26. 1928-06-Waterman-94.jpg
…e accompagna l’introduzione sul mercato del nuovo modello Waterman 94 (più 92) in ebanite rippled colorata.
Potrebbe quindi darsi (è comunque solo una mia ipotesi di lavoro) che la nuova clip sia stata adottata oltre che sulle matite anche sulle stilografiche proprio in quell’occasione: infatti, solo dopo il 1928 la clip “WATERMAN’S” venne montata anche sulle Waterman #7 top di gamma (lanciate precedentemente, nel 1927, in ebanite rippled tradizionale rosso/nera, ancora col vecchio clip-cap, ma con il codice dei colori per i pennini), mentre ancora nel 1928 le 5x non rivestite in metallo prezioso portavano negli U.S.A. la vecchia CLIP-CAP. Per l’esportazione in Italia, tuttavia, ancora nel 1929 sembra si dovessero smaltire le clip (e i disegni pubblicitari!) col CLIP-CAP
27. 1928-07-Waterman-Models.jpg
(si noti la provincialissima traduzione letterale del logo…).
Per terminare questo breve excursus sui fermagli Waterman a cavallo tra gli anni Venti e i Trenta ricorderò che dal 1932 tutte le linee di punta della Casa (seguendo la strada della top di gamma Patrician lanciata nel 1929) non riporteranno più alcuna iscrizione sul fermaglio, e ciò fino agli anni Quaranta (solo l’erede della 52, la #3, entry level, lo manterrà in questo periodo).
Può darsi che per alcune pubblicità archiviate nel Wiki di cui non conosciamo la data questa mia ricerca possa rivelarsi utile per un’ipotesi di datazione più precisa. :thumbup:

La mia conclusione è che la penna in presentazione possa quindi essere datata al 1928, con una produzione proseguita fin quasi alla metà degli anni Trenta. :ugeek:

Intermezzo
La scatolina in cui ho ritrovato la penna, rivestita con carta goffrata color bordeaux con un grazioso fregio dorato sul coperchio, è italiana dell’epoca:
28. W452. in box1.jpg
29. W452. in box2.jpg
30. W452. in box3.jpg
il logo Waterman’s impresso in blu sul tessuto che riveste l’interno è quello utilizzato fino al 1930 circa, e i caratteri impiegati non sono quelli americani originali (che contengono sempre le due “a” minuscole coricate sulla sinistra), bensì quelli italiani ed anche francesi, quasi sempre con le “a” raddrizzate, come nella mia pubblicità patriottica seguente, del 1928,
31. WATERMAN - 52 con portamine - 1928-05-27. L'Illustrazione Italiana - Anno LV - N.22, pag.II..jpg
in cui il disegno è sicuramente di origine transalpina, e le clip “old style”.
Così recitava la pubblicità della Casa “Pens and pencils have ample space for engraving”: orbene, questo “ampio spazio per le incisioni” rispondeva alle esigenze di personalizzazione di una parte della clientela potenziale e sembra essere la ragione per cui quasi tutte le “filigree” che ho visto in rete sono state alla fine realmente…firmate. :D
32. W452. personalization.jpg
La mia non fa eccezione: l’importante è che l’iscrizione sia curata e rispettosa del gusto stilistico della penna…
Agli amici siciliani che si sentiranno interpellati per ragioni geografiche (la ridente località nel palermitano) rendo noto che numerosi sono anche i portatori del cognome oltreoceano (dove è più probabile che la penna sia stata acquistata), e che il curriculum di alcuni (pur pochissimi) di loro, sembra uscito da un film…
Su questo aspetto, dunque, non indagherò oltre. 8-)


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Capitolo II - Osservazioni

Le forme
Seguendo la tradizione delle penne flat-top (a testina piatta), la nostra 452 pur nella leggerezza conferitale dalla decorazione traforata mostra un cappuccio dall’impianto orgogliosamente cilindrico.
33. W452. cap front and back.jpg
Solo il labbro conico e la testina impercettibilmente stondata deviano dalla figura geometrica pura. A delimitare il “campo dei fiori”, così sul cappuccio come sul fusto, stanno delle linee di alleggerimento di due tipi, alternati tra loro: il primo è costituito da piccoli fori quadrati accostati, mentre il secondo impiega linee sottili incise in modo convenzionale.
34. W452. flat top x 2.jpg
Il cappuccio si avvita in un giro esatto sulla filettatura e presenta due fori di aerazione ricavati soltanto nell’ebanite, speculari e posizionati a mezza altezza, che risultano insolitamente tappati sull’esemplare in presentazione: se dovessi riscontrare dei problemi di condensa provvederò a liberarli (la penna è sempre carica ma non l’ho ancora trasportata).
Il fusto presenta la parte mediana perfettamente cilindrica per accogliere al meglio il rivestimento in argento, mentre il fondello e la parte superiore sono affusolati verso l’estremità.
35. W452. open 4.jpg

Il sistema di caricamento
Della particolare declinazione di Casa Waterman del caricamento a leva laterale (adottato dal 1915, in seconda battuta dopo un tentativo meno riuscito), caratterizzata da un’intelaiatura metallica agganciata alla fessura laterale del fusto mediante linguette, ovviamente nell’esemplare in presentazione non può esservi traccia esteriormente, essendo l'intera penna rivestita in metallo: la levetta (lunga cm.2, che dovrebbe essere anch’essa in argento anche se non punzonata, ma che comunque è in metallo non ferroso) si ritrova in questo caso a fuoriuscire a filo del corpo penna, e presenta la classica paletta circolare con l’incisione di un minuscolo globo “IDEAL”; l’accesso a questa estremità, che giace in un’ansa circolare atta ad accoglierla, è agevolato da un invito rettangolare dai bordi arrotondati.
36. W452. lever filler 1.jpg
In questo articolo di Richard Binder citato in appendice dal Wiki http://www.richardspens.com/?page=ref/r ... verbox.htm
troverete uno straordinario spaccato sul funzionamento della levetta Waterman ed anche, ma non sia mai!, le informazioni indispensabili su come riparare il tutto in caso di malaugurate rotture perché, come ricorda l’Autore, il sistema era sì ottimo, ma non era previsto che si dovesse rompere, né quindi che si potesse riparare… :?
Mi permetto di ripubblicare una preziosa immagine di tutti i componenti (che, come si vede, non contemplano l’impiego della più conosciuta barra elastica a “J”… :D ).
37. W452. lever filler 2 - Richard Binder box_and_lever.jpg
37. W452. lever filler 2 - Richard Binder box_and_lever.jpg (11.78 KiB) Visto 7485 volte
Nella Waterman 52 (1xPSF secondo tipo e 5x) la levetta è fissata alla struttura portante per mezzo di un piccolo perno passante che vediamo nella foto seguente sulla sinistra:
38. W452. lever filler  - inside view - turned.jpg
tale perno può danneggiarsi se si sforza in apertura una levetta bloccata prima di aver aperto e ripulito il fusto dai residui del vecchio sacchetto!
L’estremità inferiore della levetta è dotata di due “piedini”, che sono liberi di scorrere all’interno delle canaline laterali realizzate sulla faccia superiore della barra di pressione (sino al fermo che si intravede al centro della foto precedente), permettendo così alla levetta di spingere verso il basso e poi di risollevare in alto la barra stessa. Ecco cosa succede all’interno del fusto quando solleviamo la levetta (senza il sacchetto, che a riposo si troverebbe posizionato esattamente al centro del fusto).
39. W452. lever filler 3 - in action.jpg
Levetta chiusa, mezzo sollevata, sollevata - cui corrisponde
sacchetto libero, mezzo compresso, compresso.
Ora non resta che terminare la pulizia ed applicare al beccuccio terminale della sezione un sacchetto #15, per caricare un per-me-inevitabile Waterman Violette, ma nella vecchia formulazione, che porta ancora solo il nome del fiore…

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Ultima modifica di Musicus il lunedì 1 gennaio 2018, 0:26, modificato 4 volte in totale.
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Il gruppo scrittura
La sezione, anch’essa in ebanite nera liscia, prosegue nel graduale assottigliamento della parte terminale del fusto, per riallargarsi tuttavia repentinamente sul fondo onde assicurare la miglior presa possibile in prossimità del pennino.
40. W452. section.jpg
In essa sono inseriti a frizione l’alimentatore piatto in ebanite (il glorioso spoon feeder, vanto del Marchio dal 1899) ed il pennino in oro 14Carati con foro a cuore che reca l’iscrizione:
WATERMAN'S
IDEAL
REG. U.S.
PAT. OFF.
2
41. W452. nib and feed.jpg
La punta EF traccia un segno nitido, che è in grado di prolungare indefinitamente con la massima scorrevolezza in ogni direzione…
42. W452. nib point front and back .jpg
Quando lo si desidera, il pennino accondiscende ad un significativo ispessimento della linea, soprattutto in rapporto al tratto-base al quale si ritorna istantaneamente non appena cessi la pressione:
43. W452. writing sample 1.jpg
flexible & springy lo definirebbero al di là dell’Oceano dove fu creato novant’anni orsono…
Di seguito una prova su carta millimetrata Canson 90g/m2.
44. W452. writing sample 2.jpg
Con cappuccio calzato la gestione dei pesi non risulta immediatamente intuitiva (come sulle penne non rivestite) e l’impugnatura deve essere modificata per gestire al meglio l’arretramento del baricentro dovuto alla pesantezza non indifferente del cappuccio metallico: in particolare, si dovrebbe prestare attenzione alla clip in argento massiccio, il cui peso tende a far ruotare l’intera penna quando viene abbandonata nell’incavo tra pollice ed indice durante le pause della scrittura, e ciò vale soprattutto per le mani più piccole (a cui mi sento di sconsigliarne la…presa).


Conclusione
Licenziando questa recensione, mi soffermo a guardare fuori dalla finestra: gli intarsi scuri sotto la lamina d’argento spiccano come arabeschi di alberi in un paesaggio innevato…
45. W452. posted 4.jpg
La penna, lungi dall’essere rara, è tuttavia uno strumento prezioso e un autentico piccolo privilegio, il punto d’arrivo di una grande tradizione di eccellenza al servizio del pensiero e della sua trascrivibilità su carta: solo impugnandola a lungo e con gioia ciò si può comprendere appieno.


Grazie per l'attenzione e Buon Anno Nuovo 2018 & buona scrittura a Tutti!!! :thumbup:

Giorgio
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Messaggio da lucre »

Giorgio, grazie per questo bellissimo contributo ricco di spunti, che consentono importanti approfondimenti a tutti gli appassionati della marca e di questo storico modello
Buon anno
Luigi
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Messaggio da MaPe »

Penna molto bella, complimenti per il ritrovamento, ma soprattutto per la tua ennesima esaustiva e completa recensione. Ne ho vista una in vendita su un noto sito di aste, conservata in maniera direi quasi perfetta dalle foto (specialmente il pennino), peccato per il prezzo richiesto non proprio popolare. Se il cambio €/$ fosse 1 a 3 o meglio ancora 1 a 4 potrei farci un pensiero :think: .
Massimo
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Messaggio da piccardi »

Un grazie di cuore per questo bel regalo di fine anno, una presentazione splendida e dettagliata di una delle penne più belle mai realizzate.

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Messaggio da zoniale »

Giorgio,
ma quanto lavoro ci metti?

Prima batti tutti i mercatini del Norditalia con il freddo ed il gelo.
Trovi la penna.
La restauri (?).
Studi tutti gli aspetti storici e tecnici dell'oggetto.
Scatti 400 foto e ne scegli 20 da pubblicare.
Scrivi un articolo di 20 cartelle.
Lo pubblichi.

:shock:

Complimenti, però.
E .. buon anno nuovo!
Michele
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Messaggio da Mightyspank »

:clap: Bella penna e ancor più bella recensione. D'altronde ci hai abituato a standard altissimi.

Ci abbinerei un Ballet mécanique di George Antheil, prima versione del 1924, concepito per l'omonimo film del pittore Ferdinand Legér.
Stupì il pubblico e la critica dell'epoca (ancora oggi è un pezzo che non lascia indifferenti).
Allegati
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ballet-mecanique.jpeg (51.56 KiB) Visto 7389 volte
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Messaggio da Giorgio1955 »

Che dire... Semplicemente da enciclopedia britannica della penna. Complimenti!
Giorgio
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Messaggio da Miata »

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Messaggio da Musicus »

marilua ha scritto: domenica 31 dicembre 2017, 19:51 sti.................................. :silent:



(tra zampone a cuocere lenticchie che speriamo mi portino la stessa stilo ...)
:lol:
Ciao Mariella, spero di non averti mandato di traverso lo zampone.... :D
Un bel saluto e tanti Auguri! :wave:

lucre ha scritto: lunedì 1 gennaio 2018, 12:17 Giorgio, grazie per questo bellissimo contributo ricco di spunti, che consentono importanti approfondimenti a tutti gli appassionati della marca e di questo storico modello
Buon anno
Luigi
Grazie Luigi!! Come avrai notato, ho omesso di approfondire l'aspetto relativo alle iscrizioni presenti sul labbro del cappuccio e sulla parte superiore del rivestimento del fusto, che sicuramente prima del modello da me presentato erano in parte diverse, con un bel FOUNTAIN PEN qui o là...
Bisognerebbe solo avere molte Filigree per verificare di persona... :lol:
Auguri!!

Giorgio
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