Omas 556/S: Pennino stitico ...

Tecniche e consigli per l'uso, la manutenzione e la riparazione delle penne stilografiche.
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piccardi
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Omas 556/S: Pennino stitico ...

Messaggio da piccardi »

maxpop 55 ha scritto: martedì 21 maggio 2019, 9:50 Io avrei avuto paura di usare la pistola termica raggiunge temperature troppo alte.
Occorre stare molto attenti, ma dipende dalla pistola termica. Ce ne sono (ormai non le vedo più in vendita) di quelle termostatate che possono regolare la temperatura dell'aria da 50° a 400°, quelle ordinarie da carrozziere, che partono direttamente da centinaia di gradi sono ovviamente da evitare, ma ci sono anche oggetti come quello riportato sul wiki:

Immagine

Questa arriva più o meno alle temperature di un phon, e con un minimo di accortezza si può usare senza sciogliere direttamente la penna.

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Messaggio da maxpop 55 »

piccardi ha scritto: martedì 21 maggio 2019, 10:33
maxpop 55 ha scritto: martedì 21 maggio 2019, 9:50 Io avrei avuto paura di usare la pistola termica raggiunge temperature troppo alte.
Occorre stare molto attenti, ma dipende dalla pistola termica. Ce ne sono (ormai non le vedo più in vendita) di quelle termostatate che possono regolare la temperatura dell'aria da 50° a 400°, quelle ordinarie da carrozziere, che partono direttamente da centinaia di gradi sono ovviamente da evitare, ma ci sono anche oggetti come quello riportato sul wiki:

Immagine

Questa arriva più o meno alle temperature di un phon, e con un minimo di accortezza si può usare senza sciogliere direttamente la penna.

Simone
Grazie Simone, non l'avevo mai vista , si trova in vendita nei centri commerciali?
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Messaggio da vynce »

Purtroppo ho letto delle temperature "ammissibili" solo dopo aver portato a casa la pistola ...
Tuttavia, alla opportuna distanza e proteggendo con la dita sezione e fusto, secondo me funziona bene. Attenti a non scottarsi le dita! :geek:
La vera questione è che bisogna capire quando il "bitume"è sufficientemente caldo da poter iniziare la rotazione dei due elementi.
Tornando alla penna: a casa non avevo un phon,ma avevo un trapano! :D
Con una decina di euro mi sono procurato legno, viti e punte da legno. Molto più facile del previsto! E se lo dico io, credeteci.
Ecco l'attrezzo di Max ...
20190521_171819.jpg
Con un puntale in legno (di sezione adeguata) ed un martello ho effettuato lo smontaggio del pennino ...
20190521_172047.jpg
Mi sembra sia tutto ok.
Purtroppo la mia incompetenza non mi premette di apprezzare la deformazione dell'alimentatore ... A me sembra dritto!
20190521_172637.jpg
Tuttavia ho provato,scaldandolo,a piegarlo un pò "verso il pennino".
Ho rimontato il tutto e, caricando ad acqua la penna, ho fatto delle prove di scrittura, osservando in controluce se il pennino scrivesse.
Senza pressione delle dita sulla penna, mi sembra lo faccia. Qualcosa è cambiato!
Domani carico inchiostro ... Poi vi farò sapere. Grazie Max per i tuoi tutorial ... :thumbup:
Nota a margine: in questi giorni, preso da pennite,oltre alla Omas ho acquistato anche una Aurora 88 big (credo anni '90 ... pennino lungo 14k), il prezzo era decisamente, troppo, invitante. Con grande dispiacere noto che (da incompetente) il confronto con le "anziane", ahimè, non regge. Neanche con le 88 "Nizzoli". Peccato.
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Messaggio da maxpop 55 »

vynce ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 2:15 Purtroppo ho letto delle temperature "ammissibili" solo dopo aver portato a casa la pistola ...
Tuttavia, alla opportuna distanza e proteggendo con la dita sezione e fusto, secondo me funziona bene. Attenti a non scottarsi le dita! :geek:
La vera questione è che bisogna capire quando il "bitume"è sufficientemente caldo da poter iniziare la rotazione dei due elementi.
Tornando alla penna: a casa non avevo un phon,ma avevo un trapano! :D
Con una decina di euro mi sono procurato legno, viti e punte da legno. Molto più facile del previsto! E se lo dico io, credeteci.
Ecco l'attrezzo di Max ...
20190521_171819.jpg
Con un puntale in legno (di sezione adeguata) ed un martello ho effettuato lo smontaggio del pennino ...
20190521_172047.jpg
Mi sembra sia tutto ok.
Purtroppo la mia incompetenza non mi premette di apprezzare la deformazione dell'alimentatore ... A me sembra dritto!
20190521_172637.jpg
Tuttavia ho provato,scaldandolo,a piegarlo un pò "verso il pennino".
Ho rimontato il tutto e, caricando ad acqua la penna, ho fatto delle prove di scrittura, osservando in controluce se il pennino scrivesse.
Senza pressione delle dita sulla penna, mi sembra lo faccia. Qualcosa è cambiato!
Domani carico inchiostro ... Poi vi farò sapere. Grazie Max per i tuoi tutorial ... :thumbup:
Nota a margine: in questi giorni, preso da pennite,oltre alla Omas ho acquistato anche una Aurora 88 big (credo anni '90 ... pennino lungo 14k), il prezzo era decisamente, troppo, invitante. Con grande dispiacere noto che (da incompetente) il confronto con le "anziane", ahimè, non regge. Neanche con le 88 "Nizzoli". Peccato.
Vincenzo
Hai visto, costruirsi l'attrezzo è molto più facile del previsto.
L'alimentatore, nella parte superiore, soprattutto verso alla punta deve essere dritto e senza la minima flessione verso il basso.
L'importante che hai fatto tutto da solo, vai che è una bella soddisfazione. :thumbup:
Questa frase "Con grande dispiacere noto che (da incompetente) il confronto con le "anziane", ahimè, non regge. Neanche con le 88 "Nizzoli". Peccato.", non mi è troppo chiara, forse sono io che sto dormendo, me la spieghi?
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Messaggio da vynce »

Ciao Max,
grazie per l'attenzione.
La mia percezione è che le penne più anziane hanno un costrutto progettuale più "profondo": design, materiali, qualità di scrittura. Ad esempio: se confronto il pennino "flessibile" EF della Nizzoli (scrivendoci) con quello della "nuova" 88 big (scrivendoci) non ci sono paragoni: con la nuova non ho le stesse "emozioni". Certo, la nuova funzione bene, nulla da dire. Però non è la stessa cosa. Lo vedi sulla carta.
Sul design: sarà vero che la Aurora del dopoguerra era una risposta commerciale alla Parker 51, ma Marcello Nizzoli non era il primo venuto. Esteticamente parlando, tra la Nizzoli e la attuale non ho nessun dubbio. Il design della attuale non è all'altezza: anomima ( sul design qualcosa ne so).
Proprio oggi mi è arrivata una 88P ( mi mancava alla collezione... :D ), sono troppo felice. Costo: stilografica e biro in cofanetto 35 euro, spese comprese. Non è una questione venale, chi è appassionato non guarda ai soldi. Il punto è che "mi appaga" di più della big che mi è costata tre volte tanto e l'ho pagata poco! Non credo sia, semplicemente, nostalgia delle "madeleine" di proustiana memoria.
Identica sensazione ho provato con le OMAS recenti ...
Ho una Eversharp Symponhy acquistata (per sbaglio ... :D) quando non sapevo neanche che cosa fosse: morbidezza, flessibilità, affidabiltà del pennino.
Un design avveniristico e, dopo 70 anni, sembra nuova. Mi vergogno a dire quanto mi è costata.
Insomma, piacere di scrivere e di avere una penna in mano fatta bene. Chi compra una stilografica oggi non fa il confronto con le biro: vuole altro ed a un prezzo accettabile. Se debbo spendere 500 euro per una penna che possa,forse, tenere il confronto con le "anziane" ... ma anche no.
Spero di aver chiarito il senso della mia affermazione.

Riguardo alla Omas: l'alimentatore non era perfettamente dritto ... (Max sei troppo bravo!) e secondo me non l'ho raddrizzato abbastanza (avevo paura di esagerare) .
Domani faccio la prova "inchiostro" poi posto i risultati. Abbiate la pazienza di darmi un responso ... :D
Un abbraccio.
Vincenzo
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Messaggio da maxpop 55 »

vynce ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 19:19 Ciao Max,
grazie per l'attenzione.
La mia percezione è che le penne più anziane hanno un costrutto progettuale più "profondo": design, materiali, qualità di scrittura. Ad esempio: se confronto il pennino "flessibile" EF della Nizzoli (scrivendoci) con quello della "nuova" 88 big (scrivendoci) non ci sono paragoni: con la nuova non ho le stesse "emozioni". Certo, la nuova funzione bene, nulla da dire. Però non è la stessa cosa. Lo vedi sulla carta.
Sul design: sarà vero che la Aurora del dopoguerra era una risposta commerciale alla Parker 51, ma Marcello Nizzoli non era il primo venuto. Esteticamente parlando, tra la Nizzoli e la attuale non ho nessun dubbio. Il design della attuale non è all'altezza: anomima ( sul design qualcosa ne so).
Proprio oggi mi è arrivata una 88P ( mi mancava alla collezione... :D ), sono troppo felice. Costo: stilografica e biro in cofanetto 35 euro, spese comprese. Non è una questione venale, chi è appassionato non guarda ai soldi. Il punto è che "mi appaga" di più della big che mi è costata tre volte tanto e l'ho pagata poco! Non credo sia, semplicemente, nostalgia delle "madeleine" di proustiana memoria.
Identica sensazione ho provato con le OMAS recenti ...
Ho una Eversharp Symponhy acquistata (per sbaglio ... :D) quando non sapevo neanche che cosa fosse: morbidezza, flessibilità, affidabiltà del pennino.
Un design avveniristico e, dopo 70 anni, sembra nuova. Mi vergogno a dire quanto mi è costata.
Insomma, piacere di scrivere e di avere una penna in mano fatta bene. Chi compra una stilografica oggi non fa il confronto con le biro: vuole altro ed a un prezzo accettabile. Se debbo spendere 500 euro per una penna che possa,forse, tenere il confronto con le "anziane" ... ma anche no.
Spero di aver chiarito il senso della mia affermazione.

Riguardo alla Omas: l'alimentatore non era perfettamente dritto ... (Max sei troppo bravo!) e secondo me non l'ho raddrizzato abbastanza (avevo paura di esagerare) .
Domani faccio la prova "inchiostro" poi posto i risultati. Abbiate la pazienza di darmi un responso ... :D
Un abbraccio.
Vincenzo
Sono pienamente d'accordo con te, per questo anch'io mi sono buttato su quelle d'epoca, però non disdegnando qualche moderna.
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Messaggio da vynce »

Ciao ragazzi,
purtroppo non ho risolto il problema. :roll:
Dopo aver scaldato e raddrizzato l'alimentatore: ora il foglio non passa più tra esso ed il pennino.
Pur osservando un lieve miglioramento, la stitichezza permane.
Allego una prova di scrittura.
Gli ultimi 3 segmenti orizzontali sono stati fatti diminuendo la pressione della mano sulla penna.
Augurandomi che possa aiutarvi a darmi qualche dritta.
Per scrupolo ho caricato lo stesso inchiostro (aurora black) su una Aurora 88, la quale risponde perfettamente.
Grazie in anticipo. ;)
Vincenzo
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Messaggio da vynce »

Ho fatto una prova ... :mrgreen:
Infilando il foglietto di plastica tra i rebbi, ho provato a scrivere ... (vedi foto).
Mi sembra che il flusso sia tornato regolare, forse allargando un pò i rebbi dovrei risolvere.
Il punto è che non avendo esperienza, rischio di eccedere generando, da quello che ho letto sul forum, altri problemi al pennino.
omas.jpg
scrittura.jpg
Ho letto da parte di AeRoberto questa procedura:
"Niente lame, meglio andare con le mani, una lama può creare problemi molto seri se intacca la superficie del pennino, si parte dal nib creeping (in pratica l'inchiostro fuoriesce dal canale e si propaga sui rebbi) fino alla rottura della placcatura esterna (quando il pennino è placcato).
Il modo migliore è usare le manine, si spinge un poco (ma anche di meno) con le dita in modo da aprire i rebbi, e con un poco (ma anche un po' di più) di pazienza si allarga il canale quel tanto che basta da aumentare il flusso senza eccedere e farlo scomparire perché i rebbi diventano troppo larghi."

Mi chiedevo se ci sono delle foto sul forum in cui si vede come provare utilizzando le mani per allargare i rebbi.
Altrimenti non mi resta che rassegnarmi a scrivere con la plastica sulla penna! :D

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Messaggio da maxpop 55 »

vynce ha scritto: venerdì 24 maggio 2019, 16:20 Ho fatto una prova ... :mrgreen:
Infilando il foglietto di plastica tra i rebbi, ho provato a scrivere ... (vedi foto).
Mi sembra che il flusso sia tornato regolare, forse allargando un pò i rebbi dovrei risolvere.
Il punto è che non avendo esperienza, rischio di eccedere generando, da quello che ho letto sul forum, altri problemi al pennino.
omas.jpg
scrittura.jpg

Ho letto da parte di AeRoberto questa procedura:
"Niente lame, meglio andare con le mani, una lama può creare problemi molto seri se intacca la superficie del pennino, si parte dal nib creeping (in pratica l'inchiostro fuoriesce dal canale e si propaga sui rebbi) fino alla rottura della placcatura esterna (quando il pennino è placcato).
Il modo migliore è usare le manine, si spinge un poco (ma anche di meno) con le dita in modo da aprire i rebbi, e con un poco (ma anche un po' di più) di pazienza si allarga il canale quel tanto che basta da aumentare il flusso senza eccedere e farlo scomparire perché i rebbi diventano troppo larghi."

Mi chiedevo se ci sono delle foto sul forum in cui si vede come provare utilizzando le mani per allargare i rebbi.
Altrimenti non mi resta che rassegnarmi a scrivere con la plastica sulla penna! :D

Vincenzo
Con due dita tira delicatamente verso l'esterno le ali dei due rebbi, facendo attenzione dovresti allargare ed anche aprire l' iridio il che potrebbe non essere buono, ecco perchè è meglio il foglio o uno spessimetro che ha le lame arrotondate, non graffia il pennino ed allarga i rebbi senza cambiare la geometria del pennino.
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Messaggio da piccardi »

vynce ha scritto: venerdì 24 maggio 2019, 16:20 Mi chiedevo se ci sono delle foto sul forum in cui si vede come provare utilizzando le mani per allargare i rebbi.
Altrimenti non mi resta che rassegnarmi a scrivere con la plastica sulla penna! :D
Foto non ce ne sono, ma una lettura di questo articolo dovrebbe essere di aiuto:

https://www.fountainpen.it/Analisi_ed_a ... el_pennino

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Messaggio da vynce »

Buongiorno ragazzi,
ieri pomeriggio, munito di spessimetro e grazie ai vostri consigli, mi sono messo all'opera per provare ad allargare un po' i rebbi del pennino. Non avevo previsto occorresse tanta pazienza, soprattutto per chi è alle prime armi.
Certamente, volendo tentare su un'altra penna, mi munirei di un oculare adeguato (approfondirò sul forum).
Senza esperienza e senza un opportuno ingrandimento si va un po' "alla cieca".
Ma ero impaziente ( in questo ambito, ho scoperto, è un difetto a volte fatale) … E ho voluto provare lo stesso.
Molta gradualità, molta attenzione, un po' di manualità e un pizzico di fortuna.
Alla fine ho rimontato il tutto, incrociando le dita.
Stavolta credo di avercela fatta! :D
Il confronto con la Aurora 88 è stato ampiamente verificato e, direi, superato!
Credo sia il miglior pennino che ho: giusto grado di flessibilità, scorrevolezza ed affidabilità.
Nessun paragone è possibile con le OMAS più recenti. Ne ho tre e nessuna può avvicinare le sue qualità di scrittura.
Grazie ancora a tutti ed in particolare a Max!
Vincenzo
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Messaggio da francoiacc »

Bravissimo, la costanza e la pazienza in questa passione sono vincenti.
Anche io credo che le OMAS più vecchiotte regalano un piacere di scrittura migliore, i pennini erano più flessibili e regalavano sensazioni di scrittura più interessanti, tuttavia non disdegnerei i pennini più moderni comunque infallibili. Poi molto dipende dalle condizioni dei pennini, che sulle vintage come, tu stesso hai avuto modo di sperimentare, raramente sono buone. :wave:
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Messaggio da LucaC »

Ottimo! Ho spesso constatato che sulle Omas vintage sia stato necessario divaricare i rebbi per farle scrivere, da soli non si possono serrare, credo, mi domando dunque come potessero scriverci i precedenti proprietari.
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Messaggio da maxpop 55 »

vynce ha scritto: lunedì 27 maggio 2019, 9:48 Buongiorno ragazzi,
ieri pomeriggio, munito di spessimetro e grazie ai vostri consigli, mi sono messo all'opera per provare ad allargare un po' i rebbi del pennino. Non avevo previsto occorresse tanta pazienza, soprattutto per chi è alle prime armi.
Certamente, volendo tentare su un'altra penna, mi munirei di un oculare adeguato (approfondirò sul forum).
Senza esperienza e senza un opportuno ingrandimento si va un po' "alla cieca".
Ma ero impaziente ( in questo ambito, ho scoperto, è un difetto a volte fatale) … E ho voluto provare lo stesso.
Molta gradualità, molta attenzione, un po' di manualità e un pizzico di fortuna.
Alla fine ho rimontato il tutto, incrociando le dita.
Stavolta credo di avercela fatta! :D
Il confronto con la Aurora 88 è stato ampiamente verificato e, direi, superato!
Credo sia il miglior pennino che ho: giusto grado di flessibilità, scorrevolezza ed affidabilità.
Nessun paragone è possibile con le OMAS più recenti. Ne ho tre e nessuna può avvicinare le sue qualità di scrittura.
Grazie ancora a tutti ed in particolare a Max!
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Perfetto, come hai potuto costatare con calma e pazienza si ottengono ottimi risultati.
Complimenti :clap: :clap:
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Messaggio da vynce »

LucaC ha scritto: lunedì 27 maggio 2019, 10:52 Ottimo! Ho spesso constatato che sulle Omas vintage sia stato necessario divaricare i rebbi per farle scrivere, da soli non si possono serrare, credo, mi domando dunque come potessero scriverci i precedenti proprietari.
Ciao Luca, la penna di cui sopra non credo avesse mai scritto ... E' anche un pò la nostra fortuna: oggi le stilografiche sono un oggetto "desueto".
Molti, dopo averle ricevute in regalo o in eredità, le mettono in un cassetto. Alcune penne che ho trovato sui mercatini erano inusate.
Ad esempio l'ultima trovata, una 88P: secondo me avrà scritto due volte (forse). Ho smontato la sezione, lucidato il pennino, una bella lavata ed infine un filo di grasso siliconico sulla filettatura. Tornata nuova.
Una domanda "fuori argomento": nella confezione della 88P c'era anche una biro. Che voi sappiate le ricariche attuali delle Aurora vanno bene anche per le "anziane"? Mi scuso con gli "ortodossi" delle stilo ... :mrgreen:
Spero che questi thread servano a chi, matricola come me, vuole salvare delle specie in via di estinzione ... :D
Grazie ancora a tutti.
Vincenzo
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