PARKER ROYAL CHALLENGER “SWORD CLIP” Standard - 1937

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PARKER ROYAL CHALLENGER “SWORD CLIP” Standard - 1937

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Vi sono penne nate per grandi sfide,
1. PRC. capped 1.jpg
per ispirare arditi pensieri…

Il “Fregio di Beethoven” (solo per Pindaro e i suoi estimatori)
La Parker Royal Challenger fu la sola penna dell’epoca d’oro della stilografica a ricevere dal suo creatore un fermaglio a foggia di spada.
Eppure non era stata concepita per il fiorente mercato militare come penna “di servizio”, da inviare al fronte come le “trench pen” a grani d’inchiostro della I Guerra Mondiale…
La spada (più ancora della freccia, introdotta da Parker già nel 1932 e assurta rapidamente a simbolo della Casa) non può che essere considerata l’arma emblematica di quel combattimento ideale che è la sublime metafora della ricerca di ogni artista…
2. Gustav Klimt - Beethoven-Fries, 1902, detail 1.jpg
Il contenuto programmatico del “Fregio di Beethoven”, realizzato da Gustav Klimt (1862-1918) per la mostra intorno a Beethoven allestita dalla Secessione viennese nel 1902, è la realizzazione di una parafrasi figurativa dell’”Inno alla gioia” della IX Sinfonia.
Il Cavaliere (l’Artista) ispirato dalle muse Orgoglio e Compassione, armato della spada della Verità accetta di intraprendere la liberazione del genere umano dalla sofferenza, per la conquista della felicità: per ottenere ciò dovrà combattere a costo della sua stessa vita il Regno del Male, abitato dai vizi e dalla corruzione, dalla malattia e dalla morte.
3. Gustav Klimt - Beethoven-Fries, 1902, collage.jpg
Stremato dall’impari lotta, guidato dalle Arti incontrerà finalmente la Poesia per giungere con essa nel regno dell’ideale (che “non è di questo mondo”) ove potrà spogliarsi delle armi ed abbandonarsi all’estasi dell’Amore…
Il Beethoven cui fa riferimento Klimt, tuttavia, è potentemente filtrato dai commentarî di Richard Wagner sull’argomento, ed ancor più dall’esperienza estetica dell’amico Gustav Mahler che diresse l’inno alla gioia in una sua rielaborazione nella sede della mostra. E le fattezze del Cavaliere non sono quelle celeberrime del Beethoven storico (riconoscibilissimo mentre assiso in trono nella scultura policroma di Max Klinger esposta solo pochi metri di distanza nell’esposizione) bensì quelle del musicista vivente, come dimostra l’utilizzo della medesima immagine per onorare Mahler alcuni anni dopo…
Ecco a questo proposito una pagina da “Um Mitternacht”, lied tra i capolavori assoluti di Mahler, in cui è ben descritta la lotta contro il maligno:
4. PRC. posted 1.jpg
...A mezzanotte
ho combattuto la battaglia
delle tue sofferenze, o umanità;
non ho potuto risolverla
con le mie forze
a mezzanotte…


ed il finale del lied “Ich bin der Welt abhanden gekommen” (Sono perduto per il mondo) in cui si vaticina il Regno ideale:

sono morto per il mondo.
Sono morto per il suo tumulto
E riposo in un reame di quiete.
Da solo vivo nei miei cieli,
nel mio amore, nel mio canto.


Cosa c’entri la Musica con questa penna, potrà chiedere qualcuno legittimamente.
Per me, la Musica c’entra sempre :angel: , ma in questo caso a stilizzare la “guardia” della spada (la parte dell’elsa che protegge direttamente la mano che la impugna)
5. PRC. sword clip detail 1.jpg
vi è, inconfondibile per qualsiasi musicista, il cosiddetto “gruppetto” diretto (Doppelschlag, segno di abbellimento che nella sua forma più comune prevede l’esecuzione di quattro note in luogo dell’unica nota indicata), che qui vi mostro nella sesta misura dell’Aria delle "Variazioni Goldberg" di J.S.Bach
6. PRC. sword clip detail with Doppelschlag.jpg

Chiarito il significato che la penna ha da subito avuto per me, procediamo pure con il consueto ordine. :thumbup:


La penna
PARKER ROYAL CHALLENGER Standard (misura grande) in celluloide marrone perlato, parti metalliche a vista laminate oro, pennino Parker in oro 14 carati, caricamento a pulsante di fondo, produzione U.S.A. anno 1937.
7. PRC. The Pen 1.jpg

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Le misure
Chiusa: cm. 13,4
8. PRC. capped.jpg
Cappuccio: cm. 6
9. PRC. open 1.jpg
Fusto: cm. 12,2 (pennino cm.2)
10. PRC. open 2.jpg
Con cappuccio calzato: cm. 16 (pennino cm.2)
11. PRC. posted.jpg
Diametro massimo (agli anellini): mm. 13,7
Diametro fusto all’iscrizione: mm. 12,0
Diametro medio all'impugnatura: mm. 10,1
12. PRC. posted 2.jpg
Peso (carica): gr. 17
Fusto: gr. 10
14. PRC.capped  x4.jpg

Marca e Modello
Il modello “Challenger” (“sfidante”) venne introdotto sul mercato dalla Parker nel 1934 come linea “scolastica” intermedia fra la Vacumatic (top di gamma, lanciata in grande stile l’anno precedente) e la più economica Parkette, al prezzo di $2.50. Nel 1935 venne introdotta anche una versione di maggior pregio, la “De Luxe Challenger” al prezzo di $3.50. Nel 1937 venne lanciata la terza linea, di lusso, denominata “Royal Challenger” con la clip a spada, al costo di $5.00.
13. PRC. barrel inscription.jpg
Proposta in tre colori e in due sole misure (Standard, cioè grande, e Slender, piccola) che venivano vendute al medesimo prezzo, la Royal Challenger è stilisticamente un derivato della Vacumatic dell’anno precedente, e potremmo sinteticamente definirla una Vacumatic non trasparente dotata di un tradizionale caricamento a pulsante di fondo; rispetto alle innovazioni del 1937 la Royal Challenger non condivideva solo la decorazione del cappuccio e l’ultimo tocco streamlined della linea top di gamma, ma era di fatto lunga (e larga) come la Vacumatic Maxima (mm.135) e veniva superata solo dalla oversize Senior Maxima (mm.139), che costavano esattamente il doppio ($10), mentre con i $5 richiesti per entrambe le misure eguagliava il prezzo delle Vacumatic non anellate che montavano un pennino semplice.
Un vero ibrido, commercialmente parlando, che con il suo fascino avrebbe potuto erodere parecchi clienti alla linea di punta...
15. Gustav Klimt - Pallade Athena, 1898.jpg
E questo forse spiega la mancanza di pubblicità dedicate sulla stampa quotidiana e periodica e l’apparente latitanza dai cataloghi ufficiali.
Ma ho in parte personalmente rimediato a questa lacuna, come subito vedremo. :thumbup:


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Le fonti (solo per pignoli incurabili)
Ebbene sì, ho finalmente effettuato il mio primo acquisto in rete… :D
Siccome la penna l’ho pagata davvero poco, questa volta le cartacce hanno inciso per una quota considerevole sulla recensione (fastidi di sdoganamento inclusi :roll: ).
Dagli Stati Uniti mi sono fatto spedire un inserto originale Parker relativo a questa penna affascinante, ben conosciuta dai collezionisti ma di cui sono disponibili in rete pochissime informazioni a livello pubblicitario (ho trovato una sola citazione del modello Royal Challenger sui quotidiani americani dell’epoca, ma senza immagini, nessuna su rivista e una sola nel catalogo di un grande magazzino di Chicago), e praticamente nessuna nei cataloghi ufficiali consultabili (la situazione parrebbe migliorare di poco per le successive Royal Challenger con clip scalettata): l’assenza più significativa (oltre a quella inspiegabile dallo splendido Catalogo del “SemiCentennial” del 1938) è quella dal Catalogo No. 5373 (del 1937 secondo i “Pen Collectors of America” che l’hanno reso disponibile in rete)…

Il mio acquisto comprende tre fogli sciolti di misura cm.21,7x29,8 (dunque di poco eccedente il formato A4), stampati fronte retro, con tracce di colla sul lato opposto a quello che reca la mezzaluna a mezza altezza. Le pagine non sono numerate: tuttavia, per le schede relative alle singole penne la Parker procedeva dalla più importante alla più economica, i set e gli stilofori a seguire.
Secondo me l’ordine corretto è dunque il seguente:
A1-A2 / B1-B2 / C1-C2
16. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37.  A1.jpg
17. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37. A2.jpg
18. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37. B1.jpg
19. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37. B2.jpg
20. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37. C1.jpg
21. PARKER Insert 5361. Printed in U.S.A.  650-7-37. C2.jpg

Le ultime due scansioni non riescono a riprodurre il riquadro di tenue verde-acqua (corrispondente al fondo giallo di B2) in cui sono contenute le immagini… :shifty:
L’unica scritta che potrebbe darci informazioni ulteriori è stampata su B2 e recita:
(I)nsert 5361 -------- Printed in U.S.A. 650-7-37
Questi fogli riproducono fedelmente lo stile dei cataloghi della Parker di quegli anni e sono per me senza dubbio riconducibili alla Casa.
A2 e B1 (con tutte le penne dalle De Luxe Challenger alle Parkette) corrispondono esattamente alle pagine 12 e 13 del Catalogo No. 5373 del 1937, ma con due elementi originali di grande interesse
- l’aggiunta di un tondo con il dettaglio dei due sistemi di caricamento (che era già presente alle pag. 20 e 21 del “Parkergrams and Catalog” del Settembre 1936);
- la presenza al posto del solo LIST PRICE di ben due tipologie di prezzo: Price (che è maggiorato del 20%) e Retail (che corrisponde al “list price” dei Cataloghi citati).

Lascio a chi è interessato la possibilità di approfondire personalmente! :thumbup:

Richiamo l’attenzione del lettore solo sulle seguenti informazioni:
- la penna in presentazione è la prima della serie, nella misura grande ed era indicata con il codice 209;
- le matite meccaniche servivano entrambe le taglie, ovvero vi era una sola matita per colore che accompagnava sia la Standard che la Slender;
- vi erano anche stilofori con penne Royal Challenger (fusto opaco a galloni/chevron) di cui non ho rinvenuto traccia altrove…

Datazione
Sarà noioso e poco divertente, persino poco corretto nei confronti della penna, ma l’indicazione della data di produzione impressa direttamente sul pennino e sul fusto della stilografica è uno di quegli accorgimenti che semplificano di molto il procedimento di datazione di una penna… :mrgreen:
Allo stanco recensore viene in soccorso il “Date Code” introdotto da Parker nel 1934 (in una prima “versione” in vigore fino al 1938).
Le due cifre avevano il seguente significato
- prima cifra: i quarti (trimestri) numerati da 1 a 4 (così 1 sulla mia penna sta per Gennaio, Febbraio e Marzo)
- seconda cifra: 4, 5, 6, 7, 8 sta per l’anno 1934, 1935, 1936, 1937 e 1938.
Confrontando le iscrizioni presenti sul fusto
22. PRC. date code on barrel.jpg
e sul pennino
23. PRC. date code on nib.jpg
rileviamo su entrambi “17.”, e con ciò siamo sicuri che la Royal Challenger sword clip in esame fu prodotta esattamente nel primo trimestre del 1937 (proprio quando nasceva mio padre, il che mi rende la penna particolarmente cara).

Dal 1938 venne introdotto un sistema di “date code” a puntini in luogo dei numeri per individuare i trimestri.
Seguirono le successive versioni della Royal Challenger (con la clip non più a spada ma scalettata, la scritta PARKER in verticale e la sezione dotata di “visometer” già dalla seconda metà 1937, poi con un’unica veretta in luogo dei tre anellini sul cappuccio) e la linea uscì di produzione intorno al 1940 (fonte David Isaacson).

Il nome
Challenger è lo sfidante, e per una buona penna scolastica era un nome appropriato, forte e dinamico. Il prefisso “De Luxe” aggiunto alla prima evoluzione verso un modello più ricco era l’ideale per giustificare un aumento di prezzo e posizionarsi in tutte le possibili fasce di prezzo in un’America ormai uscita dalla Grande Depressione. Ma perché poi anche una “Royal” Challenger?!
Ricordiamo in questa sede incidentalmente il primo compiuto tentativo di Parker di misurarsi con la “regalità” risale a quasi un decennio prima, era il 1928, con il lancio della sontuosa top di gamma “Imperial Duofold” (“Nero&Perla”), che in una repubblica federale venne però prontamente ribattezzata “Parker Duofold De Luxe”…

Proviamo ad ipotizzare.
Il numero di Gennaio 1937 del National Geographic dedicava ben 56 pagine a Londra, e la definiva “la più influente città del vecchio mondo”,
24. Weekly Illustrated 1937-05-08 and National Geographic 1937-01.jpg
e già si organizzavano le crociere per la cerimonia dell’incoronazione di Giorgio VI, il 12 Maggio. Quindi, alla ricerca di un nome à la page per un lussuoso nuovo modello di stilografica in una livrea glamour, in Casa Parker non poterono che usare un aggettivo che richiamasse la nazione e l’evento del momento: il terzo sovrano sul trono della monarchia inglese nel brevissimo volgere di un anno (1936, l’anno dei tre Re): una morte non annunciata (il padre, George V), un’ascesa al trono subito seguita da un’abdicazione non annunciata (il figlio maggiore, Edward VIII, che volle sposare una divorziata), un’ascesa al trono in fretta e furia (il fratello minore, George VI) e, finalmente terminato l’infausto 1936, l’incoronazione in pompa magna a cui prepararsi degnamente, alla vecchia maniera imperiale della Regina Vittoria,
25. 1937-01 January - 56 pages about London.jpg
cerimonia largamente annunciata per il 12 Maggio 1937… L’americanissima Chilton, d’altronde, aveva anch’essa preso la palla al balzo realizzando una spettacolare serie della sua Wing-Flow (oggi molto ricercata) con le iniziali del novello sovrano (G VI R= George VI Rex, "alla romana" anche qui!)


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E fin qui vi ho esposto la mia ipotesi per l’aggettivo “Royal” attribuito al lussuoso nuovo modello Parker.

Il perché della spada, penso di averlo trovato nel dettagliato Programma che vi ho mostrato: il novello Re di Inghilterra ne avrebbe dovuto portare (non tutte da solo, però) ben quattro come corredo per l’incoronazione…
Ma perché allora una "spada romana", un gladio?
Un poco per esigenze di spazio, forse… :D Ma c’è da considerare che anche l’Italia era un argomento spesso sulle prime pagine per le sue audaci imprese sportive ed aeronautiche, ma soprattutto per la recente proclamazione dell’Impero, per l’interventismo politico e la martellante propaganda del regime fascista che si voleva erede dei fasti di Roma antica (si andava rispolverato il “bi-millenario” di Augusto, per l’occasione) nella tambureggiante pubblicità dell’Ente del Turismo Italiano…
26. 1937-09. National Geographic.jpg
Perché la spada romana sia sparita quasi subito per essere rimpiazzata da una clip “scalettata” (dai collezionisti definita in inglese “spade clip”, più stilizzata e recante il nome della Marca in verticale) questo non è dato sapere…
Ma le mode cambiano, le incoronazioni passano, e personalmente non ho visto in rete Royal Challenger con clip a spada e date code "37" o "47". Probabilmente, ma è un’ipotesi tutta da verificare, passata l’incoronazione di Maggio a Londra già nel terzo trimestre si provvide a sostituire la clip “cerimoniale” e ci si concentrò nell’inseguire la concorrente Sheaffer montando a propria volta una sezione parzialmente trasparente (Visometer) che poi verrà estesa anche ai modelli inferiori…
Il 1937 vide anche la morte del fondatore George S. Parker (1863 - 19 Luglio 1937) e chi gli succedette al comando forse decise che quella spada aveva, come dire?, troppa personalità… ;)

La spada
E dunque vediamola più da vicino, questa “Roman Dagger” (com’è definita in B2), ovvero il gladius, l'arma del legionario romano, che era una spada corta a doppio taglio con la lama larga e molto appuntita.
27. PRC. The Pen 2.jpg
La lavorazione della clip è straordinariamente accurata, nonostante si tratti di una spada di assoluta invenzione e lunga solo tre centimetri e mezzo:
28. PRC. sword collage.jpg
così è possibile apprezzare la riproduzione delle strisce di cuoio sulla parte superiore dell’impugnatura,
29. PRC. sword detail.jpg
la lavorazione della guardia, con il gruppetto musicale, che richiama anche le spirali micenee tanto care a Klimt,
30. Gustav Klimt - Beethoven-Fries, 1902, detail 2.jpg
e l’efficace rappresentazione della cresta centrale, del doppio filo sulla lama e persino della punta…
Ma una “sword clip” non avrebbe potuto non essere anche una “military clip”, nel senso tecnico del termine ossia un fermaglio che rispettasse i regolamenti militari statunitensi (dal taschino richiuso con pattina abbottonata non deve fuoriuscire alcun oggetto, né gli oggetti in esso contenuti possono avere un aspetto voluminoso).
E infatti…
31. PRC. military sword clip.jpg
Il rostro ha tuttora una saldezza formidabile,
32. PRC. clip lateral.jpg
e si rischia di stracciare il tessuto prima che la clip abbandoni accidentalmente la presa…
33. PRC. military clip spur.jpg


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La celluloide
La particolarissima celluloide colorata, nelle tonalità cangianti del marrone (dal cioccolato al miele al nocciola :P ), è una delle tre sole varianti di colore disponibili sul modello Royal Challenger che dalla Casa erano denominate Brown, Burgundy e Grey (non “Chevron-brown” etc. che parrebbe una licenza poetica dei Grandi Magazzini Shure di Chicago) ed è il secondo grande punto di forza e di eccellenza di questa classe di penne.
34. PRC. celluloid collage.jpg
La caratteristica distintiva (comune a tutte le tonalità) è il pattern decorativo “a spina di pesce” (herringbone), che richiama altresì i galloni dei gradi militari, “Chevron” in inglese: una serie continua di “V” di colore nero, allineate una sull’altra lungo un asse centrale dello stesso colore. Questo l’effetto che si desiderava ottenere, ma che non era affatto scontato, come si può verificare ad un esame ravvicinato: mentre sul cappuccio la spina di pesce è pressoché perfetta (e con pochi sfalsamenti), lungo il fusto si possono apprezzare le difficoltà di “costruzione” di una celluloide così complessa (qui sotto nella rotazione della parte superiore del corpo).
35. PRC. barrel celluloid x5.jpg
Ma non ancora contenti alla Parker avevano pensato bene di alternare alle tre fasce di “ Chevron” altrettante fasce di celluloide perlescente/cangiante, formate ciascuna dall’accostamento di singoli listelli: sia sul cappuccio che sul fusto le fasce sono costituite da 4+4+3 listelli paralleli.
36. PRC. celluloid strips in cap lip.jpg
Possiamo quindi concludere che il particolarissimo design fosse frutto di una complessa opera di incollaggi paralleli di celluloidi differenti (con una lavorazione in tubi ottenuti da strisce saldate longitudinalmente in forma cilindrica), proprio come descritto dal grande Dante Del Vecchio :clap: , fondatore della Visconti e utente di FountainPen.it, in un suo storico contributo sul nostro Forum:
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=1938

Dopo averla descritta per voi, non ho potuto non notare che il disegno dell’inserto Parker è…sbagliato! :ugeek: Infatti, sovrapponendo la penna reale a quella disegnata (e così notando come la brochure riproduca la penna nelle sue dimensioni reali)
37. PRC. Insert real size posted.jpg
possiamo osservare che la punta dei galloni nella penna reale
- sul cappuccio corre nel verso della punta della spada (dall’alto verso il basso)
- sul fusto corre nella direzione opposta al pennino, verso il fondello.
Per cui a penna chiusa la spina di pesce va dall’alto del cappuccio verso il basso in modo omogeneo; con cappuccio calzato, invece, nel cappuccio scende e nel fusto sale, creando l’incontro delle punte dei galloni… In altre parole, nell’inserto il verso dei galloni/spina di pesce è disegnato al contrario sia sul cappuccio che sul fusto… Lo stesso errore è riscontrabile nella prima pubblicità della Shure di Chicago riportata più sotto (ma non nell’immagine della parure e nella pubblicità del modello con la nuova clip).
La corretta disposizione del decoro è comunque verificabile sull’immagine più piccola relativa ai set di penna/matita con stilografiche chiuse (foglio B2 in alto a destra), ed io l’ho personalmente controllato sulla collezione completa di David Isaacson pubblicata in rete che invito tutti ad andare ad ammirare…
Inoltre (ma questo è un dettaglio al quale si potrebbe forse porre rimedio ruotando all'uopo la clip ad anello, sempre che le filettature interne lo permettano), su praticamente nessuna penna pubblicata la spada si trova a "tagliare a metà" la spina di pesce come nel disegno, ma è posta sempre in un punto diverso del fasciame di celluloide. Il mio esemplare è nel listello centrale del gruppo di tre, e questo placa a sufficienza il mio desiderio di simmetria… :angel:
38. PRC. cap.jpg
Proprio la lavorazione longitudinale a fogli aveva reso sicuramente proibitiva la realizzazione delle estremità della penna, in particolare del fondello svitabile e della sezione che sulle Vacumatic sono invece realizzate “in tinta” poichè ricavate da barra piena: questa soluzione richiama secondo me molto da vicino la scelta stilistica della splendida Parker “Vacumatic Golden Web” che solo l’anno precedente (1936) aveva inaugurato questa soluzione bicolore (però con una celluloide semi-trasparente).
Le estremità sono entrambe connotate da un gioiello conico in celluloide nera fissato a vite
39. PRC. cap and blind-cap jewels vertical view.jpg
che aiuta a tenere in loco la clip ad anello che porta la spada e, all’altra estremità, l’anello bombato che completa il fondello.
40. PRC. cap and blind-cap jewels horizontal view.jpg
Nel fotomontaggio seguente vediamo accostate una Ad trovata in rete (che non ho acquistato) e la pagina conferita al nostro formidabile Wiki da Simone datata 1938 dal fornitore (https://www.fountainpen.it/File:1938-Sh ... p-p667.jpg ): i numeri di catalogo corrispondono, 81S561 e 81S571, e non vi è motivo di dubitare che si tratti di due versioni successive del Catalogo Shure, quella (o una) del 1937 e quella del 1938 (che comunque sembra essere stata mantenuta inalterata fino al 1940 - https://www.fountainpen.it/File:1940-Sh ... l-p695.jpg - nonostante l’introduzione della vera invece dei tre anellini originari…).
41. 1937 Shure ex INTERNET + 1938-Shure-Parker-Eversharp-p667 WIKI  .jpg
E’ tutto uguale, tranne le clip, “a spada” (sword clip) nella prima versione e “scalettata” (stepped ovvero spade clip, così le possiamo confrontare) nella seconda versione, ed una piccola porzione di testo, in cui si aggiunge la caratteristica del Visometer (sezione in parte trasparente) come ho di seguito evidenziato.
42. 1938-Shure-Parker-Eversharp-p667 - WIKI - detail.jpg
Ovviamente non poteva sfuggirmi che la “guardia” della spada (il “gruppetto” musicale) nella pubblicità del 1937 è disegnata al rovescio (visione speculare)… :lol:

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Bonus track (alleggerimento prima del Finale)
Io la penna l’ho trovata al mercatino di Milano, e come vi ho detto l’ho pagata poco perché…questo è il bello dei mercatini :D : mi sono chiesto, tuttavia, se all’epoca sia stata acquistata da un Italiano in Italia. Se così fosse, un poco mi dispiacerei per lui perché quella che vado a mostrarvi è una cruda ma istruttiva esemplificazione della problematica relativa ai dazi di cui oggi tanto si parla…
PARKER - Vacumatic -1935-04. The National Geographic magazine. Volume LXVII, N.4
PARKER - Vacumatic -1935-04. The National Geographic magazine. Volume LXVII, N.4
A chi non mastica l’Inglese suggerisco di guardare solo le bandierine coi prezzi che bisognava mettere in conto per ottenere la stessa penna in diversi Paesi del mondo…

Il sistema di caricamento
Classico pulsante di fondo, ennesima evoluzione/adattamento dell’originario storico brevetto Parker. Veniva criticato negli altri Produttori per vendere le Vacumatic “senza sacchetto”, ma tornava sempre utile per contenere i costi, o per testare celluloidi (o plastiche) opache che presto il mercato avrebbe accolto (di nuovo) a braccia aperte…
Nascosta dal fondello svitabile
44. PRC. button filler pressure bar 2.jpg
si cela la variazioni sul tema rappresentata dalla “linguetta” terminale della barra di pressione, che permette di estrarre la stessa afferrandola con più agio, il che fa apparire il sistema (almeno un pochino) più tecnologico… 8-)


Il gruppo scrittura
La sezione in celluloide nera con terminazione svasata porta inseriti a frizione l’alimentatore scalettato in ebanite (alimentatore “a pettine”)
45. PRC. nib and feed x3.jpg
ed il pennino in oro 14 Carati con ampio foro circolare. L’iscrizione recita:
46. PRC. nib inscription.jpg
PARKER
PEN
MADE IN
U.S.A.
17.

in cui, come abbiamo visto, “17” non è una bizzarra caratura bensì l’abbreviazione di “primo quarto (per noi “trimestre”) dell’anno 1937”.
La punta è a mio giudizio un F.
Secondo l’inserto Parker da me conferito il pennino poteva vantare la caratteristica del “two-way writing point”, disponibile già da anni sulle Vacumatic (come risulta nella Ad del 1935 allegata precedentemente come “Bonus Track” di cui ho isolato questo dettaglio)
47. 1935. PARKER - Vacumatic two-way writing point, detail. 1935-04. The National Geographic magazine.jpg
con il lato secco che lascia sulla carta un segno di una misura inferiore (EF, dunque).
Vediamo nel dettaglio il lato “inferiore” e quello “superiore”, secondo la denominazione di Parker,
48. PRC. nib point.jpg
e quindi procediamo con il consueto test di scrittura, prima su carta normale,
49. PRC. writing sample 1.jpg
poi su carta millimetrata Canson 90g/m2.
50. PRC. writing sample 2.jpg
Come noterete, è disponibile un tocco di flessibilità, ma la pressione necessaria per divertirsi è ben lontana dalle mirabolanti prestazioni in souplesse tradizionalmente appannaggio di altri Marchi (e, per Parker, di altre epoche): ma non è questa una penna che si acquisti per esercitarsi in calligrafia.
Eccezionalmente per la mia esperienza di vintage, il pennino ha avuto bisogno di…un bel rodaggio: ben rifornito di Pilot Yama-guri, è ora assegnato stabilmente alla compilazione dell’agenda Moleskine, con la quale è tra i pochi in mio possesso ad avere trovato un equilibrio soddisfacente grazie al flusso di inchiostro molto controllato.
51. PRC. capped.jpg
Con cappuccio calzato (con molta più attenzione del solito, però, considerata la delicatezza dell’inconsueta struttura “lamellare” della celluloide) la penna si rivela uno strumento perfettamente bilanciato, erede della sapiente e ben sperimentata ergonomia della linea Vacumatic da cui direttamente deriva.

Conclusione
Certe penne lasciano il segno già ben prima di scrivere….
52. PRC. capped with brown insect.jpg

Grazie per l'attenzione!! :thumbup:

Giorgio


P.s.: dedico questo mio lavoro all'amico Lorenzo, che nella sua Firma ci ricorda che
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Messaggio da domenico98 »

Come sempre una recensione spettacolare, molto interessante e altrettanto curiosa!
La celluloide è meravigliosa e la clip inconsueta la rende ancor più originale e parecchio attraente. Le nozioni storiche, culturali e sociali non fanno che aumentarne l'interesse e il bagaglio di esperienze che questa penna conserva e che conserverà ancora per molto tempo!
Ancora grazie per questa piacevolissima recensione! Un saluto a tutti!

Domenico (Lorenzo)

P.S.: per evitare fraintendimenti e confusioni con i miei nomi, firmerò d'ora in poi come Domenico (Lorenzo), che risultano essere rispettivamente il mio terzo e primo nome.
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Messaggio da Musicus »

domenico98 ha scritto: lunedì 9 aprile 2018, 8:31 Come sempre una recensione spettacolare, molto interessante e altrettanto curiosa!
La celluloide è meravigliosa e la clip inconsueta la rende ancor più originale e parecchio attraente. Le nozioni storiche, culturali e sociali non fanno che aumentarne l'interesse e il bagaglio di esperienze che questa penna conserva e che conserverà ancora per molto tempo!
Ancora grazie per questa piacevolissima recensione! Un saluto a tutti!

Domenico (Lorenzo)

P.S.: per evitare fraintendimenti e confusioni con i miei nomi, firmerò d'ora in poi come Domenico (Lorenzo), che risultano essere rispettivamente il mio terzo e primo nome.
Allora grazie di cuore, Domenico (Lorenzo)!! :thumbup:

Giorgio
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Messaggio da lucre »

Complimenti Giorgio,
bellissima la penna, fra l'altro nella taglia e nella colorazione che preferisco. Suntuosa la presentazione, ricca di informazioni e di ampia documentazione, che ne fa un riferimento per tutti gli appassionati.
Grazie
Luigi
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Messaggio da efreddi »

Una delle "solite" belle recensioni di Giorgio, che ringrazio per la precisione e ricchezza di dettagli, nonche' per lo sforzo fatto. Recensioni come questa sono sempre un piacere da leggere e rileggere. L'accostamento poi della bella penna con le foto dei dipinti di Klimt alla ricerca dei dettagli sono una chicca.

Ciao
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lucre ha scritto: lunedì 9 aprile 2018, 11:56 Complimenti Giorgio,
bellissima la penna, fra l'altro nella taglia e nella colorazione che preferisco. Suntuosa la presentazione, ricca di informazioni e di ampia documentazione, che ne fa un riferimento per tutti gli appassionati.
Grazie
Luigi
Caro Luigi, grazie a te per l'attenta lettura: ci ho messo tutto quello che avrei voluto leggere sul modello, e sono contento che venga apprezzato! :thumbup:
Un bel saluto! :wave:

Giorgio
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Messaggio da Musicus »

efreddi ha scritto: lunedì 9 aprile 2018, 13:49 Una delle "solite" belle recensioni di Giorgio, che ringrazio per la precisione e ricchezza di dettagli, nonche' per lo sforzo fatto. Recensioni come questa sono sempre un piacere da leggere e rileggere. L'accostamento poi della bella penna con le foto dei dipinti di Klimt alla ricerca dei dettagli sono una chicca.

Ciao
Ciao Elia, e grazie per le belle parole! :thumbup:
Per integrare la risposta data a Luigi, visto che l'hai apprezzato direi che ci ho messo anche quello che mi ha suggerito l'Estro, condivisibile o meno, appassionato sicuramente... ;)
Un caro saluto! :wave:

Giorgio

p.s.: urge recensione della tua Wahl presa a N.Y.... :D
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Messaggio da netosaf »

Quelli come me che hanno sempre "fame" di informazioni sulle penne pre-moderne debbono ringraziare Giorgio perché i suoi argomenti sono dei veri e propri trattati di approfondimento.
A volte penso che se decidesse di pubblicare un libro sulle stilo che ha recensito potrebbe realizzare un' opera tra le più complete.
Pensaci Giorgio.
E grazie

Stefano
Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
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Messaggio da fab66 »

Stavo per cominciare la lettura di "Una giornata nell'antica Roma" che ho da due Natali fa....... vabbè.... Angela Jr non se la sarà presa a male se ho rinunciato un'altra volta....... :clap: :clap:

Ah, siccome non mi fido per niente di te, ho chiesto alla flautista che ho in casa conferma sul "gruppetto diretto" :mrgreen:

non so se è solidarietà tra musicisti ma conferma :D
Fabrizio
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Messaggio da musicamusica »

Formidabile.
Partendo dalla premessa per Pindaro ed i suoi estimatori fino all'accostamento con le spirali micenee.
Ma che meraviglia la celluloide della penna, sembra davvero a suo agio fra le porpore dorate di Klimt. Hai postato la foto del cappuccio per mostrare il rostro ma io continuo a perdermi fra le sfaccettature e quella bella alternanza di geometrie e riflessi irregolari.
Verrebbe da pensare che negli ultimi mesi ti sia dedicato solo a questa presentazione, tanto è minuziosa ed estesa negli argomenti correlati.
Grazie e complimenti
bravissimo Giorgio
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