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La prima stilografica persa

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Dory
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La prima stilografica persa

Messaggio da Dory »

Gargaros ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 6:38

A propò, che penna era? Spero non una da centinaia di euri...
Niente di trascendentale. Una Faber Castel modesta, peró mi dispiace perchè scriveva proprio bene...e perchè speravo che sarei stata più attenta rispetto al portami dietro una penna a sfera :eh:
Dovremmo avere tutti una vita vista mare.
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davide451
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Messaggio da davide451 »

In senso propriamente stretto, nemmeno io ho mai perso una stilografica. Ogni tanto, però, le mie penne si prendono delle vacanze e spariscono, molto misteriosamente. Io non me ne cruccio perché ormai so che dopo un certo tempo altrettanto misteriosamente ricompaiono, così non me ne preoccupo.
Ho subito invece un paio di furti, che mi hanno molto irritato ed una sola volta, tantissimi anni fa, un più che furto: avevo prestato una Montblanc, nientemeno, ad una ragazza di cui ero piuttosto preso e che mi lasciò subito dopo tenendosi la penna. Non vi scandalizzate ma soffrii solo per la ragazza. Buona serata a tutti. Davide
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maxpop 55
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Messaggio da maxpop 55 »

davide451 ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 19:19 In senso propriamente stretto, nemmeno io ho mai perso una stilografica. Ogni tanto, però, le mie penne si prendono delle vacanze e spariscono, molto misteriosamente. Io non me ne cruccio perché ormai so che dopo un certo tempo altrettanto misteriosamente ricompaiono, così non me ne preoccupo.
Ho subito invece un paio di furti, che mi hanno molto irritato ed una sola volta, tantissimi anni fa, un più che furto: avevo prestato una Montblanc, nientemeno, ad una ragazza di cui ero piuttosto preso e che mi lasciò subito dopo tenendosi la penna. Non vi scandalizzate ma soffrii solo per la ragazza. Buona serata a tutti. Davide
Mi sembra giusto.
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Stefano71
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Messaggio da Stefano71 »

Waterman concorde, marrone. Persa o forse ciulata a un corso di formazione. Nn mi travolgeva, nn scriveva granché bene, il pennino grattava e la plastica mi sembrava fragilissima. Ma essendo stato un regalo di famiglia, ci tenevo...
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maxpop 55
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Messaggio da maxpop 55 »

Stefano71 ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 20:10 Waterman concorde, marrone. Persa o forse ciulata a un corso di formazione. Nn mi travolgeva, nn scriveva granché bene, il pennino grattava e la plastica mi sembrava fragilissima. Ma essendo stato un regalo di famiglia, ci tenevo...
La Concorde scrive un amore l'ho usata per molto, forse avevi i rebbi disallineati, quello della plastica debole è un impressione, la penna è solida.
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Messaggio da Stefano71 »

Si il pennino era stato maltrattato. Ma nn me lo dire, che scrivesse male era una magra consolazi9ne ;)
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Messaggio da maxpop 55 »

Stefano71 ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 23:23 Si il pennino era stato maltrattato. Ma nn me lo dire, che scrivesse male era una magra consolazi9ne ;)
La Concorde era una penna schifosa ;)
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Messaggio da Stefano71 »

:D grazie, mi sento un po' meglio... ma comunque non é detto che non me la ricompri prima o poi.
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ASTROLUX
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Messaggio da ASTROLUX »

sussak ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 10:46
lucaparte ha scritto: venerdì 31 maggio 2019, 10:12 L'ho scritto. Parker con pennino d'oro (Cisele?) Regalo di laurea. Dopo poco tempo, sono a Bologna, attraverso le strisce pedonali davanti alla stazione. Mi accorgo che è caduta dalla giacca (forse in mano). Mi giro.. ci passa sopra un autobus! :o :shock: :(
Lutto non ancora elaborato anche perché ne ho perse altre due, Waterman e Parker, sempre di valore e regalate, sempre per strada, sempre cadute dal taschino della giacca portata in mano :clap:
Luca
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Camicie è corretto. Camice con l'accento sulla "a" è altra cosa. ;)
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Messaggio da tosgio65 »

La mia prima stilografica persa è stata una Auretta (black matter) che usavo al lavoro; sparita improvvisamente dal mio tavolo e ritrovata mesi dopo in una stanza a uso deposito, praticamente demolita (pennino piegato e clip divelta). Penso che chi l'abbia presa non avesse gran dimestichezza con le stilografiche.
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Messaggio da Rodelinda »

Nella mia vita, di stilografiche ne ho perdute tre. In realtà, due non sono proprio state "perdute", bensì qualcun altro se ne è serenamente impossessato, e se in un caso il karma ha colpito e io ho riso per ultima, nell'altro a distanza di quasi vent'anni ho ancora il nervoso per l'ingiustizia subita.

La prima in ordine cronologico è stata una Lamy ABC rossa, in terza elementare. Superato il periodo obbligato delle biro, a un certo punto finalmente la moratoria antistilografiche imposta dalla mia maestra di italiano cessò (in poche parole ci autorizzarono a utilizzare la penna che preferivamo, purché fosse nera o al massimo blu), e io misi da parte la paghetta per almeno tre mesi prima di potermi comprare questa scolastica in legno dall'aspetto giocattoloso che avevo visto nella vetrina della mia cartoleria preferita. Acquistate anche le cartucce adatte in una diversa cartoleria, perché non era molto intuitivo che servissero di modello diverso dalle standard, iniziai a utilizzare questo fantastico strumento di scrittura nel quotidiano, innamorandomi perdutamente del medesimo. Il pennino era scorrevole come burro, e la mia abitudine di utilizzare quaderni Pigna 100 impediva il trapasso dell'inchiostro da una pagina all'altra: persino la mia abituale grafia squadrata e pasticciata migliorò.
L'idillio durò esattamente due mesi, finché non scoprii che una stilografica era la replica definitiva alla passione per le cerbottane artigianali fabbricate con il fusto della BIC di un mio compagno di classe: a ogni proiettile di carta sputacchiata con una puntina dentro, lo punzecchiavo nelle chiappe con la Lamy ABC. Il problema è che, una volta scoperta, la maestra mi sequestrò la penna asserendo che la mia reazione difensiva fosse sproporzionata all'offesa (all'epoca non esisteva il grave turbamento emotivo...), promettendo di restituirla a mia madre al colloquio delle pagelle. Mai più rivista.
Questa ingiustizia - perché il mio compagno non ricevette nessuna punizione, come anche molte altre mie compagne in diverse occasioni, vuoi perché figlie di litigiosi avvocati, vuoi perché rampolle di noti professori universitari, chissà come mai - mi colpì talmente che l'anno scorso, dopo due decenni, quando ho visto in una cartoleria di Busto Arsizio una Lamy ABC uguale alla mia, l'ho comprata. E la uso spesso. E proprio come allora, è stato amore a prima riga.

La seconda è stata una Waterman in plastica di modello ignoto, verde a fiorellini con un pennino dorato. L'acquistai al supermercato in seconda media, desiderosa di avere finalmente una stilo da poter usare a scuola senza che a mia madre venissero angosce e patemi d'animo nell'affidarmi prodotti di lusso venduti nel negozio dei miei. Forte della mia migliorata disponibilità economica - che mi derivava dalle bancarelle di vestiti firmati che mettevo su a scuola con gli abiti scartati dalla mia zia fashionista a cadenza semestrale - la comprai anche se costava ben dodici euro o qualcosa del genere. Aveva un tratto asciutto e forse un po' troppo fine per i miei gusti, ma scriveva benissimo senza mai perdere un colpo... finché, un bel giorno, una mia amica fece un capriccio affinché gliela prestassi "per provarla". E per "capriccio" intendo veramente capriccio: questa ragazza era cresciuta fin da piccola con l'idea che pestando i piedi e piagnucolando avrebbe ottenuto qualsiasi cosa dai genitori, e purtroppo a 14 anni era convinta che il sistema funzionasse ancora. Il fatto è che, per sfinimento degli interlocutori, finiva per avere anche ragione (e, tra parentesi, questa sua abitudine ad ignorare i bisogni del prossimo fu anche il motivo per il quale litigammo alla fine della terza media). Orbene, questa ragazza aveva l'abitudine di scrivere calcando come la pressa sfascialamiere dell'ITALSIDER di Taranto. Dopo dieci minuti passati nelle sue mani, comparvero salti di tratto e interruzioni mai verificatisi prima d'allora, e alla fine semplicemente persi la penna di vista sicché non so che fine abbia fatto. Può darsi anche che la mia abitudine di usarla con il mefitico Pelikan 4001 Brilliant Black senza mai lavarla, però, possa aver contribuito...

La terza era una pura cinesata similmontblanc copiata pure male, marca MonteMount, che però scriveva bene e che usavo con gli inchiostri problematici o che macchiavano. Aveva il pregio di avere un pennino M ben scorrevole, cosa strana per i cinesi che tendono ad essere più sottili, e di essere interamente smontabile, cosa che la rendeva semplice da pulire ed asciugare.
L'ho lasciata incustodita cinque secondi in biblioteca all'Università, e un astuto manolesta - credendo forse di impossessarsi di una lussuosa 146 con pennino in oro - ha ben pensato di impossessarsene.
Avrei voluto essere una mosca per vedere che faccia avrebbe fatto poi, accorgendosi di aver rubato un lussuoso pezzo di... tolla :lol: .
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Messaggio da Polemarco »

Prego, Rodelinda, come colpi il Karma ? Quale fu il contrappasso, la nemesi, il ritorno del pendolo. Quale sanzione spetta ai trafugatori di Stilografiche ?
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Messaggio da Enrillo »

Ai tempi dell'università convivevo con tre colleghi. Per comodità, ma anche per essere sicuri di vivere nel pulito (cosa difficile da realizzarsi se alle pulizie avessimo provveduto direttamente noi), avevamo una donna delle pulizie che settimanalmente ci faceva visita. Era prassi, quando lei si dedicava alla pulizia delle nostre stanze da letto, che ognuno di noi si spostasse in sala da pranzo per il tempo necessario e poi tornasse in camera una volta pulita.
Un giorno, nell'effettuare il "trasferimento", noto che al tavolo della sala da pranzo è seduto il figlioletto della donna delle pulizie intento a fare i compiti. Avrà avuto otto anni. Lo saluto, mi siedo davanti a lui e riprendo a sistemare gli appunti a cui mi stavo dedicando in camera. Scrivevo con una Pelikan Pura argentata con pennino EF, che aveva un tratto per cui ancora oggi vado matto. Quando il bimbo l'ha vista mi ha detto: " Che bella! Posso provarla?". Curioso di vedere come se la cavasse un bambino di quell'età con la stilografica, gli ho allungato la penna e un foglio su cui sbizzarrirsi. Come pensavo, non era capace, quindi l'ho aiutato un po' indicandogli come impugnarla e come poggiare il pennino su foglio. Dopo un po' di pratica ci scriveva come se non avesse fatto altro da sempre. Me l'ha restituita ed entrambi abbiamo ripreso a fare quello in cui eravamo impegnati.
A un certo punto la madre ha fatto capolino dalla porta dicendo a me che aveva finito e al figlio di prepararsi per andare. Ho subito smesso di scrivere, poggiando la penna sul foglio, e sono andato a recuperare dai miei coinquilini la quota loro spettante della paga per la donna. Poi ho pagato la signora e accompagnato lei e il bambino alla porta.
Al mio ritorno in sala da pranzo la Pelikan era sparita. Mi sono guardato intorno, ho controllato le tasche, ma poi ho capito che aveva trovato un nuovo proprietario e che non l'avrei rivista. All'iniziale dispiacere si è immediatamente sostituito un moto d'orgoglio per aver in qualche modo iniziato un bambino al mondo delle stilografiche e per averglielo reso tanto "attraente". Senza perdere tempo, sono uscito per andare a comprare un'altra Pura. Non l'ho trovata grigia, quindi ho optato per il modello blu, ovviamente anche questo con pennino EF.
Al mio rientro, mentre aprivo la porta di casa fiero dell'acquisto e trepidante al pensiero di metterlo in funzione, mi sono accorto che dall'interno provenivano voci concitate. Mi sono diretto verso la sala da pranzo e ho visto uno dei miei coinquilini in compagnia della donna delle pulizie e di suo figlio, entrambi in lacrime. La signora mi è venuta incontro porgendomi la penna "perduta" e scusandosi per il comportamento del figlio. Continuava ad assicurarmi che il bambino non era solito prendere la roba altrui e che la cosa non si sarebbe ripetuta. L'ho interrotta: "Ma lui non mi ha preso niente. Gliel'ho regalata io, dato che gli piaceva tanto". Ha fatto una faccia incredula, ma poi ha mangiato la foglia e restituito la penna al figlio. Mi hanno ringraziato e sono tornati a casa.
Da allora è capitato altre volte che dei bambini (soprattutto i cuginetti), vedendomi scrivere con la stilografica, si siano mostrati affascinati e abbiano voluto "farci un giro". Memore della prima esperienza, ho sempre prevenuto qualsiasi episodio spiacevole regalando loro la penna. "Perdere" le stilografiche così è stato un piacere, anche perché per mia fortuna è capitato sempre con penne di modesto valore.
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Messaggio da Ottorino »

Applausi !!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Messaggio da davide451 »

Mutatis mutandis è la trasposizione nella realtà di un celebre episodio manzoniano. Complimenti anche da parte mia. Davide
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