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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
- jebstuart
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Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
Da qualche settimana possiedo una Kaweco Dia 2, una penna di gusto un po' rétro che trovo esteticamente molto elegante, e che restituisce un'impressione di teutonica robustezza.
Vorrei però segnalare un problema riscontrato col converter originale, che è quello visibile nella seconda immagine.
A parte una certa tendenza a creare bolle d'aria, con conseguenti interruzioni del flusso di inchiostro (peraltro facilmente risolvibili con l'inserimento di una sferetta d'acciaio da 3 mm), il problema più serio è che avvitando a fondo il fusto, la vite zigrinata del pistone del converter resta in qualche modo agganciata alla molla posta in fondo al fusto stesso, cosicché se si decide successivamente di svitare il fusto col converter ancora pieno (ad esempio per controllare la carica rimanente), il pistone comincia a girare svuotando completamente il converter, con conseguente fuoriuscita dell'intera quantità di inchiostro residuo attraverso il gruppo scrittura.
La prima volta che mi è successo mi sono ritrovato con le mani completamente inondate di Verdigris, che solo ripetute applicazioni di Amodex sono riuscite a rimuovere quasi del tutto.
A questo punto ho deciso di abbandonare al suo destino il converter originale, ed ho montato un converter Graf von Faber-Castell...
Non capisco bene perché, ma col Graf (che è anche leggermente più lungo) l'inconveniente non si verifica, ed avvitando a fondo il fusto non si avverte più il leggero sfrigolio metallico che col converter originale evidentemente indicava l'aggancio del pistone alla molla.
Una volta tanto, beccati i crucchi in castagna
Vorrei però segnalare un problema riscontrato col converter originale, che è quello visibile nella seconda immagine.
A parte una certa tendenza a creare bolle d'aria, con conseguenti interruzioni del flusso di inchiostro (peraltro facilmente risolvibili con l'inserimento di una sferetta d'acciaio da 3 mm), il problema più serio è che avvitando a fondo il fusto, la vite zigrinata del pistone del converter resta in qualche modo agganciata alla molla posta in fondo al fusto stesso, cosicché se si decide successivamente di svitare il fusto col converter ancora pieno (ad esempio per controllare la carica rimanente), il pistone comincia a girare svuotando completamente il converter, con conseguente fuoriuscita dell'intera quantità di inchiostro residuo attraverso il gruppo scrittura.
La prima volta che mi è successo mi sono ritrovato con le mani completamente inondate di Verdigris, che solo ripetute applicazioni di Amodex sono riuscite a rimuovere quasi del tutto.
A questo punto ho deciso di abbandonare al suo destino il converter originale, ed ho montato un converter Graf von Faber-Castell...
Non capisco bene perché, ma col Graf (che è anche leggermente più lungo) l'inconveniente non si verifica, ed avvitando a fondo il fusto non si avverte più il leggero sfrigolio metallico che col converter originale evidentemente indicava l'aggancio del pistone alla molla.
Una volta tanto, beccati i crucchi in castagna
Ultima modifica di jebstuart il domenica 3 dicembre 2017, 18:48, modificato 3 volte in totale.
Mauro
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Converter per Kaweco DIA
Già Jeb , non ci sono più i crucchi di una volta....
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10217
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=28&t=13884
Giorgio
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Musicus ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 14:13 https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10217
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=28&t=13884
Sono senza fiato. La laminata è impressionante. La Sport - pur nella semplicità essenziale delle linee - rievoca la genialità (ovviamente per molti versi esecrabile) di alcune progettazioni di Albert Speer.
Mauro
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Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
Più che di Speer, risente dell'influenza del Bauhaus e del funzionalismo tedesco in genere: la forma segue la funzione.
Tornando al caso specifico, prova a buttare un'occhio dentro il fusto aiutandoti con una luce.
Io ho avuto un problema simile con una Spalding a cartucce.
Me l'avevano data perchè ogni volta che si svitava, la cartuccia restava incastrata nel fusto e l'unico modo per estrarla senza inchiostrarsi le dita era usare una vite autofilettante. Ci ho guardato dentro e ho scoperto che la colpa erano residui di lavorazione. Una punta da trapano, usata con cautela, avvolgendo l'estremità in uno straccio e facendola girare a mano, ha risolto il problema e restituito la penna perfettamente funzionante al legittimo e felicissimo proprietario.
Tornando al caso specifico, prova a buttare un'occhio dentro il fusto aiutandoti con una luce.
Io ho avuto un problema simile con una Spalding a cartucce.
Me l'avevano data perchè ogni volta che si svitava, la cartuccia restava incastrata nel fusto e l'unico modo per estrarla senza inchiostrarsi le dita era usare una vite autofilettante. Ci ho guardato dentro e ho scoperto che la colpa erano residui di lavorazione. Una punta da trapano, usata con cautela, avvolgendo l'estremità in uno straccio e facendola girare a mano, ha risolto il problema e restituito la penna perfettamente funzionante al legittimo e felicissimo proprietario.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
- jebstuart
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L'avevo già fatto.
In fondo al fusto c'è un piccolo cilindro metallico cavo, della lunghezza di 1-2 cm e di diametro appena inferirore al fusto (potremmo definirlo un controfusto parziale) che poggia sul fondo del fusto stesso mediante una molla.
Suppongo che il suo scopo sia quello di tenere due cartucce (quella in uso ed una di riserva) ben bloccate, evitando che quella di riserva vada sue e giù, provocando un effetto fastidioso.
Per le peculiarità della sua zigrinatura, però, il converter Kaweco deve incunearsi in questo piccolo controfusto, restando solidale con lui (un po' come la cartuccia della tua penne). Allorchè si procede a svitare il fusto, il movimento viene trasmesso al pistone del converter, provocandone lo svuotamento con la fuoriuscita dell'inchiostro residuo.
Trovata la soluzione del Graf von Faber-Castell (che per inciso si riempie meglio del Kaweco e con minima formazione di bolle d'aria) non mi è parso necessario procedere a smontare questo particolare meccanismo, ed ho lasciato tutto com'era.
Visto che però la Dia viene venduta senza converter, il senso della mia segnalazione era di evitare che altre persone acquistassero il converter proprietario, incorrendo nello stesso inconveniente.
Mauro
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Questo è lo spirito del nostro forum.jebstuart ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 17:40 .........................
.......................
Visto che però la Dia viene venduta senza converter, il senso della mia segnalazione era di evitare che altre persone acquistassero il converter proprietario, incorrendo nello stesso inconveniente.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Probabilmente il converter proprietario è stato progettato per la versione precedente e per le altre penne della casa.
Poi con la Dia 2 hanno cambiato qualcosa e non va più bene.
Il Faber Castell in realtà è universale, nel senso che viene venduto come converter proprietario da tanti altri marchi, cambia solo la scritta.
Poi con la Dia 2 hanno cambiato qualcosa e non va più bene.
Il Faber Castell in realtà è universale, nel senso che viene venduto come converter proprietario da tanti altri marchi, cambia solo la scritta.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Esatto, è per le due cartucce contrapposte o per la cartuccia lunga (tipo la Pelikan GTP/5), una sorta di sistema di "sicurezza" perchè accidentalmente non esca la cartuccia dell'imboccatura dell'alimentatore.jebstuart ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 17:40L'avevo già fatto.
In fondo al fusto c'è un piccolo cilindro metallico cavo, della lunghezza di 1-2 cm e di diametro appena inferirore al fusto (potremmo definirlo un controfusto parziale) che poggia sul fondo del fusto stesso mediante una molla.
Suppongo che il suo scopo sia quello di tenere due cartucce (quella in uso ed una di riserva) ben bloccate, evitando che quella di riserva vada sue e giù, provocando un effetto fastidioso.
Per le peculiarità della sua zigrinatura, però, il converter Kaweco deve incunearsi in questo piccolo controfusto, restando solidale con lui (un po' come la cartuccia della tua penne). Allorchè si procede a svitare il fusto, il movimento viene trasmesso al pistone del converter, provocandone lo svuotamento con la fuoriuscita dell'inchiostro residuo.
Trovata la soluzione del Graf von Faber-Castell (che per inciso si riempie meglio del Kaweco e con minima formazione di bolle d'aria) non mi è parso necessario procedere a smontare questo particolare meccanismo, ed ho lasciato tutto com'era.
Visto che però la Dia viene venduta senza converter, il senso della mia segnalazione era di evitare che altre persone acquistassero il converter proprietario, incorrendo nello stesso inconveniente.
Per avere più capienza, rispetto ai vari converter, uso una cartuccia lunga.
Massimo
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A proposito....jebstuart ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 14:46Musicus ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 14:13 https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=10217
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=28&t=13884
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La Dia "originale" era l'ultima penna pubblicizzata sulla rivista internazionale di occupazione della Wehrmacht, fino addirittura al Gennaio del 1945...... Kaweco 1945.01
Giorgio
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Uso il converter originale Kaweco, ho semplicemente tolto la molla e il problema è stato risolto.
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Ah... quindi si era presentato anche con la tua?
Intanto, sei un Grande
Quanto alle Kaweco "di guerra", quando anche non fossero state realmente penne di ottima qualità, ci avrebbe pensato l'OKW a spianar loro la strada ai danni delle improponibili penne "alleate", come del resto successe con centinaia di prodotti tedeschi di ogni natura durante il periodo di Salò.
Mauro
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Secondo me la molla è lì per un motivo più semplice.
Il fusto è lo stesso del rollerball.
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Pensandoci bene, credo che questa sia l’interpretazione giusta. Probabilmente la semplificazione nel processo costruttivo abbatte l’aggravio di costi per i materiali. E comunque si ottiene l’immobilizzazione delle cartucce.
Mauro
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Kaweco non produce in proprio.
Probabilmente il roller e la stilografica si distinguono solo per la sezione.
Il produttore fornisce fusto, cappuccio e sezioni separate, che vengono assemblate in stilografiche o roller a seconda della domanda.
Probabilmente il roller e la stilografica si distinguono solo per la sezione.
Il produttore fornisce fusto, cappuccio e sezioni separate, che vengono assemblate in stilografiche o roller a seconda della domanda.
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Capito. Qualcuno poteva però prendersi la briga di collaudare l'insieme fusto-converter. Mi pare sciatto commercializzare un prodotto malfunzionante.
Mauro