Collezionare

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Rogozin
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Il collezionista di penne

Messaggio da Rogozin »

Questo forum è ormai lampantissimo esempio di come estremamente variegata sia la fauna stilografica.
Sono diversi i gusti, differiscono le priorità, l'uso che facciamo dei nostri strumenti di (da?) scrittura e la concezione stessa che ne abbiamo a livello ontologico (appunto, strumenti? Oggetti da esporre? etc etc...).

Quello su cui mi interrogo adesso è un'altra questione, venuta fuori allorchè un negoziante, rivolgendosi ad un altro cliente (con me presente) e parlando di me, forse per lusingarmi, strizzando l'occhio e con espressione di simulata riverenza ha detto "eh sa, lui è un collezionista". Lì per lì non ci ho fatto particolarmente caso, ma mentre tornavo a casa c'era qualcosa che non andava, una sensazione depositata sul fondale del cervello come polvere di caffè che si ammucchia sul fondo del bicchiere non bevuto.
Era forse il sole, che mi picchiava in modo violentemente zenitale sulla chiorba (in modo tale da ribollire il caffè di cui sopra)? Era l'impepata di cozze della sera prima che finalmente gridava vendetta in quel suo linguaggio imperdonabilmente peristaltico? Mi ero dimenticato le chiavi di casa e sarei forse stato costretto ad una forzata permanenza dalla vicina di casa ninfomane?
No, ricollocando i miei pensieri mi sono accorto che non era nulla di tutto ciò. Il malessere era più intimo, profondo e filosofico e la notte stessa mi ha fatto svegliare in preda all'ansia col pensiero lampeggiante al neon fra le sinapsi "Sono un collezionista?".

Dai Andrea, mi sono detto, hai affrontato questioni più gravi, dubbi esistenziali ben più impegnativi: se punto il laser contro un piccione esplode(il piccione)? Posso toccarmi il naso con la lingua? Posso vivere di "gratta&vinci"?

Dopo la (doverosissima) premessa, mi chiedo: cosa ci rende sussumibili sotto la categoria "collezionista"?
Io mi sono risposto più o meno in questo modo.

Secondo me il collezionismo (che il mio vecchio manuale di criminologia definiva con parole grondanti alterigia e condanna - ahhh caro Mantovani - come ipertrofia patologica del naturale istinto di possesso/proprietà dell'uomo verso le cose) nel settore delle stilografiche, con le sue ovviamente molteplici e diverse declinazioni, si può rilevare secondo alcuni indici che vado a provare a enunciare a titolo meramente esemplificativo:

-possedere tutti i colori di un determinato modello. Che so, tutti i colori delle Wallstreet o delle Safari.
-possedere almeno una penna per marca
-possedere esemplari rappresentativi di tutto l'orbe terracqueo. Che so, un po' di giapponesi, italiane, tedesche etc...
-possedere penne di tutti gli anni, in una sorta di rappresentazione sinusoidale dei corsi e ricorsi stilistici e meccanici.
-possedere penne rappresentative di tutti i sistemi di caricamento
-variegati mix di tutti gli esempi testè scritti.

Insomma, credo che il "collezionista" vada un po' oltre la ragione e la mera soddisfazione della necessità di un'immediata immersione nel bello. Il collezionista per una minima parte sta bene per ciò che ha, per il resto soffre per quello che non ha (e parte per avventurose maratone fisico-telematiche con relative soddisfazioni). E' anche vero che il progresso di tutto ciò che oggi diamo per scontato è dovuto a persone insoddisfatte e continuamente tendenti a ciò che non avevano...
Credo tuttavia che una parte di "collezionismo" sia insita in un po' tutti noi, stilografi o meno. Non posso negare una certa perversa soddisfazione e pace dei sensi mentre rigiro fra le mani una penna di una particolare celluloide che mi iponitizza e cattura. La penna è tappata, in quel momento non è uno strumento di scrittura. E' uno strumento di piacere e soddisfazione per tanti motivi: l'apprezzamento di un oggetto che in altre occasioni ho definito "sospeso nel tempo", che coccola (ho davvero scritto "coccola"?) tutti i sensi, nessuno escluso (si, sono uno sniffatore di celluloide), al di là del suo costo o del suo prezzo, elementi che prescindono ed esulano da quello che poi è il valore.
Sono oggetti che trasudano umanità e ingegno da ogni foro (per l'aria, sul cappuccio); sono monumenti a quel sottilissimo confine che esiste tra l'uomo e l'armadillo.
Un po' come il bidet.
Con la differenza che un bidet pro capite (rectius, pro cunnum :D ) basta, una penna no.


Insomma il collezionista è l'antitesi dell'esteta edonista epicureo che compra le penne solo se incastonate di diamanti artificiali appositamente ricavati dalla combustione di esseri umani (per aumentare il valore, preferibilmente collezionisti), che alla pressione di un tasto (in oro 25 carati) fa fuoriuscire una fontana che zampilla acqua Ferrarelle (l'edizione limitata zampilla Vichy) nella quale nuota la nazionale ucraina di lap dance.

Allora, cosa sono io? Escludendo l'edonista di cui sopra per meri motivi economici, sono un collezionista?

Ormai sta sorgendo il sole, gli uccellini cinguettano mentre le prime macchine cominciano a mettere in moto gli assonnati motori. Un rassicurante coro di umile ma sorridente banalità mi tranquillizza: non sei un collezionista.

Sposto lo sguardo sulla scrivania, ove due teche a due piani ciascuna ostentano arrogantemente alcune decine di esemplari di penne attraverso un vetro tenuto più lucido di quello delle mie finestre.

...o si?
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da piccardi »

La tua descrizione dell'edizione limitata con l'acqua di Vichy e la nazionale mi ha fatto letteralmente scompisciare...
A te dispiacerà, ma io devo dire che son contento che sei tornato dalle ferie... ci mancavi.

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Alexander
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da Alexander »

piccardi ha scritto:La tua descrizione dell'edizione limitata con l'acqua di Vichy e la nazionale mi ha fatto letteralmente scompisciare...
A te dispiacerà, ma io devo dire che son contento che sei tornato dalle ferie... ci mancavi.

Simone
Ahahaha!! :lol: Approvo e sottoscrivo in pieno!!
Ben tornato Andrea!!

P.S. Adesso il tuo dramma interiore si è trasferito nella mia di testa.. guardando la scritta sotto l'avatar mi accorgo che è lo stesso forum di fountainpen.it a definirmi "collezionista".. panico..!!
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da powerdork »

Io possiedo qualche Penna. Alcune stilografiche altre no. Per ognuna potrei scrivere una storia lunga pagine e sono affezionato ad ognuna di loro per le emozioni che le hanno legate a me. Dire che le colleziono sarebbe effettivamente eccessivo (tenendo conto che ne ho acquistate io solo due..ma..è l'acquisto che farebbe di me un collezionista?!) D'altro canto, come dici tu, la questione non è questa né quante ne hai..ma cosa significa essere un collezionista..ma ancor di più sta nel fatto di capire cosa significa per te l'essere un collezionista.

Oltre a questo poi, dal mio punto di vista, la questiona reale e un'altra ancora: il "classismo".

Ognuno di noi è speciale unico e irripetibile ed è così che, giustamente ed egoisticamente, è sano che ognuno di noi si senta. A questo punto il fatto non è nemmeno chi è collezionista o cosa significhi esserlo ma sta solo nel fatto che ti hanno dato del collezionista..ti hanno tolto dal tuo piedistallo di unicità e ti hanno messo nello scatolone dei "collezionisti"..e li in mezzo..ti sei sentito sminuito, ovviamente. In un altra situazione magari tu stesso ti sei sentito Grande nel dire "la mia collezione di Penne"..Dunque per me il problema è solo che il commerciante, magari pensando di farti cosa gradita magari per scarsa sensibilità o forse semplicemente perché ha detto una cosa ingenuamente vera, ti ha fatto sentire privato della tua essenza in quanto TU. Avrebbe potuto star vendendo una penna MB atelier a una contessa snob poco decisa che ti guardava cercando la tua opinione e lui, guardandoti, se avesse detto "..lui è un uomo..", ti saresti sentito forse anche peggio..senza per questo poter negare il fatto che lo sei.. ---Nda: sono consapevole dell'estremo stereotipo classista portato ad esempio..l'intento però era solo rendere un emozione negativa..essendo profondamente difficile farlo rispettando l'umana sensibilità..ed essendo io fondamentalmente pigro..ho scelto di adottare un facile mezzo per un fine, affidando ad ogni lettore il capirlo e il non sentirsi offeso o giudicato da me per quanto letto, chiedo comunque scusa a chi non ci riuscisse: non ho giudizi di alcun tipo che legano persone ai loro acquisti o al loro modo di farli.---

Quando entro in un negozio e mi dicono "Buongiorno signor Lanera" può essere solo rispetto, può essere solo cortesia, può essere ostentazione dei precedenti o anche solo una voglia di far piacere al mio ego mettendomi in buona condizione psicologica per gli acquisti..e quindi anche solo marketing o la più bieca psicologia..in ogni caso mi fa sentire non "un cliente", senza per questo negare il fatto..che lo sono...e la cosa mi mette comunque a mio agio! Ma allora è solo l'auto-illusione di una certa modestia mentre siamo solo degli egoisti superbi?! Io credo di no, credo sia solo la sensibilità (nel mio esempio, sensibilità del commerciante che mi accoglie nel suo negozio) nel ritenere ogni essere umano degno e pari agli altri al di la di Ogni caratteristica psico fisica che lo accompagna esplicitando, con un semplice ma personale saluto, che mi ritiene tale. Mostrando tale sensibilità agli altri non possiamo far altro che sentirci meglio anche noi. Alla fine, in un mondo che cerca di convincerci sia normale l'ansia dell'omologazione per farci spendere in personalizzazioni, mostrare la consapevolezza che di fronte (in ogni caso) abbiamo una persona unica (come noi... :-)) è molto bello e pone l'attenzione sul fatto che le personalizzazioni sono sane per evidenziare la nostra personalità..ma non per formarla. Dunque siamo collezionisti per il semplice fatto che collezioniamo Penne ma non per questo collezioniamo penne per essere collezionisti come potrebbe sembrare quando ci sentiamo dire "sei un collezionista".

Ogni tanto mi sento collezionista e mi piace perché possiedo oggetti che mi piacciono che bramo e che li guardo come fossero vivi, altre mi sento collezionista e non mi piace perché magari i soldi potrei spenderli in qualcosa che (in quel momento) mi sembra più "utile" (secondo una qualche definizione di "utilità" che ho in quel momento in testa). Ogni tanto mi sento (solo) uno studente felice di scrivere con una penna che gli piace e che scrive bene..in ogni caso, ogni volta, la cosa importante è che io mi senta IO e all'interno di ogni classe in cui mi possa o mi possano mettere resterò sempre IO, unico irripetibile e l'unico al Mondo e nella storia dell'Universo ad essere ME! :-)

Ciao ciao,
Corrado.

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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da G P M P »

Ho letto con gusto la pagina di Andrea, veramente bella. Dovete sapere che spesso, mentre leggo, non ricostruisco nella mia mente solo quanto descritto; cerco anche di immaginarmi l'autore mentre scrive. Ecco, leggendo questo micro-saggio non ho avuto nemmeno un po' di difficoltà a immaginarlo seduto alla sua scrivania, con la stilografica in mano, mentre raccoglie questi pensieri su un blocco di carta puntinata. Perché nella mia mente non può non averlo scritto con la penna prima di condividerlo qui sul forum.

Dopo aver letto questa pagina, mi sono andato a fare la barba. E ho ripensato allo scritto di Andrea. Che mi ha fulminato, perché da qualche tempo vado ragionando sul "collezionismo" in sé, e sulla natura delle collezioni.

Cos'è un collezionista?

Mi è piaciuta moltissimo la definizione del manuale di criminologia. Togliendo l'aggettivo "patologica", credo che il Mantovani abbia centrato in pieno la figura. La chiave, almeno per me, va cercata nel sottile (ma talvolta impetuoso) piacere che deriva dal possesso.

Cos'è una collezione?

Collezione deriva dal verbo colligere, che significa raccogliere. Una collezione, in fondo, è una raccolta. Quello che la differenzia da un qualsiasi mucchio di roba è il fatto che gli oggetti collezionati sono collegati da un certo legame.

Fin qui, tutto (mi) fila. Quello che non capisco è perché certe volte (o dovrei dire spesso) vengano poste determinate condizioni sullo stato degli oggetti collezionati, ai fini di determinarne il valore, e attraverso essi determinare il valore della collezione, e - sono convinto - per mezzo di questo il valore del collezionista.
Mi riferisco, ad esempio, al caso delle penne stilografiche. Apprendo da più parti che una penna stilografica, se di pregio (e non vorrei disturbare Pirsig, ma anche di questa caratteristica - il pregio - si potrebbe parlare a lungo), se non è mai stata inchiostrata vale di più che se è stata usata per scrivere. Ecco, a me sembra una emerita stupidata. Si è instaurato un corto circuito tra il valore che un oggetto ha in una collezione e il prezzo alla quale esso potrebbe essere rivenduto in una compravendita tra amatori. Che porta alla follia (perché tale è) di non usare una penna, perché se non è inchiostrata vale di più; di non toccarla, perché così non si rovina; di non esporla, perché la luce la sciupa; di non tenerla in un cassetto, perché l'umidità la danneggia; potrei andare avanti ancora per un po'. Ma una penna, se non viene usata per scrivere, è ancora una penna?

Da qui vengo al succo del mio discorso: a una persona serve una penna sola. Via, se proprio è una persona che usa molti colori/tratti, può aver bisogno di 3/5 penne. Averne di più significa quindi, alla luce di quanto detto, che abbiamo di fronte un collezionista. Ai miei occhi, però, se esso collezionista usa tutte le sue penne, e trae gioia da ognuna di esse, è degno di ammirazione e invidia. E ammiro e invidio Andrea, perché usa tutte le sue penne e ne trae gioia.

Or ora ho letto l'intervento di Corrado, che ha approfondito maggiormente l'aspetto "spirituale" del discorso, riassunto nella "massificazione" attuata dal venditore nel definire Andrea un collezionista. Aspetto che non avevo colto, e che lui ha ottimamente sviscerato. Aggiungo solo che nulla meglio della collezione può testimoniare l'individualità del collezionista: se questi ne è descritto appieno, e ogni pezzo che ne fa parte testimonia un momento della sua vita, be', non si può dire che non sia unico! E questo sicuramente vale per il nostro Andrea, come per tanti altri di noi - basta andarsi a leggere una qualsiasi delle sue recensioni!
Giovanni Paolo
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da powerdork »

G P M P ha scritto:Ho letto con gusto la pagina di Andrea, veramente bella. Dovete sapere che spesso, mentre leggo, non ricostruisco nella mia mente solo quanto descritto; cerco anche di immaginarmi l'autore mentre scrive. Ecco, leggendo questo micro-saggio non ho avuto nemmeno un po' di difficoltà a immaginarlo seduto alla sua scrivania, con la stilografica in mano, mentre raccoglie questi pensieri su un blocco di carta puntinata. Perché nella mia mente non può non averlo scritto con la penna prima di condividerlo qui sul forum.

Dopo aver letto questa pagina, mi sono andato a fare la barba. E ho ripensato allo scritto di Andrea. Che mi ha fulminato, perché da qualche tempo vado ragionando sul "collezionismo" in sé, e sulla natura delle collezioni.

Cos'è un collezionista?

Mi è piaciuta moltissimo la definizione del manuale di criminologia. Togliendo l'aggettivo "patologica", credo che il Mantovani abbia centrato in pieno la figura. La chiave, almeno per me, va cercata nel sottile (ma talvolta impetuoso) piacere che deriva dal possesso.

Cos'è una collezione?

Collezione deriva dal verbo colligere, che significa raccogliere. Una collezione, in fondo, è una raccolta. Quello che la differenzia da un qualsiasi mucchio di roba è il fatto che gli oggetti collezionati sono collegati da un certo legame.

Fin qui, tutto (mi) fila. Quello che non capisco è perché certe volte (o dovrei dire spesso) vengano poste determinate condizioni sullo stato degli oggetti collezionati, ai fini di determinarne il valore, e attraverso essi determinare il valore della collezione, e - sono convinto - per mezzo di questo il valore del collezionista.
Mi riferisco, ad esempio, al caso delle penne stilografiche. Apprendo da più parti che una penna stilografica, se di pregio (e non vorrei disturbare Pirsig, ma anche di questa caratteristica - il pregio - si potrebbe parlare a lungo), se non è mai stata inchiostrata vale di più che se è stata usata per scrivere. Ecco, a me sembra una emerita stupidata. Si è instaurato un corto circuito tra il valore che un oggetto ha in una collezione e il prezzo alla quale esso potrebbe essere rivenduto in una compravendita tra amatori. Che porta alla follia (perché tale è) di non usare una penna, perché se non è inchiostrata vale di più; di non toccarla, perché così non si rovina; di non esporla, perché la luce la sciupa; di non tenerla in un cassetto, perché l'umidità la danneggia; potrei andare avanti ancora per un po'. Ma una penna, se non viene usata per scrivere, è ancora una penna?

Da qui vengo al succo del mio discorso: a una persona serve una penna sola. Via, se proprio è una persona che usa molti colori/tratti, può aver bisogno di 3/5 penne. Averne di più significa quindi, alla luce di quanto detto, che abbiamo di fronte un collezionista. Ai miei occhi, però, se esso collezionista usa tutte le sue penne, e trae gioia da ognuna di esse, è degno di ammirazione e invidia. E ammiro e invidio Andrea, perché usa tutte le sue penne e ne trae gioia.

Or ora ho letto l'intervento di Corrado, che ha approfondito maggiormente l'aspetto "spirituale" del discorso, riassunto nella "massificazione" attuata dal venditore nel definire Andrea un collezionista. Aspetto che non avevo colto, e che lui ha ottimamente sviscerato. Aggiungo solo che nulla meglio della collezione può testimoniare l'individualità del collezionista: se questi ne è descritto appieno, e ogni pezzo che ne fa parte testimonia un momento della sua vita, be', non si può dire che non sia unico! E questo sicuramente vale per il nostro Andrea, come per tanti altri di noi - basta andarsi a leggere una qualsiasi delle sue recensioni!
Condivido a pieno ogni parola!
Corrado.

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rembrandt54

Re: Il collezionista di penne

Messaggio da rembrandt54 »

Bentornato Andrea !!! Se l'impepata di cozze fa questo splendido effetto..... ti paghiamo un abbonamento presso il ristorante dell'altra sera :lol: :lol: :lol:
Complimenti ;)

stefano
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da Rogozin »

Simone, Alessandro (il cui dilemma è obiettivamente risolto dalla forummistica ed implacabile nomenclatura :) ) e Stefano, grazie mi siete mancati :D

@powerdork (che smentisce ancora una volta il detto "nomen omen": sicuramente hai individuato un aspetto importante della questione, ovvero la (mia malcelata ma anche umana) riluttanza (e qui il discorso vale per ogni settore credo) ad essere incorporato in qualunque schema che sia prefissato da altri. Trasudi Spinoza e Leibniz con una spruzzata di Cartesio: l'essere incardinati in qualsiasi schema, qualsiasi "ismo" ci priva del nostro diritto e bisogno fondamentale di esprimersi nella realtà come un unicum irripetibile.
Mi piace pensare che siamo definiti come esseri umani (unici e appunto irripetibili) tramite le miriadi di sfaccettature che si esprimono nella nostra più piccola e banale quotidianità così come nelle più grandi passioni, professioni, limiti e difetti. Pertanto il termine "collezionista", per quanto si abbia bisogno di incardinamenti quanto meno meramente semantici, per alcuni aspetti mi pare svuotare e sminuire ciò che invece è un arcipelago fitto fitto di espressioni diverse: sensibilità per il bello, passione per la manutenzione/smontaggio/rimontaggio, amore per l'antico, attrazione per il moderno, apprezzamento della tecnica. Sentire dunque il termine "collezionista" mi fa pensare, per prima cosa, "no, c'è dell'altro".

@GPMP: grazie anche a te del contributo. Fai bene a partire dal termine; l'etimologia, nei momenti di stallo filosofico, dice praticamente tutto.
Colligere, raccogliere. Purchè la raccolta sia legata da un certo filo conduttore, che è appunto il filo conduttore (secondo me) inidentificabile e categorizzabile a priori. D'altronde è anche vero che le categorie servono quasi sempre a coloro che dall'insieme stesso sono fuori.
Poi arriviamo a quelle che sono le perversioni (secondo me): la penna non inchiostrata (perchè se no perde valore). E' ancora collezionismo? Sicuramente si, ne è una forma. Ed è uno dei tanti motivi ed esempi per i quali non si può parlare di un fenomeno unico. Così come allo stesso modo secondo me è difficile oggi (soprattutto nel nostro paese ma questo è un altro discorso) definirsi di destra o di sinistra.

Sposo una bella donna e la faccio rimanere bella intonsa e illibata per tutta la vita. Così quando me la prende qualcun altro si trova un oggetto di maggior valore. Mi compro un bel vestito ma non lo indosso, le tarme avranno qualcosa di più gustoso e saporito da gustare. E via dicendo...

Sono solo piccole riflessioni su aspetti parziali dei vostri post ma preferisco scrivere l'intuizione immediata piuttosto che fare un discorso organico e meno "sentito".
rembrandt54

Re: Il collezionista di penne

Messaggio da rembrandt54 »

Io direi che forse il termine "Appassionato" può comprendere tutti, perchè ognuno poi "esercita" questa sua passione come più gli piace.
Nel tiro al piattello per esempio, succede la stessa cosa : i tiratori ( anche se dilettanti) dovrebbero perseguire un unico scopo per avere soddisfazione dalla loro passione, quello di rompere più bersagli possibili; ed invece no...anche lì c'è il collezionista che possiede 100 fucili e non li usa mai, oppure quello che trova piacere nel cambiare fucile più rapidamente di come noi umani cambiamo le mutande :D oppure ancora quello che fa continue modifiche al calcio ( di legno), o quello che gira tutti i "Calcisti" d'Italia per cercare il calcio su misura che lo renderà infallibile ;)

Ciao a tutti gli .......appassionati

stefano
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da P4olo »

Salve
intervengo con piacere in questa discussione.
Io sono un collezionista, adoro essere un collezionista e ne sono fiero. Essere collezionista non vuol dire essere messo in uno scatolone ma vedersi riconosciuta (da chi lo capisce) una competenza distintiva che permette di elevarsi al di sopra della mediocrità almeno in un ambito specifico (sia anche la collezione dei biglietti delle metropolitane del mondo).
Io colleziono fumetti e quando dico colleziono intendo che ogni fumetto degli oltre 2000 che possiedo è imbustato nella sua busta "senza acidi" se non chiuso nella sua custodia infrangibile di plexiglass con certificato di autenticità e livello di conservazione.
Colleziono nel senso che parto ogni anno per le principali mostre mercato di fumetti oltre oceano per comprare, vendere, guardare, bramare, desiderare, invidiare, socializzare, ridere, scherzare con le altre persone con cui condivido questa passione.
Mi dispiace per voi (noi) ma anche voi (noi) siete (siamo) collezionisti, siete (siamo) dei feticisti di uno strumento per molti oramai da museo, vi (ci) crogiolate (crogioliamo) nella sfumatura di colore dell'inchiostro xyz, nella scelta della carta prodotta con cellulosa raccolta da una vergine guerriera nelle notti di plenilunio, nell'analizzare il pennino in kriptonite verde....mi dispiace per voi (noi) ma siete (siamo) collezionisti anche se questa cosa vi (ci) può fare male :-)
Caricare di questo significato negativo il termine collezionista è solo cercare di negare quello che tutti noi in questo forum o in qualsiasi altro luogo di ritrovo di persone mosse dalla stessa passione siamo.
Essere collezionista non vuol dire spendere milioni ma principalmente provare un enorme piacere a rimanere solo con la propria mania, chiudere per un attimo fuori il mondo e stare anche solo 1 minuto a rigirarsi tra le mani l'oggetto del proprio desiderio.
Ripeto sono collezionista e me ne vanto ed ho anche imparato a sopportare gli sguardi di sarcasmo degli idioti che pensano che collezionare qualsiasi cosa sia una forma di "infantilismo" (pensate poi voi un collezionista di fumetti) o di latente autismo.
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da stefmas »

Leggo solo ora questo post.. Che perla mi ero perso :P

Certo che "la nazionale ucraina di lap dance" a me non dispiace :D
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vikingo60
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da vikingo60 »

Caro Andrea,mi mancava il tuo modo di scrivere,ironico,divertente,ma con contenuti assolutamente indiscutibili!Mi piace molto l'esempio dato delle categorie di collezionista.Qualche volta (parlo da medico) ci può essere qualcosa di patologico:la fissazione per una determinata categoria di oggetti,che si desidera possedere tutti.O ancora avere dei doppioni dello stesso esemplare oppure avere numeri pari o dispari dello stesso.Ma si tratta di pochi casi.
Forse è meglio usare il termine amatore,che si adatta anche all'ipotesi in cui uno abbia dimenticato le chiavi di casa e sia "costretto" a chiedere ospitalità alla vicina ninfomane.
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da Alexander »

P4olo ha scritto:Salve
Mi dispiace per voi (noi) ma anche voi (noi) siete (siamo) collezionisti, siete (siamo) dei feticisti di uno strumento per molti oramai da museo, vi (ci) crogiolate (crogioliamo) nella sfumatura di colore dell'inchiostro xyz, nella scelta della carta prodotta con cellulosa raccolta da una vergine guerriera nelle notti di plenilunio, nell'analizzare il pennino in kriptonite verde....mi dispiace per voi (noi) ma siete (siamo) collezionisti anche se questa cosa vi (ci) può fare male :-)
Non avresti potuto descrivere meglio l'appassionata ricerca della perfezione!! :lol: :lol: :lol: :lol:
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da G P M P »

rembrandt54 ha scritto:... Nel tiro al piattello per esempio, succede la stessa cosa : i tiratori ( anche se dilettanti) dovrebbero perseguire un unico scopo per avere soddisfazione dalla loro passione, quello di rompere più bersagli possibili; ed invece no...anche lì c'è il collezionista che possiede 100 fucili e non li usa mai, oppure quello che trova piacere nel cambiare fucile più rapidamente di come noi umani cambiamo le mutande :D oppure ancora quello che fa continue modifiche al calcio ( di legno), o quello che gira tutti i "Calcisti" d'Italia per cercare il calcio su misura che lo renderà infallibile...
Caro Stefano, sembra tu abbia descritto una certa categoria di fotografi, che chiamo collezionisti di attrezzatura (ove collezionista è in senso negativo). Persone che non scattano o quasi, ma che soffrono se non possiedono il corpo macchina con la raffica più veloce del mercato (ma con una cf 600x) e l'ottica che risolve più linee (secondo dpreview). Mi ricordano molto quelli della penna non inchiostrata, con l'aggravante che mai attrezzatura fotografica si è venduta a più di quanto si è pagata.
Giovanni Paolo
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Re: Il collezionista di penne

Messaggio da bigredman »

Salve a tutti, volevo rendervi partecipi sul mio punto di vista sull'essere o meno collezionisti. Lasciando un attimo da parte i manuali di crimanalogia, che forse individuano il lato più oscuro della personalità del collezionista, io credo che si possano definire collezionisti chiunque raccolga informazioni su un determinato argomento. Io ho solamente 8 penne stilografiche definirmi collezionista serebbe per per molti superfluo e arrogante, ma io mi definisco tale. Prima di tutto perchè incrementerò sicuramente il numero di penne in mio possesso, visto la mia crescente passione per questo settore recentemente scoperto, in secondo luogo perchè collezionando penne aumenterò la mia conscenza in questo settore. Proprio sull'aspetto della conoscenza mi voglio soffermare. Credo che, prima di tutto, un collezionista sia un conoscitore di un determinato mondo o argomento che aumenta il proprio grado di conoscenza ogni qualvolta acquisce un oggetto nuovo da inserire nella propria collezione. Per esempio oltre a "collezionare" penne, colleziono modellini di trattori d'epoca, e non trovo per niente soddisfazione, a livello possessivo, nell'avere circa 250 esemplari diversi tutti stipati in una bella vetrinetta, anzi a volte penso:" ma se mi fossi comprato qualcosa di più utile non sarebbe stato meglio?.......". Ma poi rinsavisco subito, perchè nel vedere ogni singolo modello, mi tornano in mente le innovazioni tecniche, i processi costruttivi e gli sforzi fatti da quegli ingenieri nel progettare quella macchina, e mi rendo conto di essere custode di una cultura che mi affascina e che sulla quale potrei dibattere per ore e giornate intere. E così è anche per le penne stilografiche, la musica del pennino che scorre sulla carta, l'odore dell'inchiostro fresco, la pulizia della penna e il rito della ricarica, per ogni penna è un rituale totalmente diverso che, a suo modo, è cultura e che aumenta di pari passo ogni qualvota acquisto una penna nuova o che parlo con voi del forum su un determinato argomento. Poi mi paragono a persone che conosco che posseggono 1000 vinili tutti catalogati, incelofanati e addirittura con i prezzi stimati sopra, pronti a speculare su ogni pezzo della loro collezione per guadagnare soldi, e mi chiedo fra i due chi è il collezionista vero. Una volta chiacchierando fra amici, uno di questi mi chiese se davanti ad un assegno circolare molto sostanzioso avrei ceduto la mia collezione di trattorini e io risposi di no, spiegandogli che sarei diventato un ricco ignorante perchè vendendola perderei sicuramente una parte della mia cultura su quell'argomento. Qunidi, a conclusione di tutto, per me un collezionista è chiunque raccolga cimeli, informazioni, oggetti su un detrminato argomento o mondo per scopi di cultura personale, e attraverso questi mezzi trae soddisfazione nel creare un percorso culturale che può essere rivolto a terzi senza scopo di lucro. Grazie mille e spero di non avervi annoiato.
Conta di più mostrare ai bambini le piante di un orto che le pagine di un libro. Riempire di stupore la fantasia dei ragazzi con lo spuntare di una foglia d'insalata e il lento appassire di un colore sul pomodoro
Tonino Guerra
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