Penne (troppe) che non funzionano

Tecniche e consigli per l'uso, la manutenzione e la riparazione delle penne stilografiche.
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mario70
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Penne (troppe) che non funzionano

Messaggio da mario70 »

Buongiorno a tutti. Come anticipato ieri nel corso della mia presentazione, mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione un mio grande dubbio ( una serie di dubbi) che ho da tempo.
Negli ultimi dieci anni mi sono dedicato alla scrittura con stilografiche, con grande piacere.
Ne ho comprate, provate, scambiate, vendute tante, fino ad arrivare a un piccolo "parco" di una dozzina di penne, tutte affidabili, fedeli compagne di ogni giorno.
Ma per arrivare a questo, la strada è stata difficile e irta di ostacoli.
Premesso che ho sempre trattato le penne con il massimo garbo e la massima cura, e che uso in pratica due soli tipi di inchiostro, entrambi superaffidabili, come Aurora Black e Blue, vado a sciorinare il mio personale "cahiers des doléances", ovvero una lista di tutte le penne che mi hanno dato problemi:

Aurora Duocart : ben due esemplari, entrambi con manifeste perdite di inchiostro .
Aurora K : pennino EF simile a un chiodo, flusso quasi nullo, scrittura impossibile.
Conklin Symetrik: frequenti interruzioni nella scrittura, mancate ripartenze dopo soste di solo un'ora.
Conklin Duragraph: come sopra.
Pelikan Pura: come sopra.
Pelikan Epoch: come sopra
Pelikan Stola III: come sopra.
Noodler's Ahab : anche qui 2 esemplari, perdite di inchiostro copiose, tratto intermittente.
Pilot Prera: dopo un mese di funzionamento soddisfacente, improvvisamente smette di scrivere.
Delta Italiana: scrittura non fluida, interruzioni e salti.
Marlen One: come sopra
Aurora Ipsilon: come sopra
Kaweco Student: come sopra

Non mi pare malaccio, sono incidenti capitati in meno di 2 anni.
Come noterete, si tratta di penne dal volore medio-basso, infatti, con penne più costose ho avuto un livello di qualità migliore. Ho alcune Pelikan delle serie M400, M600 e M800, tutte impeccabili fin dal primo giorno. Lo stesso dicasi per le Sailor che ho avuto per le mani.
Leggendo le vostre recensioni, noto che non sono il solo a fare questo tipo di osservazioni: ho letto recensioni di penne da oltre 700 Euro di valore le quali, alla prima prova, non scrivono.

A questo punto mi domando:
- come è possibile tutto ciò? faccio fatica a farmi venire in mente una categoria di prodotti - tra quelli che usiamo quotidianamente . cha presentino una simile frequenza di guasti e malfunzionamenti.
- come lavora una fabbrica di penne? non vengono usate delle macchine ? viene fatto tutto a mano ed è per questo che un addetto meno accorto è in grado di produrre penne che non funzionano? Io solo così riesco a spiegarmi per quale motivo la Pelikan Epoch che ho acquistato io non andava proprio, mentre quella che il mio rivenditore ha venduto il giorno dopo, e proveniente dallo stesso lotto di fornitura, invece funzionava egregiamente.Lo stesso esempio vale per tutte le altre marche.
Non parliamo poi dei pennini. Non ce n'è uno - o quasi -che scriva uguale, anche se la misura è la stessa.
- Come si spiega questa mancanza di uniformità, tra l'altro nociva dal punto di vista commerciale? Parliamo non di una tecnologia nuova, da testare, ma di un tipo di lavorazione che ha oltre un secolo, in parole povere, sia pure con miglioramenti intervenuti nel tempo.

- Infine: che "vantaggio " hanno i produttori a mettere in commercio un così alto numero ( almeno credo) di penne che non funzionano? Non si ritorce poi contro di loro? Immaginiamoci un neofita che si imbatta subito in due o tre penne che non vanno, e debba affrontare il piccolo calvario che ne consegue: scrivere o recarsi dal venditore, farsi cambiare o riparare la penna ( a volte occorre uno o due mesi), eccetera. Con che spirito si sente poi di proseguire con la sua passione?

Diciamo, in conclusione, che alla fine io non ci ho poi rimesso soldi: sono sempre riuscito a farmi riparare o sostituire le penne "fallaci", oppure ho preso altra merce in cambio. Ma vi assicuro che tante seccature non sono state piacevoli.

Chiudo qui. Mi scuso per la prolissità, ma credo sia un argomento interessante che ha toccato forse tanti.
Un salutone e buona giornata, e ottime scritture.
Mario
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maxpop 55
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Messaggio da maxpop 55 »

Non conosco tutte le penne da te citate, però cercherò di esserti utile per quelle che conosco

1) Aurora Duocart : levando l'alimentatore (si leva l'attacco della cartuccia,si leva il tubicino posto dietro l'alimentatore e si spinge l'alimentatore aiutandosi con un tubicino in metallo, va bene anche un perno della misura giusta)dopo una bella lavata con acqua e spazzolino, si riposiziona il tubicino e ruotandolo si regola l'afflusso dell'inchiostro.
2) Aurora 88 K: Dopo una pulita all'alimentatre controllare con una lente se le punte sono simmetriche , nel caso non lo siano con le dita allineare le punte. Per donare fluidità ala scrittura addolcendola se il pennino è a posto scrivere un paio di frasi su della carta micromesh da 8000 poi su quella da 12000
3) Quando l'afflusso dell'inchiostro è magro si smonta il pennino e si passa un foglio di acetato nello spacco per allargare i rebbi, al 90% si risolve
4) Per la scrittura non fluida in genere una buona lavata con acqua con qualche goccia di detersivo per piatti e si risolve.
In caso negativo controllare l'allineamento delle punte col metodo suddetto, o/e allargare i rebbi e nel caso che sia ruvida la scrittura passare la carta Micromesh.

Mario, quando hai problemi con qualche penna è meglio discutere di una alla volta nell'apposita sezione "tecnica" è inutile mettere tanta carne a cuocere.
Ultima modifica di maxpop 55 il martedì 13 marzo 2018, 10:36, modificato 1 volta in totale.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
XFer
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Messaggio da XFer »

mario70 ha scritto: martedì 13 marzo 2018, 9:36 Non parliamo poi dei pennini. Non ce n'è uno - o quasi -che scriva uguale, anche se la misura è la stessa.
- Come si spiega questa mancanza di uniformità, tra l'altro nociva dal punto di vista commerciale? Parliamo non di una tecnologia nuova, da testare, ma di un tipo di lavorazione che ha oltre un secolo, in parole povere, sia pure con miglioramenti intervenuti nel tempo.
Ciao Mario,
sì, anche io mi sono fatto varie volte questa domanda; ho avuto problemi con varie penne di tutte le fasce di prezzo, dall'Aurora Talentum D11 alla Pilot 743.
E anche io ho notato una eccessiva variabilità nei tratti dei pennini, anche se teoricamente uguali e della stessa misura.
Peraltro, leggendo sui noti forum internazionali, siamo in ottima compagnia; addirittura mi pare che lì si faccia strada l'idea che una penna vada comunque revisionata da un nibmaster anche se nuova, prima di iniziarla a usare!
Immagino che quando si lavorano parti così piccole sia difficile garantire le tolleranze strettissime che porterebbero all'agognata affidabilità e standardizzazione. Forse le attrezzature necessarie per una lavorazione totalmente precisa sarebbero troppo costose per un'industria che non è comunque quella motoristica (per fare un esempio).
Alcune penne di alta gamma sono semiartigianali e si può contare sulla revisione finale personalizzata da parte del nibmaster prima che escano dalla fabbrica, ma mi pare improbabile possa avvenire per penne diciamo da meno di 1'000 euro.

Voglio peraltro notare che questi problemi di variabilità si hanno anche in altri settori che conosco bene, come gli obiettivi fotografici, anche di Marche molto famose e anche per modelli molto costosi. Non che "mal comune mezzo gaudio", ma penso che il problema del controllo di qualità sia una piaga per certi settori! Troppo costoso da implementare come piacerebbe a noi. :(

Concludo aggiungendo che capisco che a molti problemi c'è soluzione tramite assistenza della Casa o tramite interventi in proprio, ma a parte la grandissima seccatura di avere uno strumento che non funziona bene (e la seccatura ancora più grande di doverci perdere prezioso tempo), la mia esperienza con le assistenze ufficiali è tutt'altro che rosea, e ho la manualità di un rinoceronte! :D

Fernando
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Messaggio da subottini »

Concordo con le opinioni di XFer (FErnando) . Anche a me è successo sovente di avere problemi con penne nuovissime, e non sono assolutamente capace a smontarle un alimentatore, pulire tubicini e maneggiare i rebbi, farei solo danni ulteriori. Sarebbe invece auspicabile che i costruttori riuscissero a dare un po' più di omogeneità alle produzioni.
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Messaggio da Ottorino »

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Messaggio da analogico »

Ritorno al forum dopo tanto tempo con l'intenzione di leggere una minima parte di quello che mi sono perso e trovo subito questo argomento che riporta all'attenzione un dubbio che io mi sono sempre posto.
La penna stilografica, al di la delle complicazioni legate ai diversi sistemi di caricamento, è uno strumento elementare che scrive grazie a due soli componenti che sono il pennino e l'alimentatore il cui funzionamento si basa su due principi altrettanto elementari: gravità e capillarità.
Alla luce di ciò trovo veramente eccessivi i problemi legati alla qualità della scrittura che si palesano sulle penne nuove.
Su quelle usate, si può parlare di usura, maltrattamenti precedenti, mancanza di pulizia ecc. ecc. ma che , faccio per dire, cinque penne uguali con cinque pennini nominalmente della stessa gradazione scrivano in cinque maniere differenti anche molto differenti tra loro, o che abbiano frequenti problemi di scrittura, mi pare un tantino "fuori dal mondo".
subottini ha scritto: martedì 13 marzo 2018, 14:27 Sarebbe invece auspicabile che i costruttori riuscissero a dare un po' più di omogeneità alle produzioni.
....appunto
XFer ha scritto: martedì 13 marzo 2018, 10:22
Voglio peraltro notare che questi problemi di variabilità si hanno anche in altri settori che conosco bene, come gli obiettivi fotografici, anche di Marche molto famose e anche per modelli molto costosi.
Fernando
E' in parte vero, ma il paragone con le stilografiche non è molto calzante.
Un obiettivo fotografico è il frutto dell'assemblaggio di diverse decine, spesso centinaia, di componenti di natura totalmente differente l'uno dall'altro, componenti meccanici, ottici, elettronici in quelli moderni, tenendo insieme una molteplicità di materiali diversi tra loro, vetro ottico, metalli vari, plastiche, teflon schede elettroniche ecc. ecc. ognuno dei quali reagisce in maniera diversa all'usura, ai maltrattamenti, ai cambi di temperatura, al grado di umidità e via discorrendo.
Senza contare i complicati calcoli di ottica, fisica, matematica che stanno alla base del progetto.
In un obiettivo, davvero lo spostamento infinitesimale nel posizionamento di una sola lente dello schema ottico basta e avanza per mandare a monte tutto.
Una stilografica no, si tratta di due massimo tre componenti, sempre quelli, da mettere insieme e cercare di farli funzionare come si deve, non mi pare una cosa così complessa da realizzare per aziende che producono penne , pennini o alimentatori che siano , spesso da decine e decine di anni.

Ciò detto, saluto tutti e mi rituffo nella lettura.


(....tanto io , di penne nuove, non ne compro più....da un pezzo :D :D )
Antonio

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Messaggio da Ottorino »

Ciao Antonio e bentornato.

Una nota; quelle vecchie funzionano perche' son state selezionate.
Quelle rimaste nei cassetti inchiostrate poco, spesso hanno un pennino troppo stretto e
manifestano lo stesso difetto di scrivere male proprio come quelle nuove.

Prima pero' ne vendevano molte e quindi c'era assistenza "locale" come mostrano i manuali d'epoca dove si insegnava al venditore a fare una minima assistenza per risolvere i problemi del cliente.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Penne (troppe) che non funzionano

Messaggio da Siberia »

Anche io ho acquistato, nel corso degli ultimi dieci anni, numerose penne nuove di negozio non funzionanti al punto che, oltre ad imparare qualcosa su "l'arte del pennino" effettuando personalmente le giuste regolazioni, sono passato alle stilo degli anni 70. Per me non ha senso comprare cose nuove che non funzionano. Meglio le vecchie da riparare. Pennini nuovi con rebbi chiusi o staccati dall'alimentatore o con rebbi troppo aperti, secondo me, sono una vera e propria problematica di settore. Ne ho trovati su tutte le marche: Pelikan, Kaweko, Aurora, Delta, Visconti, Parker, Waterman, Montegrappa, Conklin, Pilot, Platinum e altre. Le uniche che non ho comprato ancora, sono Sailor, Montblanc e Omas.
Si è parlato più volte di ciò, mai in modo approfondito. Anche qui viewtopic.php?f=18&t=15548 . Più volte ho evitato di regalare stilo a chi non è appassionato anche per evitare spiacevoli sorprese
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Messaggio da analogico »

Ottorino ha scritto: martedì 13 marzo 2018, 18:18 Ciao Antonio e bentornato.
Grazie Ottorino
Antonio

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Messaggio da maxpop 55 »

Ciao Antonio, bentornato anche da parte mia. :wave:
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Messaggio da analogico »

maxpop 55 ha scritto: martedì 13 marzo 2018, 20:13 Ciao Antonio, bentornato anche da parte mia. :wave:
Grazie !!
Antonio

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Messaggio da MaPe »

Ho più penne moderne che vintage e "diversamente giovani" (non disprezzo le penne che hanno alle spalle diversi lustri, anzi per certi versi sono più belle di quelle moderne, ma preferendo i tratti molto sottili devo guardare al moderno ed ancora più spesso al moderno del sol levante). Nella mia piccola esperienza non ho mai incontrato grossissimi problemi, a parte per una Sailor Sapporo dove c'era un problema al pennino che mi è stato prontamente sostituito. Per tutto il resto un buon lavaggio ed una eventuale (rara) passata con del micro mesh ha risolto quei piccoli inconvenienti che ho riscontrato in pochi esemplari.
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Messaggio da Ironnib »

In effetti giustificazione non c'è, tanto meno se si considera che "medio economiche" si parla di 80/100 € cifra che, per una penna, deve essere garanzia assoluta che sia quanto meno una penna e cioè che scriva.
Se passiamo alle ecnomiche il discorso si rinforza ancora perchè scrivono quaisi sempre perfettamente; non hanno chissàche finiture ma l'elemento maestro è soddisfatto:scrivono.

Tecnologia vecchia e consolidata che forse per tale motivo viene data per scontato a favore di "effetti speciali" (finiture, colori, ecc.) che paradossamente spostano il fuoco dal vero obiettivo: scrivere, sempre e bene.
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