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dieci lire, ovvero "vecchiotempismo"

Per fare due chiacchiere insieme su argomenti vari
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maxpop 55
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Messaggio da maxpop 55 »

sussak ha scritto: lunedì 1 aprile 2019, 19:41 ..........
.................... Erano subito spese dal lattaio per la farina di castagne. Tempi di una miseria nera.
Tempi bruttissimi, la guerra porta solo morti e fame.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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sussak
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Messaggio da sussak »

A Milano è stata pesantissima, con due anni di occupazione nazifascista, rastrellamenti, scioperi e ritorsioni, bombardamenti americani e britannici (i peggiori. di notte e con spezzoni incendiari), poi tre anni di guerra civile, fino al 1948. L'occupazione militare alleata dal 1945 al 1948 stava solo a guardare.
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ooti
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Messaggio da ooti »

Ciao a tutti, ogni tanto, chiacchierando, mi capita di rivangare e mi sembra impossibile che le cose siano cambiate così tanto.
Andando in ordine cronologico:
  • Fine anni sessanta, con mio zio passavo il confine svizzero per fare il pieno alla sua cinquecento, non al primo distributore, al secondo dove la benzina normale costava settanta lire invece di ottanta (10 lire in meno).
  • In televisione faceva la sua comparsa Topo Gigio preceduto di poco da Robbi, Quattordici e la gallina TricTrac, sempre ideati dalla Perego ma che non hanno avuto altrettanto successo.
  • Qualche anno dopo, tredicenne percorrevo diversi chilometri in bicicletta per passare un certo valico svizzero, solo pedonale, oltre cui vendevano le sigarette a centosettanta lire al pacchetto invece delle centottanta degli altri valichi svizzeri "macchinabili" (ancora 10 lire che ballano), non ricordo il costo in Italia (poi il tabaccaio conosceva i miei genitori) Nota: allora un pacchetto mi durava quindici giorni.
  • Un anno dopo ci fu una quasi rivoluzione perché volevano portare il costo del caffè del bar da cinquanta a sessanta lire (sempre ste benedette 10 lire). Oggi non si batte ciglio per aumenti di venti ÷ trenta centesimi (tradotti brutalmente sarebbero 400 ÷ 600 lire), senza contare che sarebbe anche ben accolta l'eliminazione delle monete da uno e due centesimi.
  • Poco più tardi a Como, quando alle superiori mi fermavo a pranzo in pizzeria, perché avevo il rientro pomeridiano, con cinquecento lire mangiavo la pizza e bevevo una bibita.
Non parlo del mio primo stipendio perché non mi credereste. Buona serata, sandro
se vuoi catturare il coniglio......devi fare il verso della carota (bidello Chicco, una cinquantina e passa di anni fa)
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

sussak ha scritto: lunedì 1 aprile 2019, 20:25 A Milano è stata pesantissima, con due anni di occupazione nazifascista, rastrellamenti, scioperi e ritorsioni, bombardamenti americani e britannici (i peggiori. di notte e con spezzoni incendiari), poi tre anni di guerra civile, fino al 1948. L'occupazione militare alleata dal 1945 al 1948 stava solo a guardare.
Già, Napoli è stata dopo Milano la città che ha subito il maggior numero di bombardamenti in Italia, e l'ultimo bombardamento alleato si ebbe nella prima mattina dell'8 settembre 1943, a pochissime ore dall'annuncio dell'armistizio. Subito dopo inziò un altro periodo particolarmente infelice per la città di Napoli, con l'occupazione nazista conclusasi dopo circa 20 gg con l'insurrezione popolare delle "Quattro giornate di Napoli", che valse la medaglia d'oro al valor militare alla città. Quando le forze Alleate entrano a Napoli trovarono una città già libera dall'occupazione tedesca,Napoli fu la prima, tra le grandi città europee, ad insorgere, e con successo, contro l'occupazione tedesca.La cacciata dei tedeschi non segnò comunque per Napoli la fine definitiva dei bombardamenti: la città continuò a subire nuovi bombardamenti, anche se meno frequenti, da parte dell'aviazione tedesca. A tutto ciò si aggiunse nel '44 l'ultima eruzione del Vesuvio.

La città alla fine della guerra era allo stremo, una miseria indicibile che i miei nonni e mio padre non riuscivano neanche a raccontare.Durante l'occupazione alleata costava più un chilo di carne che una ragazza o un ragazzino. (Curzio Malaparte - La Pelle)

Raccontava Giuseppe Marotta in "San Gennaro non dice mai no", una serie di racconti ambienti nella Napoli del secondo dopoguerra:
"Forcella era la tomba delle penne stilograche napoletane e di quant’altro sporgesse dai taschini dei passanti. Più che un furto con destrezza questo sembrava essere un lavoro di potatura. Conveniva, mi avevano avvertito, non indurre in tentazione i ladruncoli che infestavano la zona; a questo scopo si usava indossare un soprabito, avendo cura di abbottonarselo fino al mento. Così feci, sembravo Javert. Gli “scugnizzi” potavano il taschino del passante ingaggiando fra loro violente lotte, inseguimenti nel corso dei quali lo costeggiavano o lo urtavano o – scusate – lo sorvolavano. Si trattava peraltro di ragazzacci dal cuore tenero, non insensibili alle sollecitazioni del rimorso e della pietà. Non faccio nomi, soltanto date. Alle ore 15 del 30 marzo 1947, nel cuore di Forcella, un antipatico teatrale ometto dai capelli rossi constatò la sparizione della sua penna stilograca e scoppiò a piangere come un orfanello. Gli passerà, pensai. Invece il dolore dell’ometto si acuì col lento trascorrere dei minuti. Egli disse che le conseguenze della sua scomparsa sarebbero state terribili; chiamò Iddio, chiamò i santi, chiamò i non meno incorporei agenti della forza pubblica (precedentemente ho detto che costoro erano introvabili ma ho sbagliato, l’indomani del mio arrivo ne vidi uno soavemente addormentato su un
balconcino di via Nardones).
Al fatto: un così spettacoloso dolore non fu senza effetto, vidi i ladruncoli confabulare, tentennare, decidersi; uno di essi si riaccostò al derubato e gli mostrò alcune penne. “E’ questa” esclamò l’ometto antipatico scegliendo a colpo sicuro la migliore. “Da un’ora sto domandando chi l’ha perduta” replicò abbandonandogliela l’interlocutore, e subito si allontanò per sottrarsi alle esclamazioni della folla o perchè gli sembrò di veder giungere un altro ubertoso taschino. "
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Messaggio da Polemarco »

State scrivendo belle pagine.

Io sono di Roma.

In quel settembre del 1943, a Roma, ciascuno dimostrò quanto valesse.

All’alba del 9 settembre Vittorio Emanuele, Badoglio e le massime autorità militari fuggono dalla città: l’esercito non ha istruzioni.

Dalla mattina del 10 settembre, a Porta San Paolo, Granatieri di Sardegna, Carabinieri della legione territoriale di Roma, Lanceri di Montebello, Genova Cavalleria, reparti della divisione Sassari, paracadutisti del 10° Arditi, sebbene allo sbando e senza ordini, aprono il fuoco contro i tedeschi che intendono entrare in città.

Usano i mezzi pubblici per farne barricate.

Soldati e ufficiali accanto a professori di storia dell’arte e al popolo minuto.

Accorrono anche Sabato Martelli Castaldi e Roberto Lordi, entrambi generali di brigata aerea in congedo, che bersagliano i tedeschi con i loro fucili da caccia.

Io li immagino quei due generali interrogarsi con lo sguardo e rispondersi: “Prendiamo i nostri fucili, andiamo a Porta San Paolo e facciamo quello che dobbiamo fare”

E’ tutto inutile e lo sapevano.

Cadono in quattrocento.

Alle ore 17.00, i tedeschi prendono Porta San Paolo.

I due generali di brigata aerea sono sepolti alle Fosse Ardeatine.
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francoiacc
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Messaggio da francoiacc »

A Napoli invece benchè moltissimi dei soldati italiani che solo pochi giorni prima si erano dovuti dare alla macchia, si unirono ai ribelli, rimase la macchia infame dei generali Riccardo Pentimalli e Ettore Del Tetto che abbandonarono la città nelle mani dei tedeschi all'indomani dell'8 settembre 1943. Furono arrestati e condannati un anno dopo dall'Alta Corte di Giustizia a 20 anni di reclusione, condanna in seguito ridotta per condoni e provvedimenti di grazia.
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Messaggio da Polemarco »

francoiacc ha scritto: lunedì 1 aprile 2019, 22:55 A Napoli invece benchè moltissimi dei soldati italiani che solo pochi giorni prima si erano dovuti dare alla macchia, si unirono ai ribelli, rimase la macchia infame dei generali Riccardo Pentimalli e Ettore Del Tetto che abbandonarono la città nelle mani dei tedeschi all'indomani dell'8 settembre 1943. Furono arrestati e condannati un anno dopo dall'Alta Corte di Giustizia a 20 anni di reclusione, condanna in seguito ridotta per condoni e provvedimenti di grazia.
L'importante è ricordare.
Chi doveva fare non fece e quello che fu fatto dipese dalla scelta dei singoli.

P.S. Giusto per allentare la tensione.
Gli americani si erano fermati dopo lo sbarco di Anzio e Roma pativa.
Sui muri comparve questa scritta in romanesco. " Americà, nun ve preoccupate: ve venìmo a liberà"
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Messaggio da francoiacc »

La cosa peggiore che si possa fare è cancellare la storia di un popolo, in Italia siamo bravissimi in questo, fu fatto con il Regno delle due Sicilie prima e con se stessa poi, una su tutte i massacri delle foibe.
Ricordare non è importante è un sacrosanto dovere.
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Messaggio da orsobruno »

ooti ha scritto: lunedì 1 aprile 2019, 22:15 Ciao a tutti, ogni tanto, chiacchierando, mi capita di rivangare e mi sembra impossibile che le cose siano cambiate così tanto.
Andando in ordine cronologico:
  • Fine anni sessanta, con mio zio passavo il confine svizzero per fare il pieno alla sua cinquecento, non al primo distributore, al secondo dove la benzina normale costava settanta lire invece di ottanta (10 lire in meno).
  • In televisione faceva la sua comparsa Topo Gigio preceduto di poco da Robbi, Quattordici e la gallina TricTrac, sempre ideati dalla Perego ma che non hanno avuto altrettanto successo.
  • Qualche anno dopo, tredicenne percorrevo diversi chilometri in bicicletta per passare un certo valico svizzero, solo pedonale, oltre cui vendevano le sigarette a centosettanta lire al pacchetto invece delle centottanta degli altri valichi svizzeri "macchinabili" (ancora 10 lire che ballano), non ricordo il costo in Italia (poi il tabaccaio conosceva i miei genitori) Nota: allora un pacchetto mi durava quindici giorni.
  • Un anno dopo ci fu una quasi rivoluzione perché volevano portare il costo del caffè del bar da cinquanta a sessanta lire (sempre ste benedette 10 lire). Oggi non si batte ciglio per aumenti di venti ÷ trenta centesimi (tradotti brutalmente sarebbero 400 ÷ 600 lire), senza contare che sarebbe anche ben accolta l'eliminazione delle monete da uno e due centesimi.
  • Poco più tardi a Como, quando alle superiori mi fermavo a pranzo in pizzeria, perché avevo il rientro pomeridiano, con cinquecento lire mangiavo la pizza e bevevo una bibita.
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Ma ricordate le file interminabili ai distributori per fare il pieno quando veniva annunciato per l'indomani l'aumento della benzina (all'epoca non c'era il libero mercato e ogni marca costava la stessa cifra)? Tempi lunghissimi per risparmiare veramente poche decine di lire...
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Messaggio da ooti »

E pensare che sembra ieri, ma in realtà è passata una vita!

PS. rileggendo quanto scritto al primo punto mi accorgo di aver scritto <fine anni sessanta> al posto di >fine anni cinquanta>
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Messaggio da Giorgio1955 »

Giusto fine anni '50!
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Messaggio da Ottorino »

Dieci lire ??
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Messaggio da TeoJ »

Io nel portafoglio ho sempre questa con me, mia coscritta :mrgreen:
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Messaggio da orsobruno »

TeoJ ha scritto: martedì 2 aprile 2019, 8:52 Io nel portafoglio ho sempre questa con me, mia coscritta :mrgreen:

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Grazie di questa immagine! Il famoso pesce che poi, appunto, era un delfino! :D
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Messaggio da orsobruno »

Una curiosità: la "R" impressa sull'anno significa che la moneta è stata coniata nella Zecca di Roma... :)
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