Come collezionate?
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Penso che se uno si appassiona alle stilografiche metter su una piccola collezione sia quasi inevitabile, cioè che succeda quasi involontariamente: ne compri un po' di economiche per provarle e capire meglio cosa può essere una stilografica, poi magari fai uno sforzo e te ne compri una bellina, una magari una te la regalano, poi quando si viene a sapere che sei malato di stilografiche qualcuno ti passa quelle trovate nel cassetto del nonno... e voilà, non hai capito come hai fatto ma hai già iniziato la tua collezioncina.
A quel punto uno però uno si accorge (nel mio caso è evidentissimo) che i soldini che può destinare a questa passione non bastano a comprare tutte le penne che piacciono, e bisogna fare delle scelte. Che si fa? Voi come avete fatto?
Mi spiego meglio: la cosa più semplice è prendere le penne che piacciono, per estetica e/o per funzionalità. Però uno potrebbe anche pensare di seguire un tema preferito: le penne in metallo (non mi fanno impazzire ma forse qualcuno ci va matto), o quelle in celluloide. O le penne prodotte prima della seconda guerra mondiale. O quelle italiane. O specializzarsi in quelle di una certa casa. Oppure (e questa è un'idea che mi tenta, visto che ho pochi soldi) le penne "scolastiche" e quelle più economiche, partendo da quelle in commercio per andare a ritroso nel tempo.
Insomma di idee se ne potrebbero tirar fuori a bizzeffe.
Voi come fate? Seguite un filone o semplicemente il gusto e l'istinto?
A quel punto uno però uno si accorge (nel mio caso è evidentissimo) che i soldini che può destinare a questa passione non bastano a comprare tutte le penne che piacciono, e bisogna fare delle scelte. Che si fa? Voi come avete fatto?
Mi spiego meglio: la cosa più semplice è prendere le penne che piacciono, per estetica e/o per funzionalità. Però uno potrebbe anche pensare di seguire un tema preferito: le penne in metallo (non mi fanno impazzire ma forse qualcuno ci va matto), o quelle in celluloide. O le penne prodotte prima della seconda guerra mondiale. O quelle italiane. O specializzarsi in quelle di una certa casa. Oppure (e questa è un'idea che mi tenta, visto che ho pochi soldi) le penne "scolastiche" e quelle più economiche, partendo da quelle in commercio per andare a ritroso nel tempo.
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non so se ritenermi una collezionista di penne, io le penne le uso tutte anche le più belle che ho, comunque non seguo un filone, ma mi affido a gusto e istinto
Maruska
Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza (Oscar Wilde)
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Il meccanismo della caduta nel baratro è quella che hai descritto tu.
Cominci con una, poi un regalino visto che confessi a tutti la tua soddisfazione nell'uso di questo strumento ormai quasi di nicchia, poi qualche parente tira fuori dal casseto la penna del nonno e te la regala, poi decidi di gratificarti con un acquisto un po' più importante, ecc..
Per quanto riguarda la mia esperienza trentennale in materia di piccolo collezionismo posso dirti che, specialmente all'inizio, mi accaparravo tutte quelle che trovavo (e che potevo) con alternanza di periodi anche folli per quantità ed impegno di spesa.
Oggi mi concentro solo su alcune ditte e/o modelli che mi attirano e che soddisfano il mio pallino di possederle, limitatamente anche a un determinato periodo storico che mi affascina perché allora tutto era in crescita: gli anni 50/60.
In particolare, il mio obiettivo attuale sono le grandi italiane che non sfigurano nel confronto mondiale: Omas e Aurora.
Cominci con una, poi un regalino visto che confessi a tutti la tua soddisfazione nell'uso di questo strumento ormai quasi di nicchia, poi qualche parente tira fuori dal casseto la penna del nonno e te la regala, poi decidi di gratificarti con un acquisto un po' più importante, ecc..
Per quanto riguarda la mia esperienza trentennale in materia di piccolo collezionismo posso dirti che, specialmente all'inizio, mi accaparravo tutte quelle che trovavo (e che potevo) con alternanza di periodi anche folli per quantità ed impegno di spesa.
Oggi mi concentro solo su alcune ditte e/o modelli che mi attirano e che soddisfano il mio pallino di possederle, limitatamente anche a un determinato periodo storico che mi affascina perché allora tutto era in crescita: gli anni 50/60.
In particolare, il mio obiettivo attuale sono le grandi italiane che non sfigurano nel confronto mondiale: Omas e Aurora.
Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
(Dale Dauten)
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Mi sembra una scelta giusta e coraggiosa: un oggetto deve essere "vivo". Posso capire quelli che comprano per puro collezionismo o speculazione penne costose e poi non le usano per conservarle in modo che non perdano valore: se lo scopo è guadagnarci bisogna fare così. Posso capire, ma non credo sia una cosa che farei. Sarebbe come se mi comprassi una chitarra di liuteria e poi non la suonassi mai per paura di rovinare la vernice... impossibile, anche se volessi non saprei resistere alla tentazione...Maruska ha scritto:...io le penne le uso tutte anche le più belle che ho, comunque non seguo un filone, ma mi affido a gusto e istinto...
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Magari , mio nonno aveva una bellissima grafia, ma non ha lascito cimeli in questo senso.grafomane ha scritto:poi quando si viene a sapere che sei malato di stilografiche qualcuno ti passa quelle trovate nel cassetto del nonno...
So che può sembrare banale come consiglio, personalmente o non compro o mi limito.grafomane ha scritto:A quel punto uno però uno si accorge (nel mio caso è evidentissimo) che i soldini che può destinare a questa passione non bastano a comprare tutte le penne che piacciono, e bisogna fare delle scelte. Che si fa? Voi come avete fatto?
Sono tutti filoni interessanti, non collezionando non saprei come consigliarti, però se ti piacciono le vecchiette, potresti frequentare qualche mercatino antiquario nella tua zona.grafomane ha scritto:Mi spiego meglio: la cosa più semplice è prendere le penne che piacciono, per estetica e/o per funzionalità. Però uno potrebbe anche pensare di seguire un tema preferito: le penne in metallo (non mi fanno impazzire ma forse qualcuno ci va matto), o quelle in celluloide. O le penne prodotte prima della seconda guerra mondiale. O quelle italiane. O specializzarsi in quelle di una certa casa. Oppure (e questa è un'idea che mi tenta, visto che ho pochi soldi) le penne "scolastiche" e quelle più economiche, partendo da quelle in commercio per andare a ritroso nel tempo.
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Voi come fate? Seguite un filone o semplicemente il gusto e l'istinto?
E' un'esperienza che consiglio, spesso bisogna arrivare all'alba, quando ancora i venditori stanno montando i banchetti, poi al di là delle penne è come fare un viaggio nel tempo.
L'aria fresca del mattino, la bellezza del centro storico, una gradevole compagnia, la colazione al bar, tutte queste cose ripagheranno abbondantemente l'uscita anche se si torna a casa a mani vuote.
- maxpop 55
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Visto che sei tentato dalle scolastiche potresti iniziare con quelle della Pelikan che sono le più numerose in assoluto e poi pian piano salire restando nella suddetta marca.
Un giorno che vuoi delle penne più blasonate in questa marca ne trovi a bizzeffe (Toledo, Expo 2000, Souveran 800-1000 ecc...),.
Però anche se sei tentato dal vintage d'Epoca non hai che da scegliere,: 100,101,400,140, ecc ....
Quasi tutti i modelli sono stati prodotti in più colori ed alcune hanno anche dei bei rivestimenti in oro o argento.
Insomma con la Pelikan sai quando e come inizi e non sai quando finisci.
Un giorno che vuoi delle penne più blasonate in questa marca ne trovi a bizzeffe (Toledo, Expo 2000, Souveran 800-1000 ecc...),.
Però anche se sei tentato dal vintage d'Epoca non hai che da scegliere,: 100,101,400,140, ecc ....
Quasi tutti i modelli sono stati prodotti in più colori ed alcune hanno anche dei bei rivestimenti in oro o argento.
Insomma con la Pelikan sai quando e come inizi e non sai quando finisci.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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all'alba ... ... perché se arrivo dopo il sorgere del sole sei già passato tu a fregarmi gli esemplari migliori?DerAlte ha scritto: ... spesso bisogna arrivare all'alba, quando ancora i venditori stanno montando i banchetti...
- maxpop 55
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A volte capita............. e ti assicuro che t' in@zzi di brutto a veder portar via una bella penna proprio davanti perchè l'altro collezionista di stilo è arrivato 5 minuti prima di te.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Allego alcune pagine di un mio manualetto sperando possano essere utili a chi legge.
paolodemuro
paolodemuro
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Molto utili... però alla fine la questione è che uno deve sapere quel che vuole... il dilemma che poni tu:herdepi ha scritto:Allego alcune pagine di un mio manualetto sperando possano essere utili a chi legge...
a) tante penne per scrivere
b) collezione a tema
è molto sensato ma potrebbe diventare anche un trilemma:
a) tante penne per scrivere
b) collezione a tema
c) quelle che mi attirano e manco so perché
Considerazioni accessorie:
Facendo una collezione a tema si diventa esperti del settore, e si possono fare le piccole (o grandi, se si è capaci) riparazioni con più cognizione di causa. Si fanno inoltre meno acquisti sconsiderati. Una collezione a tema poi probabilmente ha più valore ed è più commerciabile. Si spera sempre di no, ma se si dovesse aver disperato bisogno di denaro, vendere una collezione a tema in blocco forse è più facile.
Seguire il proprio gusto e l'ispirazione potrebbe essere più rischioso (acquisti sconsiderati per mancanza di conoscenza della nicchia, rischio di fare acquisti d'impulso anziché oculati). Ma forse ci si diverte di più così....
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Io non mi considero un collezionista, soprattutto perchè le penne mi piace usarle e non guardarle e basta.
Ho iniziato comprando penne che mi piacevano e da utilizzare subito....poi con il tempo ho iniziato a comprare penne che mi piacevano anche per restaurarle, e ti assicuro che la soddisfazione di vederle rinascere è tanta.
Mese dopo mese ho accumulato un centinaio di penne, che vanno dalle cinesi da due euro alle blasonate dal pennino in oro. Ma lo spirito è sempre lo stesso, mi devono piacere, ed è anche la mia condanna: non riesco a venderle se poco usate.
Ho iniziato comprando penne che mi piacevano e da utilizzare subito....poi con il tempo ho iniziato a comprare penne che mi piacevano anche per restaurarle, e ti assicuro che la soddisfazione di vederle rinascere è tanta.
Mese dopo mese ho accumulato un centinaio di penne, che vanno dalle cinesi da due euro alle blasonate dal pennino in oro. Ma lo spirito è sempre lo stesso, mi devono piacere, ed è anche la mia condanna: non riesco a venderle se poco usate.
Sergio
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Io non seguo un tema preciso, in genere compro le penne che mi trasmettono qualche cosa.
Pero' mi sono reso conto che prediligo certi colori, in particolare il blu, il verde ed il marrone; poi sono sempre un po' combattuto sull'arancione che mi attira ma a piccole dosi.
Per quanto riguarda i materiali, devo dire che le penne in celluloide o in resina simil-celluloide la fanno da padrona.
E' da un po' che sto valutando di acquistare una stilografica nera ed una nera e silver ma poi continuo ad acquistare penne nei 4 colori che prediligo.
Massimo
Pero' mi sono reso conto che prediligo certi colori, in particolare il blu, il verde ed il marrone; poi sono sempre un po' combattuto sull'arancione che mi attira ma a piccole dosi.
Per quanto riguarda i materiali, devo dire che le penne in celluloide o in resina simil-celluloide la fanno da padrona.
E' da un po' che sto valutando di acquistare una stilografica nera ed una nera e silver ma poi continuo ad acquistare penne nei 4 colori che prediligo.
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Grazie per la condivisione, Herdepi!!herdepi ha scritto:Allego alcune pagine di un mio manualetto sperando possano essere utili a chi legge.
paolodemuro
La foto a pag.22 è persino imbarazzante...
Giorgio
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Grazie herdepi, consigli molto utili!