ALONE N°3 di A.Z.&C. - 1920

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
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ALONE N°3 di A.Z.&C. - 1920

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Solo per vintagisti incalliti: cartuccisti esentati!

1. A3. box 1.jpg
Alone: contrazione di “all ane”, dall’antico inglese “all ana”, del tutto uno, come nel tedesco “allein”. Anche con il significato di “e niente altro”.
2. A3. box 2.jpg
La penna Alone, dunque, e niente altro!
Sfilando il cassetto dalla scatolina,…
3. A3. box 3.jpg
4. A3 capped 1.jpg
…ecco:
La penna
ALONE N.3 di A.Z.&C. misura senior in ebanite nera, pennino Warranted in oro 14 K, caricamento a contagocce, produzione (?) e commercializzazione Italia, fine anni Dieci.
5. A3. The Pen.jpg
Le misure
Chiusa: cm. 13,3
6. m2. A3. capped.jpg

Cappuccio: cm. 6,5
7. m2. A3. open 1.jpg

Fusto: cm. 12,5 (con pennino esposto di cm.2,1)
8. m3. A3. open 2.jpg
Con cappuccio calzato: cm. 17,4 (con pennino esposto di cm.2,4)
9. m4. A3. capped.jpg
Diametro massimo (al cappuccio): mm. 13,4
Diametro fusto all’iscrizione: mm. 11,7
Diametro medio all'impugnatura: mm. 10,6
Peso (a vuoto): gr. 13
Fusto: gr. 8
10. A3. posted.jpg
Continua
Ultima modifica di Musicus il lunedì 12 giugno 2017, 13:26, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Ipotesi di datazione e attribuzione
La penna è stata da me acquistata al mercatino in un lotto di oggetti provenienti da un ingegnere italiano che aveva fatto fortuna in Etiopia prima e soprattutto dopo la II Guerra Mondiale, stando a ciò e mi è stato riferito e a quanto ho potuto constatare di persona (tessera del P.N.F. dal 1923, poi foto con il Negus, Pajetta e Andreotti…). E in effetti, la nostra Alone N°3 stava (tra le altre) con una penna inglese fine anni Dieci che vi presenterò prossimamente. ;)
Apriamo nuovamente la scatolina, e scopriamo che sul fondo del cassettino è impressa una scritta in italiano…
11. A3. box.jpg
Poiché non ho reperito alcuna informazione sulla Marca (e nemmeno sull’acronimo del Produttore) né sui libri né in rete, la sola certezza è che la penna fosse destinata alla vendita sul mercato italiano.
La produzione materiale può essere avvenuta all’estero come in Italia, e questo potrebbe essere oltremodo difficile da verificare.

In un mercato (su scala mondiale) in rapida e costante evoluzione come quello delle stilografiche nella prima metà del Secolo XX, una eyedropper con chiusura a frizione del cappuccio non avrebbe avuto moltissime chance di vendita dopo la fine della Grande Guerra (1918), forse nemmeno in un mercato immaturo come quello italiano: Waterman stessa mantenne il modello con carica a contagocce, denominato “regular type dropper filling”, come modello di ingresso dal 1919 fino al 1925 almeno, ma esclusivamente con cappuccio a vite (che oggettivamente offriva maggior “sicurezza” contro le aperture accidentali se la penna veniva riposta nel taschino…). Eppure, tra i Produttori italiani è necessario ricordare che sia Tibaldi (dal 1916) che Aurora (dal 1919) avevano nel loro primo catalogo “semplici” eyedropper (la Casa torinese addirittura con cappuccio ad incastro non filettato, il F.A.S., fisso Aurora semplice, come quella in presentazione, ancora nel 1922!), che nella versione base si rivolgevano ad un pubblico con minori pretese tecnico/stilistiche ed una minore propensione o capacità di spesa...
Ciò detto, possiamo osservare come il warning (l’avvertimento, impresso a fondo all’interno del cartoncino)
NON LEVAR (sic) MAI IL PENNINO D’ORO DAL PORTAPENNA
riproduca esattamente il messaggio contenuto nelle “cardboard boxes” (scatoline in cartone) di Casa Waterman, il colosso americano che produceva le penne in assoluto più pubblicizzate in Italia a partire dal 1905: unica differenza rispetto al messaggio originale è la scelta del font, il carattere di stampa, che nel caso della Alone è “con grazie” molto pronunciate, mentre nell’originale americano per il mercato italiano è senza (font “sans serif”).
L’altra differenza è che la scatolina della Waterman (azzurra con scritte bianche senza disegni) ha un coperchio e non un cassettino, e in questo la Alone richiama la scelta della scatolina per rientranti della Tibaldi (per esempio). E’ proprio la particolare realizzazione di questa scatola, con le scritte ed il disegno della penna stampati “a fondo” (impressi) e dorati(!) :clap: , la ragione principale del mio acquisto e di questa recensione…
Questa l’iscrizione sul fusto della penna, ben visibile se adeguatamente illuminata.
12. A3. inscription and detail.jpg
ALONE N° 3
Sulla penna non vi è alcuna traccia, invece, delle iniziali della “Compagnia” produttrice (A.Z.&C.) presenti sulla scatolina.

Tuttavia, il tipo di caratteri (e anche l’uso di caratteri tutti diversi tra loro), il disegno e le dorature mi farebbero ritenere antecedente la concezione della scatolina, che daterei alla metà degli anni Dieci del Novecento: la scatolina, che ricorda le raffinate atmosfere liberty di inizio secolo, è sicuramente più ricca (e costosa da produrre) del modello americano e della maggioranza di scatoline in cartone nelle quali mi sono imbattuto.
13. A3. posted and box open.jpg
Ma torniamo alla penna.
La penna è una eyedropper classica, in stile (anche) Waterman, modello “cone cap” (con labbro del cappuccio conico ad incastro sul fusto anch’esso conico)
14. Waterman catalog 1908, cone cap eyedroppers.jpg
…che qui vediamo nella versione liscia riportata nel Catalogo americano del 1908.
15. W. A3 posted 2.jpg
La penna Alone è più massiccia di una Waterman 14 e se le lunghezze quasi coincidono,...
16. W14 e A3 capped.jpg
…sono i diametri a determinare la sostanziale differenza, avvicinando la Alone alle proporzioni di una Waterman 15 o 16.
17. W14 e A3 posted.jpg
In buona sostanza, ci troviamo di fronte ad una delle innumerevoli declinazioni della primissima forma di penna stilografica (di qua e di là dell’Atlantico): trattandosi di una penna il cui design e la cui tecnologia (spoon feeder soprattutto) era disponibile sul mercato mondiale da fine Ottocento e in Italia dal 1905 (come si ricava dalle pubblicità da me conferite al Wiki), la penna potrebbe essere stata prodotta in Italia dal 1914 (quando cominciavamo a costruirle in proprio anche qui da noi, con la Uhlmann’s Eterno di Milano, per esempio) ai primissimi anni Venti, quando il modello andò fuori mercato (per avere una scatolina così carina…).
Sempre fino a prova contraria. :thumbup:

Dovendo comunque provarmi a formulare un’ipotesi di attribuzione, proverò ad attingere, in cerca di idee, alla bibbia del collezionismo stilografico italiano, l’imprescindibile “La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” di Letizia Jacopini: dopo attenta lettura, ho rinvenuto le iniziali che potrebbero fare al caso nostro nel periodo che potrebbe coincidere (primi Novecento). Riporto per esteso la voce dell’Enciclopedia:
ZAT
Le stilografiche con questo marchio si collegano all'attività commerciale delle cartolerie di Attilio Zanaboni di Torino. I punti vendita, nei primi anni del 1900, erano ubicati in Corso Vittorio Emanuele (Grande Cartoleria Moderna), in Piazza Paleocapa (Cartoleria Zanaboni) e in Piazza Carlo Felice (Chiosco ZAT).
Si tratta di modelli in ebanite nera con caricamento a caduta e cappuccio a pressione, la cui origine produttiva non è nota. Le stilografiche ZAT, il cui nome è composto dalle iniziali di Zanaboni Attilio, vennero pubblicizzate diffusamente nell'area torinese, sia con inserzioni che con chiudilettera, una pratica molto diffusa all'inizio del secolo.

Nell’unica pubblicità disponibile riportata mostrata sull’Enciclopedia si legge:
LE PENNE ZAT
SI VENDONO NELLE
PREMIATE CARTOLERIE ZAT
DI
A. ZANABONI
-TORINO-
L.E. WATERMAN & C.
sarebbe quindi diventato
A.Z. & C.

Come sempre in questi casi, chiedo un parere conclusivo ai grandi Collezionisti. :ugeek:

Osservazioni
Il cappuccio (sul quale si aprono 4 fori di aerazione a coppie speculari, su due livelli) è perfettamente cilindrico e presenta un labbro conico per l’incastro sul fusto, sottolineato da un’incisione circolare. La decorazione della penna, molto usurata ma ancora visibile sotto una forte illuminazione, ricorda lo stile adottato dalle Swan degli anni Dieci, con cappuccio liscio, veretta incisa e fusto decorato a festoni guillochè.
18. A3. cap and barrel decoration.jpg
Il sistema di caricamento è a contagocce (o a caduta), semplice quanto affidabile ed elegante.
19. A3. eyedropper 2.jpg
Il gruppo scrittura è avvitato al fusto, come impone il sistema di caricamento.
L'alimentatore in ebanite, dalla inconfondibile configurazione piatta con tre canaletti del modello “spoon feed” brevetto Waterman, ma con canale principale meno profondo.
Il pennino in oro, dalla forma arcaica, ha un tradizionale foro a cuore ed è marchiato
WARRANTED
14 K
5
20. A3. nib and feeder.jpg
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Ultima modifica di Musicus il lunedì 12 giugno 2017, 13:25, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Musicus »

Conclusione
La penna è pronta per una prova di scrittura, che supera di slancio…
21. A3. writing sample.jpg
…dopo moltissimi anni, come ancora in pugno al suo primo proprietario…
22. Conclusion.jpg

Grazie per l'attenzione! :thumbup:

Giorgio
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sanpei
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Messaggio da sanpei »

Musicus ha scritto: Le stilografiche con questo marchio si collegano all'attività commerciale delle cartolerie di Attilio Zanaboni di Torino. I punti vendita, nei primi anni del 1900, erano ubicati in Corso Vittorio Emanuele (Grande Cartoleria Moderna), in Piazza Paleocapa (Cartoleria Zanaboni) e in Piazza Carlo Felice (Chiosco ZAT).
Si tratta di modelli in ebanite nera con caricamento a caduta e cappuccio a pressione, la cui origine produttiva non è nota. Le stilografiche ZAT, il cui nome è composto dalle iniziali di Zanaboni Attilio, vennero pubblicizzate diffusamente nell'area torinese, sia con inserzioni che con chiudilettera, una pratica molto diffusa all'inizio del secolo.

Nell’unica pubblicità disponibile riportata mostrata sull’Enciclopedia si legge:
LE PENNE ZAT
SI VENDONO NELLE
PREMIATE CARTOLERIE ZAT
DI
A. ZANABONI
-TORINO-
Anche rientranti in verità, prodotte da Elmo Montegrappa secondo me.

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sanpei ha scritto:
Musicus ha scritto: Le stilografiche con questo marchio si collegano all'attività commerciale delle cartolerie di Attilio Zanaboni di Torino. I punti vendita, nei primi anni del 1900, erano ubicati in Corso Vittorio Emanuele (Grande Cartoleria Moderna), in Piazza Paleocapa (Cartoleria Zanaboni) e in Piazza Carlo Felice (Chiosco ZAT).
Si tratta di modelli in ebanite nera con caricamento a caduta e cappuccio a pressione, la cui origine produttiva non è nota. Le stilografiche ZAT, il cui nome è composto dalle iniziali di Zanaboni Attilio, vennero pubblicizzate diffusamente nell'area torinese, sia con inserzioni che con chiudilettera, una pratica molto diffusa all'inizio del secolo.

Nell’unica pubblicità disponibile riportata mostrata sull’Enciclopedia si legge:
LE PENNE ZAT
SI VENDONO NELLE
PREMIATE CARTOLERIE ZAT
DI
A. ZANABONI
-TORINO-
Anche rientranti in verità, prodotte da Elmo Montegrappa secondo me.
Grazie G.M. Paolo!!
Bellissima la ZAT safety con fusto americano e testina/testona bianca tedesca (proprio come un Presidente attualmente in carica :mrgreen: ), per una "Penna dei Cavalieri" che ci riporterebbe poi in Italia... :D
Splendidi il cartoncino e il chiudilettera (che finalmente si può vedere 8-) )!
Ottimo materiale per il Wiki, che non veniva mostrato nemmeno dall'Enciclopedia...

Presumo nel contempo che tu non abbia notizie riguardo al Marchio mostrato nella recensione, che quindi potrebbe rimanere nel Limbo delle "chimere stilografiche"... :problem:

:thumbup:

Giorgio
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Messaggio da maxpop 55 »

Giorgio, mostri sempre delle chicche alle quali possiamo solo rimanere a bocca aperta (sperando che non entrino le mosche :lol: )
Poi che dire sulle tue recensioni e sui tuoi racconti ........... sono unici. :clap: :clap:
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

Ciao Giorgio,

complimenti per l'ennesimo interessantissimo ritrovamento e la notevole ricerca fatta per cercare di capirne le origini. Riesci sempre a trovare qualcosa di particolarmente interessante, ed in questo caso anche piuttosto misterioso...

Io non so dirti se sia davvero attribuibile alla A. Zanaboni, non vi è traccia di nessun marchio assegnato a questa ditta, ne niente che corrisponda ad "Alone" nel database dei marchi. Per cui resteremo sempre con l'incertezza su quell'A.Z.&C. ma la penna è senz'altro di ottima qualità, e la confezione davvero raffinata, chiunque l'abbia prodotta, non stava realizzando un prodotto tirato via. Speriamo che si trovino ulteriori tracce, e la tua penna non resti ... "alone".

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Messaggio da Musicus »

maxpop 55 ha scritto:...
Poi che dire sulle tue recensioni e sui tuoi racconti ........... sono unici. :clap:
Grazie, Massimo! Son proprio le storie che più mi interessano: di penne "per scrivere" bene o benissimo, ne avrei già a sufficienza... :D
:wave:
piccardi ha scritto:Ciao Giorgio,

complimenti per l'ennesimo interessantissimo ritrovamento e la notevole ricerca fatta per cercare di capirne le origini. Riesci sempre a trovare qualcosa di particolarmente interessante, ed in questo caso anche piuttosto misterioso...

Io non so dirti se sia davvero attribuibile alla A. Zanaboni, non vi è traccia di nessun marchio assegnato a questa ditta, ne niente che corrisponda ad "Alone" nel database dei marchi. Per cui resteremo sempre con l'incertezza su quell'A.Z.&C. ma la penna è senz'altro di ottima qualità, e la confezione davvero raffinata, chiunque l'abbia prodotta, non stava realizzando un prodotto tirato via. Speriamo che si trovino ulteriori tracce, e la tua penna non resti ... "alone".
Caro Simone,
come sempre hai perfettamente capito lo spirito del mio intervento e sono felice che tu l'abbia apprezzato!! :thumbup:
Alone però non rimarrà tale: andrà a far compagnia alle altre misteriose trovatelle che tu hai archiviato negli anni :clap: e chissà che un giorno...

Giorgio
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Messaggio da musicamusica »

Ciao Giorgio, grazie per questo ennesimo spaccato di storia, piacevolissima la vignetta della pubblicità comparativa di allora !
ciao
stefano
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Messaggio da Musicus »

musicamusica ha scritto:Ciao Giorgio, grazie per questo ennesimo spaccato di storia, piacevolissima la vignetta della pubblicità comparativa di allora !
Ciao Stefano, ti ringrazio per l'apprezzamento!! :thumbup:
La pubblicità della ZAT io l'avevo solo citata ma è stato il Gran Maestro ad allegarla insieme ad una penna del Marchio: come scrive Simone in un altro post, nel caveau del G.M. ci sono delle rarità da far gola al Museo Aurora... :ugeek:
Ma il mese scorso, e vedrai che ti farà piacere ;) , ho trovato al Mercatino (incredibile ma vero :twisted: ) una delle penne più interessanti per alcuni di "noi"...
Sto terminando di mettere insieme la documentazione, e poi ci risentiamo!!
Un caro saluto :wave:

Giorgio
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Messaggio da Medicus »

Siccome non sono un cartuccista, mi sento in dovere di rispondere.
Ma non sono neanche vintagista : arrivo agli anni trenta,forse anni venti e con pochi esemplari.
Tutto questo perchè non so che scrivere : avete già scritto tutto voi !
A me non resta che fare i complimenti e cercare di scacciare quelle noiosissime mosche che stanno gironzolando pericolosamente intorno alla mia bocca :o
:clap: :clap:
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Messaggio da Musicus »

Medicus ha scritto:...A me non resta che fare i complimenti e cercare di scacciare quelle noiosissime mosche che stanno gironzolando pericolosamente intorno alla mia bocca :o
:clap: :
Questa è bella!! :lol:
Grazie, Pierangelo, come sempre complimenti graditissimi!! ;)
:wave:

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Messaggio da muristenes »

Caro Giorgio, mi complimento una volta di più per la recensione e per la tua abilità nel ricostruire la storia di questa penna "solitaria" ;)
Ps: certo, poi il fatto che il GM ne abbia una mezza dozzina non conta, lui è fuori concorso :lol:
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Messaggio da Musicus »

muristenes ha scritto:Caro Giorgio, mi complimento una volta di più per la recensione e per la tua abilità nel ricostruire la storia di questa penna "solitaria" ;)
Ps: certo, poi il fatto che il GM ne abbia una mezza dozzina non conta, lui è fuori concorso:
Ciao A, bentrirovato!! ;)
L'attribuzione agli stessi Produttori della ZAT è solo una mia ipotesi (peregrina?) e il G.M. chiosava l'Enciclopedia della Signora Jacopini: ma mancano informazioni sulla ALONE... :D
Un dettaglio che forse può essere sfuggito è che nell'ultima immagine della recensione ho inserito una foto del vecchio proprietario mentre scrive proprio con quella penna, o almeno così mi sembra...
Vai a farti un giretto dalle lumache,
viewtopic.php?f=13&t=14604
che qui c'era poco da sorridere... :lol:
Un caro saluto, A!! :thumbup:

Giorgio
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