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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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parker 61 a capillarità
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Re: parker 61 a capillarità
Sul wiki ci sono una marea di brevetti relativi al caricamento per capillarità (grazie Simone!)
In particolare, questo brevetto depositato in GB li presenta un poco tutti, tra i quali quello che ha descritto Marcello (quello con dei forellini sfrangiati etc. a pagina 19 ).
http://www.fountainpen.it/index.php?tit ... pdf&page=1
in attesa di trovare qualche foto. (Se lo hai già visto...fai finta che non abbia scritto nulla! )
Nello
In particolare, questo brevetto depositato in GB li presenta un poco tutti, tra i quali quello che ha descritto Marcello (quello con dei forellini sfrangiati etc. a pagina 19 ).
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Re: parker 61 a capillarità
Nonostante tutti i brevetti di caricamento per capillarità, questa soluzione ( geniale nell'ideazione, ma fallimentare nella pratica) l'ho vista solo nelle Parker mod. 61. Vi risulta che altre ditte abbiano adottato in qualche modello questo tipo di caricamento ?
Saluti. Valerio
Saluti. Valerio
- nello56
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Re: parker 61 a capillarità
permettimi di dissentire, io ho un paio di 61 ed il sistema sulle mie funziona molto bene!valerio50 ha scritto:ma fallimentare nella pratica
Io penso che, l'alternativa della cartuccia o del converter, produttivamente costi molto meno e sia questa principalmente la causa dell'abbandono di tale sistema (come per quello a leva,pulsante etc.)
Modelli di penne che utilizzino questo sistema, io conosco solo la 61, la Waterman X e la Platignum 100. La 61 si ricarica immergendo la parte posteriore, le altre due immergendo il pennino. Ovviamente, se qualcuno conosce altri modelli, un Suo intervento integrativo è gradito!
Nello
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parker 61 a capillarità
La mia Parker 61 funziona benissimo, carica molto, dura molto e la uso in aereo senza problemi.
La mia passione per le stilografiche - ora dilagata irrimediabilmente - è stata scatenata anni fa da una Paker 61. Era di mio padre, che nella senilità aveva perso la memoria di molte cose. Ricordava ancora che si trattava della sua stilografica preferita (prima di abbandonarle tutte sdegnosamente nel cassetto in cambio di una bic: all'epoca, si pensava che il progresso consistesse in questo...), "la migliore in assoluto" mi diceva, ma ... non sapeva perché. Io: "Come si carica?"; Lui "non ne ho la minima idea, mi ricordo che è molto comoda e non macchia". Io: "ma questa cosa grigia dietro si svita?" Lui: "mi sembra che non lo ho mai fatto". Bisogna ammettere che si portava la demenza senile con molta classe il mio povero babbo, d'altronde era stato un professore universitario.
Alla fine un collezionista mi ha spiegato, il tutto mi è sembrato spaziale, e da lì è partito l'interesse...
Volevo condividere la storiella con voi!
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Interessantissima la spiegazine di Marcello, molto chiara, certo le foto aiuterebbero.PeppePipes ha scritto: ↑giovedì 15 ottobre 2015, 14:34 Mi spiace non trovare più alcune foto che avevo fatto al "contenuto" della cartuccia a capillarità della 61.
Se mi sarà possibile le rifarò, ma nel frattempo cerco di raccontarlo sperando di riuscire a farlo comprendere.
Non sono certo al 100% che tutte le 61 siano fatte allo stesso modo, ma chi pensa (come successo a me) che l'interno del contenitore rivestito in teflon contenga del materiale poroso, sbaglia completamente strada.
In realtà, avvolto su se stesso, c'è solo un sottile foglio, lungo ad occhio e croce una decina di cm, di un materiale plastico trasparente, analogo a quello che comunemente si definisce "nylon"; una cosa, per capirci, simile alle pellicole che proteggono i display dei telefonini.
La superficie del foglio è totalmente incisa con tagli di pochi mm di lunghezza e distanti pochi mm tra di loro disposti a 45 e 315°, ovvero disposti a "V", disposte su ripeture file parallele. Immaginate questi come se fossero stati fatti con un cutter non perfettamente affilato, che ha lasciato i bordi minimamente sollevati. Verosimilmente questo impedisce alle spire avvolte di aderire perfettamente le una alle altre, andando quindi a costituire l'accesso capillare; i singoli tagli invece, secondo la mia interpretazione, funzionano da micro-serbatoi.
Il problema principale di questo bel sistema è la scarsa capienza di carica.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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C'è una 61 signet in viaggio dal Regno Unito.
Approfitto finché sono ancora nell'Unione.
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Michele
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Effettivamente la maggior parte vengono da lì e i prezzi sono ancora abbordabili. Poi bagnetto per un po' e tornano ad una nuova giovinezza!
- zoniale
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E' arrivata.
E' perfetta.
Ora è alle terme.
p.s. pare che la sciura May ora voglia fare una Brexit con libera circolazione delle merci: più penne per tutti.
Michele
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Complimenti Michele la 61 è una gran penna, l'unica cosa cdi cui mi lamento è la scarsa capienza del serbatoio.
Grazie sig. May, più penne per tutti
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Tra l'altro è identica a quella signet che sta sul nostro Wiki e che (mi pare di riconoscere lo stile del fotografo) potrebbe essere tua.
Michele
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Riprendo questo post per inserire qualche fotografia del sistema a capillarità. personalmente ho capito che il sistema per funzionare al meglio ha bisogno dell'assoluta pulizia sopra tutto i canali dell'alimentatore, non devono essere ostruiti da residui secchi di inchiostro, ne limiterebbero fortemente l'effetto "camino" durante la carica, questo è il mio pensiero oltre la diverse prove sul campo