Le penne tristi

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jebstuart
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Le penne tristi

Messaggio da jebstuart »

Quando,un bel po' di annetti fa, mi affacciai per la prima volta in un'aula di scuola (senza fare date, i Beatles non avevano ancora inciso il loro primo LP), gli scolari avevano appena lasciato il pennino (credo tra il '60 e il '62 un po' in tutta italia, più tardi in alcune città), ed i fori che avevano ospitato i calamai solo fino all'anno precedente ancora occhieggiavano dai nostri banchi in legno, che per qualche anno sarebbero stati ancora quelli dell'immediato dopoguerra.

Banco di Scuola (dal web).JPG

Io cominciai a scrivere "uva" con una biro.
In quell'Italia di inizio anni '60 cominciava a respirarsi aria di boom economico. Mio padre aveva venduto una minuscola 500 verde acqua per comprare una pretenziosa 1100 bicolore ed in casa erano arrivati il frullatore, l'aspirapolvere ed altre americanerie del genere.
Ma pur in quell'ubriacatura di ottimismo e benessere, nessuno avrebbe messo una penna di valore in mano ad un bambinetto. Per cui i cominciai la mia ormai più che cinquantennale avventura con la scrittura armato di una penna biro per cui l'unico aggettivo adatto era "triste".
Le penne tristi.
Le penne dei remigini (nota per i nati dopo il 1980: l'anno scolastico cominciava il giorno di San Remigio) erano per antonomasia le BIC con la clip vecchio modello e col puntale del refil tutto in ottone. Spoglie, anonime, smorte, con la tendenza a cadere di punta, che pesava di gran lunga più del corpo, ed a rovinarsi irrimediabilmente, col tratto che diveniva irregolare ed incostante.
Per lo più erano nere o blu (le suore dove io ero stato internato pretendevano la nera), ma con un po' di fortuna trovavamo la rossa (vietatissima, perchè appannaggio della maestra) o la rarissima verde.
E chi aveva in cartella una verde o, peggio ancora, una rossa si comportava come un Carbonaro, condividendo il segreto con pochi fidatissimi, certo che in caso di denuncia il papà - che allora dava ragione di default alla maestra - avrebbe fatto in modo che prima rossi e poi verdi diventassero i nostri incolpevoli glutei.

Beh, oggi le penne tristi - che a tratti ho odiato con tutto me stesso - mi provocano invece gran nostalgia, e mi piacerebbe riaverne qualcuna. Ma, incredibilmente, a me non capita di trovarne.
Anche in rete non ci sono foto, se non di pubblicità...

BIC 3.JPG
BIC 3.JPG (15.56 KiB) Visto 5204 volte
BIC 2.jpg
BIC 2.jpg (18.32 KiB) Visto 5204 volte
BIC 4.jpg

Qualcuno si chiederà: "Dove va a parare Jebstuart?"
Semplice. Qualche vecchietto come me ne ha in casa qualcuna e la fotografa?

Tutto qui. Solo balzanerie nostalgiche di un anziano signore. :)
Ultima modifica di jebstuart il domenica 3 settembre 2017, 13:09, modificato 3 volte in totale.
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Giorgio1955
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Messaggio da Giorgio1955 »

Caro amico, come ti capisco... anch'io cominciai la I elementare nel 1960. I e II a scuola rigorosamente cannuccia e pennino e inchiostro nero! a casa le classiche biro del barone.
Giorgio
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jebstuart
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Messaggio da jebstuart »

Giorgio1955 ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 8:56 Caro amico, come ti capisco... anch'io cominciai la I elementare nel 1960. I e II a scuola rigorosamente cannuccia e pennino e inchiostro nero! a casa le classiche biro del barone.
Un collega!!! Lietissimo :)
Allora ricordavo bene. L'anno scolastico 1961-62 fu l'ultimo coi calamai...
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Messaggio da grafomane »

Ho fatto la prima elementare nel 1965. Ricordo bene i buchi per i calamai nei banchi e anche qualche calamaio superstite. Però niente biro: matita e poi stilografica. Una Pelikan verde a cartucce, anzi più di una causa cadute e rovina irreversibile dei pennini. Quella bic che vedo nelle pubblicità non me le ricordo, e neppure le réclame. Si vede che sono troppo giovane... :lol: :lol: :lol: In seguito , alle medie, si poteva usare la biro, ma non ricordo bene cosa usassi, credo di aver proseguito con la stilografica. Alle superiori ricordo di aver alternato stilografica, rapidograph e tratto pen. Insomma le biro non le ho mai frequentate molto e non ne ho nostalgia. La mia preferita resta comunque la bic cristal nera, classico dei classici tra quelle economiche, che porto sempre con me per firme e sigle veloci su verbali e registri, dove il tempo di asciugatura deve essere zero perché c'è sempre qualcuno in coda che deve leggere o firmare su un altro foglio dello stesso documento...
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Messaggio da jebstuart »

grafomane ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 10:22 Ho fatto la prima elementare nel 1965. Ricordo bene i buchi per i calamai nei banchi e anche qualche calamaio superstite. Però niente biro: matita e poi stilografica. Una Pelikan verde a cartucce, anzi più di una causa cadute e rovina irreversibile dei pennini. Quella bic che vedo nelle pubblicità non me le ricordo, e neppure le réclame. Si vede che sono troppo giovane... :lol:
Effettivamente sei più giovane, ma mica tanto ... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

La BIC con il cappuccio come lo conosciamo ora a mia memoria comparve nella seconda metà dei '60, ed a me arrivò in mano con la "Punta Fine", già allora caratterizzata da un fusto giallo-arancio e non più trasparente. Poi anche le tratto medio cominciarono ad avere la clip allungata, in concomitanza - se ben ricordo - con l'adozione di una punta in plastica ed ottone, e non più solo in ottone.
Io ho adottato la stilo in terza media. Al ginnasio, come te, ebbi unl lungo periodo Rapidograph (della serie nera), che però mi dava grandi problemi per la pessima qualità della carta, i cui residui otturavano i puntali 0.3 e 0.4 che erano i miei preferiti.

rapidograph.jpg
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Messaggio da Ombretta »

Ciao a Tutti,
io le ricordo quelle biro, ma le ho usate raarmete, alle elementari scrivevo con una stilografica Geha o con la classica Pelikan verde e nera, solo successivamente ho usato le penne biro per cui non nutro una particolare simpatia, ma c'è stato un periodo che le stilografiche le perdevo o me le fregavano a scuola perciò dovetti ripiegare , ultimamente sono tornata alle stilografiche, ora le mie compagne fedeli sono un'Aurora hastil e una Pilot Capless.
Buona giornata
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Messaggio da jebstuart »

Ombretta ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 12:10 Ciao a Tutti,
... alle elementari scrivevo con una stilografica Geha o con la classica Pelikan verde e nera...

Io le vedevo nelle tasche di papà e del nonno (che scriveva con una Geha che io utilizzo ancora oggi). Ma mi erano vietate.
Immagino fosse un tentativo di preservare penne di maggior valore dalle mani impacciate di un bimbo. Precauzione superflua, nel mio caso, visto che ero già ossessivo (e attento nel non danneggiare) almeno quanto oggi ... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


PS: Beninteso, le biro stanno antipatiche anche a me... mi sarebbe semplicemente piaciuto rivederne una in foto :)
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Messaggio da Pettirosso »

E ci sono anch'io in questi ricordi, accidenti!
1a elementare 1961/62, paesino di montagna, cannuccia e calamaio fino in 4a, dalla 5a consentita la stilografica (assolutamente bandite dalla maestra le biro perché "rovinavano la scrittura": e chi le può dar torto?).
Che ricordi io c'erano solo Auretta e Pelikano (che però era più cara).
Mio padre usava una Duo Cart e una 88 (che ho entrambe ancora perfettamente funzionanti).
Curioso come a volte la storia accomuni persone che non si conoscono: anche mio padre in quegli anni vendette la Fiat Topolino nera per acquistare una 1100 bicolore bianca e verdina, colori in allora molto in voga (per essere precisi era una 103 TV, forse lo era anche quella di tuo padre).
Io su quell'auto ho pure imparato a guidare (solo in garage, ovviamente, con qualche puntatina in cortile, ma questo non si dovrebbe dire, visto che ero ancora alle elementari e per arrivare ai comandi dovevo mettere un cuscino sul sedile...).
Comunque il cambio al volante e il pomello di avviamento sul cruscotto non li ho dimenticati.
Quanti ricordi mi sono venuti in mente leggendo il tuo post!
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Messaggio da jebstuart »

Pettirosso ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 12:58 Curioso come a volte la storia accomuni persone che non si conoscono: anche mio padre in quegli anni vendette la Fiat Topolino nera per acquistare una 1100 bicolore bianca e verdina, colori in allora molto in voga (per essere precisi era una 103 TV, forse lo era anche quella di tuo padre).
Io su quell'auto ho pure imparato a guidare (solo in garage, ovviamente, con qualche puntatina in cortile, ma questo non si dovrebbe dire, visto che ero ancora alle elementari e per arrivare ai comandi dovevo mettere un cuscino sul sedile...).
Comunque il cambio al volante e il pomello di avviamento sul cruscotto non li ho dimenticati.
Quanti ricordi mi sono venuti in mente leggendo il tuo post!

Infatti era una TV beige e marrone, ed aveva cambio al volante e pomello di avviamento al cruscotto, con inserti rigidamente in bachelite :)
Allora si desiderava imparare a guidare non per uscire con la ragazzina (cosa culturalmente del tutto irrealizzabile), ma come rito iniziatico di passaggio all'adolescenza. Si imprava in garage o nel cortile, e si metteva da parte l'abilità acquisita, come se fosse un Master.
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Messaggio da aleck »

jebstuart ha scritto: sabato 2 settembre 2017, 23:07 le BIC con la clip vecchio modello e col puntale del refil tutto in ottone.
Caro Jeb, ti segnalo che di quel periodo, con quel cappuccio, puoi ancora trovare le americane "BIC Banana" Immagine

Grazie per il bel racconto nostalgico, son cose che gente della mia generazione ha difficoltà anche a immaginare :-) Noi siamo nati con le biro, ormai a cavallo dell'era dei touch screen...
Ultima modifica di aleck il domenica 3 settembre 2017, 16:00, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Pettirosso »

jebstuart ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 13:06 Infatti era una TV beige e marrone, ed aveva cambio al volante e pomello di avviamento al cruscotto, con inserti rigidamente in bachelite :)
Allora si desiderava imparare a guidare non per uscire con la ragazzina (cosa culturalmente del tutto irrealizzabile), ma come rito iniziatico di passaggio all'adolescenza. Si imprava in garage o nel cortile, e si metteva da parte l'abilità acquisita, come se fosse un Master.
:thumbup: :thumbup: :thumbup:
L'unica altra auto con cambio al volante che ho poi avuto occasione di guidare, ma molti, molti anni dopo, è stata una Lancia Fulvia berlina 1a serie.
Ecco perché ho quel rapporto di amore/odio con la Parker 61: a me regalarono il set per la 1a comunione (1962), e lo conservo gelosamente, anche se non è purtroppo più in condizioni perfette (l'avevo usata per un po' dopo la laurea, e nell'uso ha manifestato la sua fragilità ed i suoi difetti nel quotidiano).
Comunque, se ancora non l'hai prendine una: è veramente figlia di quei tempi, ancora austera ma elegante e innovativa.
Chissà perché, anche se non è io l'ho sempre associata nella mia fantasia di bambino alla figura di JFK.
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Messaggio da jebstuart »

Pettirosso ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 15:36 L'unica altra auto con cambio al volante che ho poi avuto occasione di guidare, ma molti, molti anni dopo, è stata una Lancia Fulvia berlina 1a serie.
Ecco perché ho quel rapporto di amore/odio con la Parker 61: a me regalarono il set per la 1a comunione (1962), e lo conservo gelosamente, anche se non è purtroppo più in condizioni perfette (l'avevo usata per un po' dopo la laurea, e nell'uso ha manifestato la sua fragilità ed i suoi difetti nel quotidiano).
Comunque, se ancora non l'hai prendine una: è veramente figlia di quei tempi, ancora austera ma elegante e innovativa.
Chissà perché, anche se non è io l'ho sempre associata nella mia fantasia di bambino alla figura di JFK.
Non ci crederai, ma dopo la 1100 papà prese una Fulvia berlina 1a serie, grigio topo, con cambio al volante e tachimetro a rullo...

Quanto alla 61, l'ho comprata ieri sera... :mrgreen:
aleck ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 15:24 Caro Jeb, ti segnalo che di quel periodo, con quel cappuccio, puoi ancora trovare le americane "BIC Banana.

Grazie per il bel racconto nostalgico, son cose che gente della mia generazione ha difficoltà anche a immaginare :-) Noi siamo nati con le biro, ormai a cavallo dell'era dei touch screen...
Grazie a te, Alessandro :)

Le "Banana" (certo che potevaano spremersi un po di più ;)) rappresentano almeno in parte quel che cercavo. In mancanza di meglio, qualcuna me la procuro.
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jebstuart ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 15:57 Non ci crederai, ma dopo la 1100 papà prese una Fulvia berlina 1a serie, grigio topo, con cambio al volante e tachimetro a rullo...
Quanto alla 61, l'ho comprata ieri sera... :mrgreen:
Nooo! Una vera signora auto, e quel tachimetro a rullo lo ricordo benissimo.
Mio padre, invece, dopo continuò la tradizione con una 1100R (ricordo che era indeciso fra questa e una NSU Prinz 1000) blu pavone, già con cambio a cloche.
Poi, purtroppo, ebbe una brutta malattia e ci lasciò (me e mia madre) a 54 anni.
Quanto alla 61, complimenti! Secondo me ti hanno già dato tutti i suggerimenti giusti. E' una penna che non sopporta le mezze misure: o la usi quotidianamente o la lasci proprio ferma. Non lasciarla mai scarica senza averla prima lavata. Usa sempre lo stesso inchiostro, o, se cambi, prima lavala. Per sapere quanto inchiostro ti rimane svita il fusto e mettila in orizzontale su un tavolo: più il serbatoio è pieno più la penna penderà verso di lui, o viceversa verso la sezione (misura molto approssimativa, ma è quella suggerita sul libretto di istruzioni, non c'è altro modo). Sul wiki dovresti trovare il foglietto con anche le istruzioni della Casa su come caricarla, ecc.
Era una penna molto curata, in Parker secondo me avevano fatto un ottimo lavoro (tranne che, forse, sui materiali si poteva pretendere qualcosa di meglio, ma era l'epoca del consumismo...). I suoi limiti sono connaturati alla sua struttura.
Ciao, buona domenica!
Giuseppe.
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jebstuart ha scritto: domenica 3 settembre 2017, 9:30 Un collega!!! Lietissimo :)
Allora ricordavo bene. L'anno scolastico 1961-62 fu l'ultimo coi calamai...
Forse in città, ma non nel mio paese, infatti mio padre nacque nel '63 ma ha usato il pennino per almeno due o tre anni di elementari. Tra l'altro io, che ho 17 anni, alle elementari ho ancora adoperato gli stessi banchi di allora, già del tipo moderno, in ferro, legno truciolato e laminato plastico, ma che ancora presentavano il foro per il calamaio nell'angolo destro. Noi lo usavano per metterci le bottigliette d'acqua...
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Messaggio da mak97 »

Anche nella mia scuola alle elementari alcuni banchi avevano i buchi per il calamaio :roll:
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